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God Save the Premier
, 10 Dicembre 2024

God Save the Premier #11 - Cinderella, a.k.a. Cucurella


L'impatto di Maresca, il licenziamento di Ashworth e le due facce di Newcastle e Fulham.

Buongiorno appassionati di calcio inglese (e non),

sono Paolo Bellini e questa è God Save the Premier, una rubrica che vi terrà compagnia fino a fine stagione per raccontarvi con cadenza settimanale tutto quello che succede nel massimo campionato inglese di calcio. Uscirà ogni martedì, per darvi il tempo di recuperare dal solito weekend impegnativo a base di calcio e divano.

La rubrica sarà strutturata in questo modo: un tema centrale (nell'uscita di oggi: Maresca sta facendo la differenza anche in Premier, due o tre avvenimenti che hanno attirato l'attenzione, spesso situazioni di partite, descritte in poche righe ma nella maniera più esaustiva possibile (oggi: il licenziamento di Ashworth, la bipolarità del Newcastle e lo spirito di adattamento del Fulham)

Spiegazione terminata, cominciamo!

Maresca sta facendo la differenza

Nessuno crede più a Maresca quando dice che il suo Chelsea non può concorrere per la vittoria della Premier League, perché ci sono squadre come il Liverpool, il Manchester City e l’Arsenal che sono meglio attrezzate e favorite per sollevare il trofeo di campione a fine anno (e che “probabilmente non scivolano come ha fatto Cucurella”, sottile ironia fatta dall’allenatore italiano. Specie dopo una vittoria di carattere come quella di domenica contro il Tottenham, un 4-3 che ha messo nuovamente in mostra l’attacco più prolifico di tutto il campionato con 35 gol fatti in 15 partite di Premier, una difesa che nonostante i tre gol subiti rimane la terza meno battuta e un centrocampo dinamico in grado di cambiare pelle a seconda della composizione a due o a tre.

Anche perché le prime due reti subite sono state propiziate da altrettanti scivoloni di Cinde - ehm, Cucu – rella, che dopo aver perso l’appoggio per la seconda volta nei primi 11 minuti è uscito dal campo per cambiarsi gli scarpini allargando le braccia, come se fosse di qualcun altro la scelta dei suoi ferri del mestiere, e la terza è arrivata nel finale, con la gara già indirizzata verso i Blues. È vero che gli Spurs hanno fallito quattro grandi occasioni da gol nel primo tempo con Udogie, Sarr, Son e Solanke, ma il Chelsea ha mostrato solidità e compattezza di squadra nel non disunirsi e nel guadagnare piano piano il dominio territoriale, favorito anche da un Tottenham che, nonostante il doppio vantaggio, non è mai sembrato in controllo del derby di Londra.

“Siamo in anticipo rispetto alle mie aspettative” ha detto Maresca in conferenza stampa dopo la vittoria in rimonta. “Per come giochiamo con la palla, senza palla e in termini di risultati.”

I Blues hanno iniziato il match schierando nuovamente Caicedo come terzino destro in fase di non possesso, con Badiashile e Colwill a fianco di Cucurella. I due centrocampisti soliti, Fernandez e Lavia, hanno fatto schermo davanti alla difesa, con l’argentino che aveva licenza d’inserimento anche in area – come dimostra la rete del 3-2 – grazie alla copertura garantita da Caicedo, che in fase di non possesso ritornava nella sua posizione naturale di mediano. Nella ripresa è entrato Malo Gusto al posto di Lavia, permettendo a Cucurella di sganciarsi e accompagnare in fase offensiva, ed è probabilmente stata questa la mossa che ha permesso al Chelsea di essere più pericoloso dalle parti di Foster.

Sulla trequarti, poi, oltre ad un sempre più ritrovato Jadon Sancho . una delle ultime scelte sbagliate fatte da Ten Hag - il creatore rimane sempre Cole Palmer, che domenica senza strafare ha comunque segnato due rigori e fornito l’assist a Fernandez, oltre ad aver vanificato un paio di altre occasioni. Con i tre coinvolgimenti in altrettante realizzazioni di domenica, Palmer ha ora giocato 48 partite con il Chelsea essendo coinvolto, tra gol e assist, in 50 reti. Nell’anno solare 2024 ha contribuito a ben 38 gol battendo il record che apparteneva a Jimmy Floyd Hasselbaink dal 2001.

Beneficiando anche dei due mezzi passi falsi di Manchester City e Arsenal, il Chelsea si trova ora secondo in Premier League a -4 dal Liverpool, che ha una una partita in meno, dopo che il derby della Merseyside è stato rinviato per le condizioni atmosferiche.

Maresca quest’anno sta facendo quello che nessun allenatore dei blues negli ultimi anni era riuscito a fare: dare una direzione calcistica a questo club.

Il licenziamento di Ashworth

Dopo soli cinque mesi, l’avventura di Dan Ashworth come direttore sportivo del Manchester United è già terminata: questo, sommato al cambio della guardia come capo allenatore, vi dà l’idea della situazione non proprio lineare che Sir Jim Ratcliffe sta creando nella sponda rossa di Manchester.

Una spiegazione del licenziamento dell’ex dirigente del Newcastle può essere collegata alla riconferma quest’estate di Ten Hag, quando invece Ratcliffe avrebbe preferito per un cambio in panchina. Erano state sondate alcune piste prima di prolungare il contratto all’olandese, forse anche per questo l’ex tecnico dell’Ajax da inizio anno non ha mai veramente avuto il supporto del board del club. Fatto sta che le decisioni di licenziare Ten Hag e di liberare Amorim dallo Sporting sono costate allo United 21 milioni: a questo sommate i più di 200 milioni spesi in estate e fate rientrare nell’analisi anche i 370 milioni di perdita registrati negli ultimi cinque anni, con conseguente limitazione di movimento sul mercato secondo le regole del Premier League's Profit and Sustainability (PSR), e capite come mai Ratcliffe non era e non è convinto dell’attuale gestione del ramo sportivo della squadra.

Collegata alla prima poi era la scelta del sostituto di Ten Hag, Amorim. Il portoghese è stata una chiara scelta di Ratcliffe, il quale prima di prendere qualsiasi decisione, però, ha chiesto ad Ashworth di fornirgli una lista di potenziali sostituti, individuati in Eddie Howe (allenatore del Newcastle), Thomas Frank (allenatore del Brentford) e Marco Silva (allenatore del Fulham). La volontà dell’ex dirigente del Newcastle era quella di scegliere un allenatore che avesse già maturato esperienza in Premier League, mentre Ratcliffe, che alla fine ha prevalso, preferiva nominare un tecnico che avesse più decisione, qualcuno con un certo carisma che fosse in grado di assumersi l'enorme responsabilità e il controllo che derivano dalla guida di uno dei più grandi club al mondo per tradizione e dimensioni finanziarie.

Infine, qualche giorno fa, Ratcliffe ha criticato il sistema di selezione dei giocatori e dell’analisi dei dati a Manchester, in sostanza mettendo gravemente in dubbio la serietà l’operato di Ashworth: "Fino a quando non saremo più bravi di chiunque altro al mondo, allora il risultato non sarà abbastanza buono per il Manchester United. Dobbiamo avere il miglior reclutamento del mondo. [...] L'analisi dei dati va di pari passo con il reclutamento. In realtà qui non esiste. Siamo ancora nel secolo scorso per quanto riguarda l'analisi dei dati."

Avremo un quadro più chiaro nelle prossime settimane su quello che è realmente successo, fatto sta che cambiare l’allenatore e il direttore sportivo a meno di quattro mesi dall’inizio della Premier, con il primo che aveva appena ricevuto il prolungamento del contratto e il secondo che era nell’organizzazione da soli cinque mesi, significa non avere ancora nemmeno la traccia di una linea guida seguire per far tornare il Manchester United sul tetto del mondo.

La bipolarità del Newcastle

La Premier League del Newcastle è una montagna russa impazzita. In tre giorni, i Magpies sono passati dal pareggiare e meritare di guadagnare punti contro il Liverpool a perdere giocando male contro il Brentford: nelle ultime 11 partite la squadra di Howe ha guadagnato 10 punti, vincendo solo 2 partite e perdendone 5.

La bipolarità del Newcastle non è dovuta solamente al variare di prestazioni e risultati da un giorno all’altro, ma anche dall'andamento più generale di alcune tendenze, che con il passare dei mesi non si è confermato o affievolito ma è si è completamente ribaltato. Tra settembre e novembre il problema del Newcastle era che non segnava abbastanza gol: quattro reti messe a segno in sei partite di Premier, un’inezia considerando le potenzialità del reparto offensivo. Nelle ultime tre partite, invece, i Magpies hanno segnato sei gol . di cui tre al Liverpool, attualmente la miglior difesa del campionato - e stanno ritrovando la forma ideale di Isak, Gordon e Barnes.

Al contrario, la difesa era riuscita a tenere a galla la squadra nonostante la siccità offensiva nei primi mesi di Premier, mentre nelle ultime tre partite la situazione si è rovesciata, con otto reti subite e, peggio, ben sette nelle ultime due sfide contro Liverpool e Brentford. Tutte quelle messe a segno dalle Bees sabato sono, anche in modo marginale, imputabili ai giocatori del Newcastle: sul primo gol, Hall è stato troppo distante da Mbuemo; sul secondo, Barnes ha sbagliato il passaggio e ha regalato la palla a Wissa, sul terzo, Schar ha perso il duello aereo con Thiago, che ha permesso a Collins di ricevere il rilancio del portiere Flekken e battere Pope; sul quarto, Tonali ha perso palla e ha permesso a Schade di segnare il 4-2 finale.

Le prossime due partite in campionato contro Leicester e Ipswich saranno importanti per capire cosa vorrà fare di sé stesso il Newcastle e quali possano essere le sue reali ambizioni in Premier, così come il quarto di finale di Carabao Cup da giocare ancora contro il Brentford nel mezzo delle due sfide.

Lo spirito di adattamento del Fulham

Contro l’Arsenal Marco Silva ha messo in campo un’altra trasformazione camaleontica della sua squadra: dopo aver rischiato di bloccare il Manchester City, quando ancora la squadra di Guardiola non era in caduta libera, domenica è riuscito a bloccare i Gunners al Craven Cottage giocando una partita brutta, fatta di difesa e ripartenza, ma dannatamente efficace. Se non vi fidate di me, andate a leggere i dati Opta per la partita: la squadra di Arteta ha generato 2.03xG, mentre quella di Silva appena 0.16, con Jimenez che si è fatto bastare uno striminzito 0.04 di xG per aprire la partita e chiudere invece ancora di più le maglie del suo Fulham.

Nella partita di domenica, il 4-2-3-1 sulla carta si è facilmente trasformato in un 5-4-1, con Iwobi a fare il quinto di destra e Tete che stringeva la sua posizione più vicina al centro della difesa. A centrocampo, invece, Smith-Rowe si abbassava e andava a ricoprire proprio la posizione che sarebbe dovuta essere stata occupata del suo ex compagno nelle giovanili dell’Arsenal. Un Fulham camaleontico più catenacciaro, dal momento che contro squadre più compatte e che difendono con un blocco più basso, non disdegna il possesso palla e la creazione di gioco nel modo più naturale, quindi non in contropiede.

Contro il Wolverhampton un paio di settimane fa, per esempio, nonostante l’inaspettata sconfitta, la partita l’hanno fatta sostanzialmente i Cottagers, con l’inserimento sulla trequarti di un giocatore qualitativo come Andreas Pereira, che ha invece lasciato spazio alla coppia centrale Berge-Lukic contro l’Arsenal.

Nella prossima giornata di Premier il Fulham di Marco Silva andrà in trasferta ad Anfield Road, dove con ogni probabilità metterà nuovamente in scena il copione fatto di difesa e ripartenze: riuscirà a frenare anche il Liverpool?

Long Story Short

  • Il responsabile dei media della Premier League, Paul Molnar, ha detto all’assemblea dei club che per il prossimo ciclo triennale, che inizia nella stagione 2025-26, i ricavi aumenteranno del 17%, grazie a un altro round di accordi globali.
  • Michail Antonio ha subito un grave incidente automobilistico, ma è in condizioni stabili.

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