God Save the Premier #7 - La bagarre ai piani alti
La frenata del City, il buco nero dell'Arsenal, l'eccezionalità di Salah e un Forest che fa sognare.
Buongiorno appassionati di calcio inglese (e non),
sono Paolo Bellini e questa è God Save the Premier, una rubrica che vi terrà compagnia fino a fine stagione per raccontarvi con cadenza settimanale tutto quello che succede nel massimo campionato inglese di calcio. Uscirà ogni martedì, per darvi il tempo di recuperare dal solito weekend impegnativo a base di calcio e divano.
La rubrica sarà strutturata in questo modo: un tema centrale (nell'uscita di oggi: Alla fine il Manchester City ha perso, due o tre avvenimenti che hanno attirato l'attenzione, spesso situazioni di partite, descritte in poche righe ma nella maniera più esaustiva possibile (oggi: Quanto manca Ødegaard, Salah non è un giocatore qualunque e Questo Forest fa sognare).
Spiegazione terminata, cominciamo!
Alla fine il Manchester City ha perso
Dopo trentadue partite consecutive senza sconfitte, sabato si è conclusa la striscia di imbattibilità del Manchester City in Premier League per mano del Bournemouth, che al Vitality Stadium si è imposto per 2-1, giusto un paio di settimane dopo aver affossato l’Arsenal, sempre in casa. Se la sconfitta in settimana contro il Tottenham in Carabao Cup era stata vista come un incidente di percorso, quella contro le Cherries ha mostrato un City che ancora una volta ha cominciato la partita con le marce basse, una difesa non sempre attenta e ancora in cerca di una soluzione all’infortunio di Rodri.
La squadra di Guardiola ha la cattiva abitudine di iniziare le partite lentamente. Il gol di Semenyo ha portato a quattro le partite nelle ultime sei, tra tutte le competizioni, in cui Haaland e compagni si sono ritrovati a dover rimontare da una situazione di 0-1; per di più, in tre di queste la rete dello svantaggio è arrivata nei primi 15 minuti, sintomo di una deconcentrazione palpabile all’inizio dei match.
Il canovaccio offensivo messo in campo nel sud dell’Inghilterra non è variato rispetto alle altre partite: baricentro altro, ricerca di più uomini possibili a presidiare l’area di rigore avversaria e dominio assoluto del possesso palla. La squadra di Iraola, però, ha utilizzato bene il pressing per recuperare più volte il pallone, spesso strappandolo dai piedi di Foden e Bernardo Silva, per poi utilizzare i propri velocisti sulle fasce per ripartire - in particolare sfruttando le combinazioni di Kerkez e Semenyo sul lato sinistro - causando diversi grattacapi alla retroguardia dei Cityzens.
Guardiola ha commentato dicendo che “Il loro [dei suoi giocatori, NdR] gioco non è stato pulito”: aggiungo io, sono già parecchie partite che il loro possesso palla è stagnante e infruttifero – dove sarebbero senza i gol di Stones nel recupero o quelli di Gvardiol?
Contro il Bournemouth, il City ha subito sei attacchi diretti (che Opta definisce come una sequenza che inizia nella metà campo difensiva di una squadra e si traduce in un tiro o in un tocco all'interno dell'area di rigore avversaria entro 15 secondi): è la seconda volta in questo campionato che ne concede così tanti, dopo la partita del 5 ottobre contro il Fulham che, ciononostante, il City era riuscito a vincere. In questa stagione il City, mediamente, subisce 2,9 attacchi diretti ogni 90', più del doppio rispetto al 2023/'24, ed è proprio in queste situazioni di gioco che si sente di più la mancanza di Rodri. Kovacic con la palla è un degno sostituto, ma non ha nemmeno lontanamente l’efficacia del neo Pallone d’Oro nell’intercettare e stoppare le ripartenze avversarie.
Nel primo tempo del match di sabato pomeriggio, oltre il 73% dei passaggi lunghi del Bournemouth è andato a segno. Evanilson, nonostante in attacco fosse costantemente in inferiorità numerica contro Aké e Akanji, è riuscito a vincere gran parte dei duelli. Più in generale, i quattro difensori del City hanno sofferto molto quando Justin Kluivert ha giocato stretto, più vicino all’attaccante ex Porto. Le amnesie difensive del City sono un problema con cui Guardiola deve convivere da inizio stagione e a cui dovrà trovare rimedio al più presto. Intanto, il Liverpool approfitta della possibilità concessagli e si riprende la testa della classifica
Quanto manca Ødegaard?
Con la sconfitta per 1-0 a St. James Park contro il Newcastle, l’Arsenal ha guadagnato solo 1 sui 9 punti disponibili nelle ultime tre partite di Premier League. "Sono molto frustrato, oggi meritavamo di perdere" ha detto Arteta nel post-partita. “Siamo stati trascinati nel gioco che voleva fare il Newcastle e non siamo riusciti a mettere in campo quello che invece volevamo noi.”
Dopo dieci giornate, l'Arsenal 2024/'25 ha sei punti in meno alla scorsa stagione e nove rispetto al 2023/'24. Quello che preoccupa non sono soltanto i risultati, ma le prestazioni: la squadra non sembra più perforante come nelle scorse annate, è meno spettacolare da veder giocare e produce un volume offensivo minore. Addirittura, nelle cinque trasferte di Premier League in questa stagione, ha effettuato solo 37 tiri (7,4 a partita, in media): solo il Brentford (30 tiri, 7,5 a partita) ha fatto peggio lontano dalle mura amiche. Come nel caso del Manchester City, anche per l'Arsenal ci troviamo a parlare dell'assenza del giocatore chiave.
Arsenal with odegaard vs without 😭
— clinical odegaard🇸🇯 (@clinicalodegard) November 4, 2024
Indeed, we need him ASAP pic.twitter.com/SaJHMujore
Quanto manca all’Arsenal Martin Ødegaard? Non è certo un caso se, dal suo infortunio, i Gunners hanno iniziato a mostrare una qualità di gioco decisamente inferiore. Come sostiene a ragione l’ex centrocampista di Aston Villa e Bolton Nigel Reo-Coker, opinionista a CBS Sport: "Martin Ødegaard è una grande mancanza per loro perché orchestra tutto ciò che fanno. Non sto dicendo che siano una squadra composta da un solo uomo, ma quando hai un giocatore che può essere così influente nel controllare il flusso di una partita, non è qualcosa di facile da sostituire”.
Per fortuna dei Gunners, l’infortunio di Ødegaard è molto più lieve di quello di Rodri e il norvegese potrebbe già scendere in campo nella partita di domani contro l’Inter. Se poi volete una risposta secca alla domanda che da il titolo a questo paragrafo, ve la posso dare io senza grandi difficoltà: Ødegaard manca dannatamente tanto all'Arsenal.
Salah non è un giocatore qualunque
"Qualsiasi cosa accada, non dimenticherò mai come ci si sente a segnare ad Anfield".
In un post sui social per festeggiare la vittoria in rimonta di sabato del suo Liverpool contro il Brighton, Momo Salah ha forse assestato una sterzata definitiva riguardo al suo futuro. Con 164 gol e 74 assist nelle 273 partite disputate in Premier League, e dopo essere diventato il quarto miglior marcatore nella storia del Liverpool, il messaggio scritto a coronamento di una vittoria sofferta pare portar con sé un certo senso di malinconia futura.
La scadenza di contratto di Salah (e quelle di Van Dijk e Alexander-Arnold) è la spada di Damocle con cui tutti i tifosi dei Reds saranno costretti a convivere da qua a fine anno. La situazione rimane sempre quella di un paio di mesi fa: a quanto risulta dalle parole dello stesso Salah, nessuno ha contattato l’entourage del giocatore per un possibile rinnovo, come invece sta avvenendo per Van Dijk, e di conseguenza questa sarà l’ultima stagione di Salah ad Anfield. Quest’incubo stava già per colpire i supporter del club a settembre 2023, quando l’Al-Ittihad aveva messo sul piatto $150 milioni di sterline, bonus compresi, per portare l’egiziano in Arabia, salvo poi vedere il Liverpool rifiutare quella proposta.
Top of the table is where this club belongs. Nothing less. All teams win matches but there’s only 1 champion in the end. That’s what we want. Thank you for your support last night. No matter what happens, I will never forget what scoring at Anfield feels like. pic.twitter.com/c2rVHQxjK8
— Mohamed Salah (@MoSalah) November 3, 2024
"È incredibile, è straordinario: 164 gol segnati, superato Robbie Fowler ora è all'inseguimento di Thierry Henry", ha detto a Match of the Day sulla CBS un Micah Richards isterico. “Si continua a parlare del contratto, lo rinnovano oppure no? Devono rifirmarlo! È fondamentale offrirgli un contratto biennale a fine stagione. Adesso ha 32 anni, ne farà 33 in estate, il nuovo accordo lo porterà fino a 35 anni. La cosa speciale di Salah è che non deve per forza giocare bene per segnare grandi gol in grandi momenti – e questa è la differenza tra un ottimo giocatore e un top player”.
Tutto quello che ha detto Richards è condivisibile, ma sembra che in primis sia il giocatore a voler provare un'esperienza nuova, e al momento sta ancora valutando come andrà questa stagione per poi decidere che strada prendere. Il Liverpool, comunque, negli ultimi anni si è cautelato acquistando giocatori come Gakpo e Chiesa sugli esterni. Certo, non sono paragonabili all’egiziano, d'altra parte chi lo è?
Questo Forest fa sognare
La vittoria per 3-0 sul West Ham ha permesso al Nottingham Forest di ottenere la terza vittoria consecutiva in Premier League in questa stagione. La sconfitta dell’Aston Villa di domenica, poi, ha certificato il terzo piazzamento in campionato dei Reds, davanti all’Arsenal e ai Villans e dietro solamente al Liverpool e al Manchester City: la posizione più alta da 26 anni a questa parte.
Nottingham Forest have made their best start to a Premier League season since 1994/95, where they finished third 🌲 pic.twitter.com/x7DpgGhYYB
— Sky Sports Premier League (@SkySportsPL) November 3, 2024
A inizio novembre di tre anni fa, il Forest era diciottesimo in Championship: di quella squadra è rimasto solo Ryan Yates, tutti gli altri giocatori sono cambiati. Ora, tre anni e €420 milioni spesi dopo, la squadra di Nuno Espirito Santo sogna un piazzamento in Europa nella prossima stagione, forte anche di una difesa granitica, seconda per reti subite subito dietro al Liverpool. L’allenatore ex Wolverhampton sta chiedendo alla squadra di continuare con il proprio gioco e addirittura di migliorare, perché nel calcio chi si ferma è perduto. Il Forest gioca un calcio d’altri tempi, fatto di difesa e ripartenze, spesso brutto da vedere: al presidente Marinakis, però, non credo che questo ora interessi, fintanto che la propria squadra si trova nelle parti nobili della classifica.
Long Story Short
Il direttore sportivo dell'Arsenal Edu lascerà il club per andare alla corte di Marinakis, presidente del Nottingham Forest e dell'Olympiacos.
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