Oklahoma City Thunder-Phoenix Suns 99-83, Considerazioni Sparse
Booker non sembra più Booker, i Thunder battono i Suns in una gara fatta di errori e poco spettacolo.
Non è stata di certo una gara indimenticabile e le assenze hanno avuto la meglio sullo spettacolo. È comunque opportuno dire che se ai Thunder mancavano Holmgren e Caruso, vale a dire uno dei tre migliori giocatori a roster ed un role player, i Suns erano privi di Beal, Durant e Grayson Allen. Non vuole essere una scusa, ma è un po’ complicato competere ad armi pari con la franchigia migliore della Western Conference se non puoi contare su due componenti del tuo Big Three e su quello che sulla carta è il tuo sesto uomo. Grazie a questa win Oklahoma City comincia bene il suo percorso in NBA Cup, mentre Phoenix rimedia una sconfitta dopo che era uscita vittoriosa all’esordio contro gli Utah Jazz.
Tanti errori e pochi canestri. La partita di stanotte non è stata divertente ed è stata caratterizzata da tante scelte imprecise ambo i lati. I Thunder hanno il miglior defensive rating dell'NBA e sono anche la squadra che concede la minor percentuale dal campo alla squadra avversaria. Facile capire perché sono andati a nozze questa notte contro i Suns, specie se si considera che erano anche senza Beal e Durant. Phoenix ha concluso la gara con una prova offensiva horror e con le statistiche che recitano 24% da tre punti e 29% dal campo. I Thunder, tuttavia, non hanno fatto meglio ed hanno tirato solamente con il 25% dall’arco e con il 39% dal campo. Per l’appunto una gara con poche emozioni e tantissimi errori.
C’è un problema Booker? Dalla Bolla abbiamo ammirato un Devin Booker che è andato sempre in crescendo e che di stagione in stagione ha messo in mostra miglioramenti continui. Bene, ora pare essersi bloccato, pare non essere più lui. Dal season opener il Booker di oggi è il lontano di parente di quello dei playoff del 2023 o di quello che scorso anno si è fatto in quattro per trascinare praticamente da solo l’attacco di Phoenix. Non è solo un problema di medie o di percentuali (34% da tre e 42% dal campo), ma anche di atteggiamento in campo e decision making. Per ora ha giocato ai suoi livelli solamente tre partite su tredici disputate. Solamente contro Lakers, Clippers e Jazz abbiamo visto gli sprazzi del vero Booker. Nelle restanti gare è sembrato spaesato e poco lucido. Una cosa è certa: a Phoenix serve il vero Devin Booker, specie con Beal e Durant ai box.
Il micro ball dei Thunder, il genio di Daigneault. Oklahoma è rimasta senza lunghi a causa degli infortuni di Hartenstein, Holmgren e Jaylin Williams, ed ecco che il Coach of the Year 2023 si è inventato un quintetto iniziale sotto i due metri di altezza. Per ora i Thunder non hanno ancora pagato questa mossa, riescono ad avere una buona protezione del ferro grazie all’atletismo dei loro giocatori e sia guardie che esterni svolgono compiti che solitamente sono dei lunghi: come bloccare o agire da rollanti in un pick and roll. Complimenti a Daigneault e complimenti ai Thunder che son riusciti a reinventarsi. Segno che ad ovest, salvo ulteriori infortuni, sono senza dubbio la squadra da battere.
Oso Ighodaro è stata l’unica nota positiva per i Suns questa notte. In una partita in cui Mason Plumlee è rimasto in panchina per 48 minuti è toccato al rookie fare da backup center. E l’ha fatto molto bene. Sicuramente non ha fatto rimpiangere Jusuf Nurkic che è stato di nuovo ai limiti del presentabile ed ha chiuso la gara con 4 punti (4/8 ai liberi), 0/7 dal campo, 0 assist, 0 rubate, 0 stoppate e 2 palle perse. Il centro bosniaco ormai è negativo, ma per qualche strana ragione continua a vedere il campo. L’unica spiegazione potrebbe essere che giochi per non far abbassare ulteriormente il suo valore di mercato, altrimenti altre motivazioni non esistono.
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