Torino-Monza 1-1, Considerazioni Sparse
In mezzo alla contestazione, un punto al sapore di brodino caldo per Torino e Monza, due malati ben lontani dalla guarigione.
All’Olimpico Grande Torino va in scena la gara tra le due squadre più in difficoltà del campionato: da un lato il Torino, reduce da 6 sconfitte nelle ultime 7, dall’altro il Monza penultimo in classifica ed alla disperata ricerca di punti. A questo, si aggiunga un clima desolante dovuto all’assenza della curva Maratona nei primi 45’ per via della contestazione al presidente Cairo, che fa cominciare una gara già tecnicamente non memorabile nel silenzio assoluto. Succede tutto in 4’ ed i due gol arrivano da due palle inattive, uniche situazioni in cui le due squadre, visti i limiti mostrati con la palla tra i piedi, avrebbero potuto farsi male: la sblocca Masina e la riprende Djuric, ed il pareggio è giusto se si tiene conto dell’inizio migliore dei brianzoli e del finale migliore dei granata. Un punto a testa che sembra tanto un brodino caldo per due malati ben lontani dalla guarigione: ogni tanto, in tempi duri, fa bene pure quello, e per ragioni di classifica oggi scalda un po' di più la squadra di Vanoli che quella di Nesta.
La parola crisi, per il Torino post infortunio di Zapata, è un eufemismo: i granata stanno vivendo un vero e proprio tracollo, che senza dubbio trova le sue fondamenta nell’assenza di un leader tecnico e morale come il colombiano, ma è da imputarsi anche ad altre concause che si sono evidenziate nella gara odierna. L’instabilità difensiva continua ad essere un problema enorme, e per quanto Vanoli si copra, l’unico risultato sembra essere la difficoltà di manovra in possesso più che la solidità in non possesso: di certo la penuria di piedi buoni non aiuta, ma le idee del tecnico varesino sembrano confuse quanto il gioco dei suoi, ed il fatto che Walukiewicz termini la gara da trequartista la dice lunga su questo. Tutti i giocatori del Torino sembrano involuti tecnicamente, anche chi nelle scorse stagioni aveva ben figurato (Vlasic e Ricci sono gli esempi più lampanti) e questo non può che essere imputabile alla conduzione tecnica: se non si riesce a vincere in casa contro la penultima in classifica e se il punto ottenuto per certi versi è quasi un sospiro di sollievo dopo tante batoste, la situazione è davvero preoccupante.
Il Monza non se la passa meglio, con l’aggravante di una classifica allarmante: i brianzoli avrebbero oggi l’opportunità di sbloccare la gara subito, complici le amnesie della difesa granata, ma al di là di quelle due occasioni e del gol da palla inattiva di Djuric, non riescono rendersi più di tanto pericolosi in avanti. Viste le difficoltà granata ed un ambiente scottante, per i biancorossi questa gara poteva essere una chance importante per dare una sterzata alla stagione, ma ad un certo punto il Monza ha deciso di lasciare il pallino del gioco al Torino, rischiando addirittura la sconfitta nel finale: se Nesta vuole cambiare la pelle a questa squadra deve provare a renderla meno timida ed a darle una proposta offensiva più efficace, anche perché pur non avendo in dotazione fenomeni da futbol bailado, può trovare nella sua rosa un quoziente tecnico più importante rispetto ad altre dirette concorrenti.
Promossi e bocciati. Già detto dell’involuzione tecnica di alcuni presunti pilastri granata, si può avere completa lettura della situazione guardando alle corsie laterali: le uniche cose buone vengono dal destro di Lazaro (tra cui l'assist su calcio d'angolo), costretto però a giocare a sinistra finchè l’oggetto misterioso Borna Sosa non paleserà una qualche qualità, e così a destra ci va Pedersen, che ci sarà un motivo se faceva panchina nel Sassuolo retrocesso ed ogni giorno che passa fa rimpiangere Bellanova. Davanti, Sanabria e Adams confermano di non esser ben assortiti nonostante l’impegno, mentre gli unici a salvarsi sono il solito Njie e l’insolito Masina, autore della rete del vantaggio. In casa Monza, invece, le garanzie sono i soliti veterani Djuric e Marì, che nei rispettivi reparti risultano decisivi: il peggiore in campo è senza dubbio Bianco, che tenta di agevolare gli avversari spesso e si prende un giallo tendente all’arancione a metà ripresa, e ci si aspetta maggiore propulsività offensiva sulle fasce da Kyriakopoulos e Pereira. Infine, una nota su un opaco Maldini: se non riesce ad emergere in una partita contro la difesa peggiore della Serie A, di questa serie A, probabilmente le parole al miele di Spalletti sono un filo ottimiste.
La curva Maratona resta in silenzio fino al 45’: è l’ennesimo atto della contestazione verso il presidente Cairo, che sta toccando in queste ultime settimane livelli mai raggiunti. Già un mese e mezzo fa c’era stata una marcia di protesta del popolo granata, già da qualche giorno campeggia nella centralissima piazza San Carlo uno striscione che esorta il presidente ad andarsene, e quello di oggi non è che l’ultimo atto di un popolo spazientito da una gestione indecorosa del club in termini sportivi ma anche morali: probabilmente, il patron di RCS si aspettava di farla franca anche questa volta con le sue operazioni al ribasso, ma ha fatto male i suoi conti, ed in fondo non ci voleva un gran contabile a calcolare il depauperamento che avrebbero portato gli addii di Buongiorno e Bellanova senza adeguate contromisure. La pazienza dell’ambiente è terminata, e se Cairo intende usare le voci di un interessamento RedBull per spiegare la contestazione odierna, sappia che sta scambiando la causa per l’effetto: causa che è da indagare solo e solamente nella sua mala gestione, che oramai nessun risultato potrà mascherare e che nessun sostenitore è più disposto a sopportare.
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