Manchester City-Inter 0-0, Considerazioni Sparse
L'Inter soffre ma a Manchester è comunque buona la prima, la Champions dei nerazzurri parte bene.
La sfida tra gli Oasis e Cochi e Renato finisce con uno zero a zero ricco di occasioni e rimpianti da ambo le parti. L'Inter tiene botta ai padroni di casa del Manchester City e pone il primo, fondamentale e preziosissimo mattoncino per il passaggio del turno. Quella che va in scena tra Inzaghi e Guardiola è una sfida ad altissimo contenuto tattico che rende anche un pareggio a reti inviolate estremamente piacevole anche per gli osservatori terzi: come previsto il City controlla i ritmi e ha il maggior numero di occasioni ma l'Inter regge alla pressione dei Cityzens e non si accontenta di giocare di rimessa, anzi. Tra l'indecisione di Darmian e i troppi errori decisivi sotto porta, per l'Inter c'è addirittura spazio per recriminazioni. Ma a conti fatti, il pareggio è il risultato più giusto per entrambe.
L'Inter sa di dover giocare una partita di sofferenza e di eccezionale intensità e concentrazione, ma lo fa con esperienza e autorevolezza. Il primo tempo ricorda a grandi linee quella che i nerazzurri disputarono in casa del Barcellona circa due anni fa: i padroni di casa favoriti controllano ritmo e possesso mentre la priorità dell'Inter è amministrare bene gli spazi e l'ampiezza ma è bravissima nel superare con il fraseggio stretto la pressione del City e a trovare in verticale Thuram e Taremi, autori di due ottime prestazioni. Certo, il City è forse la squadra più forte del mondo e lo dimostra con la facilità con cui riesce a rendersi terribilmente pericolosa quando decide di approfittare dei passaggi in cui l'Inter decide di tirare il fiato e permette alla squadra di Guardiola di alzare il baricentro. La linea che separa un primo tempo d'equilibrio da un doppio passivo è spessa quanto le gambe salvifiche di Calhanoglu.
La squadra d'Inzaghi aggredisce bene il secondo tempo approfittando d'un calo d'intensità del City che deve riorganizzarsi dopo gli ingressi di Foden e Gündoğan. L'occasione, sprecata, di Darmian resta ad imperitura memoria di una partita che, nonostante il risultato soddisfacente, poteva avere un esito diverso se l'Inter non avesse dovuto fare i conti con il problema che attanaglia i nerazzurri ormai da parecchio tempo, ovvero la difficoltà di convertire in rete le azioni da gol nei momenti più delicati delle partite, in particolar modo in quelle europee come ci ricordano le ultime due eliminazioni di Lautaro e compagni. Il Manchester ribatte con un abbondante numero di occasioni costruite nel modo tumultuoso che solo questa squadra in mano a Guardiola sa fare e ha una grossa voce nel capitolo recriminazioni ma sprecare così tante occasioni fuori casa e in una partita così delicata assume dei tratti quasi criminosi.
Nell'ottima partita dell'Inter il miglior in campo è senza dubbio Nicolò Barella, questa sera in versione capitano. In quella che è probabilmente la miglior prestazione della sua carriera interista, il centrocampista della Nazionale impressiona per l'autorevolezza con cui amministra la prima fase d'impostazione e gestisce la palla dinnanzi alla difesa, oltre alla facilità con cui riesce a scambiare nello strettissimo e a diventare così il motore delle principali occasioni nerazzurre. Ma è tutta la mediana dell'Inter a disputare una partita magistrale, tra un Calhanoglu che, come abbiamo già detto, è stato protagonista tra l'altro di uno sforzo difensivo clamoroso e uno Zielinski sontuoso nella gestione del pallone ma che è stato bravo anche a garantire equilibrio e coperture fondamentali. Menzioni speciali anche per Acerbi, Bastoni e Taremi, instancabile regista offensivo.
Nel complesso l'Inter può dirsi soddisfatta. Più dell'ottimo punto ottenuto in casa del Manchester City, Inzaghi può dirsi soddisfatto dei margini di miglioramento che la sua squadra ha dimostrato di avere. Al netto di una squadra limitata da una condizione fisica precaria di molti suoi titolari, l'Inter è riuscita a tener testa, di nuovo, a una delle migliori squadre del mondo. Ci sarà da lavorare: i nerazzurri ad esempio devono migliorare in fase di finalizzazione e continuare ad affinare la fase difensiva, ma la strada è tracciata e le sensazioni non possono essere che buone.
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