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Inter Lazio
, , 16 Dicembre 2024

Lazio-Inter 0-6, Considerazioni Sparse


Risultato sinneriano, sicuramente esagerato nei numeri ma non nel merito della vittoria da parte dell'Inter.

Commentare un risultato così tondo è difficile a livello narrativo poiché parrebbe non dare particolari spunti di discussione da parte di entrambi i punti di vista d'osservazione. Un sei a zero è tale. Di certo c'è che la partita si è conclusa al gol di Barella, momento nel quale le due squadre hanno iniziato a giocare un qualcosa di molto più simile a un allenamento che a un qualcosa di parificabile a una gara di campionato. L'Inter torna a Milano con una carica emotiva straripante perché vincere così una gara che nei primi trentacinque minuti l'aveva vista in grande difficoltà dinanzi alla solita, trascinante Lazio. Proprio la squadra romana varca la soglia d'uscita dell'Olimpico con un peso enorme e una macchia da lavare immediatamente per sé e per i tifosi.

I primi trentacinque minuti del primo tempo sembravano scrivere un'altra storia: l'undici di Baroni aveva mostrato a tutti il suo solito piglio, la sua verve che ne ha caratterizzato un'inizio stagione fatto di recuperi palla alti, linee compattissime e densità in fase offensiva. Tutto girava come da copione recitato su ogni campo europeo e italiano e il palcoscenico pareva pronto a offrire uno spettacolo degno di tale nome. Qualcosa dopo il rigore si era incrinato a livello tattico lì dove le distanze sopra citate ed esaltate sono saltate, forse preda dell'emotività. Il gol di Di Marco poco dopo ha evidenziato un calo e quello di Barella nel secondo tempo ha certificato un distacco mentale definitivo. Se a tutto ciò si mette quel qb di fato avverso dovuto agli infortuni dei due centrali si ottiene quanto visto oggi.

L'Inter ha fatto quanto doveva e quanto voleva, si è trovata a poter fare ciò che meglio riesce a fare senza nemmeno faticare per ottenerlo dopo larghi tratti d'apnea. Incredulità, sfacciatagine, mente sgombera e libertà di giocare hanno fatto sì che ogni azione arrivasse ai limiti dell'area di rigore si sia tramutata in rete e il gol di Augusto ne è la riprova. Un vero atto di forza nei confronti del campionato e delle rivali sarebbe una lettura non totalmente veritiera visto l'andamento della partita specialmente dopo che gli attaccanti avversari si sono visti regalare, gioco-forza, Marusic come centrale in opposizione. Questo non sminuisce il brutalismo calcistico interista che ha sovrastato un architettura naïf laziale ma non deve nemmeno far sì che l'accento cada così netto.

Questa batosta dovrà essere Baroni a tramutarla in un bene per la sua squadra poiché può decisamente esserlo. Un impatto così forte deve permettere un'analisi della sconfitta razionale e non emotiva, deve far luce sulle incongruenze mentali e di tenuta degli equilibri avvenute, può certamente servire da monito. Affiggere sulla porta di Formello l'ennesima tesi controriformista baroniana è a oggi necessaria per arrivare a instaurare un pensiero critico e costruttivo per il futuro della squadra che, tutto sommato, rimane pur sempre a meno tre dalla stessa Inter e che ha davanti a sé sfide come Lecce, Atalanta e derby cittadino che dovranno fondarsi nei sentimenti dei giocatori proprio su questa sconfitta annichilente. Nulla è perso, nulla è compromesso ed è ancora lì a portata di mano su ogni fronte disponibile.

Inzaghi ritorna nella fredda Milano con certezze sempre maggiori e un filo incrinate dall'Europa di coppa. Il numero dei marcatori, la fame e la voglia di non fermarsi mai e mantenere in tutti gli effettivi quel gradiente mentale altissimo dà al piacentino una controprova del lavoro che sta svolgendo e che sicuramente deve portarlo a dover lottare per le prima posizione del campionato e puntare quantomeno alle fasi finali della Coppa Campioni. La vittoria di stasera segue anche ontologicamente quella della scorsa giornata contro il Parma e impone un obbligo morale all'Inter questa vittoria di dover sempre farsi trovare cinicamente pronta ad affondare la diretta rivale nel momento di maggiore debolezza senza esitazione né rimorso.


  • Impuro, bordellatore insaziabile, beffeggiatore, crapulone, lesto de lengua e di spada, facile al gozzoviglio. Fuggo la verità e inseguo il vizio. Ma anche difensore centrale.

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