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Bayer Leverkusen
, 10 Gennaio 2025

Non dimentichiamoci del Bayer Leverkusen


Dopo un autunno difficile, la squadra di Xabi Alonso ha ripreso il ritmo e non ha smesso di sognare altri successi.

Era comprensibile: la tripletta di trofei tedeschi realizzata nel 2024 dal Bayer Leverkusen, dopo una storia arida di vittorie, è una spada di Damocle che incombe sulla squadra di Xabi Alonso. La bellissima favola delle Aspirine, capaci di perdere una sola partita (la finale di Europa League contro l'Atalanta) in tutta l'annata, nel 2024/25 si è scontrata con la dura realtà del doversi confermare - migliorarsi era quasi impossibile.

Il fantastico racconto della piccola realtà che ha vinto la prima Bundesliga, la seconda DFB Pokal e la prima Supercoppa di Germania della sua storia, ha lasciato rapidamente posto alla triste narrazione della squadra che deve vincere di nuovo per non essere etichettata come one season wonder, pur dovendosi scontrare col Bayern Monaco: uno dei club migliori, più ricchi e più potenti al mondo nonché dominatore incontrastato della Bundesliga negli 11 anni precedenti.

Tra ottobre e l’inizio di novembre, il Bayer Leverkusen ha attraversato un fisiologico periodo di flessione: 2 vittorie, 1 sconfitta e ben 5 pareggi. Una serie di risultati non positivi ma nemmeno tragici, se non per l'impietoso confronto con l'en plein del 2023/2024. Tra i commentatori, dubbi e perplessità si sono trasformate in subdole accuse: “Il grande Bayer Leverkusen, che nella passata stagione ha perso solamente una partita, è stato un fuoco di paglia?.

I detrattori ne rimarranno delusi: l'unica risposta possibile è no. Il Bayer 04 ha dovuto fronteggiare pressioni enormemente maggiori rispetto allo scorso anno; l’impegno in Champions League, specialmente con il nuovo format, si è rivelato più intenso e faticoso rispetto a quello dell'Europa League.

Dopo la sconfitta 4-0 contro il suo ex Liverpool e il pareggio per 1-1 sul campo del Bochum, Xabi Alonso ha voluto trasmettere tranquillità alla sua squadra, tornando a mettere al primo posto i princìpi che in pochi mesi hanno permesso loro di sollevare tre trofei e raggiungere una finale europea, ed è tornato a vincere. Dal rientro della sosta per le nazionali di metà novembre, il Leverkusen ha vinto 8 partite consecutive, due particolarmente significative: gli ottavi di finale di DFB Pokal (vittoria all'Allianz Arena di Monaco con gol di Nathan Tella) e l'1-0 firmato Mukiele in Champions League ai danni dell’Inter, fino a quel momento imbattuta in Europa. Nell’ultimo turno di Bundesliga, invece, le Aspirine hanno superato 5-1 il Friburgo grazie al poker di Schick ed alla prova totale di Florian Wirtz.

In pochi mesi Xabi Alonso ha alzato al cielo tre trofei con una società che fino ad allora nella sua storia aveva vinto solamente una Coppa di Germania nella stagione 1992-1993 ed una Coppa UEFA nel 1987-1988. Allo stato attuale, il Bayer Leverkusen è a -4 dal Bayern Monaco, 3° in Champions League e ai quarti di finale della Coppa di Germania. Tutto apparecchiato per un 2025 da sogno?

L’inizio dell’era Xabi

Il 5 ottobre 2022 Xabi è stato nominato allenatore del Bayer Leverkusen, ereditando una squadra in crisi di risultati. Dopo sole 8 giornate di Bundesliga con Gerardo Seoane alla guida, il club tedesco si trovava nei bassifondi della classifica, con appena 5 punti. Le fragilità difensive avevano alimentato un clima di sfiducia, all’interno dello spogliatoio e tra i tifosi: in pochi credevano a una qualificazione per le coppe europee.

La scelta di Alonso rappresentava una scommessa coraggiosa: la sua esperienza si fermava alle giovanili del Real Madrid e alla Real Sociedad B, ma la visione tattica moderna e il carisma acquisito in anni di successi da giocatore hanno convinto la dirigenza. Xabi Alonso ha da subito messo a punto il 3-4-2-1 che abbiamo imparato a conoscere, con al centro il quadrilatero Demirbay-Palacios-Wirtz-Diaby.

Il 2022/2023 del Bayer Leverkusen è una parabola clamorosa: partito col peggior inizio di stagione della sua storia, terminato con il 6° posto in campionato e una semifinale di Europa League, ma soprattutto con la costruzione di solidissime fondamenta per la straordinaria stagione successiva e, a quanto sembra, per gli anni a venire.

I principi e i princìpi del Bayer Leverkusen

Rispetto alla passata stagione, il tecnico basco è rimasto fedele ai dettami tattici che lo hanno reso quasi imbattibile, anche grazie alla permanenza di tutti i giocatori più importanti. La costruzione dal basso è alla base del suo gioco, i tre centrali ed il portiere sono largamente coinvolti nella creazione degli spazi per superare il pressing avversario. Tapsoba e Hincapié sono particolarmente abili con la palla al piede: entrambi sono tra i migliori d’Europa sia per le conduzioni che per i passaggi progressivi.

Particolarmente importante, è il ruolo dei centrali di centrocampo Xhaka e Palacios: agiscono da pivot, ruotano continuamente, sono fondamentali nello smistare i palloni e nell’accelerare la transizione tra difesa ed attacco. Sono per distacco tra i migliori passatori della Bundesliga nonché quelli che toccano più palloni. Ai loro fianchi, gli esterni Grimaldo e Frimpong hanno il compito di allargare il campo per creare spazi centrali poi riempiti dagli inserimenti.

È limitativo, infatti, definire i due semplicemente dei “quinti a tutta fascia”. Nonostante entrambi nascano come terzini, garantiscono un apporto enorme in termini di gol e assist, praticamente come due attaccanti (di alto livello) aggiuntivi: Frimpong l'anno scorso ha segnato 14 gol e servito 12 assist, Grimaldo 12 e 20 (!). Il loro contributo, resta comunque fondamentale anche in fase difensiva, in cui arretrano per rafforzare la linea formando un 5-2-3 compatto e difficile da bucare.

https://youtu.be/sxSWLpDv770?si=pqNvjvOm1IC2jcDJ

In ultimo, ma non meno importanti, i “trequartisti” e la “punta” - tra virgolette perché molto difficilmente catalogabili negli schemi tradizionali. Da una parte abbiamo Wirtz, il diamante del Leverkusen, e dall’altra Boniface. In gran parte dei casi loro sono le prime scelte intorno a cui al loro fianco si alternano Terrier, Tella o Hofmann (al momento infortunato) e Patrik Schick, che con il poker rifilato al Friburgo ha dimostrato di essere più che pronto quando chiamato in causa dal 1'.

I giocatori del triangolo offensivo di Xabi Alonso devono muoversi tanto tra le linee, posizionarsi tra quelle di difesa e centrocampo per ricevere palla e creare pericoli. Boniface è il prototipo del centravanti degli anni '20: attacca lo spazio e gioca benissimo spalle alla porta, ha la versatilità di un'ala e l'istinto del gol del centravanti più puro - nel 2024/25 un gol ogni 116' giocati, nel 2023/24 uno ogni 100'.

Transizioni

Le transizioni sono l'aspetto cardine dell'intera manovra del Bayer Leverkusen, le colonne portanti dell’architettura tattica della squadra di Xabi. Quelle positive sono caratterizzate da una rapida verticalizzazione del gioco sfruttando la velocità degli esterni per creare superiorità numerica in attacco, sorprendendo gli avversari e cercando di capitalizzare gli spazi lasciati liberi.

Anche nelle transizioni negative il Bayer punta su un approccio rapido ed energico, con una riaggressione immediata e un gegenpressing indiavolato per riconquistare la palla nel minor tempo possibile: l'obiettivo è interrompere sul nascere le iniziative avversarie, mantenendo allo stesso tempo elevata l’intensità di gioco e la compattezza della squadra.

In fase difensiva, il Bayer di Xabi Alonso è una squadra comunque camaleontica, capace di cambiare rapidamente schemi e approcci: oltre al gegenpressing eseguito ogni volta che si perde la palla, i rossoneri possono adottare un atteggiamento feroce anche sulla prima pressione.

Se però il pallone non torna immediatamente in suo possesso o se si trova nel terzo centrale di campo, il Leverkusen adotta un 5-2-3 con un blocco medio formato da tre linee di pressione pronte a rispondere con una transizione positiva. Quando invece la sfera vaga per il terzo difensivo il Bayer passa a un 5-4-1 che offre più garanzie di copertura in ampiezza.

Overload

L’overload ("sovraccarico") è un altro principio basilare del calcio del Bayer Leverkusen. Serve a creare superiorità numerica in determinate zone del campo, spingendo gli avversari a occupare le aree congestionate per crearne di libere in altre zolle del rettangolo verde.

Il sovraccarico può essere laterale: gli esterni (Frimpong o Grimaldo) si posizionano alti e larghi, a loro supporto arriva un trequartista e un centrocampista centrale. I giocatori effettuano movimenti coordinati per confondere le mercature, creando un 3vs2 su quel lato: se il trequartista si abbassa per ricevere l’attaccante scatta in profondità ad attaccare lo spazio.

Tale dinamica può portare anche a un cambio gioco: il Leverkusen attira gli avversari in un’area e sfrutta la rapidità del lancio lungo in diagonale verso l’esterno opposto, rimasto libero grazie alla rotazione difensiva avversaria. L’ala che riceve dispone di uno spazio davanti a sé assai ampio.

In alternativa, il sovraccarico può essere concentrato nella zona centrale: i centrocampisti, insieme ai trequartisti e al terminale offensivo, vengono incontro al pallone, attirando gli avversari al centro e liberando le catene laterali.

Uno sguardo al futuro

Il Leverkusen è ancora in corsa per tutti i trofei: al rientro della pausa natalizia lo attende un calendario tutt’altro che semplice. La prima partita sarà in casa del Borussia Dortmund: anche se i gialloneri non stavano attraversando un buon periodo di forma prima dello stop, giocare al Westfalenstadion non è mai semplice.

Successivamente, due gare casalinghe contro Mainz e 'Gladbach prima della trasferta a Madrid in casa dell’Atlético in Champions League, per una sfida che si preannuncia bollente. Poi, trasferta a Lipsia in Bundes e ultima giornata della prima fase di CL contro lo Sparta Praga. Un gennaio rovente.

Le ultime 8 partite, però, hanno insegnato che non bisogna diffidare del Bayer Leverkusen. Il gruppo è rimasto solido ed intatto, e il mercato di gennaio potrebbe anche portare qualche regalo oltre all’attaccante argentino classe 2006 Alejo Sarco. Le Aspirine vogliono sognare ancora, per vivere un 2025 da favola.


  • Nato nel nuovo millennio in provincia di Torino. Appassionato di sport, romanticismo, scrittura e di tutto ciò che è argentino. Juventino con ogni fibra del proprio corpo, ha un’adorazione sfrenata per La Masia e per i mancini di Lionel e Lamine oltre che per la Madrid dei Colchoneros, in più perde il sonno grazie ai Boston Celtics.

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