Leclerc-Sainz: quasi amici
4 stagioni, 18 Sprint Race e 90 Gran Premi corsi ruota a ruota, ma non è tutto oro quel che luccica…
Quando tutto ebbe inizio
12 maggio 2020. La stagione di F1, a causa della pandemia da Coronavirus, è rinviata a data da destinarsi. In quella data, come un fulmine a ciel sereno, la Ferrari annuncia la volontà di non estendere il contratto di Sebastian Vettel, in scadenza a fine 2020. Il tedesco, quattro volte campione del mondo, ha vissuto un 2019 difficilissimo, venendo battuto in classifica da Charles Leclerc e probabilmente ancora fermo psicologicamente al giro 51 del Gran Premio di Germania 2018, dove, con un’uscita alla curva Sachs e conseguente ritiro, mentre era leader della corsa, ha compromesso definitivamente la lotta al titolo mondiale, vinto ancora una volta da Lewis Hamilton. Mentre Vettel annuncia l’intenzione di riflettere sul suo futuro e si prepara ad una stagione da separato in casa, Mattia Binotto - già Direttore Tecnico e da gennaio 2019 Team Principal del Cavallino - riesce a mettere sotto contratto Carlos Sainz Jr, pilota della McLaren.
25 anni, prodotto del vivaio Red Bull, seppur mai pilota della “casa madre” ma solo con Toro Rosso, prima di guidare per il team Papaya, ha disputato una stagione e quattro gare con Renault. L’ingaggio dello spagnolo, nonostante le parole di Helmut Marko relative al suo entourage (definito tossico sin dai tempi della Toro Rosso e principale ragione della non – promozione di Carlos), fa parte del processo di ricostruzione avviato da Binotto, intenzionato a dare vita ad un nuovo progetto tecnico che riporti la Ferrari sul tetto del mondo e che vede nella coppia Leclerc – Sainz (la più giovane coppia in Ferrari dal 1968) un tassello fondamentale per raggiungere l’obiettivo.
2021-2022: Un dito di troppo
Le prime di due stagioni di Leclerc e Sainz come compagni di squadra sono profondamente diverse, anche a causa della diversa competitività delle due vetture. La SF21, anche a causa del congelamento dei regolamenti, si è dimostrata una buona vettura rispetto alla SF1000 a cui è succeduta, senza però permettere di lottare per le vittorie ma solo per qualche sporadico podio. La F1-75 invece - sfruttando a dovere la rivoluzione regolamentare - si dimostra, prima della direttiva tecnica 39 e dei fallimentari aggiornamenti portati in Francia, una vettura molto veloce e in grado di regalare più di una gioia ai tifosi della Rossa. In particolare, è Leclerc a trovare subito grande confidenza con la macchina, vincendo due delle prime tre gare e dimostrando che, dando una macchina a questo ragazzo, la Ferrari può togliersi tante soddisfazioni.
A differenza del compagno, Sainz fatica tantissimo con la F1-75, commettendo, a inizio stagione, tanti errori che spesso comprometteranno le sue gare: a fine stagione, saranno sei i Did Not Finish dello spagnolo, mai all’altezza di Leclerc, neppure nell’unica gara vinta a Silverstone, quando il muretto box rovinò una gara sontuosa del monegasco, lasciandolo in pista con gomma bianca vecchia di oltre 40 giri, offrendo invece a Sainz la strategia che gli permetterà di vincere la gara. A fine gran premio, sono due le immagini che restano nelle mente degli appassionati: Binotto a colloquio con un Leclerc mai così scuro in volto che punta il dito indice verso il suo pilota, a mo’ di rimprovero verso un bambino capriccioso, e Horner e Marko che umiliano in mondovisione la Ferrari per aver fatto vincere “il pilota sbagliato”.
Nelle interviste post-gara il monegasco, seppur deluso e frustrato, si complimenta con il compagno di squadra e afferma di non essere nessuno per chiedere qualcosa alla Ferrari. A onor del vero, in questa stagione Sainz e Leclerc non hanno veri e propri scontri, anche perché raramente sono ruota a ruota o comunque marginalmente vicini, se escludiamo le partenze; la divergenza principale tra i due ha origine nei rispettivi stili di guida (Sainz predilige un posteriore forte, Leclerc un anteriore puntato). Così il management della Rossa, forte anche - dicono i più maliziosi - dei ricchi sponsor che sostengono lo spagnolo (tra cui Banca Santander ed Estrella Galicia), decide di puntare ancora su Sainz.
Binotto e il Direttore Sportivo Mekies affermano a più riprese che la priorità della Ferrari è dare a Sainz una macchina più adatta alle sue caratteristiche e gran parte del grosso pacchetto di sviluppi portato in Francia quell'anno - e più in generale lo sviluppo della vettura 2023 - si concentrano proprio su questo, come confermato dal padre del pilota durante il weekend di Abu Dhabi (“la Ferrari del 2023 si adatterà meglio a Carlos”). Anche a causa di questa presunta preferenza per l’ex McLaren, il rapporto tra Leclerc e il suo Team Principal si incrina rapidamente. I due, secondo le fonti interne al paddock, non si parlano da mesi e il futuro di Leclerc in Ferrari, dato il contratto in scadenza nel 2024, non è più così certo. La seconda metà di stagione, anche a causa della direttiva tecnica 39 che sostanzialmente neutralizza alcune soluzioni tecniche della F1-75, è mediocre: nessuna vittoria, mai all’altezza di Red Bull e quasi raggiunto da Mercedes in classifica costruttori.
Binotto valuta la stagione con un 8, nonostante la scarsa competitività dall'estate in poi, i tantissimi errori strategici e una gestione del gruppo squadra tutt’altro che impeccabile. Il board Ferrari però non è dello stesso avviso: il CEO Benedetto Vigna e il presidente John Elkann, scelgono di sostituirlo. Binotto viene spinto alle dimissioni il 29 novembre 2022 e al suo posto viene scelto Frederic Vasseur, ex Team Principal di Sauber e Renault, molto vicino a Nicholas Todt (manager di Leclerc) ma anche a Carlos Tavares, ex CEO di Stellantis. Questa scelta appare subito come un importante cambio di rotta, con Ferrari che vuole mettere Leclerc al centro di un nuovo progetto vincente.
2023–2024: Maybe try in Spanish
Il compito che viene affidato a Vasseur appare subito molto arduo: deve modellare e ricostruire una squadra che ha da sempre su di sé l’obbligo di vincere o almeno di competere per la vittoria finale. Deve farlo, inoltre, ereditando una vettura sviluppata sotto un’altra gestione e affacciandosi, per la prima volta in carriera a una realtà, come quella della Ferrari, che non perdona niente a nessuno. L’inizio della stagione 2023 è drammatico: sin dai test, i due alfieri della Rossa notano delle gravi problemi nella vettura - ad esempio la fortissima sensibilità al vento e la ristrettissima finestra di utilizzo. Durante i test in Bahrain il volto di Leclerc, a metà tra incredulo e scioccato, viene catturato dalle telecamere, così come il fittissimo dialogo tra il monegasco e il capo aerodinamico Sanchez, che lascerà il team subito dopo il primo GP stagionale. Anche il neo TP Vasseur non le manda a dire: dopo il weekend di Jeddah (conclusosi con un sesto e un settimo posto), dove Ferrari si è dimostrata lontanissima da Red Bull, scalzata da Aston Martin e Mercedes e in lotta più con le vetture di centro gruppo che con quelle di testa, sbotta ai microfoni, affermando: “agli ingegneri dirò basta stronzate, si deve cambiare”.
Il manager transalpino inizia l’opera di ricostruzione del gruppo squadra, che in pochi mesi verrà rivoluzionata: vengono accompagnati alla porta, nell’ordine, Rueda (capo stratega), Sanchez, Mekies e Cardile, pilastri del progetto Binotto, mentre vengono, in pochi mesi, a dire di Vasseur, reclutati massicciamente e velocemente ingegneri provenienti dalle altre squadre, tra i quali spicca Loic Serra, artefice dei successi della Mercedes 2014-2020. Oltre alle grane tecniche, in Ferrari anche il rapporto Sainz – Leclerc inizia a scricchiolare: in Australia, per scongiurare il rischio pioggia, viene chiesto al monegasco di fare un solo giro di riscaldamento; durante il suo giro, però, Leclerc ha davanti il compagno, che sta facendo invece il secondo giro di riscaldamento e viene ostacolato, perdendo decimi importanti e finendo solo settimo. Il team radio del numero 16, seppur sarcastico, non lascia spazio ad interpretazioni: “Ringraziate Carlos per la scia”.
Durante il weekend di Spielberg, in Austria, la Ferrari sembra avere finalmente passo per giocarsi quantomeno il podio; in virtù della qualifica migliore di Leclerc, a Sainz viene chiesto di non attaccare nel primo stint il compagno ma di fare lavoro di squadra per proteggerne un prezioso secondo posto. Seppur lo spagnolo esegua l’indicazione del team, a fine gara si rivolge, adirato, ai microfoni, affermando: “Ho fatto un grande lavoro di squadra ma ho dovuto penalizzare la mia gara per farlo” (Sainz, quarto al traguardo, verrà retrocesso in sesta posizione per svariate infrazioni di track limits, molte delle quali fatte proprio mentre era all’inseguimento di Leclerc).
Un episodio analogo a quello australiano si verifica, sempre in qualifica, a Silverstone: in Q1, Leclerc ha la precedenza per effettuare il crono prima del compagno di squadra; Sainz però, preoccupato di prendere bandiera dato l’elevato numero di vetture davanti alla sua e a quella del monegasco, sorpassa proprio Leclerc per essere sicuro di completare il suo giro. Ancora una volta il monegasco esprime tutto il suo disappunto via radio, affermando ironicamente: “Bravo Carlos!”. Nel post gara, conclusosi con un deludente nono e decimo posto, Sainz si sfoga con i media: “Senza Safety Car avrei potuto sorpassare Leclerc, avevo più ritmo!”. Esattamente l’opposto di quanto detto dal compagno di squadra l’anno prima, che aveva posto la vittoria della squadra davanti al proprio tornaconto. In Ungheria, Leclerc e Sainz terminano con un deludente settimo e ottavo posto.
I giornalisti di Marca, da sempre vicini all’entourage del madrileno e mai teneri con il monegasco, a fine gara incalzano Vasseur, accusando la Ferrari di aver favorito il pilota numero 16: questa volta, il Team Principal della Rossa non si trattiene e risponde per le rime: “Charles, senza il problema al pit stop, avrebbe finito la gara con 20 secondi di vantaggio su Sainz, perché era più veloce. Non abbiamo favorito nessuno”. Si conclude così una prima metà di stagione piuttosto complessa per la Scuderia di Maranello, che deve iniziare anche le trattative per i rinnovi dei suoi due piloti; se per Leclerc le trattative sembrano a buon punto (contratto fino al 2029), lo stesso non si po' dire di Sainz, che chiede determinate garanzie sul suo ruolo e inizia anche a guardarsi intorno. La situazione, con l’arrivo di Vasseur, si è ribaltata: senza Binotto, è Leclerc ad essere sicuro di restare e Sainz quello che rischia di essere tagliato fuori. A conferma di ciò sono le parole dello stesso manager di Draveil; rispondendo ad una domanda su un possibile interesse per Albon, afferma: “non lo conosco, ma conosco la scadenza del suo contratto”.
Al ritorno dalla pausa estiva, dopo un complesso GP d’Olanda, la Ferrari si presenta con forza a Monza per poter salvare la stagione con una bella prestazione davanti al suo pubblico: sin dall’inizio del weekend, Sainz si dimostra molto competitivo e firma una super pole position davanti a Verstappen e Leclerc. Seppur in gara Red Bull sia più competitiva, firmando una doppietta, i due piloti Ferrari regalano un fantastico duello ruota a ruota che vede lo spagnolo trionfare e prendersi l’ultimo gradino del podio. Grande momento di forma che Sainz conferma anche a Singapore; firma la pole, mettendosi ancora davanti al compagno di squadra, e disputa una gara magnifica, regalando l’unica gioia stagionale alla Rossa. Gioia che deve anche a Leclerc, che sacrifica la sua gara (parte con gomma rossa invece che media e cerca di rallentare i piloti dietro di lui) e termina al quarto posto. La Ferrari termina la stagione in crescendo, sfiorando il secondo posto nella classifica costruttori e ottenendo con Leclerc il quinto e con Sainz il settimo posto della classifica piloti.
La pausa invernale 2024 è tra le più memorabili della storia della Formula 1: il 25 gennaio Ferrari annuncia il maxi-rinnovo di Leclerc, con stipendio e responsabilità da numero 1. Nel mentre il futuro di Sainz resta incerto e il rinnovo non è per nulla certo. Il primo febbraio 2024, con una mossa scioccante, la Ferrari emette un comunicato stampa dove annuncia che, dal 2025, Lewis Hamilton sarà al volante della Rossa. Di fatto, lo spagnolo viene appiedato e vivrà un 2024 da separato in casa, dovendosi inoltre cercare un nuovo sedile (firmerà poi con la Williams). La stagione 2024 per la Ferrari sarà molto particolare: inizialmente seconda forza, vivrà un forte periodo di crisi tra Imola e Spa, per poi riprendersi dopo la pausa estiva. Riuscirà comunque a giocarsi il campionato costruttori sino all’ultima gara e a vincere 5 GP, 3 con Leclerc e 2 con Sainz. Parlando solo di risultati, per entrambi è una stagione molto buona, probabilmente la migliore della carriera per entrambi per costanza e massimizzazione dei risultati.
Tuttavia, anche a causa della situazione contrattuale creatasi, i rapporti tra i due sono ancora soggetti a screzi e frecciatine: in Cina, Leclerc si lamenta della troppa aggressività di Carlos nei suoi confronti, mentre in Spagna, nel post gara, il monegasco non le manda a dire, poiché il compagno lo ha sorpassato senza rispettare gli ordini del team, affermando: “La manovra di Sainz non è stata corretta, mi ha danneggiato e ha danneggiato la squadra. Voleva fare qualcosa di spettacolare perché siamo a casa sua e perché è un momento particolare della sua carriera, ma non è giusto”. Carlos controbatte subito dopo: “Non so di cosa si lamenti, non posso stargli dietro tutta la vita”.
Lo scontro riprende in Belgio, a SPA, dove accade un altro episodio controverso: Leclerc sta lottando per le posizioni di vertice con Hamilton, che si ferma a fare il pit stop ed esce dietro Sainz, partito dietro per una penalità; Riccardo Adami, ingegnere di pista dello spagnolo, gli chiede di rallentare quanto possibile l’inglese per aiutare il compagno di squadra. Sainz, in tutta risposta, Chiede di rientrare per effettuare il suo cambio gomme, di fatto non fornendo alcun aiuto alla squadra. Riguardo questa scelta, gli addetti ai lavori si sono divisi tra chi non ha condiviso il comportamento dello spagnolo, troppo poco team player, e chi lo ha giustificato, affermando che, dato che è stato licenziato, non ha più alcun obbligo verso la squadra. Il tutto poi prosegue più o meno liscio sino alla gara di Las Vegas. La Rossa, che doveva essere la grande favorita, non ha il passo della Mercedes di George Russell, ma sta lottando con quella di Lewis Hamilton, autore di un’ottima rimonta sino a quel momento. Giro 25, Leclerc è inseguito dal nativo di Stevenage e a sua volta insegue Sainz; appena il monegasco dimostra di avere più passo e mette Hamilton, per quanto possibile, fuori zona DRS, viene chiesto allo spagnolo di lasciare andare il compagno di squadra. Sainz però rifiuta, chiedendo di venir fermato per effettuare la sosta.
Farà andare Leclerc due giri dopo, ma ormai il mini-vantaggio accumulato su Hamilton è già stato dilapidato. Una volta che Leclerc effettua la sua seconda sosta, il suo ingegnere di pista, Bryan Bozzi, lo avvisa che Sainz non lo attaccherà. Incredibilmente, il madrileno infila con facilità il compagno di squadra, che stava portando la gomma a temperatura. A quel punto, il monegasco esplode; prima suggerisce a Bozzi di spiegare le cose in spagnolo (Maybe try in Spanish!), poi, a fine gara, è un fiume in piena contro il compagno di squadra e solo Vasseur lo ferma. Via radio sbotta:
“Sì, ho fatto il mio lavoro, ma essere gentile mi f**e sempre, sempre. Ma non si tratta nemmeno di essere gentile, è solo essere rispettoso. So che dovrei stare zitto, ma a un certo punto questo fa sempre la stessa cosa, quindi” e ai microfoni di Sky rincara la dose: “Non entrerò nel dettaglio, ma posso dire che nel primo stint quando ero in difficoltà ho fatto swap con Carlos senza che nessuno mi dicesse nulla. Non sono contento di Carlos, perché ci accordiamo sempre su queste cose prima della gara, e sono sempre l'unico che rispetta quegli accordi. Da ora in poi penserò solo a me stesso”.
sainz: *was told not to overtake*
— Allya 🏁 (@LeclercGarage) November 24, 2024
*wipes his ass with the team orders and overtakes*
my 🐐 leclerc so done with him: “maybe try in spanish”
pic.twitter.com/QeVqyl59bZ
Attaccato duramente da Leclerc, Sainz prova a rispondere, affermando:
“Non voglio cercare colpevoli, non è il momento per analizzare queste cose. Era da due giri che chiedevo la sosta ai box perché sapevo che Charles arrivava più veloce e volevo lasciarlo passare togliendomi di mezzo. C'era anche Hamilton dietro di lui e quindi ho chiesto di rientrare perché soffrivo per il graining e non potevo fare più nulla. Il pit-stop però non c’è stato, sono rimasto fuori per altri due giri e, anche quando volevo rientrare, c’è stato il casino con l’entrata ai box. Le cose non sono andate bene né per me né per Charles. Non era una cosa facile da gestire, ma è andata così. Mi sono messo d'accordo con Charles per non parlare con i media, perché quando parliamo in queste occasioni finiamo sempre per fare casino. Non dirò nulla di quello che è successo tra noi in pista perché sono cose che riguardano me e lui. Io non apro mai la radio, non parlo con i media di queste cose. Non mi piace farlo, non è una bella cosa e non è necessario”.
Lo spagnolo risponde a tono al compagno, attaccandolo velatamente sull’utilizzo della radio (anche se, a onor del vero, è stato spesso Sainz a lamentarsi, specialmente in Messico, che il ritmo di Leclerc lo metteva in pericolo, implorando la squadra di tenerlo lontano) e solo Vasseur riesce a riportare il sereno tra i due. La verità è però chiara a quasi tutti; Charles ha esternato ciò che pensa del compagno, più come persona che come pilota, mentre Sainz, come spesso invece accaduto negli anni, usa i media, specialmente quelli più vicini a lui (Marca ed El Confidencial), per rispondere a tono sia al monegasco che alla Ferrari, in qualche modo colpevole di averlo scaricato in favore di Hamilton.
C2: alchimia non fu
Alla fine, il bilancio finale puramente di pista ha premiato Leclerc nel confronto con Sainz (102 – 42 sommando qualifiche e gare), anche se comunque entrambi i piloti si sono dimostrati molto forti. Ferrari ha scelto Leclerc per continuare un progetto che spera possa essere vincente, mentre Sainz si è accasato in Williams, dove potrà essere al centro dell’opera di ricostruzione avviata da Vowles. I risultati ottenuti come coppia sono stati molto buoni, considerando i mezzi a disposizione, ma per carattere, stile di guida e comportamento si sono dimostrati una coppia male assortita, poco complementare, e di ciò si deve prendere la responsabilità il management Ferrari, presente e passato. Solitamente, si dice che gli opposti si attraggono: stavolta, invece, gli opposti si sono respinti con una forza incredibile e ognuno ora procede, sempre a visiere abbassate, per la sua strada.
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