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, 15 Dicembre 2024

Manchester City-Manchester United 1-2, Considerazioni Sparse


Harakiri City: lo United si affida a Diallo e trionfa nel derby di Manchester rimontando nei minuti finali il vantaggio di Gvardiol.

Era un derby di Manchester tra due squadre malate con lo United sulla via della guarigione grazie alla cura Amorim. Il City voleva imboccarla, ma anche stasera è riuscito a compromettersi con le sue stesse mani perdendo l’ennesima partita per errori individuali. È una gara che anche Guardiola porta sulla coscienza per scelte di formazioni strane, ma che comunque descrive bene la crescita che lo United sta vivendo grazie al tecnico portoghese grazie alla valorizzazione dei singoli giocatori, Diallo su tutti.

La trama della gara è ben notsin dalle prime battute ed anche piuttosto scontatoIl Manchester City cerca di mantenere ben saldo il possesso del pallone, di occupare densamente la zona centrale del campo per sfruttare poi le fasce con la rapidità e con l’imprevedibilità di Doku Bernardo Silva. Con l’assenza di Rico Lewis in mezzo al campo a causa della squalifica rimediata contro il Crystal Palace, Pep ha reinventato Matheus Nunes sulla corsia di sinistra con qualche compito difensivo in più. Il primo tempo non lascia molte emozioni dal punto di vista delle occasioni per le due squadre, ma i Cityzens riescono comunque a chiuderlo in vantaggio con un colpo di testa di Gvardiol al 36’; il Manchester United fa troppo poco per impensierire i padroni di casa e non riescono quasi mai ad impensierire Ederson.

Nella ripresa cambia molto. Il City rivede i fantasmi di quest’avvio stagionale davvero timido ed incolore, mentre i Red Devils ritrovano coraggio e cercano in tutti i modi di trovare il pari. I ragazzi di Guardiola tengono sì la palla, ma è una fase di possesso sterile e fine a sé stessa che non produce niente di buono. I Cityzens sono letteralmente bloccati in fase offensiva: sono confusionari e non riescono più ad essere letali ed efficaci come negli anni d’oro della loro era. Il Manchester United dal canto suo disputa una grandissima seconda frazione di gioco, attacca sulle fasce grazie ad un ispiratissimo Diallo e crea pericoli su pericoli. L’ex Atalanta va ad un passo dal pari con un colpo di testa che viene disinnescato benissimo da Ederson e pochi giri d’orologio più tardi Bruno Fernandes si divora da solo davanti all’estremo difensore brasiliano la rete dopo essere stato servito benissimo da Hojlund. A pochi minuti dalla fine il City decide di rovinare tutto: prima Matheus Nunes regala palla a Diallo e poi lo travolge in area causando il rigore che Bruno Fernandes trasforma magistralmente, poi di nuovo l’esterno ivoriano viene lanciato da Lisandro Martinez, salta un tragicomico Ederson e mette in porta il clamoroso gol della vittoria.

Le scelte di Guardiola? A partire dalla porta bisogna ormai ammettere che il tempo di Ederson è finito. L’ex Benfica da inizio stagione è tragicomico tra i pali, ma il tecnico catalano sembra non voler rinunciare a lui esclusivamente per la costruzione dal basso. Ortega, però, ha già dimostrato di essere molto più affidabile anche nel finale di stagione dello scorso anno e probabilmente non è un caso che era il portiere titolare nell’unica vittoria che i Cityzens hanno ottenuto nelle ultime undici partite. Inoltre continua ad essere poco concepibile la scarsa fiducia che nutre nei confronti di Savinho, un esterno abile in costruzione e imprevedibile nel dribbling che potrebbe aiutare non poco la manovra offensiva del City sempre più sterile.

È assurdo parlare di Cityzens fuori dalla lotta scudetto a metà dicembre, ma è così. Il Manchester City si trova quinto a nove punti di distanza dal Liverpool primo che ha anche una partita in meno. Paradossalmente se il Bournemouth dovesse vincere domani contro il West Ham aggancerebbe Haaland e compagni al quinto posto. La prossima gara di campionato sarà al Villa Park contro l’Aston Villa che si trova sesto a due lunghezze dal City, sarà sorpasso? Il Manchester United sta piano piano risalendo la classifica ed ora è momentaneamente dodicesimo a soli tre punti dalla zona europea: Amorim sta rivitalizzando non senza qualche difficoltà un ambiente che aveva bisogno di ordine ed equilibrio.

  • Nato nel nuovo millennio in provincia di Torino. Appassionato di sport, romanticismo, scrittura e di tutto ciò che è argentino. Juventino con ogni fibra del proprio corpo, ha un’adorazione sfrenata per La Masia e per i mancini di Lionel e Lamine oltre che per la Madrid dei Colchoneros, in più perde il sonno grazie ai Boston Celtics.

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