Logo sportellate
Torino Fiorentina Kean
, 3 Novembre 2024

Torino-Fiorentina 0-1, Considerazioni Sparse


Ancora una vittoria per la Viola, che non perdona al Toro un'unica, grave ingenuità.

La Fiorentina non si ferma più. Quinta vittoria consecutiva (settima contando le gare di Conference), momentaneo secondo posto in condominio con l'Atalanta, altro 0-1 corsaro e sudato dopo quello di Marassi, stavolta contro un Torino combattivo e financo sfortunato, ma soprattutto ancora lontano dal risalire la spirale nella quale i granata si sono cacciati dopo il buon avvio di stagione. Condizione eguale e contraria a quella dei "gemellati" gigliati: dopo un inizio di annata tentennante, l'ottobre magico della squadra di Palladino prosegue anche in questo avvio novembrino, che profuma di vertice della classifica e mostra una squadra in grande fiducia, capace di centrare l'obiettivo anche nei momenti di difficoltà.

In una gara dove a farla da padrone sono i blocchi bassi difensivi e i tanti duelli individuali, dove la circolazione della palla è farraginosa per entrambe le squadre e l'errore di gestione è sempre dietro l'angolo, il Torino è colpito e affondato dalla zampata letale del rientrante Moise Kean (quinto gol in campionato, ottavo stagionale), bravo ad approfittare della tragica lettura di Maripan su un lancio disperato di fine primo tempo e e a battere Milinkovic-Savic in uscita. Sembra riduttivo (e non vuole esserlo, viste anche le sperimentazioni tattiche proposte da Palladino anche a Torino) e perfino ripetitivo scriverlo ancora, ma oggi la Fiorentina può godere anche dell'incisività e dell'affidabilità dei suoi giocatori per spostare l'ago della bilancia delle partite. Contro il Genoa erano stati Gosens e De Gea, oggi è di nuovo Kean, che ribadisce il suo stato di forma e la sua centralità tecnico-tattica in questa squadra, peraltro ancora orfana di Gudmundsson.

Pro e contro: in casa viola le necessità di far rifiatare Cataldi e Adli portano Palladino a riconfermare tre caselle già viste in chiaroscuro contro il Genoa, ovvero la retrocessione di Bove nella coppia di mediana con accanto Richardson in veste di uomo d'ordine, e Sottil esterno alto mancino. Un 4-2-3-1 più canonico rispetto alle uscite con l'ex romanista sulla carta più avanzato, ma in realtà nelle vesti di ala tattica su quella corsia, che sul piano della fluidità di gioco ha confermato le stesse criticità viste a Marassi. In questo, una variabile interessante messa in atto dai viola è stata il dirottamento in fase di sviluppo di Gosens sulla corsia intermedia, per isolare Sottil negli 1vs1 e far saltare i riferimenti in pressione dei granata. Soluzione riuscita a metà, vuoi per le solite problematiche di Sottil al momento dell'ultima giocata, vuoi per la poca pulizia nel servire l'ex atalantino nelle sue invasioni, vuoi per le difficoltà del duo in mediana di giocare buoni palloni in avanti.

Marcus Pedersen è probabilmente il giocatore che più ha spiccato in positivo per il Torino, e soprattutto è stato il più vicino a raddrizzare la partita per i granata. Duello intenso il suo con Gosens, dove da un lato il tedesco ha tenuto botta sui duelli, dall'altro ha sofferto l'esuberanza del danese, soprattutto nell'assorbirne i movimenti senza palla. Pedersen è stato, specie nella ripresa, il fulcro di una manovra granata intensa ma poco organizzata, e l'unico ad avere quella vena di creatività capace di far saltare la solida cerniera difensiva viola (magistrali Comuzzo e Ranieri). Il palo da lui colpito a De Gea battuto al minuto 71 è al tempo il picco della spinta offensiva, e il punto di arresto del tentativo di riscossa del Toro.

Da ingenui, o da stolti, parlare di espedienti tattici improvvisati sul momento per evidenziare la capacità di tenuta della Fiorentina in queste gare tirate. Se da un lato Palladino ha già da tempo riorganizzato il sistema difensivo dei viola (ritorno della linea a quattro, più attenzione alla copertura degli spazi, marcature a uomo nella zona e non con duelli a tutto campo, e grande densità nelle fasi di blocco basso con notevoli richieste di sacrificio in copertura degli esterni offensivi), dall'altro c'è il fattore psicologico di questo cambio di riferimenti, che è stato decisivo nel rassicurare la squadra dopo le prime prestazioni negative. Come detto, e al netto delle differenze tecniche, è la situazione opposta del Torino: come contro la Roma i granata, pur con tutt'altra prestazione emotiva, pagano errori autolesionistici e colpi di sfortuna (oltre al palo di Pedersen pareggiato pochi minuti dopo da Mandragora su punizione, c'è anche il ko di Che Adams in avvio di gara) e un livello di fiducia nei propri mezzi che appare oggi in crollo verticale dopo le prime, pimpanti uscite di agosto. Non le condizioni ideali in vista del derby della Mole.

  • Scribacchino sull'ala sinistra. Fiorentina o barbarie dal 1990. Evidenzio le complessità di un gioco molto semplice.

Ti potrebbe interessare

Pietro Comuzzo, più che un mastino

Guida ai Maestri delle ATP Finals 2024

Perché Red Bull dovrebbe comprare il Torino

Guida alle italiane in Europa e Conference League

Dallo stesso autore

Fiorentina-Pafos 3-2, Considerazioni Sparse

Pietro Comuzzo, più che un mastino

Roma-Fiorentina 1-0, Considerazioni Sparse

Fiorentina-Hellas Verona 3-1, Considerazioni Sparse

APOEL Nicosia-Fiorentina 2-1, Considerazioni Sparse

Fiorentina-Inter 2-1, Considerazioni Sparse

Genoa-Fiorentina 0-1, Considerazioni Sparse

Fiorentina-Roma 5-1, Considerazioni Sparse

Lecce-Fiorentina 0-6, Considerazioni Sparse

Juventus-Roma 2-1, Considerazioni Sparse

Newsletter

pencilcrossmenu