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Atletico Madrid-Lipsia
, 19 Settembre 2024

Atletico Madrid-RB Lipsia 2-1, Considerazioni Sparse


Gimenez fa sorridere i Colchoneros nel finale.

È Gimenez ad abbattere il muro del Lipsia all’ultimo respiro. L'Atlético vince, ma lo fa senza convincere fino in fondo. I Colchoneros sono come Giano e giocano una gara a due facce. Quella del primo tempo è positiva: ottimo pressing, tanta voglia ed entusiasmo di arrivare alla vittoria nonostante l’inizio complicato. Quella della ripresa è più triste, caratterizzata da un atteggiamento poco volenteroso ed un attacco statico che si fa ingabbiare dalle due linee strette e chiuse dei tedeschi.

L’Atlético comincia con entusiasmo, ma arriva subito una doccia gelata. I Colchoneros tengono il possesso del pallone sin dalle prime battute, ma al 4’ una palla persa da De Paul nella trequarti avversaria permette al Lipsia di scatenarsi in contropiede con Openda. Il belga arriva in area e calcia subito, Oblak compie un miracolo, ma non può nulla sul colpo di testa di Sesko che insacca sulla respinta. I ragazzi di Simeone reagiscono da subito, ma con poco ordine. Aumentano il livello del pressing, cercano di creare con De Paul ed usano molto la corsia di sinistra con Riquelme e Reinildo che si alzano spesso e si sovrappongono. Inizialmente la pressione ultra offensiva dell’Atlético porta anche dei frutti e Griezmann si divora il pari dopo un’indecisione di Gulacsi in fase d’impostazione. I Colchoneros cambiano poi filosofia, non pressano più come indiavolati, ma sono più attendisti e lasciano i difensori tedeschi passarsi la sfera per poi aggredirli a centrocampo. Gli ospiti dal canto loro accettano anche questa strategia e cercano di addormentare i ritmi per poi tentare ogni tanto un lancio lungo per Openda in modo da sfruttare la sua velocità. Nel momento di difficolta, però, arriva la giocata del campione. I rojiblancos son bloccati, ma Correa si abbassa a ricevere palla da De Paul in uno scambio tutto argentino, Llorente si allarga a destra come il suo solito, riceve e crossa in mezzo: sulla palla arriva Le Petit Diable che con un destro al volo ristabilisce il pari. Fino ad allora il francese sembrava un po’ spento e fuori dal gioco, ma gli è bastato un solo pallone per mettere la sua firma. La rete infiamma il Metropolitano ed anche tatticamente l’Atlético comincia a trovare più ordine. I padroni di casa gestiscono bene la sfera ed eludono senza errori o forzature il pressing del Lipsia che comincia a diventare più insistente. I tedeschi cercano di prendere il pallino del gioco in mano, ma i Colchoneros non si spaventano ed accettano il palleggio. Griezmann spesso e volentieri si allarga a sinistra per dare ampiezza e permettere a Julián e Correa di avere il corridoio centrale più libero, ottimo anche Koke che spesso si abbassa sulla linea dei centrali di difesa per impostare in modo che Reinildo possa allargarsi.

Calano un po’ i ritmi nella ripresa ed è anche abbastanza deludente, i ragazzi del Cholo alternano momenti di grande pressing ad altri di attesa dove aspettano il Lipsia posizionandosi con un 5-3-2 solido e difficile da scalfire. Offensivamente poi si trasformano, Riquelme e Marcos Llorente si allargano e vengono cercati spesso da Koke e De Paul che sono quelli che impostano maggiormente, ma cominciano a diventare prevedibili e mancare di costanza e lucidità. Ecco perché Simeone quando scocca l’ora di gioco decide di sparigliare un po’ le carte in tavola con un quadruplo cambio in pochi minuti: fuori Riquelme, Correa, De Paul ed un evanescente Julián Álvarez per Samuel Lino, Molina, Gallagher e Sorloth. Il Cholo opta per maggiori forze fresche oltre che per una punta di peso, inoltre l’ingresso dell’ex laterale dell’Udinese al posto di Correa permette a Llorente di accentrarsi per andare a giocare insieme a Griezmann alle spalle del 9 norvegese. I tedeschi rinunciano alla difesa alta ed al pressing, stanno bassi in fase di non possesso e si posizionano con due linee chiuse in attesa di recuperare palla e ripartire grazie alla velocità di Openda e Xavi Simons. La trama è sempre la stessa, quasi noiosa e senza sviluppi interessanti, ma al 90’ arriva il plot twist finale. Sugli sviluppi di un corner che sembrava innocuo Le Normand recupera una respinta della difesa teutonica, serve Griezmann che di destro trova Gimenez che di testa firma il gol vittoria, panchina in campo e l’uruguaiano bacia lo stemma sotto la curva rojiblanca.

L’Hombre del Partido? Troppo facile: Antoine Griezmann. Primi venti minuti un po’ anonimi, ma poi da campione qual è sale in cattedra. Firma il pari, gioca la sua solita gara a tutto campo ed alla fine ha ancora la lucidità per pescare José Maria Gimenez in area. Fino a quando è rimasto in campo merita una menzione anche Rodrigo De Paul, sempre più pedina fondamentale nello scacchiere di Simeone. Corre, recupera palloni e smista anche bene creando pericoli ed innescando gli esterni. L’argentino ormai è un giocatore totale. Tra le fila del Lipsia il migliore è Castello Lukeba, chiude bene Julián prima e Sorloth dopo, sempre attento e pulito. Ancora un po’ impalpabile Álvarez che fatica anche stasera a lasciare il segno, deve ancora entrare bene nei meccanismi dei Colchoneros. Lavora tanto per la squadra e s’impegna molto, ma in zona gol non è ancora riuscito ad essere concreto.

In generale non è stata una gara entusiasmante. L’Atlético ha dato le sensazioni dello studente che studia il minimo indispensabile per arrivare alla sufficienza potendo dare molto di più. Nella prima frazione di gioco ha reagito bene allo svantaggio, ha cercato il pari e l’ha trovato meritatamente. Nella ripresa non ha spinto più di tanto e quando l’ha fatto è sempre stato prevedibile, tanto che la rete decisiva è arrivata sugli sviluppi di una palla inattiva. Quello che conta, alla fine, è che i Colchoneros hanno iniziato la nuova Champions League con tre punti, sul resto c’è da lavorare, in particolare alla convivenza di Griezmann-Julián-Sorloth, perché è la strada da seguire, ma il Cholo non ne sembra troppo convinto.

  • Nato nel nuovo millennio in provincia di Torino. Appassionato di sport, romanticismo, scrittura e di tutto ciò che è argentino. Juventino, con passione per la Madrid dei Colchoneros.

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