Boston Celtics, uno sguardo alla preseason
Ad una settimana dal season opener quali sono le aspettative dei Celtics per la nuova stagione NBA?
La Preseason NBA è simile per certi versi alle amichevoli calcistiche che vengono disputate in estate. Ovviamente lascia qualche spunto di riflessione, ma non può essere presa come dato certo o inappuntabile. Attira la curiosità dei più appassionati perché ti permette di vedere più spesso i rookies o i giocatori che attualmente hanno ancora un contratto non garantito e che stanno lottando per convertirlo in uno standard contract. È simpatica anche perché grazie ad essa puoi iniziare a farti qualche idea sulla stagione che verrà oppure puoi porre attenzione su un nuovo modo di giocare o su qualche nuovo set offensivo/difensivo delle squadre.
Insomma, ci sono ottimi motivi per gustarsela. I Boston Celtics, con la sconfitta esterna di questa notte contro i Toronto Raptors, hanno terminato il loro giro di amichevoli che li ha portati da Abu Dhabi fino al Canada e si appresteranno ad ospitare tra poco meno di una settimana i New York Knicks al TD Garden di Boston. Sarà una serata emozionante e storica in quanto coinciderà con la consegna degli anelli e con l’innalzamento del tanto atteso banner numero diciotto. A così poco dall’esordio stagionale quali sono i punti di domanda sui Boston Celtics?
Il primo punto di domanda riguarda il quindicesimo posto a roster. I campioni in carica NBA hanno ancora uno spot libero a roster e ci sono alcuni pareri discordanti per quanto riguarda la possibile firma di Lonnie Walker IV, che attualmente ha un contratto non garantito. I Celtics hanno tempo fino a sabato alle 17 (orario costa Est) per prendere una scelta su questo tema, ma che cosa li frena? La motivazione non è sicuramente di natura tattica o tecnica. Walker è reduce da due buone stagioni a livello di numeri: 11.7 di media con i Lakers con il 37% da tre punti e 9.7 di media con i Nets con il 38% dall’arco. Il suo fit nello scacchiere di Mazzulla sarebbe molto buono, ma soprattutto allungherebbe le rotazioni non solamente in Regular Season, ma anche ai playoff. Il contro è essenzialmente il lato economico.
Boston è in Second Tax Apron (sostanzialmente una seconda soglia salariale oltre la luxury tax, superata la quale una squadra subisce forti limitazioni sul mercato come penalità) ed attualmente ha il payroll più alto di tutta la lega, ma a causa della tax repeater il contratto di Lonnie Walker, che sarebbe un minimo salariale, impatterebbe di circa dieci milioni di dollari sul portafoglio dei proprietari dei Celtics. Gli insider oltreoceano hanno vagliato l’ipotesi secondo la quale Brad Stevens possa decidere di scaricare il contratto di Jaden Springer in modo da liberare spazio per firmare poi Walker. Per farlo, però, probabilmente sarà necessario cedere anche qualche futura second round pick, quindi è difficile che Stevens possa prendere questa scelta e perdere anche delle scelte al draft.
Due parole chiave sulla rotazione centri: non forzare il rientro di Kristaps Porzingis e non spremere Al Horford. Il lettone è stato il grande assente degli scorsi playoff, si è infortunato al polpaccio in Gara4 contro Miami ed è rientrato solamente in gara-1 delle Finals contro i suoi ex Dallas Mavericks disputando una partita stratosferica di raro dominio. Poco dopo, però, un problema alla caviglia che prima l’ha costretto a giocare da infortunato e che poi a fine stagione l’ha costretto all’operazione. Al Media Day ha detto di aver già iniziato a correre e sopportare contatti leggeri in allenamento, ma la parola “calma” sarà il mantra sia dei Celtics che di Porzingis stesso. Non ha senso rischiare e forzare il suo recupero: Kristaps è un giocatore a dir poco fondamentale per Boston, è un lungo che ti garantisce spacing, verticalità e nelle ultime stagioni ha anche fatto passi enormi in avanti in termini di rim protection.
Horford, invece, ha spento pochi mesi fa 38 candeline, a fine stagione il suo contratto scadrà e probabilmente arriverà anche l’annuncio del ritiro. Nonostante gli anni, però, zio Al ai playoff non ha fatto sentire la mancanza di Porzingis e si è rivelato indispensabile nella strada al titolo: 9.2 punti a partita (37% dall’arco), 7 rimbalzi (1.8 offensivi), 0.8 rubate e 0.8 stoppate. Il suo minutaggio durante la stagione diminuirà sicuramente proprio al fine di averlo fresco ed al meglio durante la postseason. Come verranno quindi spartiti i minuti? In questa preseason Luke Kornet è sempre partito titolare in assenza di Horford e probabilmente sarà il suo backup principale.
Xavier Tillman, dopo essere arrivato alla deadline da Memphis, si è impegnato molto per entrare nel miglior modo possibile negli schemi dei Celtics, ha risposto presente in Gara3 delle Finals con un’ottima prestazione e in offseason ha firmato un biennale. Ha lavorato molto sul tiro da tre punti, sulla sua shooting form e sul punto di rilascio: il risultato è stato un incoraggiante 55% in queste prime amichevoli stagionali. Difficilmente terrà queste percentuali, ma un suo upgrade in questa voce, insieme alla sua buona difesa, rappresenterebbe una buona opzione quantomeno in Regular Season. A loro due si può contare anche Neemias Queta, fresco di estensione contrattuale.
Cosa aspettarsi, invece, dalle stelle Jayson Tatum e Jaylen Brown? Arrivano entrambi da un’estate che ha offerto parecchi stimoli. Il prodotto di Duke non ha trovato molto spazio ai Giochi Olimpici e Brown - pur presentandosi da miglior giocatore delle Finals - non ha nemmeno ricevuto la chiamata di coach Kerr. Tatum ha scherzato al Media Day su questo, affermando che Mazzulla era probabilmente la persona più felice del mondo a sapere che non ha giocato molti minuti a Parigi. JT, inoltre, ha lavorato molto in offseason riguardo il suo jumper al fine di migliorare le percentuali al tiro, che son state il suo più grande neo ai playoff. Il fatto di essere finalmente arrivati a quel tanto atteso anello sicuramente toglie ad entrambi molte pressioni dalle spalle, ma l’intento dei due è lo stesso: riconfermarsi.
Best Case e Worst Case scenario? Facile: il miglior finale di stagione per i Boston Celtics coincide ovviamente con il back to back e la riconferma a campioni NBA. La peggiore delle opzioni, invece, è che alcuni dei giocatori più importanti incappino in infortuni e i Celtics non solo non riescano a bissare il titolo, ma che magari non arrivino nemmeno a lottare per vincere. Qua, però, entriamo già in domande a cui è impossibile rispondere in assenza di una sfera di cristallo, che non abbiamo.
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