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Sinner Finals
, 19 Novembre 2024

Jannik Sinner toglie il respiro


Le ATP Finals 2024 confermano un sospetto: Jannik Sinner non è solo molto forte, ma è diventato dominante.

Quando ripenseremo al 2024 di Jannik Sinner, le ATP Finals saranno probabilmente l'immagine più rappresentativa per raccontare ciò che è diventato durante questa stagione. La qualità espressa dall'altoatesino a Torino è stata, senza mezzi termini, la cosa più vicina ai big three che si sia mai vista - ancora più significativo, considerata che questa era la prima edizione del Master dal 2001 in cui non fosse presente né Federer, né Nadal né Djokovic. Da quell'ultima volta sono passati ormai 23 anni, un'era tennistica che sembrava infinita, ma che forse ora è davvero arrivata all'esaurimento.

Le ATP Finals 2024 erano partite con un favorito chiaro - Sinner - e una serie di potenziali sfidanti pronti a giocarsi il trono del tennis. Su tutti, Alcaraz e Zverev erano i due che sembravano avere i mezzi per impensierire l'italiano. In modo simile a quanto accaduto durante il 2006 tra Federer e Nadal, alla netta superiorità in termine di costanza di Sinner, Alcaraz contrapponeva dei picchi forse persino superiori, o quantomeno un tennis capace di togliere a Jannik alcune certezze, soprattutto mentali. Il pesante score di 3-0 a favore dello spagnolo che ci restituisce il 2024 tennistico è un risultato che non parla minimamente dell'annata, ma che sottolinea come Alcaraz sia stato l'unico a scalfire l'incrollabile scorza mentale di Sinner.

Dal canto suo Zverev, unico giocatore insieme a Rafa Nadal avanti negli scontri diretti (i famosi h2h) con entrambi i giovani fenomeni, veniva da un periodo di grazia tennistica. Il tedesco è stato il solo ad aver vinto titoli Master 1000 su superfici diverse durante il corso del 2024 (Roma e Bercy); ha giocato una finale Slam (Roland Garros) e si è scambiato la 2° posizione del ranking con Carlos Alcaraz. Arrivato a Torino da testa di serie numero 2 e autore di un girone strepitoso, il suo sembrava un cammino tracciato verso la finale.

L'impressionante similitudine tra la rivalità Federer-Nadal e quella Sinner-Alcaraz

Il tennis, però, è uno sport maligno. A volte gioca con le speranze dei tifosi, spaccando in due l'animo dei fan tra quello che sarebbe meglio per il proprio prediletto - un percorso più facile - e quello che sarebbe più interessante per il torneo in sé: il proliferare di grandi partite, anche a costo di una potenziale eliminazione del proprio beniamino. Se dovessimo trovare un piccolo rimpianto in queste ATP Finals, dal punto di vista di chi il tennis lo ama, sarebbe proprio legato alle clamorose eliminazioni di Alcaraz e Zverev, che avrebbero spinto Sinner a esprimere un livello di gioco ancora più alto.

Lo spagnolo, dopo un inizio di settimana afflitto da problemi influenzali che lo hanno portato alla sconfitta con Ruud, è stato estromesso dal girone proprio per mano del tedesco, in quella che forse è stata la partita del torneo. Zverev invece, probabilmente arrivato alla semifinale nella sua miglior versione della carriera, è stato sconfitto da Fritz in un altro match di alto livello, che ha visto prevalere il giocatore capace di gestire meglio i momenti importanti.

La partita del torneo, tra i due grandi sconfitti del torneo.

Fritz, che probabilmente è "entrato in testa" a Zverev visti i recenti confronti tra i due (4-1 per il californiano quest'anno), è stato dunque l'avversario in finale di Sinner, nell'ormai comune rematch che spesso capita alle Finals. L'italiano dal canto suo aveva chiuso la pratica con tutti gli avversari affrontati tra girone e semifinale senza mai lasciare un set per strada. In quattro partite, giocate rispettivamente contro De Minaur, lo stesso Fritz, Medvedev e Ruud, Sinner ha concesso sole 6 palle break, perdendo la battuta per 2 volte. Mai una volta è stato costretto a giocarsi un set oltre il punteggio di 5-5, perdendo solo 33 game in tutto il torneo, il miglior risultato della storia di questa competizione, persino superiore ai 35 concessi da Roger Federer nel 2010.

Lo stesso copione si è replicato in finale, con l'americano costretto agli straordinari per rimanere in partita. Fritz ha fatto enormi passi in avanti nelle ultime due stagioni, compiendo un'evoluzione quasi completa che lo ha portato ad assomigliare più a giocatori come Zverev e Medvedev, che non ai più classici big server. Il neo numero 4 del mondo è diventato un giocatore solido in maniera trasversale, talmente tosto da fondocampo da permettersi di fare partita pari con tutti, anche quando la prima di servizio non lo aiuta quanto vorrebbe. Il Sinner odierno, però, è un giocatore spietato, asfissiante.

Dando un'occhiata al sentimento dei social, una metafora fa da padrona: quando vede il sangue, Jannick Sinner è implacabile, come uno squalo. Una metafora che davvero mi pare molto calzante. Durante il torneo Sinner ha convertito 14 delle 31 palle break ottenute, circa il 45%, ma non è questo il dato più impressionante. Su 17 game in cui è arrivato alla possibilità di strappare il servizio all'avversario, ha sfruttato le chance 14 volte, ovvero l'82%. In finale Sinner è arrivato a palla break solo due volte: nel classico game fatale, il settimo del primo set, e nel quinto game del secondo set. Risultato? Due break, partita vinta 6-4 6-4 e nessun set concesso nel torneo, la prima volta da quando Ivan Lendl ci riuscì nel 1986.

Uno dei più noti esempi di risultato ribaltato tra girone e finale, alle Atp Finals 2015.

Leggendo questi numeri non si può non pensare a Sinner come l'unico vero erede dell'implacabilità di Djokovic nel convertire le palle break. Il serbo è tutt'altro che pronto al ritiro, ma durante questi mesi è apparso sempre più chiaro come l'eredità che l'italiano raccoglierà sarà la sua, sicuramente più di quella di Federer o di Nadal. Altro dato impressionante, che ricorda il cannibale di Belgrado, è quello legato ai punteggi delle due shot quality di Sinner e Fritz in finale: 9.51 e 9.00, che combinati fanno di questa finale la partita con la più alta qualità tennistica del 2024. Considerato il punteggio secco della partita, durante la quale il numero uno del mondo ha concesso veramente poche chance al proprio avversario, nello specifico una sola palla break, emerge chiaramente come Sinner sia capace di dominare anche le migliori versioni dei propri rivali.

Questi, insieme a molti altri numeri collezionati durante questi mesi, sono dati che lo accomunano ai big three molto più di quanto lo facciano le statistiche di Alcaraz. A proposito di paragoni importanti, il mondo del tennis ha confrontato la stagione 2024 di Sinner con quelle dei migliori Federer, Nadal e Djokovic, compiendo un errore evidente, visto che un paragone molto più opportuno sarebbe da fare con le stagioni di esplosione dei tre fenomeni. Per esempio nel 2003, quando Federer vinse il primo slam a Wimbledon, lo svizzero aveva uno score di 78 vittorie e 17 sconfitte, una percentuale vincente del 82,1%. Federer aveva trionfato a Londra e alle ATP Finals, detronizzando Andre Agassi, ma non aveva vinto titoli Master 1000 e aveva chiuso l'anno da numero 2 del mondo, alle spalle di Andy Roddick. Dato interessante, considerato poi come si è evoluta la rivalità tra i due.

Rafa Nadal aveva travolto come una meteora il tennis nel 2005, anno del primo Roland Garros "at the age of nineteen", collezionando durante quell'annata numeri semplicemente strepitosi. Lo spagnolo aveva chiuso con un bottino composto dallo slam parigino, 4 titoli Master 1000 e dalla seconda posizione del ranking mondiale, ovviamente dietro Roger Federer. Il quadro di vittorie-sconfitte vedeva un Nadal vincente l'89% delle volte, nello specifico con 79 vittorie e 10 sconfitte. Si tratta di una delle migliori stagioni della carriera del maiorchino, nello specifico la terza per percentuale di match vinti.

Infine Novak Djokovic, dopo aver chiuso il 2007 alla posizione numero 3 del ranking mondiale, aveva compiuto il definitivo salto di qualità nel 2008, sconfiggendo prima Federer e poi Tsonga, per vincere il suo primo titolo in Australia. Quell'anno il serbo aveva trionfato nel primo slam dell'anno, nei due Master 1000 di Indian Wells e Roma e nelle ultime Atp Finals disputate a Shangai. Un po' meno impressionante lo score di vittorie e sconfitte, ovvero 64-17, circa il 79%.

Sinner detronizza Djokovic all'Australian Open, concedendo 0 palle break al serbo.

Si tratta di tre esempi di stagioni straordinarie, arrivate in diverse fasi di maturazione tennistica dei tre giocatori. Per quanto riguarda Federer, quella prima stagione preludeva a un dominio incontrastato e forse irrepetibile, che avrebbe toccato il suo picco nella stagione 2006 (92 vittorie e 5 sconfitte); nei casi di Nadal e Djokovic, soprattutto del secondo, a quel primo sussulto sarebbero seguiti diversi anni di graduale miglioramento e di adattamento alle superfici. Qui però, come detto, non si sta parlando delle migliori stagioni, quanto di quelle del primo slam. Già il fatto che il 2024 di Sinner venga confrontato con gli anni d'oro dei più grandi tennisti della storia dice molto sulla sua stagione.

Ai numeri spaventosi di Federer, Nadal e Djokovic Sinner risponde con un bottino di due Slam, Australian Open e US Open, tre Master 1000, le ATP Finals e la posizione di numero uno del mondo molto ben consolidata, che manterrà sicuramente almeno fino a febbraio. Lo score di vittorie è un'impressionante 92%, a cui corrispondono 70 vittorie e 6 sconfitte, per altro tutte avvenute vincendo almeno un set e solo contro membri della top 10. Non serve essere esperti di numeri per notare come la sua sia la più alta percentuale tra quelle qui discusse. Una specifica necessaria è legata all'età di esplosione. Per Nadal come si è detto si trattava dell'anno dei diciannove, nel caso di Djokovic era quello dei ventuno, per Federer, infine, quello dei ventidue. Da questo punto di vista Sinner è da considerare un po' meno precoce.

Se poi volessimo estendere il confronto a Carlos Alcaraz, anche lui esploso prima di Sinner e spesso accostato ai migliori di sempre, le statistiche continuerebbero a premiare l'altoatesino. Nel 2022, anno del primo slam vinto negli Stati Uniti, lo spagnolo chiudeva l'anno con l'81% di vittorie (57 e 13). L'annata si concludeva per lui con la prima posizione del ranking, ma i suoi numeri non erano assolutamente confrontabili a quelli di Sinner, enormemente più dominante.

Sono tutti dati e statistiche assolutamente impressionanti, ma i confronti tra giocatori nel mondo dello sport restituiscono solo in parte la verità. I contesti storici sono diversi, gli avversari lo sono altrettanto, così come diverso è il livello di competitività delle varie ere tennistiche. Quello però che questi numeri raccontano con precisione millimetrica, è il dominio a cui stiamo assistendo, quello di un giocatore che in meno di un anno e mezzo è stato capace di stravolgere il panorama tennistico, candidandosi in brevissimo tempo al trono di sportivo italiano più vincente di sempre, a soli 23 anni. Si sta parlando di quello che forse è già l'atleta italiano più influente di questo decennio.

Il momento in cui è cambiato tutto nella testa di Sinner, in attesa delle finali di Malaga

Sinner ha preso in mano un movimento che stava finalmente sbocciando, grazie al preziosissimo contributo di giocatori come Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego, e lo ha portato alla grandezza, preparando il terreno per una generazione che verrà e che in parte sta già arrivando. Durante la conferenza stampa che ha fatto da chiusura al torneo, il numero uno del mondo ha dichiarato come lui e il suo team abbiano affrontato il 2024 senza un obiettivo preciso in mente, concentrandosi sul capire quanto in là potesse arrivare il suo tennis, quanto potesse vincere, senza porsi limiti o ambizioni. Proseguendo su questo tema, Sinner ha detto che cercherà di affrontare il 2025 con la stessa identica mentalità. La verità, però, è che il prossimo sarà un anno molto diverso per lui; intanto perché sarà il momento della risoluzione definitiva della vicenda doping che tanto lo ha angosciato in questi mesi, ma soprattutto perché la prossima annata dovrà essere per lui quella della conferma. Una volta fatto questo, perché no, sarà giusto capire quanto possa spingersi in alto, quanto di Jannik Sinner c'è ancora da scoprire.


  • 23 anni. Segue lo sport da prima che ne avesse memoria. Assiduo frequentatore di stadi, ha sviluppato una forte passione per l'epica sportiva, soprattutto quella tennistica.

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