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God Save the Premier
, , 17 Dicembre 2024

God Save the Premier #12 - Can the real contenders please stand up?


Un altro crollo mentale del City, la striscia aperta del Chelsea, la resilienza del Liverpool e l'inaffidabilità del Brighton.

Buongiorno appassionati di calcio inglese (e non),

sono Paolo Bellini e questa è God Save the Premier, una rubrica che vi terrà compagnia fino a fine stagione per raccontarvi con cadenza settimanale tutto quello che succede in Premier League. Uscirà ogni martedì, per darvi il tempo di recuperare dal solito weekend impegnativo a base di calcio e divano.

La rubrica sarà strutturata in questo modo: un tema centrale (nell'uscita di oggi: Neanche Guardiola ci crede più, due o tre avvenimenti che hanno attirato l'attenzione, spesso situazioni di partite, descritte in poche righe ma nella maniera più esaustiva possibile (oggi: Maresca non può più nascondersi, La resilienza del Liverpool e Questo Brighton non è affidabile)

Neanche Guardiola ci crede più

Onestamente, c’è poco di nuovo da dire, se non ripetere quanto già affermato nelle settimane scorse. La sconfitta nel derby contro lo United è forse troppo severa, arrivata dopo una partita brutta ma aperta ad ogni risultato. Alla fine l’ha spuntata la squadra di Amorim approfittando della fragilità mentale della sponda blu di Manchester.

Delle ultime undici partite disputate in Premier League, dieci sono finite senza una vittoria. I tre punti sono arrivati soltanto contro il Nottingham Forest, una striscia negativa impensabile fino a poche settimane fa - basti pensare che ad ottobre il City batteva il proprio record storico di partite senza sconfitte - mai accaduta negli ultime 16 stagioni né nell'intera carriera di Pep Guardiola.

Dopo ogni partita, dopo ogni prestazione deludente, le poche sicurezze rimaste si stanno trasformando in nuove grane da risolvere e i problemi preesistenti, che in passato venivano sbrogliati con un colpo di genio dal tecnico catalano, si stanno acuendo sempre più. Pare che ogni soluzione proposta dall'allenatore ingigantisca i problemi piuttosto che porvi rimedio.

Nella conferenza stampa post-partita Guardiola ha rincarato la dose contro sé stesso: "Sono il capo, sono l'allenatore e non sono abbastanza bravo, è semplice [...] Devo trovare un modo per parlare con loro, allenarli, il modo in cui devono giocare, pressare e costruire, e non sono abbastanza bravo. Non sto andando bene. Questa è la verità".

C’è una questione di fondo che, a mio avviso, non è stata chiarita in queste settimane travagliate e il primo a non farlo è lo stesso Guardiola, che ogni volta utilizza una spiegazione differente (sempre lecite e corrette) per spiegare il momento della sua squadra, evitando dunque di inquadrare quale sia il reale ostacolo che impedisce al City di funzionare. È stata colpa degli infortuni (specie quello di Rodri), poi del calendario troppo fitto, più tardi è arrivato il “non si può sempre vincere” e infine “il problema sono io e la soluzione la devo trovare io”.

L’ex tecnico del Barcellona - è vero - ha prolungato il contratto con il Manchester City, ma ha sempre detto che se non avrà più il controllo sullo spogliatoio non avrà problemi a farsi da parte. L’impressione sempre più palpabile è che Guardiola a questo punto abbia realmente perso il controllo sulla squadra. Anzi, forse ha addirittura perso il controllo che aveva su sé stesso e, a cascata, ciò si è scaricato sulla squadra.

Fino a qualche settimana fa scrivevo qui che il grande Manchester City sarebbe tornato, perché era solo un problema di gioco, di disposizione in campo e non di testa: ora anche io, come Pep, non so più a cosa pensare.

Maresca non può più nascondersi

Nonostante la striscia aperta di sette vittorie consecutive, di cui cinque in Premier, Maresca non vuole sentir parlare di velleità di titolo. "Non si tratta di quante partite vinciamo. Si tratta di essere realistici", ha detto l'allenatore dei Blues al termine della partita vinta domenica contro il Brentford. "Ci sono cose che dobbiamo fare meglio. Ecco perché ho detto, per me, non siamo pronti. [...] I tifosi, possono sognare e pensare. Ma noi come club, come squadra, come giocatori, come staff tecnico, dobbiamo essere realistici".

In una giornata di Premier League in cui Liverpool, Arsenal, Manchester City, Aston Villa e Brighton hanno tutti lasciato punti per strada, il Chelsea pare l'unica squadra in grado di tenere il passo necessario per puntare alla vittoria della Premier League.

L’equilibrio trovato dal Chelsea è ammirevole, soprattutto viste le annate tragicomiche da cui arrivava. La difesa sta performando insospettabilmente bene e l’attacco sta trainando il successo dei Blues in questa oramai metà di stagione: la squadra di Maresca, infatti, ha segnato 66 volte in 25 partite tra Premier e altre competizioni in questa stagione e, prima di domenica, i Blues avevano una media di 2,66 gol a partita, la media più alta nella storia del club.

Oltre ad essere la squadra più prolifica della Premier, poi, il Chelsea è in testa per tasso di conversione dei tiri tra le quattro principali contendenti al titolo (Liverpool, Arsenal e Manchester City le altre). Contro il Brentford, domenica sera, i Blues non hanno nemmeno messo in campo la migliore versione di loro stessi e, probabilmente, se sull’1-0 il tocco di Carvalho non avesse colpito la traversa staremmo parlando di tutt’altra partita.

Tuttavia, la squadra di Maresca si trova ora a meno due dal Liverpool, con una partita in più, e quattro delle prossime sei partite di campionato sono contro squadre che attualmente ricoprono una posizione nella parte bassa della classifica: se il buon momento di forma proseguirà, l’allenatore italiano non potrà più nascondersi davvero.

La resilienza del Liverpool

Già nello scorso episodio di God Save the Premier avevamo parlato del Fulham e di come per il Liverpool sarebbe probabilmente stata una sfida molto complicata, visto il pareggio ottenuto contro il Manchester City e costretto l'Arsenal a lasciare due punti sul prato di Craven Cottage.

Effettivamente, Anfield è andata in scena la partita che ci immaginavamo, in una declinazione ancora più estrema del previsto: il Fulham è andato in vantaggio all'undicesimo minuto e il Liverpool è rimasto in dieci uomini al 17' per l'espulsione di Andy Robertson. I Cottagers hanno scelto di lasciare il controllo della palla ai Reds nonostante la superiorità numerica, per poi ripartire in contropiede sulle fasce. Questo ha permesso di trovare le due reti dei momentanei vantaggi, entrambe su assist di Robinson, segnate come da Pereira e dal subentrato Muniz.

Nonostante il 2-2 finale, Slot può essere pienamente soddisfatto per la prestazione che i suoi hanno messo in campo, anche e soprattutto considerando l'inferiorità numerica. "Sono molto, molto felice della prestazione, non avrei potuto chiedere di più", ha detto ai giornalisti dopo la partita.

L'ex allenatore del Feyenord ha sopperito all'espulsione del proprio difensore scozzese con l'abbassamento nella posizione di terzino sinistro di Ryan Gravenberch, giocatore sempre più centrale in questo Liverpool: anche ieri, il suo posizionamento tra difesa e centrocampo ha permesso ai suoi di non subire troppo nelle transizioni negative, recuperando e ripulendo i palloni vaganti sulla propria trequarti e garantendo come sempre grande qualità nella prima costruzione della squadra. Nel secondo tempo il Liverpool, con l'ingresso di Darwin Núñez, è passato ad un 4-1-4 più offensivo e proprio l'uruguaiano che ha servito Diogo Jota per la rete del 2-2 finale.

La testimonianza migliore di quanto offerto dal Liverpool l'ha data Robinson, terzino sinistro del Fulham (giocatore da seguire nei prossimi mesi, sempre più intrigante e che, a mio avviso, a breve farà il salto in una big della Premier): "Complimenti a loro, non sembrava affatto che avessero 10 uomini [...] Si sono presi molti rischi spingendo la posizione dei giocatori in alto e sono stati ricompensati per questo. Hanno aumentato la pressione e hanno giocato una partita davvero positiva".

Questo Brighton non è affidabile

Domenica pomeriggio è arrivata la prima sconfitta casalinga stagionale del Brighton di Hürzeler.
L'1-3 subito contro il Crystal Palace segue un pareggio per 2-2 ottenuto sempre all'Amex Stadium settimana scorsa contro il Leicester, dopo essere stati in vantaggio per 2-0 fino all'86' e, ancora prima, il pareggio contro il Southampton ultimo in classifica e la sconfitta al Craven Cottage di Fulham per 1-3. In poco più di due settimane, la squadra di Hürzeler è scesa dal secondo al nono posto della Premier, perdendo buona parte delle sicurezze che l'allenatore americano aveva acquisito da inizio stagione.

Una delle caratteristiche negative di questo periodo di forma dei Seagulls è la quantità di gol subiti: hanno subito almeno 2 gol in 10 delle ultime 14 partite, tra tutte le competizioni, e addirittura hanno concesso tre o più gol tre volte, contro Crystal Palace, Fulham, Liverpool (in Carabao Cup) e Chelsea. La fase difensiva rimane un enorme punto interrogativo. I 25 gol subiti in questo inizio di campionato fanno del Brighton la settima peggior difesa della Premier.

Se la rete dello 0-1 di Chalobah è arrivata da una situazione abbastanza casuale, con l'ex difensore del Chelsea che è stato il più reattivo quando la palla è rimasta libera a centro area, i due gol di Sarr sono stati causati da errori assolutamente evitabili, nel primo di Lamptey - seguito da uno scivolamento difensivo discutibile - e nel secondo di Dunk - in cui sia l'ex Bristol City che Estupiñán che hanno una posizione in campo un po' troppo votata all'attacco per una retroguardia che deve ancora impostare un'azione d'attacco.

La prestazione difensiva peggiore di quest'anno del Brighton rimane senza mezzi termini quella offerta contro il Chelsea, con una linea difensiva troppo spavalda che ha regalato la partita a Cole Palmer e al Chelsea. Se Hürzeler vuole costruire una squadra che possa lottare per la Champions League o comunque per le prime posizioni in Premier Legue, la difensiva è certamente la prima cosa da sistemare

Long story short

  • Il Wolverhampton, dopo la sconfitta contro l'Ipswich Town, ha esonerato Gary O'Neil. Il suo successore sarà Vitor Pereira, attuale allenatore dell'Al Shabab
  • Il Southampton ha licenziato Russell Martin dopo la sconfitta per 5-0 contro il Tottenham
  • Secondo Marca, Alexander-Arnold avrebbe rifiutato tre volte la proposta del Liverpool di prolungare il contratto

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