Fiorentina-Pafos 3-2, Considerazioni Sparse
Pur con qualche errore di troppo, la Fiorentina anche in Europa conferma il suo stato di grazia.
L'inaspettata, persino insperata continuità della Fiorentina in campionato rende, a tre giorni dalla sfida di vertice contro l'Inter, l'impegno di Conference League contro il Pafos occasione soprattutto per turnover ed esperimenti. Particolarmente da attenzionare sono stati il ritorno dal primo minuto di Marin Pongracic (in coppia con Comuzzo, prove di un futuro possibile duo titolare?) e lo spostamento nei due di centrocampo di Martinez Quarta, chiamato idealmente a fare le veci di Adli rimasto a riposo: due test andati nel complesso a buon fine con tanto di gol dell'argentino, anche se per ora l'ex Lecce sembra ancora lontano dal pieno rodaggio nelle vesti di leader difensivo, pur nel quadro di una prova complessivamente ordinata.
Al di là di facili ironie, il Pafos è un avversario presentatosi al Franchi da capolista imbattuto nel campionato cipriota, con gli stessi punti della Fiorentina in Conference dopo tre gare e con due sole sconfitte nell'arco della stagione: una contro i tedeschi dell'Heidenheim proprio nella terza coppa europea, e una nella finale di Supercoppa di Cipro contro l'Apoel (5° in campionato e uscito vincitore dalla sfida interna proprio contro i gigliati nell'ultimo turno). Un avversario forse comunque modesto per la Fiorentina di campionato, ma non per la versione rimaneggiata di coppa, dove tra gli altri restano a riposo Kean, De Gea, Adli, Colpani e Gosens. Ovvero, la spina dorsale dell'undici di Palladino. E i ciprioti del tecnico spagnolo Carcedo fanno vedere nella prima mezz'ora una buona intensità con voglia di proporre gioco, sfiorando anche il vantaggio con Jairo (forse viziato da un fallo su Comuzzo). Ma sul lungo è la Fiorentina a venir fuori, pure con qualche fortunata carambola sottoporta (vedasi vantaggio di Kouame e autogol di Goldar a cavallo dell'intervallo): comunque segnali inequivocabili di una squadra in questo momento talmente in salute da sembrare baciata dal cielo.
A livello di gioco, i viola confermano di esser ormai pienamente capace di maneggiare l'arma delle transizioni offensive, in questa gara alla lunga perfino facilitati dalle difficoltà dei ciprioti di alzare in maniera compatta le linee di pressione. Quarta e Pongracic sono stati preziosi nel trovare linee di passaggio verticali, e Beltran ha ribadito la sua importanza come regista offensivo chiamato ad agire nelle spaziature; anche nella tradizionale fumosità degli esterni Ikoné e Sottil hanno giocato una buona prova, con quest'ultimo soprattutto che non senza alti e bassi da più settimane manda segnali incoraggianti, quantomeno sul piano della concretezza nell'ultima scelta.
Fabiano Parisi poteva essere uno dei nomi da seguire maggiormente: si parla di un giocatore dalle buone qualità ma reduce da una stagione svalorizzante, ora bloccato dalla titolarità inamovibile di Gosens e chiamato a dare segnali soprattutto all'allenatore. Il terzino ex Empoli offre una prova quantitativa notevole e frastagliata qua e là da giocate importanti, ma anche da errori più o meno gravi, su tutti quello del momentaneo 2-1 che riapre la partita per il Pafos. Qualcosa di buono, ma non abbastanza per mettere in futuro in discussione certe gerarchie che oggi appaiono consolidate.
L'unica macchia della Fiorentina è nella gestione superficiale del finale di gara. Gli ultimi venti minuti giocati da un parziale di 3-1 hanno visto i viola in preda a un'eccessiva rilassatezza, al calo di tensione e concentrazione poi culminati nella gaffe di Terracciano per il 3-2 cipriota. Non un segnale preoccupante in sé, quanto l'ennesima riconferma di un'ovvietà di questa prima parte di stagione: oggi la Fiorentina ha in alcuni giocatori un'affidabilità emotiva e tecnica tale da trascinare anche i compagni, e con questi ingredienti Palladino sta cucinando con abilità e perizia. Quando troppi di questi mancano, il piatto finale rischia di rimanere slegato. Ma in fondo, al momento la Conference per i viola è solo un pasto leggero in vista dei banchetti del campionato. In ottica passaggio del turno, il tecnico campano può ben accontentarsi del (l'uovo) sodo.
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