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Udinese Torino
, 31 Dicembre 2024

Udinese-Torino 2-2, Considerazioni Sparse


L'Udinese scappa, il Torino la riprende: il 2024 termina con un punto che va bene a entrambe.

L’ultima del 2024 vede affrontarsi due squadre in situazioni di classifica simili ma in momenti opposti: da un lato la sorprendente Udinese di Runjaic, che ha confermato un inizio promettente con i 3 punti corsari ottenuti a Firenze; dall’altro un Torino che sta cercando di resistere ad un tracollo di punti, risultati, ambizioni e sentiment verso l’operato societario. Quando sembrava che questo 2024 potesse chiudersi, per i granata, con l’ennesima Caporetto, ecco che la squadra di Vanoli tira fuori una reazione inaspettata, riuscendo a rimontare in poco più di 10’ dal 2-0 al 2-2 e portandosi a casa un punto che, per classifica e morale, assume un valore importante. Un pareggio tutto sommato giusto che fa chiudere l’anno senza patemi alle due squadre: quel “senza patemi” che, per excursus societario e prospettive, pare esser l’ambizione dei due club in questione.

Rispetto alla vittoria di Firenze, Runjaic effettua un solo cambio, forzato, con Kabasele braccetto di destra al posto di Kristensen. Per il resto è confermato il 3-5-2, con Ehizibue e Zemura esterni, Karlström nel mezzo del centrocampo e in attacco Thauvin e Lucca: i friulani mettono in campo tutto l’arsenale di corsa e dinamismo mostrato in questo primo scorcio di stagione, e trovano meritatamente il vantaggio con Tour, lesto a risolvere una mischia da corner. Anche il raddoppio arriva su palla inattiva, con gran bel gol di Lucca, ed a quel punto l’Udinese sembra avere la gara nelle proprie mani: mani però che si mostrano distratte, perché permettono la reazione di un Torino che, sino ad allora, era sembrato inoffensivo. La gara di oggi, per la squadra di Runjaic, è miniatura e specchio della stagione intera: montagne russe con alti decisamente sorprendenti e bassi che non sembrano tanto dovuti alla poca qualità ma a peccati di attenzione.

Come al solito, di fronte ad una rimonta come quella del Toro, si deve decidere come guardare il bicchiere: nella metà in cui è pieno, si deve applaudire ad una reazione veemente che ha mostrato che il Torino è tutt’altro che una squadra in disarmo, e nonostante le difficoltà tecniche mostra di avere ancora un carattere e dei giocatori (Adams e Ricci, i marcatori, su tutti), a cui appigliarsi. Dalla parte in cui è mezzo vuoto, però, ci sono tante cose da approfondire, soprattutto sulle scelte di Vanoli: non si capisce perché Lazaro, uomo con più assist nel Torino stagionale, ultimamente parta sempre in panchina per fare spazio a Pedersen, perennemente insufficiente. Con l’ingresso dell’austriaco, i granata cambiano marcia, cominciando finalmente a impensierire a destra i padroni di casa, e proprio da una sua incursione nasce il corner del primo gol. Inoltre, ci si chiede come sia possibile prendere due gol da palla inattiva nel giro di pochi minuti: se il problema del Torino è evidentemente la difesa, costruire una solidità su temi così rilevanti e frequenti appare una priorità, ed è preoccupante che Vanoli, dopo Natale, ancora non l’abbia risolta.

Protagonisti del match, senza dubbio, i due centravanti Lucca e Adams. L'attaccante ex Ajax sigla una rete da bomber di razza, con la sua specialità della casa in incornata con torsione: con questa marcatura sale a quota 7 reti in Serie A, mostrando quella continuità che gli si andava chiedendo. Certamente aver di fianco un ritrovato Thauvin e una fase offensiva organizzata gli giova parecchio, ma Lucca sembra aver trovato una dimensione a lui adatta. Diverso il discorso per lo scozzese, che dopo un impatto ultra-positivo, era caduto in ombra assieme al resto della sua squadra, finendo addirittura spesso in panchina: tornato negli undici titolari, ha rimesso in campo la sua versione smagliante, con un gol di giustezza ed un assist pregevolissimo per il pareggio. Ad oggi, Adams è a 6 reti stagionali, e si può dire che il suo impatto sia più che in linea, in termini numerici, con ciò che ci si aspettava: il problema non sta tanto nei numeri, quanto nell’assenza di Zapata, con cui Che aveva trovato un’intesa perfetta. Tale feeling non sembra replicabile con Sanabria, e tutta la fase offensiva granata ne risente: per questo, Adams ha dovuto cambiare pelle, passando a fare la prima punta proprio al posto del paraguaiano, e si può dire che per la seconda volta dopo Empoli ha dimostrato di poter vestire i nuovi panni.

Che ne sarà di Udinese e Torino? Ad oggi, entrambe le squadre vivono una realtà molto tranquilla di metà classifica, rinsaldata dalla distanza di sicurezza dalla zona rossa e dal fatto che ultime abbiano un ruolino di marcia molto lento. Le prospettive a breve termine di graduatoria non sembrano molto differenti, ma a cambiare sono quelle a lungo termine: entrambe le squadre dovranno mettere punti in cassaforte per assicurarsi la salvezza il prima possibile. Se quello di Runjaic sembra un progetto su cui l’Udinese può investire anche in futuro, molto diverso è il discorso per Vanoli. In qualunque altra società, un trend come quello del Torino metterebbe in discussione l’operato del tecnico, e se ciò non è avvenuto sulla sponda granata c’è da chiedersi se il motivo sia da ricercare in una reale stima di Cairo verso Vanoli, oppure in una vicenda societaria che, come molti tifosi si augurano, potrebbe riservare novità a stretto giro.

https://youtu.be/Hxl9vPoAeU8

  • Torinese e granata dal 1984, dopo una laurea in Filosofia, opto per diventare allenatore professionista di pallavolo, giusto per assicurarmi una condizione di permanente precarietà emotiva e sociale. Questa scelta, influenzata non poco dalla Generazione di Fenomeni che vinse tutto a cavallo degli anni 90', mi porta da anni a girovagare per l'Europa inseguendo sogni e palloni, ma anche a rinunciare spesso a tutto il resto di cose che amo fare nella vita: nei momenti di sconforto per fortuna esistono i libri, il mare, il cioccolato fondente e le storie di sport in cui la classe operaia va in paradiso.

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