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Juventus Roma 2-1
, 15 Ottobre 2024

Juventus-Roma 2-1, Considerazioni Sparse


Qualche spunto sulla sfida per eccellenza della Serie A femminile, giocata nella cornice del JStadium.

Punto tattico: quando non si è brillanti, si cerca soluzione alternative più articolate e più complesse per compensare ciò che non funziona. Ma attuare piani gara complessi è operazione molto più delicata proprio quando non si sta bene. Questo cane che si morde la coda è stato il cruccio di Alessandro Spugna, da settimane impegnato ad aggiustare un giocattolo che non sarà rotto, ma non riesce più ad essere la gioiosa macchina da guerra (cit.) delle ultime due stagioni. La forma critica di Kumagai davanti alla difesa e gli acciacchi delle esterne offensive hanno tolto punti-chiave tattici alla Roma, e il tentativo di porvi rimedio cercando continuità anche nell'undici titolare, con la riproposizione della formazione vincente contro il Wolfsburg, è fallito. Difficile difendersi su due linee da 4-4-2 quanto una laterale deve esser Dragoni, che in possesso va fin troppo dentro il campo a tutte le altezze. Difficile sfondare con le sole sovrapposizioni di Thøgersen, se il centro dell'area non viene attaccato. Difficile uscire dalla pressione in costruzione senza vertice offensivo, se la Juve fa pressing 1vs1 e non vuoi abbassare il raggio d'azione di Giugliano. Tutto troppo difficile per la Roma.

Il ritorno della grande Juve? Vuoi per il ritmo - di gioco e risultati - che le bianconere stanno tenendo, vuoi per le prestazioni tirate a lucido di Bonansea e Girelli, la Juventus di Canzi sembra quasi un tuffo nel passato, di quando la squadra bianconera cannibalizzava la Serie A. Ma era un'altra Serie A, forse era anche un altro calcio femminile. E Canzi, in quella che sembrava dover essere una Juve di passaggio, sta facendo ben più che un'operazione di revival: le bianconere, finita l'era dell'approssimazione tattica sotto la gestione Montemurro, sono una squadra brillante, proattiva, aggressiva, bella da vedere. Una squadra che si prende il rischio di mettere due esterne d'attacco come laterali di centrocampo, e di andare a pressare uomo su uomo sulla costruzione bassa della Roma, è una squadra innanzitutto in (ritrovata) fiducia. Un esempio? la differenza di prestazione di Cascarino in difesa, da giocatrice in balìa delle onde a braccetto fondamentale negli sviluppi della Juventus.

Per quasi tutta la gara le bianconere hanno dato una sensazione di controllo a tratti spaventosa, considerando che giocavano contro le campionesse d'Italia. Se si può affermare con discreta certezza che Spugna abbia sbagliato piano gara - e il doppio cambio all'intervallo fa pensare che il tecnico della Roma condivida questa sensazione - c'è il merito della squadra di Scanzi nell'aver, con precisione sistematica, minimizzato i propri punti deboli e esaltato quelli di forza. Le giallorosse non sono riuscite mai a manipolare la pressione avversaria, né a trovare quell'ampiezza necessaria per far abbassare la Juve. Anzi, troppo spesso Haavi è stata costretta ad abbassare il proprio raggio d'azione, chiamata a seguire le incursioni da dietro (vedasi primo gol) su quelle palle sopra che domenica la difesa della Roma non riusciva a gestire. Canzi con la sua Juventus ha vinto anche una partita a scacchi, nonostante il brivido finale del gol subito da Glionna.

Parliamo un attimo di Sofia Cantore: 9 presenze, 6 reti tra campionato e Champions. Ovvero, già eguagliate nel numero le marcature della scorsa stagione. Alcune davvero pregevoli, come quella contro il PSG nel preliminare di UWCL. Altre pesanti, come quella di domenica, o quella del 2-1 corsaro contro la Lazio nei minuti finali. Che sia, una volta definito il suo ruolo come ala offensiva capace di saltare l'avversario e stringere dentro, l'anno della consacrazione per la 25enne lecchese? Il ct azzurro Soncin probabilmente spera di sì: un'esterna offensiva incisiva sottoporta e in grado di puntare e vincere gli 1vs1 sarebbe un tassello fondamentale anche per le Azzurre.

Schatzer e Dragoni due eccellenze italiane. Lo hanno fatto apprezzare nei dettagli delle loro prestazioni, per il resto così diverse, del JStadium. Grande personalità e grande tecnica per entrambe, ruoli non ancora di leadership ma con prese di responsabilità non da poco anche in una delle partite più importanti della stagione. Domenica ha brillato più la stella altoatesina, nelle vesti di quel metronomo di centrocampo che proprio alla Roma è mancato domenica, mentre la fantasista di proprietà del Barcelona ha annaspato negli affanni tattici e atletici delle giallorosse. Schatzer e Dragoni, classe 2005 e 2006. Ma allora sono le bambine che giocano per strada.


Queste considerazioni sparse sono realizzate in collaborazione con Ceretta, pagina sul calcio femminile curata da Valentina Forlin.


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