Fiorentina-Cagliari 1-0, Considerazioni Sparse
Una Fiorentina minimalista, dopo una settimana tremenda, riparte dall'ottava vittoria consecutiva in campionato.
La Fiorentina riparte, dopo il trauma collettivo di domenica scorsa e quell'eliminazione di Coppa Italia, amara ma a a confronto così insignificante, contro l'Empoli. Lo fa con una prova ruvida in una partita che nessuno sembra voler pienamente prendere in mano, tra un Cagliari che si presenta al Franchi estremamente coperto (gli esterni alti dei rossoblù sono Augello e Zortea, ovvero due nati e cresciuti terzini) e una Viola con un inaspettato turnover in avanti, dove Kean e Colpani riposano e Kouame e Ikoné si guadagnano la chance dal primo minuto, mentre Gudmundsson continua a ricevere un precauzionale minutaggio dosato.
Partita dai ritmi mai veramente intensi, con due squadre attente a lavorare bene in fase di non possesso ma non molto incisive per costruzione di palle gol. Nella prima metà è il Cagliari a creare pericoli maggiori (ad esempio con Piccoli e Makoumbou in rapida sequenza), abile soprattutto a rendersi insidioso con i calci piazzati. Ma è la Fiorentina a spostare l'ago della bilancia, con il tiro a rimorchio di Cataldi da fuori area, pronto a raccogliere la rifinitura di un Beltran sempre più nelle vesti di regista offensivo (quinto assist stagionale per lui).
Il Cagliari nella ripresa è forzato dallo svantaggio a provare a prendere maggiormente in pugno la gara. Nicola inserisce da subito Gaetano al posto di uno spento Viola e dieci minuti dopo alza finalmente il baricentro levando un difensore (Obert) per un attaccante (Luvumbo), ma finisce per creare meno di quanto fatto nella prima frazione. Se Palladino risponde inserendo le sue maggiori bocche da fuoco (Colpani e soprattutto Kean), lo fa in un'ottica prettamente speculativa e difensiva: serve lavoro di copertura e tanta fatica spalle alla porta. Questa è una versione minimalista della Fiorentina, capace di portare a casa il risultato (l'ottavo successo di fila in Serie A, eguagliato il suo record storico) pur giocando una partita soprattutto di sofferenza e di frustrazione delle ambizioni dell'avversario.
"Te l'avevo detto!", urla Danilo Cataldi alla telecamera dopo il suo gol-vittoria. In fondo, è tutta qui la forza attuale della Fiorentina, che forse da quel minuto 17 della sfida contro l'Inter ha trovato persino più forze e volontà di continuare la sua serie vincente in campionato. Alla fine, non c'erano altri modi da parte dei compagni per regalare qualcosa di bello a Edoardo Bove, oggi alle prese con decisioni su come e dove proseguire la sua carriera sportiva dopo l'enorme spavento per la sua vita. Ulteriori segnali di armonia di un gruppo che oggi non sembra porsi limiti.
Brutalmente, nei prossimi mesi Palladino dovrà trovare soluzioni proprio alla forzata indisponibilità di Edoardo Bove. Come previsto, la scelta iniziale è caduta nuovamente su Riccardo Sottil, giocatore dalle caratteristiche molto diverse, più portato alla ricerca dell'ampiezza e della palla sul piede e dalla minor propensione al lavoro di riaggressione e copertura in non possesso. Non uno scenario tattico inedito, dove in luogo negli scivolamenti di Bove in zona centrale per liberare la corsia in favore di Gosens, si era visto già in altre gare l'invasione della corsia intermedia da parte del tedesco lasciando Sottil libero di "pestare la linea". Nella ripresa Palladino proprio sulla fascia sinistra ha sperimentato Gudmundsson lasciando Beltran ad agire da trequartista: l'islandese per forza di cose è un giocatore più indietro nell'inserimento dei meccanismi di squadra e l'individuazione della sua zona d'azione in campo è ancora in corso. Ma nel quadro di una compagine ad oggi, persino in mezzo alle sciagure, che si mostra così compatta e capace di assorbire senza difficoltà correttivi tattici, l'opzione di una reinvenzione di Gudmundsson in una posizione con maggiori responsabilità anche in copertura è un qualcosa perfino di stimolante per le ambizioni dei gigliati.
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