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, 18 Settembre 2024

Bologna-Shakhtar 0-0, Considerazioni Sparse


Neanche l'esordio in Champions League vale la prima vittoria stagionale del Bologna.

Tanta pioggia, poche emozioni e molto entusiasmo tra i tifosi: così si può riassumere l’esordio in Champions League del Bologna sessant’anni dopo l’ultima volta. I felsinei sbattono sul muro dello Shakthar Donetsk, ma per quanto un pareggio possa a volte lasciare qualche spunto positivo, non è questo il caso. La squadra di Italiano ci prova, ha anche l’atteggiamento giusto, ma non riesce mai a sfondare, attacca in modo confuso e spesso sconclusionato. Gli ucraini disputano una gara solida e compatta, rischiano poco e lasciano Bologna anche con il rimpianto del rigore fallito in avvio di gara. Niente da fare invece per i rossoblù, che mancano ancora una volta l’appuntamento con la prima vittoria stagionale ed infilano il terzo pareggio consecutivo, il quarto di queste prime cinque gare.

Rispetto alla gara contro il Como Vincenzo Italiano cambia il centrocampo e ritorna al terzetto che era partito titolare nelle prime due gare casalinghe di campionato contro Udinese ed Empoli. Assenti dal primo minuto, infatti, sia Pobega che Aebischer: è una scelta che crea discontinuità rispetto a quello che si è visto al Sinigaglia sabato. Al loro posto tornano al fianco di Freuler Moro e Fabbian, con quest’ultimo che spesso si alza sulla trequarti per sfruttare al meglio le sue doti di inserimento. In difesa vengono confermati Posch, Beukema e Lucumi, ma manca Miranda, sostituito da Lykogiannis. In attacco viene bocciato Dallinga dopo l’ora di gioco passiva contro il Como, e viene rilanciato titolare ancora una volta Santiago Castro, premiato dopo il gol+assist che ha permesso al Bologna di pareggiare sabato, con al fianco Ndoye e capitan Orsolini, chiamato a riscattarsi anche lui.

La prima frazione non è certo delle più indimenticabili che si siano mai viste in una serata europea. La pioggia è quasi la protagonista dei primi 45': il campo fradicio permette poche azioni palla a terra e si va con i lanci lunghi. Uno di questi, però, è quello che crea il brivido più grande per il Bologna in avvio di partita. Posch si fa scavalcare, Eguinaldo porta palla in area, ma viene abbattuto dall’austriaco; il direttore di gara, il norvegese Saggi, non può far altro che assegnare il rigore allo Shakthar Donetsk, ma per fortuna dei felsinei Skorupski è bravo ad ipnotizzare Sudakov. Il primo tempo si muove su binari ben definiti e non troppo emozionanti. Gli ucraini non si sbilanciano, attendono i rossoblù senza pressare esageratamente e senza scoprirsi troppo, d’altronde hanno tirato solamente una volta nello specchio della porta ed è stato in occasione del penalty. Il Bologna, dal canto suo, è abbastanza lento e poco lucido, forse spaventato dall'errore in avvio. Comprensibile, dal momento che si tratta dell’esordio in UCL. La squadra di Italiano crea poco, cerca spesso la corsia di sinistra con Ndoye e poco quella di destra, ma probabilmente sbagliando dal momento che i pochi tentativi sono arrivati tutte le volte che Orsolini ha avuto il pallone tra i piedi. Il leitmotiv rimane il solito, lo Shakthar non esagera, non cerca la giocata e cerca quasi di addormentare la partita. Tra le fila del Bologna il grande assente nel primo tempo è stato Fabbian, doveva essere colui che cambiava il centrocampo di Italiano dando dinamismo ed inserimenti, ma invece non è riuscito ad incidere ed è risultato impreciso nei passaggi, nei cross ed anche poco presente a livello di contrasti. Quasi uno specchio del Bologna stesso, imperfetto al tiro e nell’ultimo passaggio. L’unico vero brivido per la difesa ucraina arriva nel recupero della prima frazione, lo Shakthar risulta per la prima volta sbilanciato, Orsolini innesca Ndoye sulla sinistra che, arrivato al limite dell’area, vede il taglio di Castro, ma l’argentino non riesce a battere Riznyk che chiude bene in uscita.

In uscita dall’intervallo Fabbian sale di giri ed insieme a lui il Bologna. Nei primi minuti i felsinei sembrano voler costruire con un 4-1-4-1 con Moro e proprio l’ex Inter che avanzano per creare superiorità e mischiare un po’ le carte nella metà campo ucraina. I ragazzi di Italiano invertono la tendenza e cominciano ad arare la fascia destra con Posch che si sblocca e tende a sovrapporsi ad Orsolini per tentare dei cross in area. La prima chance nitida arriva da un cross centrale del numero 7 rossoblù che pesca l’ottimo inserimento di Moro, la palla arriva a Fabbian che, però, non riesce ad angolare il tiro e Riznyk riesce a respingere. Italiano vuole continuare ad alzare il ritmo, approfittare delle indecisioni dello Shakthar nella ripresa e provare a vincere la gara. In un solo colpo toglie Castro, Orsolini e Moro ed inserisce al loro posto Dallinga, Iling a giocare come esterno a piede invertito ed infine Pobega, che rispetto al croato è un incursore ancora più abile. Lo Shakthar, nonostante qualche indecisione nei primi minuti, si ricompatta ed in fase di non possesso si posiziona con due linee molto solide che il Bologna non riesce a scalfire fino alla fine, nonostante Fabbian spesso si alzi a fianco di Dallinga per attaccare e riempire l’area con quattro o cinque uomini.

L’impressione finale è che Italiano abbia ancora molto su cui lavorare e che oggi non abbia letto molto bene la gara in corso. Orsolini era stato uno dei pochi a creare qualcosa quando aveva il pallone tra i piedi ed infatti da quando è uscito il Bologna ha creato ancora meno. Dallinga ed Iling insieme faticano a coesistere, dal momento che l’olandese ha bisogno di cross e l’inglese come esterno a piede invertito non riesce a soddisfare le sue richieste dato che ha sempre bisogno di rientrare sul mancino. L’avventura europea poteva iniziare meglio, e al Bologna è mancato davvero l’allungo decisivo, che non sembrava nemmeno così lontano.

  • Nato nel nuovo millennio in provincia di Torino. Appassionato di sport, romanticismo, scrittura e di tutto ciò che è argentino. Juventino, con passione per la Madrid dei Colchoneros.

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