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Juventus
, 3 Gennaio 2025

Juventus-Milan 1-2, Considerazioni Sparse


Harakiri Juventus: dopo un primo tempo perfetto, in 4' cade il castello. A Riyadh passa il nuovo Milan di Conceição.

Sarà dunque il Derby di Milano a decidere il vincitore della Supercoppa Italiana numero trentasette. Il nuovo Milan targato Sergio Conceição batte la Juventus 2-1 beneficiando di due reti arrivate nel giro di 4', prima con un rigore siglato da Pulisic e poi con un’autorete di Gatti. È stata una gara a due facce e con un finale totalmente sorprendente per quello che si è visto fino al 70’. I bianconeri erano stati ordinati, attenti in fase difensiva, ma come già era successo contro la Fiorentina troppo poco cinici in quella offensiva. La Juve paga errori individuali e un calo davvero preoccupante arrivato dopo il pari rossonero. Serviva una bella Supercoppa ai ragazzi di Thiago Motta per dare una spallata emotiva alla stagione, ma ciò non è accaduto ed i fantasmi si fanno sempre più insistenti. Questa Juventus non fa passi avanti e quando sembra farli cade su sé stessa sabotandosi da sola.

La Juventus è la prima nemica di sé stessa, e su questo non ci sono dubbi. Prima ancora di giocare contro un’altra squadra, che stasera in questo caso era il Milan, i bianconeri devono vincere contro loro stessi. La prima frazione di gioco è stata ottima ed i ragazzi di Thiago Motta l’hanno interpretata in modo eccelso. La corsia di sinistra era una banca: Mbangula sfruttava il matchup contro Emerson Royal e lo ridicolizzava ogni volta che lo puntava, Gatti stava a uomo su Reijnders togliendo ogni fantasia alla manovra rossonera ed infine la fascia di sinistra del Milan era l’esatto opposto di quella bianconera. Senza Leao, e con Jimenez esterno alto, non c’era nessuno che attaccava la profondità e questo permetteva alla Juve di disporre di grandissima solidità. L’unico neo del primo tempo sono state le transizioni positive dei giocatori di Motta, troppo lente e prevedibili.

L’avvio della ripresa è lo specchio del primo tempo. I primi quarantacinque minuti di gioco si erano conclusi sull’1-0 per la Juve con Kenan Yildiz che aveva sbloccato la gara. I secondi erano cominciati benissimo per i bianconeri che avevano avuto l’occasione per bissare la rete del turco, ma Dusan Vlahovic ha messo largo da posizione molto favorevole. Il Milan fino al 70’ era confuso, creava poco ed era autore di un possesso palla acerbo ed insicuro. Totalmente normale se pensiamo che hanno una nuova guida tecnica da soli quattro giorni. Poi cosa accade? L’harakiri della Juventus. Prima sbaglia Locatelli che non si accorge dell’anticipo di Pulisic e gli frana addosso causando il rigore che viene poi prontamente trasformato dallo statunitense. Cinque giri d’orologio dopo, al 76’, Gatti devia in porta un cross dalla destra. Il Milan effettua il sorpasso e strappa il pass per l’atto conclusivo.

Thiago Motta la prepara da 8, ma i cambi sono da 2. Se ci fosse da fare una media dei voti quella del tecnico italo-brasiliano sarebbe un 5. I primi 70' della Juventus sono perfetti: riaggressione ottima, ampiezza a sinistra che ti garantisce sempre un vantaggio non indifferente e solidità difensiva giusta. L’unico neo, come già detto, sono le transizioni positive, ma fino ai cambi la partita dei bianconeri era perfetta. Dusan Vlahovic era il peggiore in campo, ma comunque non era da cambiare perché senza di lui la Juve è rimasta schiacciata. Mbangula era il migliore insieme ad Yildiz e doveva rimanere sul terreno di gioco poiché con la sua rapidità era un pericolo ambulante per il Milan sulla corsia di sinistra. Tanti dubbi e tanta rabbia per la Vecchia Signora, che ancora una volta si è battuta da sola.

Al Milan servirà ben altro lunedì per battere l’Inter che ieri ha dominato l’Atalanta. Stasera i rossoneri devono prendere di positivo solo il risultato, perché sul resto devono ancora lavorare tanto. Morata sembra lontano anni luce dalla sua forma migliore, attacca male la profondità e questa sera è rimasto ingabbiato dalla difesa bianconera. Ha creato molti più pericoli e dato soluzioni in più uno come Abraham che lunedì potrebbe prendere il posto dello spagnolo. La Juventus lascia l’Arabia Saudita attanagliata dai fantasmi e si appresta ad un gennaio di fuoco: derby in casa del Torino, Atalanta, di nuovo Milan, Club Brugge, Napoli e infine Benfica. Tra mercato e campo sarà un mese infernale.


  • Nato nel nuovo millennio in provincia di Torino. Appassionato di sport, romanticismo, scrittura e di tutto ciò che è argentino. Juventino con ogni fibra del proprio corpo, ha un’adorazione sfrenata per La Masia e per i mancini di Lionel e Lamine oltre che per la Madrid dei Colchoneros, in più perde il sonno grazie ai Boston Celtics.

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