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Botafogo
, 23 Dicembre 2024

Tempo de Botafogo


La stagione migliore della storia del Glorioso Botafogo de Futebol e Regatas.

Immaginate lo psicodramma peggiore che una squadra possa vivere, tale da far perdere ai tifosi la voglia di guardare il calcio: ecco, probabilmente non siete arrivati al livello raggiunto dal Botafogo durante la stagione 2023. La squadra di Rio de Janeiro, che era a secco di trofei maggiori dalla vittoria del campionato nel 1995 e che l’anno precedente si era classificata undicesima, si era inaspettatamente ritrovata a dominare il Brasileirão per più di metà della stagione, guidata inizialmente dal tecnico portoghese Luis Castro e poi, da quando questi è stato chiamato all’Al-Nassr da Cristiano Ronaldo, dal suo connazionale Bruno Lage. Al termine della giornata 21 il Botafogo si trova a 51 punti, 11 più del Palmeiras secondo. Dopodiché, accade l’impossibile: 13 punti in 17 partite (peggio di tutte le altre squadre tranne solo l’America Mineiro!) e titolo buttato al vento. Neanche l’esonero di Bruno Lage per far spazio a Fabio Matias risolve le cose. Come è potuto succedere?

Il momento cruciale ha avuto luogo il 2 novembre, nel corso della trentunesima giornata. Il Botafogo affronta in casa il Palmeiras, con sette punti di vantaggio e due partite in meno. Un match point? Poco ci manca. Fatto sta che il Fogão va comodamente sul 3-0 nel giro di trentasei minuti, ma subisce una rimonta incredibile perde la partita 3-4, sbagliando anche un rigore sul 3-1 e subendo il gol della disfatta al nono minuto di recupero del secondo tempo. In teoria il Botafogo sarebbe ancora a +4 con due partite di recuperare, ma la botta psicologica è troppo pesante e la loro stagione finisce con quel momento, con il triplice fischio. Nelle nelle otto partite rimanenti non vanno oltre tre sconfitte e cinque pareggi, subendo altre rimonte ai limiti del comico e chiudendo al quinto posto un campionato che ha rappresentato lo psicodramma perfetto. 

C’è un verbo nello slang brasiliano, pipocar, che indica il suono dello scoppio dei popcorn (letteralmente “popcornare”) e che in ambito calcistico ha lo stesso valore che ha pechofrío in Argentina: lo si usa per riferirsi al calciatore o alla squadra che, al momento cruciale, si fa vincere dalla tensione e quindi inizia a scoppiare come i popcorn che escono dalla macchina. Le pagine social del Botafogo verso la fine del 2023 erano piene di insulti al loro time pipoqueiro, cioè la squadra inetta che aveva perso un campionato già vinto. Neanche la prima qualificazione alla Copa Libertadores dal 2017 poteva ovviamente rendere meno infuocato un ambiente che in quel momento sperava solo di svegliarsi nel pieno della notte da quello che non poteva essere altro che un brutto sogno.

La situazione, dopo circa un anno, è radicalmente diversa: il Botafogo ce l'ha fatta, è diventato campione prima del Sudamerica e poi del Brasile, chiudendo il cerchio con l’anno scorso e offrendo una solida argomentazione in più a chi vuole credere che esista una giustizia divina nel calcio. Le premesse alla vigilia di questo Brasileirão non erano certo delle migliori: basti pensare che Opta assegnava al Botafogo l’1.4% di possibilità di laurearsi campione e che il media SporTV li inseriva nel quarto tier su cinque, cioè quello delle squadre che avrebbero ottenuto una salvezza tranquilla. Le cose, però, sono andate molto diversamente. Arriviamo così al 26 novembre, il giorno del momento decisivo della cavalcata: in occasione della terzultima giornata il Botafogo è a a San Paolo per affrontare il Palmeiras dopo che tre pareggi di fila hanno dilapidato il vantaggio di sei punti sul secondo posto, portando le due squadre ad affrontarsi nello scontro diretto a pari punti. Stavolta però la pipocada spetta al Verdão, che perde in casa per 1-3 contro un Botafogo finalmente sicuro dei suoi mezzi e non più vittima delle proprie paure, che mette la freccia per la conquista del titolo. 

Botafogo tier list

Quattro giorni dopo, il Fogão salirà per la prima volta nella sua storia sul tetto del continente sconfiggendo l’Atletico Mineiro al termine di una partita drammatica: il rosso a Gregore dopo neanche un minuto trasforma la finale da una partita da giocare da favoriti a una partita di immensa sofferenza, che il Botafogo vincerà grazie a uno straordinario ordine tattico in fase di non possesso (l’Atletico Mineiro arriverà fino all’80% di possesso palla), a una forza mentale tutt’altro che scontata e anche a quel pizzico di fortuna senza la quale vincere certi trofei è impossibile. Chiedere a Edu Vargas (sì, quell’Edu Vargas), che sul punteggio di 1-2 si divorerà due occasioni clamorose per trovare il pareggio. Fino al gol dell’1-3 di Junior Santos proprio allo scadere, che farà impazzire di gioia tanto i 37.584 botafoguensi presenti al Monumental di Buenos Aires quanto gli oltre 50.000 che hanno visto la partita sui maxischermi dello stadio Nilton Santos di Rio de Janeiro. “É tempo de Botafogo” scrivevano i canali social prima della finale, in barba a qualsiasi scaramanzia. E in effetti sì, stavolta è davvero tempo del Botafogo.

Successivamente, e nonostante tutti i litri di alcolici in corpo, i giocatori del Botafogo riusciranno a tenere la barra dritta per sconfiggere l’Internacional (0-1) e il San Paolo (2-1) alle ultime due giornate del Brasileirão e mettere le mani sul terzo titolo nazionale della propria storia. Il primo dal 1995, ma soprattutto la ricompensa per quanto successo l’anno precedente. In ogni caso, prima di procedere con l’articolo, è necessario fare una precisazione: il Botafogo non è la classica squadra della classe operaia che va in paradiso, perché quando scriviamo Botafogo scriviamo “storia del calcio brasiliano”, visto che ci stiamo riferendo alla squadra che ha fornito l’ossatura della Seleçao campione del mondo nel 1958 e nel 1962. Nella finale dei Mondiali in Cile contro la Cecoslovacchia militavano per il Botafogo ben cinque titolari su undici del Brasile. Una bacheca dei trofei non così ricca, insomma, non rende onore a una storia che ha visto indossare la maglia del Glorioso gente come Didi, Nilton Santos, Amarildo, Zagallo, Jairzinho, Gerson e soprattutto Garrincha.

Negli ultimi anni il Botafogo ha però vissuto momenti difficili, su tutti la tragedia della retrocessione in Série B al termine della stagione 2020/21. È proprio da qui, tuttavia, che parte la rinascita. Al termine della stagione successiva - conclusa con il ritorno in massima serie - la società viene acquistata da John Textor, che ripaga tutti i debiti e fornisce una ventata di ottimismo alla tifoseria. Imprenditore statunitense attivo nel campo dell’intrattenimento e in particolare nel ramo degli effetti speciali per i film, Textor è potuto sbarcare nel calcio brasiliano in seguito a una legge fatta approvare da Jair Bolsonaro nell’agosto 2021 che permetteva alle società di calcio di essere acquistate da investitori esterni. Si trattava a tutti gli effetti di una rivoluzione, perché le squadre di calcio brasiliane erano (e per la maggior parte sono ancora) tradizionalmente organizzate come associazioni senza scopo di lucro, esentate dal pagamento dalle tasse ma obbligate a non poter essere cedute a terzi. Oltre al Botafogo, altre squadre che hanno aderito al modello SAF (Sociedade Anônima do Futebol) sono state il Cruzeiro con Pedro Lourenço e il Bahia con il City Football Group.

Il percorso di Textor nel Botafogo, dicevamo, è stato scintillante. Dopo una stagione 2022 conclusa all’undicesimo posto, e dopo la sciagurata stagione 2023, sono infatti arrivati, come abbiamo visto, i tanto attesi trionfi in patria e nel continente. Gli investimenti sono stati ingenti: il Botafogo nel 2024 ha battuto per due volte il record del trasferimento più costoso della storia del calcio brasiliano, prima acquistando Luiz Henrique dal Real Betis per 16 milioni di euro e poi, qualche mese dopo, strappando Thiago Almada all’Atlanta United per 21 milioni di euro. Oltre a ciò, comunque, se generalmente siamo abituati a vedere i presidenti americani come freddi, distaccati e interessati solo alle logiche del guadagno, Textor si è dimostrato l’esatto contrario: sono molti i video che lo immortalano mentre balla, salta e si commuove per i trionfi di quest’anno del Glorioso, ma anche quelli che lo ritraggono intento a girare sullo skateboard. Qualche giorno dopo la finale di Buenos Aires ha comprato dalla CONMEBOL le medaglie della Copa Libertadores necessarie affinché le potessero ricevere tutti i dipendenti della società, dall’amministratore delegato al magazziniere. È indiscutibilmente lui il deus ex machina della nuova età dell’oro del Botafogo, e i tifosi gliene hanno reso omaggio: in occasione della gara casalinga contro il San Paolo, decisiva per la conquista del titolo, era presente uno striscione che recitava “John, obrigado por revolucionar nossa historia”.

Ci è voluto del tempo, comunque, per trovare la quadra definitiva sul piano tecnico. In questo senso, la svolta è arrivata nel febbraio 2024, quando l’allenatore Tiago Nunes viene esonerato a poco più di un mese dall’inizio della stagione in seguito a dei risultati negativi tra il Campeonato Carioca e i preliminari di Copa Libertadores. La decisione di Textor è quella di affidare la squadra per un tempo indefinito, che poi si rivelerà essere di quasi due mesi, alla guida ad interim di Fabio Matias, mentre la decisione per l’allenatore definitivo sarebbe stata presa con la massima calma. Alla fine l’eletto è Artur Jorge, prima calciatore e poi allenatore del Braga, che tra il 2022 e il 2024 ha portato gli Arsenalistas al record di punti in Primeira Liga (78 in 34 partite nel 2023), al ritorno dopo undici anni ai gironi di Champions League - nella quale il Braga ha affrontato il Napoli e il Real Madrid facendo delle ottime figure - e alla vittoria della Coppa di Lega nel gennaio 2024. Ora avrebbe lasciato la squadra della sua città per avventurarsi in un altro continente, compiendo una decisione molto coraggiosa. Anche perché il suo nome, almeno all’inizio, non è che scaldasse più di tanto i tifosi del Botafogo.

Artur Jorge Botafogo
Artur Jorge festeggia il duplo del Botafogo

I risultati, come abbiamo visto, lo hanno premiato, e la stagione dei sogni di Artur Jorge è culminata con le lacrime di gioia in panchina alla conquista della Copa Libertadores e del Brasileirão. Considerando anche la stagione 2023/24 alla guida del Braga, Artur Jorge ha allenato ininterrottamente per sedici mesi, dal precampionato di luglio 2023 fino a dicembre 2024. Adesso che è arrivata l’ora del meritato riposo potrà forse avere più tempo per andare in mountain bike, sua grande passione. Intanto pochi giorni fa ha ricevuto l’Ordine dell’infante Dom Enrique, una prestigiosa onorificenza portoghese, per mano del presidente del Portogallo Marcelo Rebelo da Sousa, al quale ha portato in dono una maglia del Botafogo. La sua permanenza a Rio de Janeiro, tuttavia, non è affatto scontata: Artur Jorge ha ricevuto una ricchissima offerta dai qatarioti dell’Al Rayyan, e probabilmente solo a gennaio si capirà se vorrà provare a portare avanti il lavoro iniziato quest’anno al Botafogo o se cederà alle sirene mediorientali.

Anche la rosa del Botafogo è stata in gran parte costruita negli ultimi tempi grazie agli investimenti di John Textor: undici titolari su undici e tutti e cinque i subentrati della finale della Copa Libertadores hanno iniziato a vestire la maglia del Glorioso sotto la gestione dell’uomo d’affari statunitense, e ben 12 su 16 sono stati ingaggiati nel 2024. Insomma, potremmo definirlo un instant team pensato per vincere subito, ma si tratta di un instant team pieno di giocatori ancora giovani e progettato per rimanere stabile anche in futuro. Tra gli uomini più importanti figurano l’ala destra Luiz Henrique, che come accennato in precedenza è stato acquistato a peso d’oro dal Real Betis, il trequartista venezuelano Jefferson Savarino, ingaggiato dal Real Salt Lake, e il centravanti Igor Jesus, che era reduce da un quadriennio agli emiratini dello Shabab Al-Ahli prima di venire riportato in patria nella scorsa estate.

Oltre a loro, meritano una menzione gli esperti Alex Telles e Allan, entrambi vecchie conoscenze del calcio italiano essendo passati l’uno dall’Inter e l’altro dall’Udinese e dal Napoli. Un metro del valore dei giocatori del Botafogo ce lo dà la stessa nazionale brasiliana, che nelle ultime partite ha convocato Luiz Henrique e Igor Jesus - e sappiamo, di questi tempi, quanto sia difficile per chi non gioca in Europa trovare spazio nella Seleçao. La partita contro il Cile dell’ultimo 11 ottobre è stata vinta per 1-2 con i gol proprio dei due giocatori del Botafogo: più chiaro di così…

Ma chi forse è destinato più degli altri a rimanere nei cuori dei tifosi del Glorioso è un giocatore che ha già le valigie in mano: si tratta di Thiago Almada, che da gennaio in avanti giocherà nel Lione, altra squadra di proprietà di John Textor. L’esterno d’attacco argentino ha avuto una carriera atipica: dopo che intorno al 2020 era sulla bocca di tutti per le prestazioni offerte al Velez Sarsfield e sembrava scontato un suo approdo in Europa, a molti nel 2022 era sembrato che passare all’Atlanta United, in MLS, fosse un ridimensionamento. Almada nello stesso anno riuscirà anche a vincere il Mondiale, finendo nella lista di Scaloni per un regalo del destino in seguito all’infortunio di Joaquin Correa e incidendo da comprimario il suo nome nella storia. 

Intanto, le cose nello Stato della Georgia vanno bene tra gol e buone prestazioni, e così il talento originario di Fuerte Apache nel luglio 2024 passa al Botafogo per cinque mesi e mezzo in attesa di andare, come già detto, al Lione. Un periodo di tempo limitato ma che che gli sarà ampiamente sufficiente: Almadinha, come viene soprannominato, gioca solo ventisei partite, ma gli bastano per marchiare a fuoco per sempre il suo nome nella storia del Fogão tra gol pesanti e grandi giocate.

Un video caricato sui profili social del Botafogo paragona una finta palla al piede di Almada nell’azione che ha portato al gol dell’1-0 nella finale di Copa Libertadores alla classica finta di Garrincha, e senz’altro fa sorridere vedere come questo ragazzo argentino sia entrato nella storia del Botafogo in così poco tempo finendo per comparire nello stesso video di una leggenda indiscussa di questo sport. E ora che ha definitivamente finito la sua gavetta arriva nel Vecchio Continente nelle migliori condizioni possibili.

Il Botafogo, comunque, non può certo fermarsi qui: tra i primi nomi che sono stati fatti per il mercato di gennaio figurano Iker Muniain e Lucas Paquetà, cosa che rende chiaramente l’idea degli investimenti che Textor vuole continuare a fare per far crescere ancora il progetto del Glorioso. La prossima stagione comincerà già l’11 gennaio con una gara del Campeonato Carioca contro il Maricà, mentre il 2 febbraio si giocherà la Supercopa do Brasil contro il Flamengo e tra il 21 e il 28 febbraio è prevista in gare di andata e ritorno la Recopa Sudamericana contro il Racing Club: insomma, converrà farsi trovare in forma fin da subito. Poi, a giugno, il Mondiale per Club, nel quale il Botafogo è stato inserito in un girone di ferro insieme a Paris Saint-Germain, Atletico Madrid e Seattle Sounders. Che però faranno meglio a ricordarsi bene chi avranno davanti: non più il Botafogo timoroso del passato, ma i campioni del Brasile e del Sudamerica. Una squadra che è riuscita finalmente a far pace con i suoi incubi e che ha messo per sempre alle spalle ogni maledizione.


  • Nato nel 2005, appassionato di allenatori, nazionali e allenatori delle nazionali. Amante dei non luoghi, della torta Sacher e del mare. Vive nel culto di Guillermo Ochoa.

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