Torino-Lazio 2-3, Considerazioni Sparse
Una Lazio bella e corsara risveglia il Torino dai sogni di gloria.
Una Lazio intraprendente scalza il Torino dalla vetta dopo una sola settimana: la squadra di Baroni si impone per 3-2 in trasferta, in una gara divertente, intensa, aperta fino all’ultimo minuto, prendendosi una vittoria importantissima. Questa gara chiude la settimana delle due squadre confermando quanto successo nei giorni scorsi: il Torino riaffonda dopo esser stato eliminato a sorpresa dalla Coppa Italia, mentre la Lazio prosegue sull’entusiasmo del bellissimo risultato ottenuto contro la Dinamo Kiev. Gara gestita perfettamente dai biancocelesti, che aprono subito le marcature con Guendouzi e poi segnano sempre nei migliori momenti granata, con il 2-0 di Dia ed il 3-1 di Noslin: in mezzo i granata provano a non mollare mai, ma i gol di Adams e Coco non bastano a tener a galla una barca che comincia inesorabilmente a mostrare le sue fragilità.
Baroni prepara la gara in modo eccellente, decidendo di lasciare al Torino il possesso ma schermando le soluzioni di manovra in prima costruzione. Dia e Guendouzi, autori delle prime due reti, sono prima di tutto autori di un eccellente lavoro sporco e hanno una grande fetta di merito nella riuscita di questo piano partita: il primo marca Ricci in fase di non possesso, il secondo detta alla grande il timing di attesa e riaggressione, e così facendo sono due fattori decisivi all’interno del match, che bagnano entrambi con la gioia del gol. Di fatto, la condotta di gara laziale ha ripreso quanto già svolto in questo stadio dal Lecce di Gotti, che aveva imbrigliato i granata due settimane fa col medesimo sistema: a differenza dei salentini però, i biancocelesti hanno aggiunto qualità sotto porta, portandosi a casa 3 punti meritati. Sulla preparazione del tecnico ex Verona non ci possono esser grandi dubbi, ma al di là dell’aspetto tattico, sembra che la sua Lazio stia acquisendo maggiore fiducia: questa vittoria, dopo quella conquistata in settimana in Europa League, può essere un primo crocevia della stagione.
Il Torino mostra difficoltà già viste in impostazione: quando i granata si trovano di fronte uno schermo ai propri playmaker Ricci e Ilic, sono costretti ad impostare con i 3 difensori, che però risultano estremamente macchinosi, lenti e poco creativi. Proprio da questa lentezza deriva il primo gol laziale, con Vojvoda che esita troppo in una zona pericolosa facendosi soffiare il pallone da quel demonio che risponde al nome di Nuno Tavares, che si lancia sulla fascia stappando di fatto il match. Qualcosa cambia quando Vanoli schiera il tridente, che costringe i centrocampisti ospiti ad arretrare, ma i due gol presi nella seconda frazione dimostrano come questo assetto, benchè affascinante, non possa essere sostenibile a lungo per i granata: ballano troppo in difesa i granata, e le verticalizzazioni ospiti sembrano coltelli affilati in un burro in cui l’unica solidità individuale è Saul Coco. Per il tecnico granata, oggi anche vittima di un rosso “da bisticcio” dell’arbitro Sozza (del perchè gli arbitri siano diventati così permalosi si potrebbe disquisire, ma non in questa sede), la coperta è corta: posto questo come dato certo, la necessità di trovare varianti tattiche comincia a mostrarsi in tutta la sua evidenza.
La Serie A ha un nuovo crack: le prestazioni di Nuno Tavares non possono più passare inosservate. Il terzino biancoceleste in questo momento sembra semplicemente fuori contesto per fisicità, una forza della natura dirompente che ara tutto quello che trova sulla corsia di sinistra: a questo, il laterale portoghese aggiunge una impressionante precisione nei passaggi, conquistando il record di 4 assist in 4 gare. Quando cala lui, cala la Lazio, e non può essere un caso: in questo momento l’ex Arsenal è per distacco il miglior giocatore del nostro campionato, e ci si chiede come sia potuto passare sottotraccia in Premier League ed ai top team dei migliori campionati europei. Altra sorpresa per la nostra Serie A, sebbene di dimensioni minori, è Che Adams: lo scozzese mette a segno il terzo gol in una settimana e, dopo Verona ed Empoli, salendo già a 4 stagionali e dimostrandosi fondamentale nello scacchiere dei granata, che si ravvivano solo con il suo ingresso.
Questa settimana ha mostrato tutti i limiti del Torino: prima la cocente eliminazione in Coppa Italia di martedì, poi questa sconfitta ci dice che la rosa granata non è all’altezza delle posizioni di classifica a cui aveva brindato in queste settimane. Chi pensa che il Torino sia ridimensionato da queste due gare si sbaglia: in realtà era sovradimensionato prima, perché la dimensione reale è figlia del mercato deludente confezionato dal presidente Cairo, costringendo Vanoli a far le nozze con i fichi secchi. Il Torino di oggi è inferiore a quello di un anno fa, avendo perso i migliori attori della scorsa stagione senza sostituirli a dovere (anche oggi i vari Maripan, Masina, Pedersen e Borna Sosa hanno fatto rimpiangere non poco i loro predecessori): sicuramente i granata hanno sorpreso e giocano bene a calcio, ma bastano due partite come queste a riportarli, bruscamente , con i piedi per terra.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.