8 Spicchi #5 - Tutta la magia dell'NBA Christmas Day
Tutti i regali sotto l’albero di Natale della NBA. Tra rivalità, infortuni e rimonte tutto il meglio del Christmas Day.
Benvenuti su 8 Spicchi, la rubrica che uscirà ogni settimana per raccontarvi le cose più importanti e interessanti successe in NBA, la lega cestistica più affascinante al mondo. Oggi speciale puntata natalizia interamente dedicata alle quattro partite principali (se siete rimasti alzati a guardare Denver-Phoenix siete degli eroi!) del Christmas Day targato NBA, il giorno più bello dell’anno per gli appassionati della pallacanestro a stelle e strisce. Iniziamo!
Un extraterrestre al Madison Square Garden
Come da tradizione sono i Knicks a dare il via all'NBA Christmas Day, e aprono le danze sfidando una delle squadre più interessanti della lega in ottica soprattutto futura ma anche presente, ovvero i San Antonio Spurs di Victor Wembanyama, al suo debutto nella partita di Natale. Gli Spurs mettono fin dall’inizio in difficoltà il secondo miglior attacco della lega, che fatica contro la difesa dei texani e soffre soprattutto la lunghezza delle tentacolari leve di Wemby nei pressi del ferro.
Il francese parte male in attacco e sbaglia le prime quattro conclusioni tentate dall’arco, ma nell'altra metà campo stoppa tutti e rende difficile la vita ai Knicks nel pitturato; non dimentichiamoci che, pur essendo solo al secondo anno in NBA, Wemby è il candidato numero uno per il premio di Defensive Player of The Year, peraltro già sfiorato l’anno scorso quando finì secondo dietro a Gobert. E qui ci sarebbe da aprire una gigantesca parentesi sui criteri di valutazione per l’assegnazione di questo premio, ma forse ora non è il caso.
Nonostante gli errori al tiro l'ex giocatore dei Metropolitans 92 non si scompone e non smette di tirare, e infatti le percentuali a fine partita gli daranno ragione. Gli Spurs quando si trovano sono divertenti, spensierati e senza pressioni ma non ci stanno a perdere, come ha dichiarato Chris Paul nel post-partita. La partita sembra non avere un padrone e per ben 20 volte le due squadre si succedono alla guida del punteggio. San Antonio prova a impadronirsi della gara, ma i Knicks prima reggono il colpo e poi rispondono provando l'allungo con le fiammate di KAT e Bridges, ma senza successo.
Nell’ultima metà del quarto periodo gli Spurs sono in vantaggio, ma non riescono più a trovare la via del canestro e dilapidano un vantaggio di 8 punti in una manciata di minuti. La vincono i canestri decisivi di Bridges e le piccole cose che fa Josh Hart ogni volta che mette un piede dentro un campo da basket, tra cui un paio di rimbalzi in attacco preziosissimi. Non a caso Hart è il migliore tra le guardie per rimbalzi offensivi conquistati in tutta la NBA (46).
Serata insufficiente per Jaylen Brunson (solo il 30% al tiro per lui), salvato soltanto dalla buona partita dei suoi compagni; stratosferica prestazione natalizia invece di Mikal Bridges che manda i Knicks e tutto il Garden in paradiso. A fine serata sono 41 con 17/25 dal campo, una serata memorabile per un ex dell'altra sponda della città che non dorme mai, quella dei Brooklyn Nets. Dall’altra parte c’è da rimarcare una buona prestazione di Jeremy Sochan in versione Grinch, che non riesce a rovinare il Natale a New York ma chiude comunque con 21 punti e 8/10 dal campo.
I Knicks vincono ma i riflettori sono tutti per l’alieno che ha parcheggiato l’astronave fuori dal Madison Square Garden e, nonostante gli occhi dei media e del pubblico siano sempre puntati su di lui, sembra non avvertire alcuna pressione e continua a scendere in campo come se niente fosse. Siamo solo alla sua seconda stagione in NBA, ci sarà da divertirsi.
Kyrie contro tutti, Minnesota sorride
Per i Dallas Mavericks è stato un Natale veramente amaro, ma la sconfitta in questo caso è totalmente irrilevante. Nonostante la magia del Christmas Day, quella di stasera pesa sulla Regular Season come una qualsiasi gara di febbraio (tanto per dire). Il Natale non è stato rovinato per la vittoria di Edwards e compagni, bensì per quanto successo a Luka Dončić. Lo sloveno, verso la fine del secondo periodo, si è fermato per un problema al polpaccio che si è poi rivelato essere uno stiramento.
Una tegola terribile che terrà ai box il numero 77 per almeno un mese, dopo di che verrà nuovamente valutato. È una stagione veramente sfortunata per Dallas e per lo stesso Dončić che aveva appena trovato continuità e buone prestazioni. La Western Conference è una clamorosa guerra di tutti contro tutti e bastano veramente poche partite storte per perdere completamente il passo con le squadre davanti.
Un mese senza Luka è dura, ma con questo Kyrie Irving i Mavericks potrebbero comunque tenere la testa alta. L’ex Nets si è caricato Dallas sulle spalle e per poco non metteva la sua firma su una clamorosa rimonta dopo che i Timberwolves hanno toccato addirittura il +28. Terribile il timeout chiamato da Kidd quando mancavano circa 30 secondi e Dallas era a -2 con il momentum dalla propria parte. Il prossimo mese, senza Dončić, sarà fondamentale.
Minnesota vince, ma non convince. Attacco stagnante, troppi isolamenti e tiri forzati. La sensazione è che le Western Conference Finals della scorsa stagione difficilmente verranno replicate, ma in realtà sarà complicato già superare il primo turno in post season qualora il roster restasse questo.
I Sixers rovinano la festa al TD Garden
Seconda sconfitta consecutiva per i campioni in carica NBA che dopo aver perso con Orlando cadono anche in casa contro i Sixers dodicesimi nella Eastern Conference. Boston cade nuovamente nell’errore di giocare senza la fame necessaria per vincere e con qualche sentimento eccessivo di superiorità. Philadelphia beneficia del suo overperforming da tre punti ed ottiene la prima vittoria al TD Garden un anno e mezzo dopo quella Gara5 ai playoff NBA del 2023, che aveva fatto sognare il tandem formato da Embiid ed Harden.
I Sixers, che in stagione tiravano con poco più del 33% da tre, a Boston viaggiano con il 42% dall’arco trascinati da un grandissimo Tyrese Maxey da 33 punti, un Embiid autore di 27 punti con l’80% dalla distanza ed infine da un sorprendente Caleb Martin (78% dall'arco contro i Celtics, ma 37% in stagione) che con i 23 punti riconferma la sua tendenza da role player di eccellenza quando gioca contro Boston.
Tra le fila dei Celtics meritano una menzione positiva solamente Jayson Tatum, Derrick White ed Al Horford. Il numero 0 mette a referto 32 punti (50% da tre e 55% dal campo), 15 rimbalzi, 1 rubata ed 1 stoppata, mentre White ed Horford combinano per 38 punti. Rimandato Jaylen Brown che gioca un primo tempo per nulla al suo livello salvo riprendersi nel secondo.
Tre sconfitte nelle ultime quattro per i Celtics, c’è da preoccuparsi? Sinceramente no, Boston non sta giocando come lo scorso anno e si sta affidando ancora di più al tiro da tre punti, ma quello che cambia è l’intensità difensiva, bassa e quasi inesistente. Su una Regular Season NBA di 82 partite è normalissimo qualche passaggio a vuoto, quando poi le partite conteranno i Celtics alzeranno i giri. Nonostante ciò un’altra gara combattuta fino all’ultimo possesso: Adam Silver può dirsi più che soddisfatto per questo Natale.
LeBron James è il re del Natale!
Ancora una volta è Steph contro LeBron. Anche se non è più il 2016, quella tra i due nativi di Akron, Ohio rimane senza ombra di dubbio la rivalità più accesa dell’NBA nell'ultimo decennio, e quella di stasera è solo l’ultima pagina di un libro ricco di sfide leggendarie. Alla fine stavolta a spuntarla sono i Lakers di King James nonostante l’Infortunio di Anthony Davis, che dopo solo 7 minuti in campo si gira la caviglia da solo, è costretto a imboccare il tunnel degli spogliatoi e non farà più ritorno sul parquet del Chase Center.
La partita è equilibrata e dopo un primo quarto di marca tutta gialloblù i Lakers si portano davanti nel punteggio, ma senza mai andare oltre i 10 punti di distacco, complici anche degli Warriors che fanno di tutto per restare a contatto. I due punti di riferimento dell’attacco di serata sono un ispirato Wiggins e un magistrale Stephen Curry, che chiuderà con 38 punti, 6 assist e quasi il 60% dal campo. Los Angeles senza AD è costretta a riorganizzarsi e trova il supporto di Knecht e di Rui Hachimura (18 punti con 5/7 da tre), che si infiamma da dietro l'arco e punisce la scelta difensiva degli Warriors di concedere qualcosa ai tiratori dagli angoli.
Negli ultimi minuti i gialloviola si affidano al talento offensivo di Austin Reaves, che dimostra di essere ben più di un semplice tiratore e si rende utile non solo con i suoi canestri, ma addirittura con una tripla doppia (terza in carriera) da 26/10/10. Per Golden State nel finale segna solo Curry, grazie al quale gli uomini di Kerr rimontano dieci punti negli ultimi due minuti mentre i Lakers fanno di tutto per buttare via la partita. Due triple miracolose del #30 riportano il punteggio in parità, poi Reaves la decide con un canestro all’ultimo secondo e diventa l’eroe dei gialloviola per una notte.
I Lakers strappano una vittoria nella baia grazie a un attacco più diffuso, più capace di mettere in ritmo tanti giocatori diversi, e ovviamente grazie al solito LBJ da 31 punti e 10 assist, mentre Golden State fatica a trovare protagonisti oltre a Steph e Wiggins. La franchigia di San Francisco sta tornando su binari più ordinari dopo un avvio di stagione straordinario, e questa sconfitta unita alle tre consecutive di metà dicembre, soprattutto quella da 51 punti di scarto rimediata contro Memphis, non fa altro che confermare un inevitabile ritorno alla normalità.
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