Empoli-Torino 0-1, Considerazioni Sparse
Una perla di Che Adams riporta il Torino alla vittoria dopo 49 giorni.
La 16° giornata si apre con Empoli-Torino, uno scontro salvezza non esattamente ideale per fare da volano al nostro campionato: se i toscani arrivano da una goleada e da un periodo positivo, altrettanto non si può dire dei granata, un malato su un letto d’ospedale reduce da qualche pareggio al sapore di brodino caldo. A quel paziente sembrava mancare il guizzo per alzarsi, ed è arrivato proprio stasera da Che Adams, autore di un eurogol da centrocampo che regala al Toro la prima vittoria dopo 49 giorni. Probabilmente il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, perché l’Empoli aveva creato parecchio ed in generale non ha demeritato: la squadra di D’Aversa ora è raggiunta a quota 19 proprio da quella di Vanoli, ed entrambe possono guardare verso il basso, per ora, senza rischi di tachicardia.
Vanoli replica l’assetto delle ultime gare, che quantomeno aveva frenato le emorragie difensive: effettivamente, nonostante dopo 11’ due difensori su tre siano ammoniti, la squadra riesce a conquistare un altro clean-sheet, condito da un grande spirito di sacrificio del reparto e di tutti gli interpreti nella fase senza palla e valorizzato dalla perla dell'attaccante scozzese. Ad oggi, il Torino è una squadra che deve rendersi conto della propria posizione: un roster indebolito in estate, dato in mano ad un allenatore esordiente, l'infortunio del proprio miglior giocatore e capitano, un periodo buio che porta fantasmi e insicurezze. Se schieri Pedersen, Karamoh e Gineitis tra i titolari e vivi nella contestazione societaria perenne, devi sapere che lotterai per non retrocedere, c’è poco da aggiungere: ed allora una vittoria così è oro, perché arriva con una diretta concorrente ed è frutto di un atteggiamento consono a chi nelle sabbie mobili sa di doverci stare.
L’Empoli non ha meritato la sconfitta di questa sera: i toscani hanno messo in campo una prestazione volitiva e generosa, hanno creato diverse occasioni, e sono stati condannati solo da una prodezza impronosticabile. D’Aversa, al di fuori delle etichette post-raptus di fine stagione scorsa, sta confermandosi un tecnico capace di dare identità alla squadra, come aveva già fatto in altre esperienze passate: stasera, a differenza di altre occasioni, è mancato il killer instinct, ma la prestazione non si può mettere in discussione. L’Empoli lotterà per salvarsi fino alla fine, ma può contare su una base che sembra più solida di altre possibili contendenti: la squadra sembra quadrata e votata alla causa comune, alcuni giovani stanno crescendo, di certo non ci sono fuoriclasse ma sembrano esserci personalità e vitalità, ingredienti importanti per spingersi verso la meta.
Promossi e bocciati. MVP non può che essere Che Adams, che la decide da subentrante con un colpo fantastico: nel Torino brilla anche l’ex Ricci e finalmente esce dal mistero Borna Sosa, che disegna buone traiettorie col mancino e inusualmente si muove ad una velocità adatta ad uno sport di corsa. Non fa più notizia, ma molto bene anche Milinkovic Savic: anche il suo dirimpettaio Vasquez era stato mostruoso nel primo tempo, ma il gol subito da centrocampo mina un poco il giudizio sulla sua gara. Nell’Empoli rimandato anche un inconsistente Maleh, mentre Esposito e Colombo creano molto ma raccolgono poco: infine, dietro la lavagna ci finisce Cacace, che poco prima del gol granata spreca imperdonabilmente un’occasione limpida a porta vuota.
Due parole su Pietro Pellegri, grande assente del match, di proprietà del Torino ma in prestito all’Empoli: la rottura del legamento crociato anteriore subita due settimane fa è solo l’ultimo di una serie di infortuni che sta pregiudicando enormemente la carriera di un giocatore che, spesso lo si dimentica, ha solo 23 anni. Le malelingue, o forse solo i più cinici, dicono che un giocatore così fragile fisicamente debba semplicemente far la pace col fatto di non avere un corpo da atleta professionista: sebbene il suo curriculum infermieristico sia spaventoso e sotto gli occhi di tutti, bisogna però dire con altrettanta franchezza che arrendersi non è una soluzione. Tralasciando gli esordi da enfant prodige al Genoa, Pellegri ha mostrato già nel Torino del suo mentore Juric quanto, nei pochi a momenti a disposizione, potesse diventare un fattore, ed in questa stagione nell’Empoli stava decollando per gol e prestazioni. In questa Serie A, Pellegri potrebbe ancora diventare un giocatore importante: per quanto sia banale, allora, provaci ancora Pietro.
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