Lazio-Bologna 3-0, Considerazioni Sparse
Ulteriore prova di forza della Lazio contro un avversario ostico come il Bologna.
La Lazio sta dimostrando, giornata dopo giornata, di essere in uno stato fisico e mentale di grazia che viene ad autoalimentarsi risultato dopo risultato, anche in campo europeo, soprattutto fruendo di quel carburante chimico chiamato entusiasmo, basti vedere come il gruppo ha esultato dopo il primo gol di Gigot. Dinanzi, questa sera, c'era una squadra che non perdeva una partita dallo scontro col Napoli e che sino a oggi stava dimostrando una capacità di tenere il campo e dominare gli avversari non trascurabile: il Bologna di Vincenzo Italiano. In un campionato che vede tante squadre in pochi punti questi incontri possono determinare l'effettivo salto di qualità di una o dell'altra squadra e così è stato oggi per l'undici di Baroni.
Il risultato finale è stato chiaramente influenzato, benché rotondo e indiscutibile, dalla espulsione di Pobega dopo poco più di metà del primo tempo costringendo Italiano a dover rivedere tutti i piani tattici preparati. Nonostante, però, la inferiorità numerica la squadra felsinea ha tenuto molto bene il campo creando molta densità nella parte centrale e cercando la palla per Castro - giocatore di soli vent'anni ma che dimostra sul campo un'esperienza da navigata punta - senza però mai accompagnarlo seriamente nella fase offensiva. La Lazio ha avuto molta pazienza nel costruire la propria pericolosità cercando l'ampiezza, da evidenziare la prestazione di Lazzari e Pellegrini, senza mai farsi prendere da ansie da prestazione o da nervosismi da eccessiva pressione che erano sicuramente dietro l'angolo.
Hombre del partido: Rovella. Giocatore che a centrocampo domina letteralmente ogni pallone, sempre presente su ogni contrasto, dona sicurezza a chiunque - sia compagni che spettatori - gli sia attorno e conosce perfettamente la giocata che dovrà fare di lì a pochi secondi. Questa è la chiave della sua importanza il saper prevedere cosa dovrà fare prima di ricevere il pallone permettendo ai difensori o agli altri centrocampisti di prendere posizione prima di ricevere la palla. Questa enorme fiducia gli permette di poter anche provare giocate che sino a oggi non ancora si erano viste come le verticalizzazioni a lungo raggio sull'attaccante.
La differenza tra le due squadre è da ricercare, anche quando le stesse erano in parità numerica, nella velocità di circolazione palla che la Lazio fa con estrema rapidità sapendo già cosa si debba fare del pallone, di contro il Bologna, oggi, appariva rallentato nel pensiero trovandosi a tratti impreparato dinanzi alle folate offensive laziali. Forse i tre gol di scarto possono apparire eccessivi ma la stanchezza che l'inferiorità numerica ha portato in dono al Bologna ineluttabilmente ha aperto spazi enormi per le incursioni dei giocatori di Baroni che, lato loro, son stati bravi a non accontentarsi del corto muso ma di continuare a cercare di chiudere la partita.
Capitolo merita la campagna che oggi la Lega Calcio ha portato nei campi "diamo un rosso alla violenza", intendendosi con essa la violenza di genere. Ebbene, al di là della giusta sensibilizzazione sul tema doverosa, occorrerebbe che l'intero movimento prendesse realmente misure forti con chiunque perpreti violenza, si pensi al caso Portanova o a Liguori, giocatore del Padova, che nonostante una condanna in primo grado continua a calcare i campi da calcio. Questo modus operandi dei vertici fa apparire la campagna quasi come una farsa, fatta perché dovuta e non perché realmente studiata come un tentativo di iniziare a stimolare un cambiamento di mentalità specie in un ambiente come quello del calcio fortemente denotato da mascolinità tossica. Tutto ciò a cosa serve? A darsi una spolverata alle spalle vestendo l'abito pulito una volta l'anno? Alla luce dei due casi sopra indicati come esemplificativi e di come siano trattati la risposta parrebbe drammaticamente positiva.
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