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God Save the Premier
, 24 Settembre 2024

God Save the Premier #2 - Non solo City-Arsenal


I 100 gol di Haaland in Premier, i 18 di Jackson, i problemi di West Ham e Newcastle e Ryan Gravenberch

Buongiorno appassionati di calcio inglese (e non),

questa è God Save the Premier, una rubrica che vi terrà compagnia fino a fine stagione per raccontarvi con cadenza settimanale tutto quello che succede nel massimo campionato inglese di calcio. Uscirà ogni martedì, per darvi il tempo di recuperare dal solito weekend impegnativo a base di calcio e divano.

La rubrica sarà strutturata in questo modo: un tema centrale sviluppato in chiave tattica (nell'uscita di oggi: Manchester City-Arsenal, a.k.a. il match dell'anno); due o tre avvenimenti che hanno attirato l'attenzione, spesso situazioni di partite, descritte in poche righe ma nella maniera più esaustiva possibile (oggi: Nicolas Jackson silenzia le critiche e le lacune del West Ham, Ryan Gravenberch torna a dimostrare tutto il suo talento e la prima sconfitta del Newcastle, nell'aria da un po'), un po’ di cose in breve successe dal passato numero della rubrica a oggi.

Spiegazione terminata, cominciamo!


Manchester City-Arsenal, a.k.a. il match dell'anno

Le due squadre più forti della Premier League si affrontavano non tanto per decretare quale delle due fosse più forte - come molti giornalisti e opinionisti sostenevano -, essendo solo alla 5° giornata di campionato, ma per cercare di consolidare i trend visti in questo inizio di stagione: da un lato il Manchester City, squadra finora inarrestabile nelle prime 4 partite della massima serie inglese che era però incappata in un pareggio contro l’Inter in Champions League; dall’altro l’Arsenal con 10 punti conquistati nelle prime uscite di Premier, uno scialbo pareggio in Champions League contro l’Atalanta e l’infortunio di Ødegaard da assimilare in vista dei prossimi mesi.

Guardiola ha schierato un (tra molte virgolette) 4-2-3-1, con Gündoğan, incaricato come suo solito a far da spola tra la linea bassa di centrocampo e quella alta, al fianco di Rodri, Walker e non Lewis in difesa – il terzino ex Tottenham rimaneva bloccato in fase di impostazione permettendo a Gvardiol di alzarsi sulla linea di Rodri – e Savinho e Doku sull’esterno, contando di capitalizzare sul potenziale mismatch con i terzini dell’Arsenal.

Arteta, dal canto suo, ha schierato la stessa formazione che ha presentato a Bergamo, solo con Calafiori a sinistra, Timber a destra e White in panchina. Vedendo le formazioni, ho storto un po’ il naso sulla scelta di Calafiori: probabilmente il tecnico basco lo ha messo titolare per costringere Savinho a rivedere la sua posizione in fase di non possesso, soppesando pro e contro di avere un giocatore con il baricentro alto e non così rapido sullo stretto a cercar di contenere l’ex Girona.

Il gol con cui il Manchester City apre la partita, però, arriva appunto da una lettura sbagliata in primis dal difensore italiano, che viene depistato con una finta di corpo dello stesso Savinho, seguita dalla già nota distanza nel posizionamento tra i due centrali dell’Arsenal, Saliba e Gabriel, che hanno lasciato lo spazio ad Haaland di battere Raya.

Per il norvegese fanno 100 gol in 105 partite di Premier League, e una capacità imbarazzante di far sembrare facili dei gesti tecnici che facili non sono: anche nella rete di domenica, non è così banale calciare di collo, rasoterra, dritto, quando arrivi a quella velocità sul pallone.

Premier Haaland 100 gol

La felicità di Guardiola però dura poco: Calafiori prima e Gabriel poi ribaltano la partita per i Gunners, il primo con un tiro chirurgico che scavalca Ederson sul secondo palo e il secondo con uno schema da calcio d’angolo, preparato alla perfezione dal solito Nicolas Jover. Nel mezzo, la notizia più brutta del pomeriggio: la probabile rottura del crociato di Rodri. Poi, l’ennesimo colpo di scena arriva appena prima della fine del primo tempo, con l’arbitro che estrae il secondo giallo a Trossard per aver calciato il pallone dopo che l’arbitro stesso aveva fischiato fallo a sfavore dell’ex Brighton. La seconda frazione è un monologo dei Cityzens, in 11 contro 10, che arrivano a calciare 28 volte (VENTOTTO) dalle parti di Raya, fino a trovare il gol del pareggio al 97’ con Stones.

C’erano pochi dubbi sulla tattica difensiva di Arteta nella ripresa, già in difficoltà nei primi 45’, ce ne sono stati molti di più invece su quella adottata da Guardiola. Nelle due immagini sotto, The Athletic mostra il 3-1-5-1 in fase di possesso del City: se nel primo tempo questa sistemazione è condivisibile, nel secondo tempo i padroni di casa hanno trovato pochissimi spazi tra i giocatori dei Gunners, che hanno terminato con un 6-3-0 barricati nella propria area, tanto che sono stati costretti a tirare spesso da fuori area, con giocatori poco abili in questo fondamentale, avendo solo in un caso un xG superiore a 0.10 (il gol di Stones).

Il 3-1-5-1 del City nel primo tempo
E nel secondo

È vero che Raya ha fatto alcune grandi parate, ma forse un adattamento tattico (magari mettere in area i giocatori più abili nel colpo di testa e lasciare i tiratori a battere da fuori, un’ipotesi) doveva essere fatto.

Nicolas Jackson silenzia le critiche e le lacune del West Ham

Ad aprire la giornata di Premier ci ha pensato la doppietta più un assist di Nicolas Jackson, salito a 4 gol e 2 assistenze nelle prime 5 gare di campionato. Da quando è arrivato a Londra il senegalese ha dovuto subire una pioggia di critiche, dal non essere un numero 9 da Chelsea all’avere segnato solamente 14 gol nella sua prima campagna inglese. Non a caso i Blues quest’estate hanno fatto vari tentativi ver Osimhen, salvo poi soccombere di fronte alla richiesta di De Laurentis e del Napoli per il cartellino del nigeriano. Quest’anno, l’ex Villarreal sembra tuttavia aver cambiato marcia: con i 4 gol di questo inizio stagione, è arrivato a 18 reti nelle sue prime 40 partite di Premier, meglio di attaccanti del calibro di Drogba, Suárez e Van Persie in questo lasso di tempo. Il Chelsea non ha comprato un nuovo centravanti, ma ne ha trovato uno già in casa.

La vittoria per 3-0 dei Blues è arrivata in casa di un West Ham sempre più alla ricerca di sé stesso. “Non siamo mai stati in partita e questa è una cosa orribile da dire. È stata una giornata deludente a tutto tondo”. Il commento post partita di capitan Bowen unito alla frase scritta da Roshane Thomas su The Athletic, cioè che il senso di urgenza dei difensori del West Ham è stato paragonabile a quello dei tifosi degli Hammers all'inizio del secondo tempo, non ancora tornati ai propri posti a sedere impegnati a far la coda per l'hot-dog. La perfetta cartolina di questo inizio di stagione della squadra di Lopetegui.

L’ex tecnico del Wolverhampton ha descritto come “soft goals” quelli subiti contro il Chelsea, che hanno portato alla terza sconfitta nelle prime tre partite di campionato in casa, evento mai accaduto prima d’ora nella storia degli Hammers. Le lacune di questo West Ham sono evidenti sia in difesa che in attacco. Il reparto arretrato, a mio avviso, manca un po’ di qualità: Wan Bissaka, Mavropanos, Kilman e Emerson sono dei buoni giocatori, ma nessuno destinato a diventare un top nel proprio ruolo. È vero che i due mediani, Alvarez e Rodriguez, sono due buonissimi centrocampisti, ma la porosità della fase difensiva degli Hammers in questo inizio di stagione farà sicuramente pensare al coach spagnolo un cambio nello stile di gioco oltre che degli interpreti.

Per la fase offensiva, invece, il dato che salta all’occhio è quello dei gol segnati: 6 gol nelle prime 6 partite di stagione (compresa quella di Carabao cup vinta conta il Bournemouth) contro i 13 segnati nello stesso lasso di tempo sotto Moyes l’anno scorso, avendo giocatori del calibro di Kudus, Paqueta, Summerville, Bowen, Füllkrug, Ings e Antonio. Probabilmente è solo questione di tempo prima che Lopetegui trovi una quadra, ma per allora il West Ham è chiamato a rimanere in linea di galleggiamento in vista di più rosei futuri.

Ryan Gravenberch torna a dimostrare tutto il suo talento

Tra i tanti cambiamenti apportati da Arne Slot a Liverpool, il passaggio dal centrocampo a 3 a quello a 2 è passato troppo sotto traccia. Si parla giustamente del pressing in fase di non possesso e della posizione alta di Salah e Diaz, ma tutto questo è permesso grazie alla posizione più alta di Szoboslai e alla mediana composta da Mac Allister e Gravenberch.

In merito a questi due, se sull’argentino, entrando in questa stagione, c’erano pochi dubbi, sull’olandese le prestazioni (poche) offerte a Monaco e il primo anno ad Anfield sotto Klopp avevano dimostrato un enorme potenziale, difficile però da mettere in campo al servizio della squadra, tanto che in estate la dirigenza dei Reds ha cercato invano di strappare Zubimendi alla Real Sociedad. La prestazione contro il Bournemouth, e in generale tutto l’inizio di questa Premier, ha mostrato invece che tutto quel potenziale può essere espresso in modo efficace e determinante.

“Ora vedete un Gravenberch pieno di fiducia” ha detto Arne Slot al termine della partita di sabato. Potrebbe essere questa la posizione naturale del centrocampista olandese: mediano, in grado di progredire palla al piede con la sua eleganza per spezzare le linee di pressioni avversarie.

Gravenberch è riuscito a guadagnarsi prima di tutto la continuità in campo, dato che era da marzo-aprile 2022 che non giocava almeno 6 gare consecutive. Per il resto, il talento è tutto lì da vedere.

La prima sconfitta del Newcastle era nell'aria

Contro il Fulham è arrivata la prima sconfitta in campionato, ma già le precedenti partite avevano mostrato delle crepe nelle prove offerte dai Magpies, sia in difesa che in attacco. I soli 33 gol subiti nella prima stagione di Howe, nel 2022-2023, sono sembrati essere un traguardo irraggiungibile tanto l’anno scorso, chiuso con 62 gol incassati, quanto quest’anno, dove sono già 6 le conclusioni che hanno superato Pope. Sabato contro il Fulham, il Newcastle ha subito 22 tiri, di cui 11 verso la porta, subendo 3 reti a fronte di 2.29 xG.

Come riportato da Opta Analyst, sono la sesta peggiore squadra per xG concessi, la terza peggiore per tiri concessi e la quarta peggiore per tiri in porta subiti a partita. Il terzo gol subito in questo turno, poi, con un pallone regalato da Bruno Guimaraes a Reiss Nelson a centro area, ha mostrato anche il motivo per il quale la squadra è ultima per errori che portano ad un tiro e penultima per errori che portano ad un gol, dietro solo al non invidiabile Southampton.

Nell’aria di rigore avversaria la faccenda non si fa molto migliore: l’1.33 di xG prodotti per 90’ si classifica al dodicesimo posto in campionato, a cui va aggiunta la media del quinto minor numero di tiri totali (11,2) e l'ottavo per tiri in porta (4,0). Questi dati non colgono di sorpresa, considerando che i loro 18,8 tocchi nell'area avversaria per 90’ sono il terzo valore più basso di tutta la Premier.

Long story short

  • Secondo Rodri, i giocatori sarebbero vicini ad uno sciopero per via delle troppe partite da disputare.
  • Il Manchester City sta dando una mano alla FIFA per vendere i diritti televisivi del Mondiale per Club.
  • Il gruppo Friedkin, proprietario della Roma, ha raggiunto l'accordo per acquistare l'Everton.

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