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Retegui Atalanta
, 11 Novembre 2024

Le tre vite di Mateo Retegui


Una carriera singolare, che ha portato Retegui a performare all'Atalanta come mai prima d'ora.

Esistono due correnti di pensiero: una sostiene che i gatti dispongano di 7 vite, l'altra addirittura di 9. La prima si riferisce alla cultura occidentale, dove il 7 è sinonimo di completezza; la seconda, invece, di origine anglosassone, identifica il 9 come simbolo di resistenza e capacità di sopportare grandi stress. Naturalmente tutto ciò non è vero: i nostri amici felini - purtroppo - non posseggono il dono della rinascita e dobbiamo goderceli così come sono. Vi è però un calciatore che, metaforicamente, si può dire abbia già vissuto tre vite: Mateo Retegui.

La prima l'ha vissuta in Argentina, dove è diventato il capocannoniere del campionato locale. La seconda nei panni di un giocatore azzurro, partendo dall'esordio in Nazionale dopo la naturalizzazione all'approdo in Serie A con il Genoa, dove gioca una stagione opaca in termini realizzativi. Quest'estate, l'ennesima rinascita: complice il brutto infortunio rimediato dal suo compagno in azzurro Scamacca, Mateo ha detto sì alla chiamata dell'Atalanta di Gasperini, e il suo rendimento è a dir poco lievitato, anche e soprattutto sotto porta.

È forse Retegui un gatto? Potrà davvero rinascere 7 o 9 volte? Probabilmente no. Per il momento abbiamo però assistito a tre fasi della sua carriera.

Gli inizi in Argentina e l'esordio in Nazionale

Mateo Retegui ha avuto un'infanzia e uno sviluppo fuori dall'ordinario, tra il calcio e l'hockey su prato, passando dall'essere un difensore centrale a un numero 9 - ruolo che gli si addice decisamente di più. Esordisce da professionista con il Boca Juniors, ma il suo rapporto con la Bombonera stenta a decollare. Los Xeneizes decidono dunque di mandarlo in prestito per farlo crescere e, dopo esperienze poco entusiasmanti a Estudiantes e Talleres, esplode definitivamente al Tigre.

Le reti del Chapita - non chiamatelo così, non gli piace - col Matador di Victoria.

Retegui è un attaccante che nonostante non disponga di una stazza tra le più imponenti è pericolosissimo sui duelli aerei, grazie alle doti senza palla e alla capacità di posizionarsi al posto giusto nel momento giusto per aver la meglio anche su difensori più piazzati. Notevolissimo l'istinto, che gli ha permesso di raggirare a più riprese le retroguardie avversarie e di impattare di prima prendendo in controtempo gli estremi difensori. Da sottolineare, infine, la sua freddezza dal dischetto. Queste caratteristiche, nello specifico, servirebbero enormemente ad una Nazionale che, oltreoceano, sta attraversando un periodo di profonda difficoltà.

Da pochi mesi si sono conclusi i Mondiali in Qatar, e l'Italia di Roberto Mancini ha seguito la competizione dal divano per la seconda volta consecutiva: c'è bisogno di una svolta. Il da poco esonerato allenatore dell'Arabia Saudita e il suo staff, dunque, tentano di arruolare proprio Retegui in virtù della sua doppia cittadinanza. L'attaccante accetta, ed esordisce contro l'Inghilterra in un'amichevole.

Immaginate aver sempre giocato in Argentina, campionato difficile e spigoloso ma di livello indubbiamente inferiore rispetto al calcio europeo. Di solito, i grandi talenti che sbocciano in Sud America vengono acquistati dai club del Vecchio Continente ed esordiscono nei rispettivi campionati. La storia di Retegui è però diversa: naturalizzatosi italiano, ha giocato la sua prima partita europea con la Nazionale azzurra, senza aver mai militato in club italiano. Probabilmente, in pochi possono vantare un aneddoto simile. Si vede subito di fronte una delle nazionali più forti del globo, vale a dire l'Inghilterra di Jude Bellingham.

Mettendosi nei suoi panni, dev'essere stato strano aver giocato fino a quel momento nel campionato argentino e vedersi, tutto d'un tratto, proiettato nel calcio europeo, dovendosi confrontare con i migliori giocatori al mondo.

Il primo tempo è difficile, tocca pochi palloni e viene arginato bene dalla retroguardia dei Three Lions. Nella ripresa, invece, riesce a far valere una delle sue doti più spiccate: il senso della posizione. Pellegrini controlla il pallone nei pressi della lunetta dell'area avversaria; la difesa dell'Inghilterra è mal posizionata, e il giocatore della Roma, fintando di tirare, riesce a servire coi tempi giusti Retegui.

Il giocatore del Tigre stoppa il pallone, dà un'occhiata a Pickford, riabbassa la testa e impatta: il tiro, forte e preciso, fulmina il portiere dell'Everton, e riapre la partita - che terminerà, nonostante il gol di Retegui, sul risultato di 2-1 in favore degli ospiti. Non è da tutti segnare all'esordio in Nazionale, tantomeno quando lo fai alla tua prima presenza ai massimi livelli.

Il primo gol azzurro dell'italo-argentino.

L'esperienza al Genoa

Come ampiamente pronosticabile, le squadre italiane cominciano ad interessarsi al talento classe '99, e ad avere la meglio è il Genoa di Gilardino, che se lo aggiudica per €15,25 mln (via Transfermarkt).

Il Grifone, appena risalito in Serie A dopo un anno di purgatorio nella serie cadetta, è una compagine che vanta giocatori interessanti in tutti i ruoli, come l'intrigante portiere Josep Martínez, il roccioso difensore Radu Drăgușin, l'esplosivo Ruslan Malinovs'kyj e il funambolico Albert Guðmundsson.

Ciò che manca ai rossoblù è proprio un numero 9 che gli assicuri un numero di gol ed una presenza in area importante sul quale fare affidamento, e Mateo Retegui corrisponde perfettamente all’identikit che sta cercando il DS Marco Ottolini.

La stagione del Genoa è ottima: sulle note di Guasto D'amore di Bresh, i gialloblù si salvano senza patemi concludendo l'annata addirittura all'undicesimo posto a quota 49 punti - un risultato, per una neopromossa, a dir poco entusiasmante. Tra i punti di forza della squadra di Gilardino vi è la fase di non possesso, con soli 45 gol subiti: la settima miglior difesa del campionato. Facendo il confronto con squadre più attrezzate, l'Atalanta 4° in classifica ne ha subiti 42, il Milan 2° 49.

Ancora più sorprendenti, stavolta in negativo, i dati offensivi: il Genoa è la penultima squadra per xG creati, con un valore di 35,7 (vai Opta/FBref) rapportati ai 43 effettivamente realizzati. Il Grifone è anche la squadra che tira di meno in assoluto (solo 397 conclusioni tentate in campionato); è 18° su 20 nella classifica dei tocchi nella trequarti offensiva, 19° in quella relativa ai tocchi all'interno dell'area avversaria.

Vien da sé che Retegui ha avuto poche occasioni per segnare e per mettersi in mostra: ha segnato infatti 7 gol e messo a referto 2 assist in 29 partite, in una stagione condizionata anche da qualche problema fisico al ginocchio, alla caviglia e di natura muscolare.

In sum: il Genoa dell'anno scorso era una squadra che risaltava più la fase difensiva che quella offensiva, e il fatto che un attaccante alla prima esperienza in Serie A abbia faticato ad accumulare numeri superiori alla media nell'ultima porzione di campo ne è una diretta conseguenza. Anche se...

"Colpire verso la porta apparterrebbe al bagaglio di uno stoccatore puro, quale Retegui viene superficialmente descritto ma che non è. Retegui è un attaccante che prende la scelta più giusta vicino alla porta avversaria, anche quando questa la si può apprezzare e intuire a posteriori".

Atalanta, in fretta e (con) furia

Di quante dimostrazioni dobbiamo ancora avere bisogno per capire quanto il lavoro e l'efficacia di una qualsiasi persona, in qualsiasi ambito di lavoro, possano essere influenzati dal contesto? Retegui è una di queste.

Perché pensare che l'Atalanta abbia investito una ventina abbondante di milioni di euro, in una situazione di emergenza come quella successiva all'infortunio di Scamacca, per le stesse identiche caratteristiche mostrate al Genoa e nell'Italia pre Euro 2024, significa appiattire il discorso attorno alla capacità di conoscere e allenare il materiale a disposizione. O non ammettere che aspetti del gioco mai comparsi non fossero sconosciuti ma, semplicemente, rimasti nascosti.

Retegui Atalanta

Il campione è ridotto rispetto al totale della passata Serie A ma, anche escludendo i dati di una competizione sui generis come la Champions League, il Mateo Retegui 2024/25 è un giocatore abbastanza diverso dal Mateo Retegui 2023/24. Innanzitutto per le zone di campo nelle quali è chiamato a giostrare.

Retegui Atalanta
Retegui nel Genoa (via Sofascore)...
Retegui Atalanta
... e Retegui nell'Atalanta.

Impiegato in fase di non possesso unicamente nel terzo di campo più avanzato, a Retegui è oggi richiesto un lavoro quasi esclusivo in prima pressione, con riferimento al difensore centrale: funzione più specifica rispetto ad alcuni rientri di cui la difesa posizionale del Genoa aveva bisogno, che permette una canalizzazione dello sforzo più utile.

In secondo luogo, il minutaggio medio: dall'agosto ai primi di novembre 2024 Retegui ha disputato 64' di media a gara in Serie A, 12 in meno (-16%) rispetto a quelli in rossoblù. Anche in questo caso, la consapevolezza di avere un periodo di tempo più concentrato nel quale determinare non può non aumentare la resa.

In terzo luogo, il volume di gioco che passa letteralmente dai piedi di Retegui.

Retegui Atalanta
I tocchi per partita: quasi 4 in più totale (+14%), ma circa 8 in più nell'ultimo terzo di campo (+66%), con un incremento del 102% di quelli in area avversaria.
Retegui Atalanta
I passaggi di Retegui: quasi 3 in più tra corti e medi, con un miglioramento dell'11% dell'efficacia di quelli corti (4-12 metri) e del 21% per quelli a medio raggio (12-25 metri).

Essere il riferimento centrale avanzato di una squadra così abituata a giocare sotto con esterni e centrocampisti a rimorchio modifica le richieste al di fuori dei 16 metri, all'interno dei quali Retegui non ha ancora palesato un ampliamento dei bagaglio di finalizzazioni tale da renderlo un 9 d'élite - a Bergamo tira quasi il doppio delle volte rispetto a Genova, ma la percentuale delle conclusioni che centrano lo specchio di porta non è mutata: 35.5% nella Serie A 2023/24, 35.9% nel 2024/25 -.

A un attaccante che riceve circa il 40% di passaggi in più per partita (da 20.4 a 26.9), molti dei quali filtranti verticali e non scarichi orizzontali (4.55 progressivi ricevuti nel 2023/24, 8.26 nel 2024/25), non è richiesto quindi il cantare e portare la croce in fase di risalita, quanto la conservazione del possesso in corridoi differenti da quelli di ricezione.

Retegui è protagonista di quasi 4 conduzioni in più per 90', portando palla al piede per 76.5 mt per 90' rispetto ai 65.51 della scorsa stagione, ma quelle verticali (le più complicate e faticose tecnicamente) sono diminuite, dalle 0.73 al Genoa alle 0.47 con Lookman e compagni. La risposta al quesito, continuato a porsi per i primi anni dell'era Gasperini, aleggiante nel tifo nerazzurro: "Cosa sarebbe stato German Denis allenato dal Gasp?".

La quarta vita, feat. Gianluca Scamacca

58' in tutto, spalmati tra il marzo 2023 e il giugno 2024. Questo è quello che si è già visto della coppia Retegui-Scamacca, quella che potrà caratterizzare il quarto stadio delle reincarnazioni feline del 19 di San Fernando. Tre spezzoni con l'Italia, tutti conditi dalla disperazione di dover recuperare nel punteggio e dalle difese di Inghilterra, Croazia e Svizzera adagiate nei pressi della propria area di rigore.

Il peggiore scenario, insomma, per sviluppare la chimica di un tandem d'attacco che si allenava insieme al massimo una settimana sì e 3/4 mesi no.

A frangenti in cui non sembravano poter far altro che attaccare le stesse zolle di terreno, col più lontano dalla palla a ripercorrere i passi del primo come orme in un campo minato, se ne sono però alternati altri in cui - almeno a livello di altezza - Retegui e Scamacca hanno coperto con coerenza lo spazio.

Spesso Scamacca a venire incontro e Retegui a fissare la profondità, bersaglio dei filtranti alti: una coesistenza teorica, considerata la disordinata manovra offerta dalla Nazionale di Spalletti, ma non impossibile. Soprattutto Scamacca ha nel CV esperienze al fianco di un'altra punta che occupasse la fascia centrale, con cui scambiarsi i compiti di creazione e a cui affidare la funzione di primo difensore - vedasi il percorso dall'Under15 all'Under21 azzurra con Andrea Pinamonti.

Considerata la spropositata mole di mezzali offensive (Frattesi, Pellegrini), trequartisti (Pasalic, Brescianini, Samardzic, Raspadori, Maldini) ed esterni offensivi (Lookman, De Ketelaere, Zaccagni, Chiesa) attorno ai due tra Italia e Atalanta, non sarebbe giustificabile uno Scamacca-Retegui come fondamento del progetto tattico futuro di Spalletti o Gasperini.

Immaginarseli al fianco, in contesti specifici e per un minutaggio estremamente limitato, è comunque complicato - più per una questione di copertura degli spazi che non per complementarietà di caratteristiche tecniche. Eppure, le tre vite del gatto Retegui hanno già avuto tratti l'una imprevedibili e impronosticabili a partire dalle precedenti. Chissà che, prima di arrivare alla settima o alla nona, non ci siano altre svolte clamorose.


  • Nato a Venezia nel 2003, studia Scienze della Comunicazione a Verona. Si è avvicinato al mondo del calcio grazie alle repliche delle partite di Serie A su Rai Sport e a quelle del PSG su Sportitalia.

  • (Bergamo, 1999) "Certe conquiste dell'anima sarebbero impossibili senza la malattia. La malattia è pazzia. Ti fa tirare fuori sentimenti e verità che la salute, che è ordinata e borghese, tiene lontani."

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