Guida alle italiane in Champions League
Quale sarà il percorso di Inter, Milan, Juventus, Atalanta e Bologna?
Inizia una nuova stagione calcistica, inizia una nuova Champions League. Tuttavia, come saprete già tutti, non è semplicemente una nuova Champions in quanto torneo che riparte da zero, come succede ogni anno. Quest'anno, di novità, ce ne sono parecchie e molto radicali. In primis, l'allargamento del numero di squadre - da 32 a 36 - e di conseguenza, una riforma radicale e inedita della struttura. Sebbene siamo certi che i nostri lettori siano preparatissimi sull'argomento, facciamo un breve recap per chi non avesse seguito, fosse ancora confuso dalla stranezza di un sistema unico nel suo genere o semplicemente volesse fare un ultimo ripasso prima del fischio di inizio. Tutti gli altri, possono passare direttamente al paragrafo successivo.
Secondo il nuovo formato, anziché avere i classici otto gironi da quattro squadre, ogni squadra giocherà otto (non più sei) partite - metà in casa e metà in trasferta - contro avversarie sorteggiate con il solito criterio delle quattro fasce del ranking UEFA. Ogni squadra giocherà contro due squadre appartenenti a ogni fascia. Non giocheranno più andata e ritorno, quindi, ma affronteranno ogni avversario sorteggiato una e una sola volta. I risultati di ogni partita decideranno un'unica grande classifica generale in cui sono inserite tutte le trentasei squadre. Alla fine di questa fase "a girone unico", le prime otto si qualificheranno automaticamente agli ottavi di finale, mentre le squadre classificate dal 9° al 24° posto si sfideranno in spareggi con gare d'andata e ritorno per riempire la griglia degli ottavi. Le squadre che si classificano dal 25° posto in giù saranno eliminate senza possibilità di accedere alla UEFA Europa League.
Inter (Giuseppe Allegrini)
Quello dell’Inter è un calendario difficile, che rende l’ipotesi di una qualificazione diretta agli ottavi di finale complicata. A colpire è soprattutto la qualità delle principali rivali dei nerazzurri: l’Inter affronterà quelle che sono forse le tre migliori squadre per proposta e identità di gioco del calcio europeo. Contro le due inglesi e probabilmente soprattutto contro le Aspirine, l’Inter troverà pane per i suoi denti in termini di comprensione e applicazione dei principi di gioco più moderni e raffinati, in una serie di sfide che nel complesso di presentano come le più interessanti di tutta la competizione.
Le aspettative
Non è il caso di inserire l’Inter nel novero delle favoritissime per la vittoria finale, non fosse altro per l’enorme distanza che intercorre tra il mercato estivo e la profondità delle rose a disposizione di Real Madrid e Manchester City. La maturità e la sofisticatezza dell’Inzaghiball impongono però ai meneghini di ricalibrare, almeno in parte, le proprie priorità sul percorso europeo da affrontare e di mostrare di aver raggiunto una dimensione europea che l’Inter sembrava aver raggiunto, ma che l’eliminazione contro l’Atletico ha messo in discussione.
Ai nastri di partenza di Champions League si presenta una squadra sostanzialmente identica a quella che ha conquistato la Seconda Stella, con le uniche eccezioni rappresentate da Mehdi Taremi e Piotr Zielinski, giocatori dall’esperienza e caratura che non fanno altro che confermare la volontà dei nerazzurri di aggiungere profondità europea a una squadra che aveva dimostrato di avere ancora tanto da imparare sotto questo profilo. L’assenza di cessioni rilevanti ha permesso all’Inter di confermare il nucleo storico di Inzaghi, che l’allenatore piacentino sta portando sempre di più alla maturazione.
ll calendario
- Manchester City (trasferta) - mercoledì 18 settembre, ore 21
- Stella Rossa Belgrado (casa) - martedì 1° ottobre, ore 21
- Young Boys (trasferta) - mercoledì 23 ottobre, ore 21
- Arsenal (casa) - mercoledì 6 novembre, ore 21
- RB Lipsia (casa) - martedì 26 novembre, ore 21
- Bayer Leverkusen (trasferta) - martedì 10 dicembre, ore 21
- Sparta Praga (trasferta) - mercoledì 22 gennaio, ore 21
- Monaco (casa) - mercoledì 29 gennaio, ore 21
Gli avversari
Per l’Inter sarà davvero tosta ma forse proprio questo tipo di sfide così difficili e probanti dal punto di vista tattico sono ciò che serve alla squadra d’Inzaghi per compiere il salto di qualità definitivo. Se l’Inter che arriva a Istanbul è figlia delle vittorie di Liverpool e Barcellona, quella del futuro dovrà necessariamente passare dalle partite con City, Arsenal e Bayer 04. Al di là del risultato che fisiologicamente non potrà essere pieno, queste sfide sono un’occasione preziosissima per osservare, capire, adattarsi e migliorarsi e ciò può avvenire solo se ci misura con squadre altrettanto se non più forti.
Da non sottovalutare gli impegni contro Lipsia e Monaco, due squadre che si candidano a schegge impazzite di un format imprevedibile; le sfide contro Young Boys, Stella Rossa e Sparta Praga portano con sé un coefficiente di difficoltà legato soprattutto alla difficoltà di dover gestire la pressione di dover partire da favoriti e con l’obbligo di fare punteggio pieno.
A proposito di Istanbul e di voglia di riscatto, il sorteggio ha regalato all’Inter l’esordio più intenso dal punto di vista emotivo: la Champions League dell’Inter inizia in casa di chi aveva privato i tifosi nerazzurri della gioia più grande della loro vita calcistica. Il battesimo di fuoco in casa del Manchester City sarà una cartina di tornasole per capire quanto e come la squadra d’Inzaghi possa davvero competere con le squadre più forti del mondo. Ad ottobre andranno invece in scena le sfide contro la Stella Rossa a Milano e contro lo Young Boys in Svizzera, due sfide quasi inedite ma decisive per provare a incamerare punti in vista di un inverno che si preannuncia rigidissimo per la squadra di Inzaghi.
Tra novembre e dicembre l’Inter dovrà infatti affrontare il passaggio più difficile del calendario, quella che la vedrà scontrarsi con l’Arsenal e il Lipsia in casa e il Bayer Leverkusen in Renania, in un crescendo di scontri tra filosofie di gioco complete e moderne che ha quasi dell’epico. A gennaio, invece, il nuovo anno si aprirà con una pittoresca trasferta in casa dello Sparta Praga e finirà con la complicata partita casalinga contro il Monaco.
Il pronostico
È difficile fare una previsione sul punteggio con cui l’Inter chiuderà questa prima fase della nuova Champions. Come dicevamo poc’anzi, fare filotto nelle sfide più abbordabili del girone è un imperativo categorico per i nerazzurri e del resto negli anni della gestione Inzaghi l’Inter non ha mai sbagliato questo tipo di partite. Le due sfide più delicate del girone saranno poi quelle contro Lipsia e Monaco, che l’Inter avrà la fortuna di disputare in casa. Ottenere i sei punti da queste partite proietterebbe l’Inter quanto meno ai play-off con la probabilità di piazzarsi tra le prime otto in caso di almeno una vittoria contro City, Arsenal e Bayer. A voler essere ottimisti potremmo immaginare l’Inter chiudere così la prima fase con 17/18 punti, che potrebbero essere invece 12 o 13 se dovesse cannare i passaggi cruciali della qualificazione.
La trasferta da non perdere
Al di là della sortita a Manchester, l’itinerario europeo dell’Inter ha un sapore mitteleuropeo molto netto che si dipana tra la Svizzera, la Cechia e la Germania. Piuttosto però che andare a studiare le infrastrutture industriali dell’operosa Leverkusen o andare ad annegare le paure per la qualificazione in bilico nei boccali di birra di Praga circondati da altri turisti italiani, la trasferta più interessante per i tifosi interisti potrebbe essere quella che fa tappa a Berna, per immergersi nell’atmosfera medievale e fiabesca della città, visitare la Fossa degli orsi e la Zygtlogge per poi concedersi un’escursione tra le pittoresche cime delle Alpi svizzere.
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Milan (Antonio Belloni)
Fare una previsione sulle prospettive del Milan nella nuova Champions League è come tentare di prevedere l’aspetto di un bimbo non ancora nato. Se ci si dovesse misurare sulla base delle prime uscite stagionali, visualizzare nella massima competizione europea un Milan così squilibrato, privo di filtro, esposto di continuo agli stessi gol subiti, darebbe vita a un Grand Guignol di immagini macabre per i tifosi rossoneri: chiudere gli occhi e immaginarsi Vinicius o Luis Dìaz che si abbattono su una fascia già fatta a fettine da Zaccagni e Nuno Tavares in Serie A farebbe pensare a una cena troppo pesante o, comunque, a un incubo senza fine apparente.
Le aspettative
Ma si sa, il Milan degli ultimi anni è una squadra discontinua, imprevedibile: pigra quando l’impegno non è - per i suoi leader tecnici - abbastanza stimolante, improvvisamente ispirata nelle notti europee (si pensi alla Champions League di due anni fa). Ipotizzando che Fonseca abbassi il baricentro medio dei rossoneri, preoccupandosi di dare più copertura a una squadra finora apparsa generosissima nel regalare occasioni agli avversari, il Milan, in transizione offensiva, ha tanti uomini da Champions League, pronti a replicare notti come quella del favoloso sogno chiamato Milan-PSG, quando Loftus-Cheek sembrava il Saturno di Goya intento a divorare i centrocampisti parigini.
Il calendario
- Liverpool (casa) - martedì 17 settembre ore 21
- Bayer Leverkusen (trasferta) - martedì 1° ottobre, ore 21
- Club Bruges (casa) - martedì 22 ottobre, ore 18.45
- Real Madrid (trasferta) - martedì 5 novembre, ore 21
- Slovan Bratislava (trasferta) - martedì 26 novembre, ore 18.45
- Stella Rossa Belgrado (casa) - mercoledì 11 dicembre, ore 21
- Girona (casa) - martedì 21 gennaio, ore 21
- Dinamo Zagabria (trasferta) - mercoledì 29 gennaio, ore 21
Gli avversari
Secondo il calcolo statistico fornito da Opta, che prende in esame il livello di coefficiente di difficoltà delle avversarie da affrontare, al Milan è andata di lusso: è l'11° squadra col coefficiente medio di difficoltà più basso, con un valore medio di 89.6 (la prima è il PSG, con 92.4). Se è vero che il Milan gode del beneficio di dover affrontare diversi avversari, sulla carta, comodi (Brugge, Stella Rossa, Bratislava, Dinamo Zagabria) - che, ai fini della qualificazione, è ciò che più conta nel modello della nuova Champions - è altrettanto vero che l’approccio alla competizione sarà arduo.
Liverpool a San Siro prima del derby in Serie A, partita già delicata per il futuro di Fonseca; Leverkusen in trasferta tra Lecce e Firenze, Brugge in casa dopo la sosta. Alla 4° giornata, l’ultimo scontro proibitivo al Bernabeu, in un derby tra nobili del calcio europeo che vantano, sommate, 22 Champions League. Infine, le quattro partite in cui i rossoneri dovranno macinare punti.
Il pronostico
La sfera di cristallo non basta per prevedere cosa sarà il Milan tra una settimana, figurarsi quanti punti riuscirà a conquistare nel girone. Molto, però, potrebbe passare dall’esordio col Liverpool: se il Milan riuscirà a essere all’altezza della squadra di Slot, ritrovando solidità e ricompattando un gruppo che sembra già spaccato in due, allora la stagione dei rossoneri potrà subire una svolta.
In caso contrario, il rischio è quello di uscire dalle prime 4 giornate di Champions League con le ossa rotte. È vero, 10 punti dovrebbero bastare per assicurarsi un posto ai playoff, ma prendere fiducia nelle prime partite sarà di vitale importanza per raccogliere qualche bonus e avvicinarsi all’ultima fase del girone con meno pressione. 12-13 punti, se - un grosso se - la squadra rinsavisse, sono alla portata.La trasferta da non perdere
La trasferta da non perdere
Leverkusen è una città industriale: il calcio di Xabi Alonso è probabilmente ciò che di più bello abbia da offrire. Con Madrid si va sul sicuro: città meravigliosa, sfida affascinante, la possibilità di riabbracciare Carlo e vedere Kylian-Jude-Vini dal vivo.
Noi siamo però alternativi: quest’estate ho girato i Balcani in macchina con degli amici, e a metà tragitto, tra Budva (Montenegro) e Sarajevo (Bosnia), abbiamo incontrato un bolognese piuttosto eccentrico. Parlandoci di Zagabria, tra un sorso di birra e qualche Pringles masticata a bocca aperta, ci ha farfugliato: “È Milano… più piccola”. Attenzione solo ai Bad Blue Boys, curvaioli della Dinamo che hanno lo stesso vizio del Dottor Stranamore di Kubrick: ogni tanto, qualche misterioso meccanismo irriflesso gli fanno scattare il braccio teso mentre marciano verso lo stadio.
A Zagabria ho passato una sola notte: tornando a casa su un megaeconomico Uber da un’improbabile discoteca del centro, sbirciando dal finestrino i meandri delle vie della città, ho pensato: “Mi sembra più bella di Milano”. Se però vi piace il brutalismo jugoslavo alternato all’eleganza dei monumenti di origine austro-ungarica, è Zagabria la trasferta che fa per voi.
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Juventus (Alex Campanelli)
Dov'eravamo rimasti, con la Juventus in Europa? Alle magrissime figure raccolte nei primi due anni di Allegri-bis: la rovinosa eliminazione contro il Villarreal e dalla peggior prima fase della storia bianconera, un anno senza coppe europee dovuto alla penalizzazione inflitta alla Juve nel campionato 2022/23. La Giovane Signora costruita dal duo Giuntoli-Thiago Motta si affaccia sul palcoscenico europeo con tanti volti nuovi, un'identità rinfrescata e con la voglia di tornare a competere il prima possibile con le big continentali.
Le aspettative
La rivoluzione operata nella finestra di mercato estiva è stata davvero imponente: volti di lungo corso arrivati al momento dei saluti - pilastri come Szczesny, Chiesa e Rabiot ai vari Alex Sandro, De Sciglio e Rugani - e prodotti della Next Gen sacrificati sull'altare del bilancio - Soulé, Barrenechea e Iling-Junior su tutti,
I pali sono stati affidati a Michele Di Gregorio, eccellente nei due anni in A col Monza; la difesa è stata puntellata con gli arrivi di Cabal e Kalulu, ma è a centrocampo che la Juve ha cambiato totalmente faccia. Sugli esterni Motta ha chiesto e ottenuto due ali nuove di zecca, Nico Gonzalez e Chico Conceiçao, in mezzo il mercato ha portato i muscoli di Khéphren Thuram, la qualità di Douglas Luiz e il sinistro al fulmicotone di Teun Koopmeiners, arrivato a fine agosto in seguito a un'estenuante rincorsa.
Altrettanto massiccio è il cambiamento, non per forza legato al mercato, dei principi di gioco. Nelle prime giornate la squadra di Motta, col solo Cabal in campo dal 1' tra i nuovi oltre a Di Gregorio, più gli esordienti Mbangula e Savona, ha già affisso saldamente al muro dello Stadium il manifesto del suo calcio: linea difensiva alta e aggressiva, elusione del pressing con uscite dal basso propedeutiche a rapide transizioni offensive, pressione e riaggressione ad altezze diverse a seconda delle situazioni.
Il calendario
- PSV Eindhoven (casa) - martedì 17 settembre, ore 18.45
- RB Lipsia (trasferta) - mercoledì 2 ottobre, ore 21
- Stoccarda (casa) - martedì 22 ottobre, ore 21
- Lille (trasferta) - martedì 5 novembre, ore 21
- Aston Villa (trasferta) - mercoledì 27 novembre, ore 21
- Manchester City (casa) - mercoledì 11 dicembre, ore 21
- Club Brugge (trasferta) - martedì 21 gennaio, ore 21
- Benfica (casa) - mercoledì 29 gennaio, ore 21
Gli avversari
La vera dimensione della Juventus è ancora tutta da chiarire anche sul suolo italiano: l'unico big match, la gara con la Roma, è stata più una partita a scacchi che a calcio, e anche la recente prova di Empoli ha mostrato più ombre che luci; a maggior ragione, in ambito europeo, è difficile delineare quali siano le possibilità e i limiti dei bianconeri. Se da una parte il sorteggio è stato clemente in merito alle squadre di prima fascia - il Manchester City sarà l'unica vera big -, dall'altra la squadra di Motta non ha partite che possano essere ritenute semplici, con il Club Brugge come unica parziale eccezione.
Questa settimana l'Allianz Stadium ospiterà i campioni d'Olanda del PSV Eindhoven, partiti come un rullo compressore anche in questa stagione. La squadra di Bosz in questo primo scorso di stagione si sta rivelando ultracinica sotto porta, in particolare il Chucky Lozano ha iniziato col botto e promette di raggiungere le ottime medie realizzative toccate nella sua prima avventura in biancorosso. La prima trasferta sarà a Lipsia, altra squadra che ha iniziato fortissimo andando addirittura a vincere alla BayArena contro il Leverkusen. Il pericolo numero uno si chiama Xavi Simons, ma anche Sesko sembra discretamente in forma a giudicare dai numeri messi in mostra in nazionale.
Stoccarda, Lille e Aston Villa appartengono alla già citata categoria di squadre che è assolutamente vietato sottovalutare: per valore assoluto, se ha ancora senso parlarne nel 2024, le rose sono globalmente inferiori a quella della Juve, ma tutte e tre hanno strappato la qualificazione in CL ad avversarie ben più blasonate, grazie a una forte identità collettiva che ha permesso loro di non partire mai battute. La trasferta di Birmingham, in particolare, sarà probabilmente la più difficile della prima fase per la Juventus: i Villains sono una squadra solidissima e nel contempo con molte armi offensive, tanto da lasciar andare in prestito quello che sarebbe stato il grande ex della gara, Samuel Iling-Junior.
Il big match col City, per fortuna della Juve, arriva alla sesta giornata, quando entrambe le squadre potrebbero aver già racimolato un buon bottino di punti; chiudono le danze il Brugge di un ispirato Skov Olsen, visto alle nostre latitudini con la maglia del Bologna, e il Benfica del grande ex Angel Di Maria, una delle vittime illustri del vecchio corso della Juventus. La Signora vuole dimostrare di saper guardare avanti, e quale miglior palcoscenico della Champions League per dimostrarlo a tutto il mondo?
Il pronostico
Squadra nuova, Champions League nuova, avversarie poco più che inedite con pochissimi precedenti utili in tempi recenti. Prodursi in un pronostico affidabile è esercizio complesso se non sterile, ma se le quote per il passaggio ai sedicesimi sono affidabili (si parla di 9-10 punti), la Juventus dovrebbe riuscire ad assicurarselo, anche considerando che molte delle avversarie più ostiche verranno affrontate tra le confortevoli mura dello Stadium.
Per una squadra che ambisce a tornare grande il prima possibile, uno score il più vicino possibile all'en plein tra le mura casalinghe non è un'ipotesi così peregrina (fa parzialmente eccezione la partita col City), così come è lecito aspettarsi che gli uomini di Motta andranno (almeno) a Bruges e a Lille per imporsi e non per cercare di strappare il punticino. Arrivare alla fase a eliminazione diretta della Champions League e farlo in modo credibile è l'imperativo, gli obiettivi a lungo termine dipenderanno anche da questo.
La trasferta da non perdere (feat. Andrea Lapegna)
Bruges è una delle tante città ad aver meritato e mantenuto l'appellativo de La-Venezia-Di-Qualcosa, nella fattispecie la Venezia del Nord. Capitale delle Fiandre Occidentali, è una cittadina persa nel tempo, dove potrete passeggiare tra ponticelli in fiore e canaletti silenziosi. Guarderete con meraviglia i merletti che adornano i bordi delle finestre in pietra, assaggerete con avidità una delle tante birre locali, e vi perderete più che volentieri tra le sue stradine di ciottoli. Poi dovrete recarvi allo stadio, appena fuori città, e vi ricorderete di essere nelle Fiandre: vento sferzante, pioggerellina finissima che vi inzupperà in un attimo, e una squadra di calcio che vi lascerà poco, se non il ricordo della città-bomboniera.
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Atalanta (Massimiliano Bogni)
Sulle differenze numeriche e sul livello qualitativo degli "eroi di Dublino" non a disposizione di Gasperini, momentaneamente o definitivamente, se n'è parlato a sufficienza. Ciò che il mister di Grugliasco ha sempre mostrato dal luglio 2016 a oggi è la disponibilità dell'adattamento reciproco tra le proprie idee offensive e le caratteristiche di trequartisti e attaccanti allenati a Zingonia: dal rendimento dei vari Zaniolo, Retegui, Samardzic, Brescianini - teoricamente anche Cuadrado - passerà la sostenibilità della produzione nella metà campo avversaria atalantina, in Serie A e soprattutto in Champions League.
Le aspettative
Una maggiore tendenza alla verticalità immediata e diretta ci sarà, ma la presenza di registi offensivi "naturali" (Samardzic) o "costruiti" (Lookman) suggerisce che sarà più sfumata rispetto agli estremi del 2022/23. Per ora, tuttavia, il campione a ranghi semicompleti è ancora ridottissimo per fare valutazioni consapevoli.
Palla all'imminente futuro e al campo, quindi, anche delle notti europee. Alla 4° partecipazione alla massima competizione continentale dopo il triennio 2019-2022, esordirà ancora del tanto caro giovedì sera, ospitando l'Arsenal nel primo Gewiss Stadium a capienza completa nella storia europea della Dea. Più che quella coi Gunners, è l'altra gara a "pronostico chiuso" a inserirsi nel filotto più complicato della prima metà di stagione nerazzurra.
Dal rientro dalla sosta Nazionali di ottobre: trasferta a Parma, trasferta a Berna con lo Young Boys per la 5° giornata di CL, trasferta all'Olimpico con la Roma, in casa col Milan, 6° uscita di Champions League a Bergamo col Real Madrid. A tre quarti del percorso infrasettimanale, il posizionamento tra le 36 partecipanti determinerà probabilmente il peso specifico della trasferta al Montjuïc di Barcellona all'ultimo turno: non esattamente la sfida in grado di offrire punti "sicuri", ma il cui approccio è al momento impronosticabile.
Il calendario
- Arsenal (casa) - giovedì 19 settembre, ore 21
- Shakhtar Donetsk (trasferta) - mercoledì 2 ottobre, ore 18.45
- Celtic Glasgow (casa) - mercoledì 23 ottobre, ore 18.45
- Stoccarda (trasferta) - mercoledì 6 novembre, ore 21
- Young Boys (trasferta) - martedì 26 novembre, ore 21
- Real Madrid (casa) - martedì 10 dicembre, ore 21
- Sturm Graz (casa) - martedì 21 gennaio, ore 18.45
- Barcellona (trasferta) - mercoledì 29 gennaio, ore 21
Gli avversari
Due squadre chiaramente superiori (Real Madrid e Arsenal), forse tre (Barcellona). Due squadre chiaramente inferiori (Young Boys e Sturm Graz), le restanti di poco (Shakhtar Donetsk - da incontrare alla Arena AufSchalke di Gelsenkirchen -, Celtic e Stoccarda).
Sarà sui rapporti di forza creati con queste ultime a giocarsi la qualificazione dell'Atalanta alla fase successiva: lo Shakhtar di Pusin ha perso 2 delle prime 4 di Prem'er-Liha contro Polissya e Oleksandriya; il Celtic ha tiranneggiato l'Old Firm prima della pausa ma ha perso in O'Riley il miglior giocatore dell'ultima campagna di Champions League; lo Stoccarda non ha confermato i 28 gol in 28 uscite della Bundesliga 2023/24 di Guirassy, dovrà trovare un nuovo basamento difensivo dopo la partenza della coppia Ito-Anton ma avrà dalla sua la fame di rivincita di El Bilal Touré, sentitosi accantonato da Gasperini al punto da chiedere la cessione dopo solo una stagione a Bergamo.
Il pronostico
Il pronostico più pessimista indicherebbe 8 punti (vittorie interne con Celtic e Sturm Graz, pareggi esterni con ucraini e svizzeri), il più ottimista 20 (3 punti con tutte le battibili, due pareggi strappati alla prima contro un Arsenal acciaccato e all'ultima contro un Barcellona già sicuro del posto). Una previsione realistica vede l'Atalanta a giocarsi in ogni caso l'accesso agli ottavi tramite playoff: se il ritorno dell'andata&ritorno decisiva sarà in casa o in trasferta starà alla solidità - o meglio, ai posti vuoti nell'infermeria del centro sportivo "Achille e Cesare Bortolotti".
La trasferta da non perdere
Al Wankdorf di Berna ci si è andati appena 3 anni fa, per di più nello stesso periodo dell'anno (23 novembre 2021, sarà 26 novembre 2024). Per il Baden-Württemberg novembrino o per la Gelsenkirchen di ottobre (in realtà, ci sentiamo di dire, di ogni giorno-settimana-mese dell'anno), bisogna nutrire un gusto più o meno pronunciato per l'orrido.
Non ci sono quindi reali alternative allo scegliere Barcellona tra le trasferte nerazzurre della stagione. Vero che si sarà lontani dalla Rambla, che sulla collina a sud della città catalana potrà tirare un vento tanto freddo quanto fastidioso, ma alle 21 di mercoledì 29 gennaio l'Atalanta scenderà in campo al Lluís Companys per il viaggio più affascinante del cammino di CL. Motivo in più per andare avanti e augurarsene altre ancora migliori?
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Bologna (Giuseppe Allegrini)
Se l’aveste detto un anno fa forse vi avrebbero preso per uno che aveva bevuto qualche spritz di troppo in Pratello. Eppure eccoci qui a disquisire sul calendario e sulle prospettive europee del Bologna ritornato nella massima competizione europea dopo quasi sessant’anni, una competizione che i felsinei affronteranno forse ridimensionati dal mercato e sicuramente con qualche certezza in meno che arriva da un avvio di stagione poco esaltante, ma l’ebbrezza di un popolo tornato meritatamente in Europa dalla porta principale potrebbe spingere Orsolini e compagni a gettare il cuore oltre l’ostacolo alla ricerca di un cammino difficile ma non impossibile.
Le aspettative
Calafiori, Zirkzee e Motta non ci sono più e di certo la loro presenza avrebbe permesso ai rossoblù di avere prospettive e sensazioni diverse ma il Bologna rimane una squadra estremamente interessante e complessivamente attrezzata a sufficienza per rendere onore alla storia. Tutto passerà dalle capacità di un uomo perennemente sotto esame, Vincenzo Italiano, di farsi concavo e convesso rispetto alle esigenze e ai pericoli che una competizione come la Champions impone soprattutto ad un calcio, come quello del tecnico ex Fiorentina, che è poco incline ai compromessi. Fondamentale sarà raggiungere il prima possibile la quadra in una squadra che deve ancora ritrovare sé stessa dopo l’euforia e gli stravolgimenti. La qualificazione, in particolare, passerà dai piedi di due giocatori che, per motivi diversi, si sono visti poco in queste prime settimane: bisognerà aspettare Dallinga e Ferguson con fiducia e senza allarmismi.
Il calendario
- Shakhtar Donetsk (casa) - mercoledì 18 settembre, ore 18.45
- Liverpool (trasferta) - mercoledì 2 ottobre, ore 21
- Aston Villa (trasferta) - martedì 22 ottobre, ore 21
- Monaco (casa) - martedì 5 novembre, ore 21
- Lille (casa) - mercoledì 27 novembre, ore 21
- Benfica (trasferta) - mercoledì 11 dicembre, ore 21
- Borussia Dortmund (casa) - martedì 21 gennaio, ore 21
- Sporting CP (trasferta) - mercoledì 29 gennaio, ore 21
Gli avversari
Il sorteggio è stato severo ma giusto. Tenendo in considerazione le difficoltà intrinseche del più importante torneo internazionale, nel complesso il Bologna intraprende il suo percorso consapevole di potersi giocare le sue carte. L’esordio in casa contro lo Shaktar Donetsk può aiutare a partire con il piede giusto un cammino che vedrà gli emiliani far subito visita all’avversario più forte del suo girone, il nuovo Liverpool di Arne Slot, per una sfida dall’alto tasso di fascino romantico. Si rimane in Inghilterra per la sfida con un’altra esordiente della competizione, l’intrigante Aston Villa, per poi tornare al Dall’Ara per un doppio incrocio alla francese contro Monaco e Lille. Sul finire dell’anno ci sarà poi la prima delle trasferte a Lisbona nella tana di un rinnovato Benfica. Il 2025 si aprirà invece ospitando i vice campioni d’Europa del Borussia Dortmund in una di quelle sfide europee da far accapponare la pelle mentre il girone di chiuderà con un ritorno in Portogallo per affrontare lo Sporting Club dello spauracchio Gyokeres.
Il pronostico
Cosa aspettarsi dal percorso rossoblù? Tra le squadre italiane, il Bologna è di certo quella che dovrà affrontare il maggior numero di incognite sia dal punto di vista del gioco che in termini d’individualità. La più grande è ovviamente quella che riguarda Vincenzo Italiano, anche lui esordiente assoluto della competizione. In un certo senso, il suo calcio intenso, offensivo e fisico è forse quello con la caratura europea più alta, almeno in potenza, fra i tecnici della nuova generazione del nostro calcio e questo potrebbe esaltarne l’efficacia rispetto a quanto accade nei confini nazionali ma potrebbe anche segnare la fine delle speranze di una squadra che, come consigliano i più cauti, dovrebbe invece approcciarsi con prudenza e equilibrio alle insidie della Champions. La risposta non sta in mezzo, per una volta, ma bisogna comunque prendere contezza della realtà: Italiano non deve snaturare i suoi principi di gioco che potrebbero in fin dei contri essere la ragione per cui Sartori e Di Vaio l’hanno voluto a Bologna senza molte remore ma dovrà smussare degli angoli e approcciarsi in modo più pragmatico alle varie situazioni imprevedibili che il calendario presenterà. E ovviamente non vediamo l’ora di assistere alla sfida da togliere il fiato, letteralmente, con il Liverpool di Salah e compagni.
Volendo coniugare ottimismo e realismo, undici punti permetterebbero al Bologna di qualificarsi in modo agevole e autorevole ai play-off: i felsinei dovranno ottenere il massimo, possibilmente da imbattuti, dalle sfide casalinghe e vincere contro Shaktar, Monaco e Lille, arricchendo il percorso con un pareggio in casa contro il Borussia e uno in trasferta, magari in Portogallo. Sbagliare il doppio confronto con le francesi significherebbe troncare le speranze di qualificazione e saranno dunque quello lo snodo cruciale dell’avventura bolognese.
La trasferta da non perdere
Il calendario propone dunque un pacchetto di trasferte in Inghilterra e in Portogallo. Liverpool e Lisbona sono due città affascinanti e ricche di interessa ma piuttosto che il ritmo melodioso della batteria di Ringo Starr o quello più malinconico del fado portoghese, chi vi scrive seguirà il suo cuore e i suoi ricordi di ragazzo che ha vissuto e lavorato nelle Midlands per un periodo del suo liceo. Birmingham non avrà lo stesso fascino delle altre destinazioni ma è una città culturalmente vivace e che coniuga bene la sua natura operaia e quella universitaria, come del resto la stessa Bologna. Il giorno della partita iniziate con un paio di pinte di sidro al Goose Pub su Bristol Road, fate poi un giro in centro per visitare il Bull Ring e la Cattedrale di San Filippo, pranzate da Jimmy Spice’sper godervi i frutti della globalizzazione britannica a basso prezzo e infine recatevi nel pittoresco Villa Park e provate a pensare a chi, meno fortunato di voi, assisteva su quegli spalti qualche anno fa ad un meraviglioso 0-0 tra Villa e Middlesbrough con John Terry, Bjarnason e Adama Traorè espulso al secondo minuto di gioco. Vi promettiamo che non ve ne pentirete.
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