Inter-Udinese 2-0, Considerazioni Sparse
Arnautovic e Asllani abbattono l'Udinese e permettono all'Inter di avere una tranquilla qualificazione ai quarti.
Era dal 2014 che Inter e Udinese non si affrontavano in Coppa Italia e lo tornano a fare a più di dieci anni di distanza in una sfida, quella degli ottavi di Coppa Italia, che per l'Inter nelle ultime stagioni è sempre stato sinonimo di sofferenze e guai imprevisti. Questa volta, invece, l'Inter sbriga agevolmente la pratica grazie ad un gol olimpico di Asllani e ad un regalo della difesa dell'Udinese che permette ad Arnautovic di indirizzare la partita su binari saldamente in controllo dei nerazzurri. Per l'Inter arriva dunque la sfida ai quarti contro la Lazio, rivincita del tennistico 0-6 di qualche giorno fa, mentre l'Udinese conclude il suo percorso in Coppa con una prestazione dignitosa e condizionata da assenze importanti ma che è stata troppo poco per pensare di sovvertire gli equilibri della gara.
Il primo tempo si apre con un rigore concesso e poi giustamente tolto all'Inter ma soprattutto con quello che sarà il leit motiv del primo tempo interista: la squadra di Inzaghi ricerca con insistenza il taglio delle due punte e di Frattesi alle spalle della difesa dell'Udinese, che rimane esposta in tal senso anche in ragione della scelta di Runjaic di mantenere alta la linea del pressing, mostrando però un punto debole che già contro il Napoli aveva procurato più d'un grattacapo a Bijol e compagni. La strategia udinese però funziona, almeno per una mezz'oretta, visto che l'Inter fa fatica a superare il filtro del centrocampo e a costruire mole di gioco in modo ragionato sebbene, quando riesce a farlo, arrivi comunque con una certa facilità dalle parti dell'area difesa da Piana. L'Udinese, dal canto suo, è brava a gestire la pressione sulla sinistra ma decisamente imprecisa nel palleggio sulla destra, visto che l'errore di Ekkelenkamp viene preannunciato da un paio di sanguinose palle perse non sfruttate dai padroni di casa.
Nella prima metà di gara, a fare la differenza per l'Inter è il surplus di qualità sulla fascia di sinistra, la vera fucina del gioco nerazzurro e pur mancando Dimarco, la presenza di Zielinski e Bastoni è sufficiente a garantire idee e qualità nel palleggio. Più in generale l'Inter dimostra di avere delle seconde e terze linee di livello decisamente superiore a quelle del recentissimo passato, vuoi per merito delle felici scelte di mercato (Zielinski come riserva è un bene di lusso da tassare con l'IMU), vuoi per la crescita di elementi come Bisseck e Asllani, che non è ancora bravo come Calhanoglu a orchestrare palleggio, movimenti e linee di passaggio ma ci sa fare nelle sventagliate e nei cambi di gioco utili a cogliere di sorpresa la difesa friulana. La rete di Arnautovic che sblocca il risultato è un inedito miracolo di precisione, che probabilmente causa un malore tra gli spalti di San Siro, è che cambia radicalmente la partita dell'austriaco che, entrato in fiducia, offre un'intensità importante.
Il secondo tempo scorre abbastanza placidamente con l'Inter che amministra e l'Udinese che cerca di affidarsi ai lanci lunghi per Lucca per risalire il campo e ovviare le difficoltà di un centrocampo svuotato dai cambi offensivi. Tra i friulani si mette in mostra il 2004 James Abankwah con una serie di belle percussioni individuali che spezzano un po' l'atonicità dell'attacco bianconero. Incoraggiante è stata invece la prestazione di Alexis Sanchez, che dura solo un tempo: l'ex della partita ritrova il campo e i suoi ex compagni e nonostante appaia ancora lontano da una condizione in grado di incidere in modo determinante, è molto utile nel mettere ordine alle trame offensive della sua squadra. Nel complesso, la partita dell'Udinese non è stata negativa: i friulani hanno pagato il conto di due goal episodici ma non sono stati in grado di sovvertire l'inerzia di una partita che l'Inter aveva invece tutto l'interesse ad addormentare.
L'Inter riesce invece a raggiungere il suo obiettivo nel modo migliore ovvero con lo sforzo minimo possibile, qualcosa di non scontato visto il livello degli avversari e i precedenti. L'aver messo il ghiaccio alla partita già a fine primo tempo permette a Inzaghi di indugiare nel suo sport preferito, quello delle rotazioni programmate. Come abbiamo già accennato, la prestazione delle "riserve" è molto positiva, considerando anche la buona tenuta difensiva della squadra nel corso della gara. Martinez, all'esordio, è stato affidabile nella gestione del pallone e miracoloso su una sassata nel finale di Touré che avrebbe potuto regalarci un finale di gara decisamente più piccante, mentre Buchanan dà segnali incoraggianti: è ancora acerbo e poco propenso ad una gestione più sofisticata del pallone e degli spazi ma, nonostante qualche imprecisione, ha quegli spunti nell'uno contro uno che all'Inter mancano da tanto tempo e che sono segni di personalità e intraprendenza.
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