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Lopetegui West Ham
, 6 Dicembre 2024

Cosa non sta funzionando al West Ham


Il West Ham di Lopetegui si trova in una situazione delicata, dopo un inizio stagione tra pochi alti e molti bassi.

7 Giugno 2023: Il West Ham vince la Conference League battendo per 2-1 la Fiorentina nella finale di Praga. Le strade dell'omonimo quartiere londinese si riempiono di tifosi festanti e David Moyes alza la coppa al cielo da imbattuto, dopo 14 vittorie ed un solo pareggio. 3 Dicembre 2024. Il West Ham perde 3-0 contro la neopromossa Leicester City. In panchina non c'è più Moyes ma un disperato Julen Lopetegui che, ogni volta che viene inquadrato, si mette le mani nei capelli mentre - immaginiamo - pensa al proprio incerto futuro.

Non conoscendo le date, si direbbe che le scene siano molto distanti una dall'altra. Invece, come sappiamo, è passato solo un anno e mezzo e la posizione in campionato, tra l'altro, è la stessa: quattordicesimo posto in classifica con all'orizzonte l'inquietante minaccia della discesa negli inferi della Championship. Allora, cos'è cambiato? Cosa, al contrario, è rimasto invariato? Il West Ham deve seriamente preoccuparsi?

Cominciamo al contrario, rispondendo all'ultima domanda delle tre: no, probabilmente il West Ham non deve preoccuparsi seriamente per una possibile retrocessione. L'andamento attuale non è certo dei migliori, ma dietro a questi risultati deludenti si riescono a individuare alcune cause abbasta precise e, di conseguenza, passibili di correzioni e aggiustamenti in corso d'opera. Andiamo allora a vedere cosa è cambiato in questi 18 mesi, partendo da ciò che salta di più all'occhio: l'allenatore.

David Moyes ha allenato gli Hammers per un totale di sei stagioni, dal 2017 al 2024 (nel 2018-19 lo sostituisce Manuel Pellegrini), periodo che è coinciso con alcuni dei traguardi più prestigiosi della storia del club: la vittoria della Conference League - primo torneo internazionale vinto dal West Ham dopo la Coppa delle Coppe del 1965 - e soprattutto cinque qualificazioni europee di cui tre consecutive, tra 2020/2021 e 2023/2024, record storico per il club londinese. La qualità del calcio espresso sotto la direzione di Moyes ha avuto dei picchi invidiabili, ma ciò che saltava all'occhio più di ogni altra cosa era l'unità del gruppo e la sua determinazione, espresse concretamente nella volontà di giocarsi le proprie carte contro qualunque avversario, nel campionato più competitivo al mondo.

Analisi di Tifo Football su uno dei momenti migliori del West Ham di Moyes

L'allenatore scozzese basava il proprio gioco su una difesa solida e aggressiva, per poi colpire l'avversario in contropiede il più velocemente possibile. Il più classico degli schemi dei Davide contro Golia, che però richiede grande concentrazione e unità d'intenti, oltre a ottime doti difensive individuali. Il lungo ciclo di Moyes al West Ham, però, è terminato quest'estate pur essendo già stato annunciato ancora a stagione in corso dopo alcuni screzi col Direttore Tecnico Steidten, un buon nono posto in Premier, e un'uscita anticipata (ma giustificata, visto l'avversario) ai quarti di Europa League contro il Bayer Leverkusen.

Al posto di Moyes viene assunto Julen Lopetegui, allenatore basco ex Siviglia, Real Madrid e Porto, reduce da una stagione altalenante al Wolverhampton chiusa al tredicesimo posto. Continuare quanto di buono fatto dal suo predecessore non era sicuramente un'impresa facile e forse non ce lo si aspettava nemmeno, ma si può comunque convenire senza controversie che, ad oggi, il suo West Ham è al di sotto delle aspettative. Con le dovute proporzioni, la situazione ricorda in una certa misura quando Lopetegui venne scelto per sostituire Zinédine Zidane sulla panchina del Real Madrid dopo le tre Champions consecutive vinte dal franco-algerino. In quel caso, Lopetegui venne esonerato dopo quattro mesi con il Real impantanato al nono posto in campionato, dopo una sconfitta per 1-2 al Bernabeu contro il Levante e un doloroso 5-1 al Camp Nou.

L'esonero, in effetti, è una costante della sua carriera da allenatore. Certo, sappiamo tutti che l'esonero è parte stessa del ruolo e che capita a chiunque. Tuttavia, nel caso di Lopetegui non stiamo usando un'iperbole ma restiamo stick to the facts: il basco è stato sollevato dall'incarico da ogni società per la quale ha lavorato (fatta eccezione per il Wolverhampton, con cui la separazione è stata consensuale), a volte a causa di scarsi risultati sportivi - Porto, Real Madrid e Siviglia - e altre volte per motivi extra-campo, come quando venne licenziato dalla Federazione spagnola a due giorni dall'inizio del mondiale 2018 per avere firmato con il Real Madrid, nonostante un rinnovo di contratto con la nazionale spagnola siglato appena venti giorni prima. Insomma, le premesse già non sembravano rosee al momento del suo ingaggio e le cose, infatti, stanno andando come molti si aspettavano: a quanto si legge, il West Ham è alla ricerca di un nuovo tecnico che possa sostituirlo se non dovesse arrivare un rapido miglioramento. I nomi più papabili, in questo momento, sembrano l'ex CT della Danimarca Hjulmand e nientepopodimenoché Massimiliano Allegri.

Gli stessi tifosi del West Ham cantano "You're gettin' sacked in the morning" (Sarai licenziato domattina)

Oltre all'allenatore, nell'anno e mezzo passato tra la vittoria della Conference League e la sconfitta contro il Leicester City, anche la rosa di giocatori a disposizione del West Ham è cambiata parecchio. Non si può non cominciare parlando dell'addio di Declan Rice leader tecnico, tattico, e morale della squadra. Dieci anni e 204 presenze da Hammer, capitano insieme al nostro Angelo Ogbonna dopo il ritiro del leggendario Mark Noble. Il trasferimento ai rivali dell'Arsenal ha lasciato un grande vuoto in mezzo al campo e nello spogliatoio, oltre che una grande delusione tra i tifosi.

Per compensare, nelle casse della società sono entrate oltre 100 milioni di sterline, un bel gruzzolo per provare a sostituirlo e a puntellare la rosa. Insieme a Rice, nelle ultime due estati il West Ham ha perso anche diversi attaccanti molto difficili da sostituire: Scamacca, passato all'Atalanta; Fornals, ceduto al Betis e Benrahma, finito all'Olympique Lione. Anche la difesa è stata rivoluzionata con le partenze di Zouma, Aguerd, Kehrer, e Ogbonna. A concludere, poi, è arrivato anche l'addio del trequartista Manuel Lanzini, una cessione non troppo impattante dal punto di vista tecnico ma molto sofferta, dato che in otto anni al West Ham l'argentino aveva saputo guadagnarsi l'affetto incondizionato del London Stadium.

Grosse cessioni e grossi introiti, che il club ha deciso di investire per cercare ovviamente di tappare i buchi: al posto di Rice è arrivato il messicano Edson Alvarez dall'Ajax, un ottimo mediano con tanta grinta e buona tecnica; come punta viene acquistato per circa 27 milioni di euro Niclas Füllkrug, acquisto di ottimo livello, insieme a un ormai vecchio Danny Ings; a centrocampo e sulle fasce arrivano Crysencio Summerville dal Leeds, Carlos Soler in prestito dal PSG, Guido Rodríguez del Betis e soprattutto Mohammed Kudus, talento ghanese dell'Ajax. Per la difesa i nomi nuovi invece sono quelli di Aaron Wan-Bissaka, reduce da un'esperienza non del tutto convincente al Manchester United, Jean-Clair Todibo del Nizza, l'ex Stoccarda Mavropanos, e il costosissimo Maximilian Kilman, pagato ben 50 milioni al Wolverhampton. Tirando le somme, si affermare senza troppe difficoltà che il bagaglio tecnico del West Ham non sia calato drammaticamente, anzi, gli acquisti di Kudus, Füllkrug, e dei difensori dimostrava una certa ambizione.

Quindi, da dove arrivano i problemi del West Ham? Innanzitutto, con una buona dose di senno di poi (ma in tanti erano scettici già la scorsa primavera) affidare l'incarico a Lopetegui non sembra essere stata una scelta illuminata. Dopo quasi sei mesi con l'allenatore spagnolo, la squadra continua a non esprime un'idea di calcio coerente ed efficace. Cerca il controllo del pallone senza effettivamente riuscirci (è tredicesima in Premier per possesso palla, 46,4%) e traballa in difesa (per esempio, concede 1,64 PSxG ogni 90', sesta peggior squadra ed è la terza peggior difesa con 27 gol subiti) senza essere particolarmente spregiudicata in davanti (tredicesimo peggior attacco con 17 gol fatti a fronte di 20,4 xG creati), dove le azioni offensive si risolvono principalmente nei cross (quasi 17 a partita), una tattica che forse pagherebbe di più con la presenza fissa di Füllkrug in area di rigore ma che, data l'assenza prolungata del centravanti tedesco, sta portando ben pochi risultati. Soprattutto, però, si nota una grave mancanza di fiducia nelle idee tattiche di Lopetegui e, conseguentemente, di determinazione nell'applicarle.

Secondo, grave, problema: i leader tecnici, non serve discutere, sono Bowen e Kudus. Più difficile, tuttavia, individuare un vero leader dello spogliatoio. Sembra mancare qualcuno capace di alzare la voce quando necessario, incitare i propri compagni, farsi dare palla per ridare fiducia e ordine nei momenti di difficoltà, qualcuno a cui ogni altro giocatore in campo e fuori possa affidarsi quando le certezze vengono meno. Uno dei più papabili potrebbe essere il portiere Łukasz Fabianski, ormai al West Ham dal 2018, che però nonostante l'esperienza non sembra riuscire a trasmettere fiducia nemmeno al reparto difensivo. Un altro indiziato potrebbe essere Aaron Cresswell, veterano del West Ham, ma ormai finito troppo indietro nelle gerarchie tecniche per ambire alla titolarità. Forse sarebbe il momento perfetto per dare un ruolo da leader a Tomáš Souček, vista la sua esperienza e il carisma dimostrato con la fascia da capitano della nazionale Ceca. La speranza più ovvia, però, è che Bowen, già capitano e mattatore della finale contro la Fiorentina, possa riuscire a conquistare la fiducia dei compagni nel futuro più prossimo.

Bowen west ham

Terzo problema: Mohammed Kudus. Oltre ad avere palesi problemi di gestione del comportamento, come abbiamo potuto constatare nella sfida contro il Tottenham con la scenata che gli è costata cinque giornate di squalifica, il ghanese quest'anno si è dimostrato troppo spesso un fardello in mezzo campo, più che un trascinatore quale dovrebbe essere. Kudus è un giocatore estremamente talentuoso, velocissimo, ultra-tecnico, ma che puntualmente rallenta il ritmo dell'azione perdendosi in fronzoli più funzionali all'autocompiacimento che allo sviluppo dell'azione. Succede troppo spesso che il West Ham perda la possibilità di una transizione offensiva perché Kudus, che sulla carta dovrebbe essere la perfetta scheggia da contropiede, non guarda gli inserimenti dei propri compagni, fa due o tre finte di tiro, si gira su sé stesso, fa un tunnel, torna indietro, dando alla difesa avversaria tutto il tempo per schierarsi comodamente e chiudere ogni spazio. A volte sembra che l'ex Ajax non sia realmente interessato a contribuire ai risultati del club, ma che stia invece usando questa esperienza unicamente come una vetrina della Premier League per farsi notare da un club più ricco e rinomato.

Quarto problema e ultimo problema: (l'assenza di) Niclas Füllkrug. In questo caso il problema non è legato alle caratteristiche tecniche o attitudinali del giocatore, ma del brutto infortunio che, come dicevamo sopra, lo ha tenuto lontano dal campo: appena quattro presenze in Premier, tutte da subentrato, nelle quali è riuscito comunque a segnare il suo primo gol. Al suo posto ha giocato Michail Antonio, ormai un'icona del calcio inglese e una bandiera del West Ham, che però età e infortuni hanno reso sempre meno efficace. L'attaccante inglese ha sempre fatto affidamento sulla propria esplosività nella corsa, legata alla sua importante massa corporea, per sopperire alle mancanze tecniche. Ora che non si muove più con l'agilità e la potenza di una volta, risulta essere solo grosso, macchinoso e con poca confidenza palla al piede. Dovrebbe comunque risolversi tutto ora che l'ex Dortmund è tornato in rosa.

Questi quattro temi, ad oggi, sembrano gli ostacoli principali che Lopetegui o chi per lui dovrà affrontare per rimettere in carreggiata la stagione del West Ham. All'inizio si è detto che non ci si dovrebbe preoccupare troppo seriamente per la retrocessione in Championship perché tutti questi problemi sembrano risolvibili nel breve periodo e senza troppa fatica e potenzialmente la rosa è molto competitiva. Una volta elencati e analizzati uno per uno, le cose sembrano ancora stare a quel modo. Inoltre, si può aggiungere che forse davvero basterebbe soltanto un cambio di allenatore: chissà che risolvere il problema alla testa, non porti a risolvere, a cascata, tutti gli altri.


  • Nasco nel 2001 a Monza. Con dei video di Ricardo Quaresma entro nel tunnel della dipendenza da dribbling, insolenza, e zero concretezza. Grande fan dei gesti tecnici fini a sé stessi. Cresco Juventino ma per forza di cose mi innamoro del Napoli di Mertens e dell'Atalanta di Ilicic. Oltre al calcio, grande appassionato di musica triste e di film noiosi.

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