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Bologna OM Amarcord
, 16 Settembre 2024

Amarcord: Bologna-Marsiglia 1-1


Storia dell’ultimo grande Bologna in Europa.

Storicamente, quando si pensa alle avventure sportive europee di una squadra di Bologna, si pensa alla pallacanestro e per ottimi motivi: la Virtus ha in bacheca due Euroleghe e, dopo anni di declino, è tornata da un paio di stagioni a giocare nella massima competizione continentale, grazie alla vittoria in EuroCup nel 2022; mentre la Fortitudo, pur non avendo mai vinto, ha partecipato undici volte all'Eurolega giocando anche la finale nel 2004.

Oggi, però, l'attenzione dei bolognesi non sarà puntata sulla Virtus Segafredo Arena né - ovviamente - sul Pala Dozza, ma sullo Stadio Renato Dall’Ara, dove a breve il Bologna di Vincenzo Italiano farà il suo debutto in Champions League contro lo Shakhtar Donetsk. Un appuntamento atteso da decenni: l’ultima volta partecipazione alla massima competizione europea risale alla stagione 1964/65 e oggi non saranno tantissimi i tifosi in grado di ricordare il primo turno perso per sorteggio contro l’Anderlecht. Anche senza mai riuscire a qualificarsi alla Coppa dei Campioni - nel frattempo diventata Champions League - il Bologna è comunque riuscito a costruirsi una discreta storia europea a cavallo tra fine anni Novanta e inizio anni Duemila, il cui momento più alto è rappresentato dalla semifinale di Coppa UEFA giocata e persa contro il Marsiglia nell’aprile del 1999. È proprio della beffarda partita di ritorno contro i francesi che parleremo oggi in questo Amarcord.

La fondamenta del percorso che portò il Bologna a sfiorare una finale europea vanno ricercate nel quadriennio precedente, quando i rossoblù guidati da Renzo Ulivieri (che aveva un giovane Walter Mazzarri nel ruolo di assistente) avevano ottenuto una clamorosa doppia promozione dalla Serie C1 alla Serie A, culminata con il settimo posto e la semifinale di Coppa Italia del 1996-1997. L'entusiasmo in città era tanto e l'ambizioso presidente Giuseppe Gazzoni Frascara, nell'estate del 1997, riuscì a portare sotto le due torri un acquisto eccezionale: Roberto Baggio, arrivato dal Milan per fare un anno ad alti livelli in vista del Mondiale 1998.

Grazie ai suoi 22 gol in 30 partite, e nonostante alcuni contrasti con Renzo Ulivieri, il Bologna arriverà ottavo qualificandosi per la Coppa Intertoto. Sia il Divin Codino sia lo stesso Ulivieri, tuttavia, lasciarono Bologna a fine stagione, facendo temere a molti la fine del sogno. Gazzoni Frascara sa bene di dover fare le cose in grande in vista della campagna europea. Al posto di Ulivieri viene chiamato Carlo Mazzone, reduce da due esperienze interlocutorie ma piuttosto negative a Cagliari e Napoli dopo tre belle annate alla Roma, mentre il calciomercato porta giocatori di ottimo livello come Eriberto dal Palmeiras, Klas Ingesson dal Bari e soprattutto Giuseppe Signori, chiamato a riscattarsi dopo una stagione povera di soddisfazioni (solo 17 presenza) e di gol (solo 3) con la Sampdoria. 

La stagione 1998/99 è una delle migliori della storia recente del Bologna, per il campionato (nono posto dietro le "Sette Sorelle" e il primo Udinese di Guidolin), per la Coppa Italia (semifinale persa contro la Fiorentina che varrà la qualificazione alla Coppa UEFA dopo lo spareggio vinto contro l'Inter) ma soprattutto per la rincorsa europea. Parte tutto dalla vittoria della Coppa Intertoto (per i più giovani, un torneo europeo estivo le cui vincitrici - sì, più di una, c'erano tre finali parallele, si qualificavano per la Coppa UEFA). Tra luglio e agosto il Bologna, non senza una certa fatica, supera il National Bucarest, la Sampdoria e il Ruch Chorzow e conquista sia il primo trofeo internazionale della sua storia dopo la Mitropa del 1961 e, soprattutto, la conseguente qualificazione.

Il percorso in Coppa UEFA, inizialmente seguito da una scarsa cornice di pubblico che è andata via via aumentando, è impeccabile: 4-1 complessivo ai trentaduesimi allo Sporting CP, 4-1 complessivo ai sedicesimi allo Slavia Praga, 4-2 complessivo agli ottavi al Real Betis. Arrivati ai quarti di finale, i bolognesi iniziano a crederci: di fronte ai 30.000 del Dall’Ara il Lione nei quarti di finale di andata viene spazzato via per 3-0 grazie alla doppietta di Signori e al gol di Binotto. La gara di ritorno in Francia, due settimane dopo, si concluderà con un 2-0 che farà spaventare il Bologna, ma che non riuscirà a togliergli il passaggio del turno.

Semifinale: di fronte al Bologna c’è l’Olympique Marsiglia di mister Rolland Courbis, che nello stesso anno sfiorerà il titolo nazionale (secondo posto a un solo punto dal Bordeaux primo) e che annovera in rosa giocatori di assoluto livello come Laurent Blanc, William Gallas, Robert Pires, Christophe Dugarry e Fabrizio Ravanelli. Per arrivare fin lì i transalpini avevano sconfitto, nell’ordine, il Sigma Oloumuc (Repubblica Ceca), il Werder Brema, il Monaco e il Celta Vigo. Un percorso non privo di insidie, ma che il Marsiglia era riuscito a superare indenne al termine del quarto di finale di ritorno a Vigo, terminato 0-0 e che ha consegnato la semifinale alla squadra di Courbois in virtù del 2-1 del Velodrome. 

La gara di andata si gioca a Marsiglia il 6 aprile 1999. Il risultato finale è di 0-0, nonostante la bolgia dei tifosi di casa e nonostante il Bologna si fosse mostrato per larghi tratti superiore agli avversari. Nella conferenza stampa precedente alla gara di ritorno, due settimane dopo, Carlo Mazzone dichiarerà: "Lo 0-0 non garantisce nulla anche perché non potremo più contare sull’effetto sorpresa. I francesi si aspettavano un’altra squadra, tutta in difesa. Invece la nostra è stata una delle più belle partite della stagione. Mi è piaciuta la freddezza della squadra, che non si è fatta condizionare dal clima degli spalti. Adesso però anche a noi servirà l’aiuto del pubblico".

Bologna OM 1999
Un biglietto di Bologna - OM

La risposta dei bolognesi, in effetti, è eccellente: per la semifinale di ritorno lo Stadio Dall’Ara conta circa 38'000 persone, complice anche un’iniziativa della società per far entrare gratuitamente 11'600 giovani. Altri, invece, sono radunati di fronte a un maxischermo in Piazza Maggiore che trasmette la partita. In tribuna al Dall’Ara sono presenti, seduti l’uno di fianco all’altro, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini, entrambi nativi di Bologna.

Le formazioni della semifinale di ritorno di Coppa UEFA sono le seguenti: Antonioli, Paramatti, Mangone, Bia, Rinaldi, Fontolan, Marocchi, Ingesson, Binotto, Andersson e Signori (4-4-2) per il Bologna; Porato, Edson Canhão, Blanc, Domoraud, Gallas, Brando, Luccin, Bravo, Pires, Dugarry, Ravanelli (4-3-1-2) per il Marsiglia. Sono le ore 19.30 del 20 aprile 1999 quando l’arbitro tedesco Markus Merk, dentista di Kaiserslautern, decreta l’inizio dell’attesissima gara, trasmessa in Italia su Rai2 nel primo tempo e su Rai1 nel secondo, col commento di Carlo Nesti e Giorgio Chinaglia.

Il Bologna inizia la partita cercando di sfruttare molto la spinta dei terzini Paramatti e Rinaldi per creare occasioni. Nasce proprio da un recupero del terzino sinistro Paramatti il primo tiro in porta dei felsinei, effettuato da Fontolan dopo tre minuti. Il Marsiglia, invece, già nei primi minuti palleggia con una certa frequenza e prova a costruire delle azioni in velocità, appoggiandosi spesso al regista Daniel Bravo, per far mettere in difficoltà il pressing bolognese, ma si mostra molto nervoso e infatti al settimo minuto Frederic Brando viene ammonito per una durissima scivolata su Fontolan nella propria metà campo.

Bologna OM 1999 formazione

Le manovre del Bologna, invece, passano spesso da Ingesson, dotato di una visione di gioco e di una precisione nei cambi di campo davvero notevole. I rossoblù inizialmente non hanno spesso il controllo del pallone, ma sono molto efficaci nel pressing e nelle transizioni positive. Proprio in una situazione del genere il Marsiglia si prende la seconda ammonizione della sua gara, quando William Gallas al quindicesimo minuto deve fermare Fontolan molto duramente dopo una palla persa nei pressi della trequarti marsigliese.

Tra i francesi il più pimpante è Christophe Dugarry, che svaria in più zone della metà campo bolognese producendosi talvolta in iniziative personali molto pregevoli. È al diciottesimo minuto che il Bologna trova il gol dell’1-0: una punizione dalla destra porta a un’egregia sventagliata di Signori per Andersson, bravo a toccare la palla quel poco che basta per farla arrivare in area di rigore a Paramatti, che, lasciato completamente solo, è abile a segnare il gol che fa esplodere di gioia il Dall’Ara. È una rete che scongiura l’ipotesi dei tempi supplementari, che, in virtù della regola dei gol in trasferta (che ormai sembra quasi un retaggio di un passato lontano), sarebbero stati possibili solo con lo 0-0.

Il Marsiglia è una bella squadra, ma il Bologna mostra un’attenzione difensiva tale da scoraggiare le iniziative offensive degli avversari. Arriva anche, al venticinquesimo minuto, la palla per il 2-0: lanciato in uno contro uno contro il portiere Porato, Andersson gliela tira addosso - anche se l’arbitro non lo vede e concede la rimessa dal fondo - invece di provare a saltarlo o a fare un pallonetto. Già una prima sliding door. Una prima mossa tattica di Mazzone è quella di invertire le posizioni dei terzini Paramatti e Rinaldi, fino a quel momento autori di una grande partita in entrambe le fasi. Il centro di gravità del Bologna è lo svedese Andersson, schierato come centravanti ma che si ritrova spesso ad arretrare per rendersi utile in fase di sviluppo dell’azione, risultando essere un punto di riferimento per i compagni. Insieme a lui spicca il compagno di reparto Signori, capace di creare azioni pericolose quasi dal nulla grazie alla sua spaventosa tecnica, che gli consente di muoversi con facilità tra i giocatori avversari. 

Al trentacinquesimo minuto, poi, succede una cosa surreale: lo stadio esplode di gioia, ma non è per il calcio, bensì per la vittoria della Virtus Bologna nello storico derby contro la Fortitudo in semifinale di Eurolega, che si stava giocando in quella stessa serata a Monaco di Baviera. Il risultato viene mostrato sui tabelloni del Dall’Ara portando così all’esultanza dei tifosi delle V Nere.

L'esultanza per la vittoria della Virtus (ai tempi Kinder)

Tornando al calcio, un pericolo si verifica quando al quarantaduesimo minuto un lancio per Ravanelli trova scoperta la difesa del Bologna, ma un grandissimo recupero di Mangone manda la palla in fallo laterale ed evita guai. È un fedele riassunto del canovaccio del primo tempo: il Marsiglia ha grosse difficoltà a creare problemi al blocco medio-basso del Bologna e, se ci riesce, viene fermato da qualche pronta iniziativa individuale. Si va dunque al riposo su un 1-0 giusto per quanto visto in campo. “Buono, veramente buono contro un avversario molto forte, che oggi ha dimostrato qualche cosa di più dell’andata” è il giudizio a caldo sul Bologna visto fino a quel momento di Mazzone, che però aggiunge anche: “il problema è il Marsiglia. Per vincere questa partita un gol solo non basta, bisogna farne due, sicuramente”. Sarà profetico, purtroppo.

Il secondo tempo si apre con un cambio per il Marsiglia: Rolland Courbis inserisce il centravanti Florian Maurice al posto della mezz’ala Frederic Brando, creando così un assetto super-offensivo con tre attaccanti. Al quarantasettesimo minuto arriva una grandissima occasione per il Marsiglia, ora costretto a buttarsi in avanti, con un colpo di testa di Dugarry da distanza ravvicinata terminato largo. Nel secondo tempo i francesi sono tutta un’altra squadra: la pressione si intensifica e ora la fase difensiva degli uomini di Mazzone sembra molto più affannata, tanto che al 52' arriva un’altra grande occasione con un colpo di testa di Pires, abile ad avventarsi sulla punizione battuta da Edson Canhão, respinto da Antonioli.

Questo atteggiamento sbilanciato, tuttavia, porta anche a dei pericoli: sull’azione immediatamente successiva, Andersson corre da solo verso la porta avversaria in contropiede e proprio quando è pronto per calciare viene miracolosamente fermato da Gallas, che salva un gol quasi certo. Al 54' arriva il primo giallo anche per il Bologna: Paramatti ferma irregolarmente Dugarry e si prende una giusta ammonizione, che segnala bene il momento difficile che attraversano i padroni di casa. Pian piano però il Bologna si ricompone e l’impeto iniziale del Marsiglia si affievolisce, portando anche, al 60', a un evitabilissimo giallo per proteste per Ravanelli, a causa del quale l’attaccante perugino salterà la finale. Sono i rossoblù, intanto, a provare a farsi avanti: Andersson trova al limite dell’area Signori che calcia al volo tirando forte ma centrale.

Il copione è lo stesso del primo tempo: il Marsiglia tiene palla provando a costruire azioni veloce e il Bologna si difende bene ma senza mai schiacciarsi eccessivamente, sfruttando i contropiedi quando possibile per avvantaggiarsi della qualità di Andersson e Signori. La tensione in campo è palpabile, e al minuto sessantotto Daniel Bravo viene ammonito per un accenno di rissa con i giocatori del Bologna mentre un nervosissimo Dugarry viene sostituito tra i fischi del Dall’Ara con il centravanti guineano Titi Camara, anche per evitare che possa incorrere in qualche cartellino. Sono ancora i felsinei a creare pericoli: al 70' Andersson calcia al volo trovando la non difficile parata di Porato. Il Marsiglia tiene palla ma sembra non sapere più come rendersi pericoloso. Le grida di esaltazione del Dall’Ara e i gesti di stizza di Courbis a una palla persa da Camara nei pressi della linea di fondo indicano chiaramente come la partita fosse in pieno controllo del Bologna.

Dugarry subissato dai fischi del Dall'Ara

La partita si fa sempre più confusionaria: il Marsiglia attacca a testa bassa e il Bologna difende con tutto ciò che ha, portando a tanti palloni vaganti in mezzo al campo. L’impressione è quella di una partita che sette volte su dieci scivolerebbe via sull’1-0 per via del troppo nervosismo di chi dovrebbe attaccare con la forza della disperazione. Per il Bologna entrano Cappioli e Nervo, uno di quelli che era presente anche quando i rossoblù erano in C1, al posto di Binotto e Fontolan, che - intercettato dai microfoni della Rai - dice “speriamo passi in fretta” sul quarto d’ora che separa la sua squadra dalla finale di Mosca.

Contemporaneamente, il Marsiglia inserisce Gourvennec al posto di Bravo. Un’occasione clamorosa per i francesi si verifica al 78', quando prima Camara si fa parare un tiro da Antonioli e poi il neo-entrato Gourvennec spedisce clamorosamente fuori il tap-in sulla respinta. Tra il dinamismo fornito dai nuovi entrati e la facilità di tocco di Signori, utile per non far vedere la palla agli avversari, il Bologna prova a rallentare il ritmo della gara, ma è un’impresa difficilissima. 

Fino al patatrac: Florian Maurice viene servito in posizione regolare e viene atterrato (o simula di venire atterrato) da Francesco Antonioli in area mentre tenta di saltarlo. È rigore. Laurent Blanc trasforma spiazzando il portiere, ma… Ravanelli era già entrato in area, si deve ripetere! Il futuro commissario tecnico della Francia non vorrebbe tirare il secondo rigore, ma nessuno dei suoi compagni ha il coraggio di prendere il suo posto e quindi gli tocca tornare sul dischetto. Blanc cambia direzione e lo spiazza di nuovo, gol. Stavolta è tutto buono. Il settore ospiti va in visibilio: con l’1-1 ad andare avanti è il Marsiglia.

Il rigore ripetuto di Blanc

Mazzone, in panchina, fa riferimento allo Slavia Praga, da cui la sua Roma venne beffardamente eliminata ai quarti della Coppa UEFA del 1995/96 in una circostanza in cui, anche lì, a fare la differenza erano stati i gol in trasferta. La mossa della disperazione del Bologna è Igor Kolyvanov, inserito al posto di Alessandro Rinaldi. Intanto, piove sul bagnato: Marocchi viene espulso per un bruttissimo fatto su Titi Camara. Vengono concessi cinque minuti di recupero, in cui, sebbene ridotto in dieci contro undici, il Bologna si riversa in avanti e crea un’occasione colossale: al 92' Signori si ritrova solo davanti a Porato, ma questi respinge con i piedi. Sarebbe stata la palla della finale. Finisce così: il Marsiglia va in finale, dove troverà il Parma che ha intanto eliminato l’Atletico Madrid. Una beffa atroce.

Subito dopo la partita si scatena una rissa spaventosa tra i giocatori del Bologna e del Marsiglia, che porterà, dieci giorni dopo, a una punizione durissima da parte della UEFA: cinque giornate di squalifica per Mangone, quattro giornate di squalifica per Marocchi, tre giornate di squalifica per Maini e una multa alla società di 180 milioni di lire. Anche il Marsiglia non la passa liscia: cinque giornate a Dugarry, quattro a Jambay e 150 milioni di multa. Ma al di là delle polemiche per il parapiglia finale e per il rigore, che Mazzone dirà essere inesistente, resta il verdetto del campo: in finale non ci va il Bologna, ma il Marsiglia. E dalla finale la squadra di Courbis uscirà con le ossa rotte: al Luzniki di Mosca il Parma di Malesani batte i francesi per 3-0 con i gol di Crespo, Vanoli e Chiesa, portando all’ultimo successo italiano nella Coppa UEFA/Europa League fino alla vittoria dell’Atalanta nella scorsa stagione.

Il Bologna, intanto, accusa il colpo: dalla semifinale di ritorno in poi in campionato arrivano quattro sconfitte contro Salernitana, Cagliari, Lazio e Inter e un pareggio contro la Sampdoria. La stagione si conclude però in modo positivo, perché lo spareggio per la Coppa UEFA contro l’Inter - determinato dal fatto che le due finaliste di Coppa Italia, Fiorentina e Parma, fossero già qualificate per la Champions League, quindi per il piazzamento europeo si scontrarono le due semifinaliste perdenti - viene vinto sconfiggendo i nerazzurri di Hodgson con un doppio 2-1 a San Siro e al Dall’Ara.

Il Bologna dunque rimane in Europa, ma non per molto. Mazzone lascia a fine stagione in seguito ai dissidi con la società e al suo posto va Sergio Buso, assistente nei rossoblù prima di Ulivieri e poi di Mazzone, che però dura sole sette giornate prima di venire sostituito da Francesco Guidolin. In quella stagione il Bologna in Coppa UEFA supera Zenit San Pietroburgo e Anderlecht prima di farsi eliminare ai sedicesimi dal Galatasaray di Terim, che poi vincerà la competizione. In campionato invece arriverà dodicesimo, non ottenendo la qualificazione a nessuna coppa europea. I felsinei riusciranno a qualificarsi per la Coppa Intertoto nel 2002 arrivando settimi, ma lì il cammino si interromperà nella finale contro il Fulham dopo aver eliminato BATE Borisov e Teplice.

La doppia finale contro i Cottagers, persa per un totale di 5-3 tra andata e ritorno, sarà l’ultima partita europea del Bologna per lungo tempo: da allora i rossoblù vivranno una serie di alti e bassi, facendo anche quattro stagioni in Serie B. Prima della svolta: Thiago Motta nella stagione 2024/25 porta il Bologna in Champions League in virtù del quinto posto in campionato. A breve la squadra adesso guidata da Vincenzo Italiano debutterà nella competizione per club più importante contro lo Shakhtar Donetsk, in una partita che i tifosi rossoblù attendevano da un’infinità. Magari non basterà per lavare la ferita della semifinale contro il Marsiglia, ma è già qualcosa.


  • Nato nel 2005, appassionato di allenatori, nazionali e allenatori delle nazionali. Amante dei non luoghi, della torta Sacher e del mare. Vive nel culto di Guillermo Ochoa.

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