Dallas Mavericks-Phoenix Suns 113-114, Considerazioni Sparse
I Suns vincono e dimostrano di essere una grande squadra; i Mavericks perdono, ma c’è fiducia.
Da quelle Western Conference Semifinals del 2022 è una gara che preannuncia sempre emozioni e giocate incredibili. Anche questa volta non ha tradito le attese. I Phoenix Suns vincono e salgono su un record di 8 vittorie ed 1 sconfitta, molto sorprendente se pensiamo sia al calendario complicato che hanno dovuto affrontare e sia alle aspettative che molti avevano su di loro. I Dallas Mavericks, invece, stentano a decollare e con un record di 5-4 si trovano in zona play-in, ma comunque la partita di stanotte lascia più luci che ombre per diversi fattori. I texani iniziavano la stagione da vice-campioni NBA in carica dopo la sconfitta per 4-1 nelle Finals contro dei Celtics più esperti ed anche più completi. C’erano molte attese su di loro complice anche l’aggiunta estiva di Klay Thompson, ma per il momento ancora non siamo stati deliziati dal loro talento.
I Suns vincono e dimostrano di essere una grande squadra. Se poi i limiti strutturali del roster si faranno vedere maggiormente ai playoff non lo possiamo sapere, ma per ora i fatti dicono che con coach Budenholzer sono diversi, più moderni, ma soprattutto più squadra. Quest’anno i Suns si affidano meno ai singoli e giocano di più insieme, si vedono meno isolamenti stagnanti delle star e più giro palla alla ricerca del tiro migliore. Ne stanno beneficiando ovviamente i role player e difatti stanotte Phoenix è arrivata alla vittoria sì con i 26 punti di Kevin Durant, ma anche e soprattutto grazie ai 35 combinati di Royce O’Neale e Tyus Jones. Specie quest’ultimo si sta rivelando fondamentale nelle rotazioni di Bud dimostrandosi una point guard perfetta per legare il gioco e mettere in ritmo il Big Three di Phoenix. Tyus è anche un buonissimo tiratore dall’arco come dimostra il 38% che sta tenendo in queste prime nove gare.
Dallas perde, ma c’è fiducia. Come mai? Innanzitutto perché è una squadra nuova ed in quanto tale non possiamo pretendere da subito che tutti i meccanismi siano oliati alla perfezione. I Mavericks hanno perso Derrick Jones ed hanno aggiunto Klay Thompson, due giocatori totalmente differenti. Jones è un’ala atletica, brava a difendere con energia, ma che in attacco si limita a tirare da tre punti in modo molto altalenante o ad attaccare il ferro se innescato da Doncic o Kyrie. Klay lo conosciamo tutti e non ha bisogno di presentazioni, ma c’è da dire che il suo eccellente atletismo non c’è più a causa dell’età e di tutti gli infortuni che ha subìto (crociato+tendine d’Achille) e quindi inevitabilmente Dallas in difesa ha perso qualcosa. Inoltre questa notte mancavano sia PJ Washington che Derek Lively, due giocatori che definirli fondamentali per Dallas è comunque riduttivo. Ecco perché i tifosi Mavs devono comunque rimanere fiduciosi: hanno perso punto a punto contro una delle due squadre più in forma dell’ovest senza due delle pedine cardine del roster.
Doncic ci prova, ma non basta. Se Phoenix offre una prova corale con un grande O’Neale dalla panchina autore di 18 punti, lo stesso non si può dire dei Mavericks. Lo sloveno non è lasciato solo sull’isola perché con lui c’è Kyrie Irving, ma dopo di loro c’è un abisso. Marshall ci prova e mette a referto 18 punti, ma gioca un primo tempo disastroso. Dopo di che i texani pagano la tassa dei soli 12 punti di Thompson con un terrificante 1/7 da tre punti, proprio quella che dovrebbe essere la sua specialità. Phoenix beneficia di un grandissimo Kevin Durant autore di 26 punti (50% da tre punti e 57% dall’arco), 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata e 2 stoppate. L’ex Nets ed OKC sta giocando una stagione clamorosa e se dovesse continuare a questi ritmi, assieme ad un probabile ottimo record di squadra, sarà sicuramente uno dei candidati per il Most Valuable Player.
Una squadra si conferma, l’altra meno, ma senza il panic button. Si può descrivere in questo modo la gara di stanotte. Phoenix vince, sale in vetta della Western Conference insieme ai Thunder e adesso respirerà un pochino affrontando avversari sulla carta più semplici rispetto a quelli con cui ha giocato fino ad ora. Dallas è chiamata a reagire perché adesso arriva un binomio di gare in trasferta complicate a Denver e San Francisco. Certo, i rientri di PJ Washington e Lively aiuterebbero.
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