Barcellona-Atlético Madrid 1-2, Considerazioni Sparse
L’Atlético Madrid fa l’Atlético Madrid: all’ultimo secondo, Sorløth beffa un Barcellona che meritava qualcosina in più.
Un plot twist incredibile, quasi impossibile da spiegare a chi magari ha visto solo la prima frazione di gioco. Il Barcellona ha dominato il lungo e in largo, è andato in vantaggio con Pedri ed è andato ad una traversa dal raddoppio. Successivamente al pari di De Paul il leitmotiv della gara non è cambiato ed i blaugrana hanno sbattuto su un formidabile Jan Oblak. Alla fine, però, ha vinto l’Atlético Madrid e l’ha fatto da…. Atlético Madrid: soffrendo, difendendosi con le unghie e con i denti e trovando il gol vittoria nel finale in contropiede. Il mattatore della partita è stato Alexander Sorløth, che con la sua rete permette ai Colchoneros di passare un bellissimo Natale i vetta alla classifica. Nulla da fare per il Barcellona che prosegue a nuotare nella sua spirale negativa, ma non deve comunque uscire dal campo abbattuto, per quanto difficile sia. I Colchoneros passano in Catalunya diciotto anni dopo l’ultima volta: un risultato a dir poco storico.
La prima frazione di gioco è un dominio catalano, Hansi Flick ha preparato la gara magistralmente. Cambi di gioco frequenti, tanto possesso sulle fasce, ma a fare la differenza è la riaggressione immediata, un pressing costante che non lascia tempo di pensiero all’Atlético Madrid. Sia Julián Álvarez che Antoine Griezmann sono ingabbiati, non riescono a tenere palla e capire la giocata da fare perché vengono subito torchiati dai giocatori del Barcellona che pressano come indiavolati. La rete del vantaggio arriva intorno alla mezz’ora e porta la firma di Pedri che dopo aver provato a scambiare con Gavi (è abbastanza involontario il suo assist) recupera il controllo della sfera e batte Oblak in uscita. I primi quarantacinque minuti si chiudono sull’1-0 per i catalani che cominciano bene anche la ripresa colpendo una traversa con Raphinha che stava per replicare il dolcissimo pallonetto con il quale ha calato il poker al Bernabeu. Quando scocca l’ora di gioco De Paul firma il pari raccogliendo una goffa respinta di Casadó e Simeone ne approfitta per cambiare ordinando dalla panchina un 5-4-1. Il Barça si riversa in attacco per trovare la rete della vittoria: Lewandowski si mangia un gol già fatto ed Oblak deve compiere due miracoli su Raphinha e Pedri. All’ultimo respiro, però, l’Atlético realizza un contropiede da manuale, De Paul aspetta la sovrapposizione di Molina e lo serve sulla corsa, il laterale argentino crossa di prima intenzione trovando Sorløth da solo in mezzo all’area che con il mancino trafigge un incolpevole Inaki Pena. Game, set and match Atlético de Madrid.
Pedri: la luce in mezzo al campo. Credo non esistano delle parole per descrivere la prova del numero 8 blaugrana. È stata un’autentica opera d’arte, il simbolo dell’estetica. Pedri ha giganteggiato in mezzo al campo, era ovunque, ogni pallone di ogni manovra offensiva catalana doveva passare da lui. Ha ripulito tutto ciò che ha trovato nella sua zona di campo, ha segnato il vantaggio ed ha anche mandato due cioccolatini a Raphinha. Il brasiliano, però, non è riuscito a scartarne nemmeno uno dei due: prima ha colpito la traversa con un dolcissimo pallonetto e poi si è fatto ipnotizzare da un perfetto Jan Oblak. Poco dopo lo stesso Pedri ha sfiorato la doppietta, ma ancora una volta l’estremo difensore sloveno ha fatto capire a tutti gli addetti ai lavori perché è uno dei migliori al mondo nel suo ruolo. Non è arrivata la vittoria e quindi l’ex Las Palmas non ricorderà con tanto piacere questa sua prova, ma è stata veramente la dimostrazione della sua grandezza. Ah, la carta d’identità recita 2002.
Alexander Sorløth, il “Piano B” del mercato estivo, alla seconda rete pesante consecutiva. Il calcio è fatto di tante sliding doors, e la trattativa che ha portato l’attaccante norvegese alla corte dei Colchoneros è una di quelle. Inizialmente l’ex attaccante del Villarreal non era la prima scelta dell’Atlético Madrid, che ha inseguito a lungo Artem Dovbyk. La dirigenza rojiblanca aveva anche trovato l’accordo con il Girona, ma alla fine l’attaccante ucraino ha scelto la Roma perché lo valorizzava maggiormente e ne preferiva il progetto. Sorløth è arrivato nella Capitale spagnola in punta di piedi e come “seconda scelta”, inizialmente l’esperienza non fu delle migliori a causa dei tanti gol sbagliati. L’afición dell’Atlético, però, ti sostiene sempre ed ora l’attaccante norvegese ha ripagato l’amore che gli è stato donato segnando due gol consecutivi pesantissimi che hanno portato i Colchoneros in vetta. Domenica scorsa il colpo di testa contro il Getafe, questa sera il mancino contro il Barcellona ed entrambi su assist di Nahuel Molina: una corsia che vale la vetta.
La firma della gara è di Don Diego Pablo Simeone. Questa gara l’aveva già vissuta, l’aveva già vista nella sua mente. Ha impostato la partita in questo modo ed alla fine ha avuto ragione. L’Atlético Madrid vince e passerà il Natale in testa alla Liga in solitaria. Il Barcellona esce dal campo sconfitto, ma sicuramente non meritava la sconfitta e forse nemmeno il pareggio, bensì il bottino pieno. Il calcio è strano e nelle ultime otto partite di campionato i blaugrana ne hanno vinte solamente due. I catalani hanno sprecato l’ampio vantaggio di cui disponevano e adesso rischiano anche di dover veder scappare le rivali, ma la squadra vista in campo questa sera merita di lottare per il titolo fino all’ultima frazione di secondo.
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