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Premier league
, 14 Settembre 2024

5 giocatori da seguire nella Premier League 2024/25


Tre inglesi, un francese, uno con origini surinamesi, da non lasciarsi sfuggire.

Se dopo aver letto il titolo avete poi scelto consapevolmente di leggere questo pezzo - cosa non scontata, per cui ci sentiamo già adesso di ringraziarvi - non lo avete fatto per la premessa che abbiamo preparato. È quella che si salta con più facilità. 5 nomi di Premier League volevate leggere, e quelli state cercando, anche adesso. Non siete qui per farvi dire di quanto sia bello e complicato questo campionato, di chi l'ha vinto negli ultimi anni (Manchester City), di chi lo vincerà questa volta (Manchester City) o quale squadra avrà una stagione particolarmente positiva (Manchester City). 5, semplicissimi, nomi.

Che poi questa è anche la parte di pezzo più complicata, a maggior ragione nella settimana che segue il Festival di Sportellate. Una premessa va infatti studiata, ponderata e poi elaborata, anche a volte ricamata, per arrivare a coprire quei 2/3 paragrafi richiesti dalla consuetudine. Una fatica enorme soprattutto alla fine di un weekend - quello del Festival della Cultura Sportiva, appunto - che per noi della redazione significa forse in gran parte fare festa, cercando di accumulare una scorta di racconti tale da poter coprire l'intero anno successivo.

Scrivere di calcio invece è molto più facile. Non tanto perché pensiamo di saperne di più. Raccontare, commentare e discutere di pallone è quello che faremmo tutto il giorno, se solo la vita non richiedesse altro. Dei giocatori che troverete sappiamo quasi tutto, senza doverci sforzare. Conosciamo la loro storia, proviamo per loro dei sentimenti, li vorremmo nella nostra squadra del cuore. E allora grazie, ancora. Stavolta per la comprensione. Ecco a voi 'sti benedetti 5 nomi.

Adam Wharton - Crystal Palace

3 febbraio 2024, Brighton-Crystal Palace. Derby della Highway 23, la strada che per 40 miglia separa le due città. La squadra di De Zerbi é in vantaggio 2-0; l’Amex Stadium è, come capita rare volte, una pentola che ribolle. Il Palace è nel pieno di una crisi mentale e tecnica che pochi giorni dopo porterà all’esonero di Roy Hodgson. Già senza Eze e Olise, più o meno a metà primo tempo le Eagles perdono anche Guehi, ko per un serio problema muscolare.

Tutto va storto, non sembra esserci limite al peggio, come già tanti anni fa Murphy aveva teorizzato. È proprio in questo momento - e in questo contesto - che Adam Wharton fa il debutto in Premier League, entrando in campo per sostituire il difensore inglese. 2 giorni prima, Wharton era ancora un giocatore di Championship per la squadra della città natale, Blackburn.

L'inizio è disastroso. Maledetto Murphy. Gesto tecnico e pensiero non sono ancora tarati alla velocità supersonica della Premier. Pascal Gross sente l'odore della preda: quando l'inglese tocca il primo pallone gli riserva il personalissimo benvenuto in Premier, rubandogli il possesso in zona proibita e fornendo l'immediato assist per il 3-0 di Buonanotte. Wharton, fallito un disperato tentativo di fermare l'avversario in procinto di scagliare il sinistro in porta, sbatte i pugni a terra in preda alla furiosa frustrazione del momento. La partita finirà 4-1: il Palace, dopo tanti anni tranquilli, si trova a fronteggiare il serio rischio di retrocedere.


Quattro mesi dopo, il 3 giugno 2024, Adam Wharton debutta nei Three Lions dei grandi, giocando gli ultimi 28' dell’amichevole contro la Bosnia. 4 mesi a testa alta, col pallone incollato al sinistro al miele. 4 mesi in cui il talento del biondo di Blackburn si è finalmente svelato al mondo. Wharton e Mateta sono stati i grandi protagonisti del Palace versione Glasner.

Il tecnico austriaco, arrivato proprio dopo il derby in sostituzione di Hodgson, è stato capace di trasformare le Eagles, vincendo 7 delle 14 partite disputate e ottenendo ben 25 punti. Il suo Crystal Palace è stato a tratti la squadra più spettacolare d'Inghilterra. Olise e Eze mai così determinanti e mai così belli insieme, Mateta da 13 reti nelle ultime 13, in mezzo la qualità di Wharton e Hughes, fondamentali in uscita dalla pressione avversaria e determinanti con la verticalità nell'ultimo terzo di campo.

Per Gareth Southgate, come per tutti, è stato amore a prima vista. Uno dei meriti più evidenti della sua gestione è stato l'essere sempre stato capace di riconoscere il talento. Lo ha fatto anni fa con Bukayo Saka, più recentemente con Kobbie Mainoo, e con Wharton è andata allo stesso modo. Sulla scia del suo finale di stagione memorabile, il tecnico dei Tre Leoni lo ha inserito nella pre-lista di convocati per Euro 2024, facendolo appunto esordire a St James's Park nell'ultima amichevole prima della partenza per la Germania.

Il video dei suoi 28' contro la Bosnia - per quanto possa valere lo spezzone finale di una partita poco probante - ha fatto il giro dei social. Il giorno dopo Wharton è salito sull'aereo per far parte del gruppo inglese che avrebbe disputato l'Europeo, per vivere l'esperienza più emozionante e prestigiosa della carriera.

https://www.youtube.com/watch?v=PTCm1wrHYus

Wharton è nato nel 2004: col Palace ha firmato un quinquennale, deterrente estivo per le big del campionato - anche se i £30 milioni del cartellino, soprattutto in un mercato come quello inglese, non avrebbero dovuto spaventare poi così tanto. La prossima stagione per assicurarsi il suo talento potrebbero servirne ben di più, a maggior ragione in un ruolo per cui tante grandi hanno dimostrato di non saper spendere nella maniera più intelligente.

Molto dipenderà anche dall'andamento del Crystal Palace. Le Eagles sono chiamate a riconfermarsi dopo una primavera da sogno. La scorsa sessione di mercato è stata deludente, almeno da un punto di vista emozionale. Sostituire Olise con Kamada scalda il cuore a pochissimi devoti, ma a Selhurst Park sanno che le cose, in un certo senso, devono andare così.

Steve Parrish è uno dei pochi proprietari-tifosi rimasti in un campionato che attira ormai quasi esclusivamente investimenti stranieri, e per sopravvivere in questa fossa di leoni deve arrangiarsi facendo quel che può. La partenza di Olise e Andersen è da leggersi in questa chiave ma oggi la squadra, al netto dei nuovi arrivi, sembra più debole.

La conferma dei tre big Eze, Guehi e Wharton è la base su cui poter costruire ancora qualcosa di importante. Accanto al ragazzo di Blackburn dovrebbe poi tornare Cheick Doucouré, fermato l'anno scorso da un grave infortunio. Le prime 3 partite della stagione non sono state un granché, ma Glasner ha talento e ambizione per poter stupire anche stavolta. Se sarà ancora così, anche la prossima sarà un estate di passione per i tifosi delle Eagles. Ma quanto ci vorrà per portare via quel biondino mancino dal sud della capitale?

Bryan Mbeumo - Brentford

Un po' a sorpresa, nelle ultime settimane, è tornato d'attualità Raheem Sterling. L’attaccante londinese, a poche ore dalla fine della sessione di mercato, è stato protagonista di un trasloco di qualche km appena, dal quartiere di Chelsea verso il nord di Londra, sponda Arsenal. L'occasione è stata propizia per andare a rinfrescarsi un po' la memoria. Ma come solo 29 anni? Ammettetelo, anche per voi scoprirlo è stato uno shock.

Senza voler nulla togliere a Sterling, il suo arrivo in extremis è parso quasi un tampone. Non è un mistero che durante l'estate l'Arsenal abbia sondato altre piste per dare più sostanza alle rotazioni offensive di Arteta. Il nome più caldo sembrava essere quello di Bryan Mbeumo, che con Sterling condivide(va) la residenza nella zona ovest della capitale, l'accostamento all'Arsenal e un gigantesco equivoco sull'età. Mbeumo ha 25 anni, compiuti da appena un mese. Anche stavolta: quanti di voi ci avrebbero azzeccato?

Complici il look e... - come tradurreste in italiano composure? Calma, compostezza, padronanza di sé? - del suo gioco abbiamo sempre pensato a lui come a una persona ben più matura. James Harden scelse testa rasata e barba incolta nella seconda parte della sua carriera, e forse inconsciamente da quel momento abbiniamo questa scelta di stile ad atleti non proprio di primo pelo. Anche Jovanotti, all'alba dei 50 anni, si fece fotografare con un look simile, mettendo fine ad anni di ricordi lunghi come la chioma giovanile. Mbeumo invece ha scelto di essere così da sempre, o almeno da quando ne abbiamo memoria. Era il 2019 quando arrivò in Inghilterra, sembra davvero una vita fa.

A quell'epoca i soldi spesi per strapparlo al Troyes sembravano troppi. €6 milioni per un ragazzo appena ventenne, per un club piccolo come il Brentford che militava ancora in Championship, parevano un rischio poco ragionato. Oggi che il francese è a pieno titolo una leggenda biancorossa, a quella cifra non fa caso più nessuno.

In 203 partite con le Bees Mbeumo ha messo a tabellino 53 gol e 42 assist. Mbeumo è stato uno dei protagonisti della crescita esponenziale del club, trascinandolo alla storica promozione in Premier nel 2021 fino a farlo diventare una delle realtà più affascinanti del campionato. Sotto la sapiente guida di Thomas Frank, un maestro di calcio ancora sottovalutato, lo abbiamo visto in azione prima come esterno destro a piede invertito, poi, sul finire della scorsa stagione e all’inizio di questa, come centravanti libero di andare a trovarsi gli spazi. Il risultato è praticamente sempre lo stesso: Mbeumo decide le partite, e lo fa con la composure che appartiene ai grandi.

Quest'anno per il francese non poteva esserci inizio migliore. 3 gol nelle prime 3, Brentford a 6 punti e già ampiamente nella parte sinistra della classifica, in quella che tutti pensavano sarebbe stata la stagione più difficile dal ritorno in Premier. Ivan Toney, l'altro grande attaccante della storia recente delle Bees, ha salutato Londra per andare a svernare nel campionato saudita.

Per sostituirlo la società guidata da Matthew Benham ha investito quasi £30 milioni per Igor Thiago dal Bruges, ennesima operazione ad alto rischio per un club abituato da sempre, per sopravvivere, a scavare dove gli altri non cercano: infortunatosi al menisco ancor prima di scendere in campo in Premier, il classe 2001 si vedrà presumibilmente nel 2025. Mbeumo negli anni è stato decisivo anche per far emergere le qualità dei suoi partner di reparto: prima Toney, oggi Yoane Wissa, domani magari Igor Thiago.

https://www.youtube.com/watch?v=NNi9uoh6WiI

Guardandolo giocare la sensazione è che sia sempre in controllo del suo corpo e di quello che gli succede intorno. Saper alzare la testa senza perdere la velocità di passo è una dote che eleva il livello di un giocatore: Mbeumo assomiglia ad altri grandi interpreti del ruolo come Saka e Salah. Esterni quasi "chiamati" a cercare l'avversario per creare superiorità, maestri nell'occupazione degli spazi con e senza palla, soprattutto letali davanti alla porta. Gli altri per ora sono chiaramente superiori, ma il francese sembra aver imboccato la stessa strada.

La prossima estate potrebbe essere lo snodo decisivo per la carriera: il contratto scadrà nel 2026, il prezzo del cartellino potrebbe far gola a tante grandi inglesi ed europee. Il Brentford e Mbeumo hanno condiviso ricordi indimenticabili negli ultimi anni, e per il club trovarne un altro così sarà un'ardua impresa. Ma a fine stagione sembrerà proprio il momento più giusto per dirsi addio.

Aaron Ramsdale - Southampton

"Sono un tecnico relativamente giovane, in carica soltanto dal 2019. E in questi primi anni ho accumulato qualche rimpianto. Tra questi, ce n’è uno legato al ruolo del portiere. La scorsa stagione, in due occasioni, ho pensato di cambiarlo a partita in corso. Una volta al 60’ e una volta all’85’. Tuttavia non ho avuto il coraggio di farlo, e alla fine abbiamo pareggiato entrambi gli incontri. Ero veramente amareggiato. Posso cambiare qualsiasi altro giocatore per cercare di proteggere il risultato, ma il portiere nel calcio non viene mai sostituito. Perché no? È per questo motivo che abbiamo deciso di puntare anche su Raya, volevamo più alternative e concorrenza in ogni ruolo".

A Goodison Park, un anno fa, l'Arsenal ha appena vinto 1-0 grazie alla rete di Trossard, ma molte delle domande per Mikel Arteta sono sulla scelta del portiere. Dopo un paio di ottime stagioni da titolare, l'Arsenal decide di andare sul mercato per prendere dal Brentford David Raya, che per tutti sarebbe stato il secondo. Ma alla 5° di campionato, a difendere i pali di Arteta c'è lo spagnolo, con Ramsdale in panchina.

"Anche i portieri possono essere alternati. Sono calciatori come tutti gli altri e possono essere sostituiti per scelta tecnica anche durante la partita". Tre giorni dopo, per il match di Champions League contro il PSV, tutti si aspettano il ritorno tra i pali dell'inglese, ma in porta c'è ancora Raya e adesso all'Arsenal c'è un caso Ramsdale. "Non posso avere due giocatori così forti a disposizione in una determinata posizione e non farli giocare. David ha qualità straordinarie come Aaron e dobbiamo usarle".

Sebbene le parole di Arteta suggeriscano l'inizio di un'alternanza, in realtà segnano la fine della storia di Ramsdale con l'Arsenal: da quel momento soltanto qualche comparsata, e le gare contro il Brentford in campionato (quelle che Raya, da contratto, non può giocare). Proprio un errore grottesco in casa con le Bees, che porta al gol di Wissa, ha il sapore di un triste addio: Ramsdale non giocherà più un minuto con i Gunners, dopo quel 9 marzo.

Eppure, fino alla fine della stagione precedente, Ramsdale all'Arsenal era stato uno dei migliori della Premier. Lanciato dal Bournemouth, è allo Sheffield United che si mette maggiormente in mostra e, nonostante la retrocessione delle Blades, si guadagna l'interesse dell'Arsenal. Anche Gareth Southgate si fa impressionare dal giovane, aggregandolo al gruppo dei Tre Leoni già dalla primavera del 2021: solo 5 le presenze ufficiali, dovendo rispettare la titolarità di Pickford, ma un ulteriore attestato di stima.

All'Emirates diventa punto di riferimento, dopo le incertezze dell'ultimo periodo di Leno, e mette insieme due ottime stagioni, impreziosite da momenti di altissimo livello: la parata sulla punizione di James Maddison al King Power Stadium è probabilmente la più bella della Premier League 2021/22, ma è ad Anfield, nell'aprile del 2023, che tocca il livello più alto della sua carriera, con una prestazione mostruosa in un pirotecnico 2-2 contro il Liverpool.

Curioso che sia proprio il Southampton la squadra contro la quale qualcosa inizia ad incrinarsi: l'errore che porta al gol di Alcaraz, nel bel mezzo del solito psicodramma che costa ai Gunners la corsa al titolo, fa vacillare la fiducia nei suoi confronti. All'inizio della stagione successiva, a Londra c'è un nuovo portiere.

Lo stesso Southampton, tornato in Premier League dopo un anno nel purgatorio della Championship, gli tende una mano e gli offre l'occasione di tornare a essere protagonista. Un colpo di fine mercato per i Saints, che avevano cominciato la stagione con il trentaquattrenne Alex McCarthy: l'infortunio di Bazunu aveva lasciato Russell Martin senza portiere. Ramsdale riparte da una neopromossa, forse la situazione ideale per trovare riscatto e dimostrare di nuovo, come aveva fatto a Sheffield, che il suo livello è un altro. Aspettiamoci che possa essere uno dei migliori portieri della stagione.

Emile Smith Rowe - Fulham

Quando, nel luglio del 2021, Emile Smith Rowe si sedeva in qualche ufficio di London Colney a firmare un quinquennale col club nel quale è cresciuto sin dall'età di 10 anni, l'unica discussione tra i tifosi dell'Arsenal era se fosse già il momento di mettergli sulle spalle la numero 10. Quel numero che Arsène Wenger, proprio per evitare un futuro confronto con mitologici fantasisti, anni prima aveva consegnato a Willy Gallas, un difensore, ma che in quel momento proveniva dalla schiena di Mesut Özil: un'eredità pesante dalle parti dell'Emirates.

Ma, nell'ambiente, su questo biondino del sud di Londra quasi nessuno ha veramente dubbi: ventunenne, ennesimo prodotto della florida Academy dei Gunners, i tifosi lo amano alla follia proprio perché è uno di casa. Lo hanno visto nascere, realizzando il sogno di giocare per la propria squadra del cuore, e lo hanno visto crescere (anche attraverso un paio di prestiti), fino a diventare un elemento centrale.

La 2021/22 sembra la conferma che il lungo rinnovo, unito al decoro della casacca più prestigiosa, fossero in effetti una buona idea e che il ragazzo made in Hale End fosse il futuro dell'Arsenal: 11 gol e 2 assist in 37 presenze (che portano anche i primi gettoni in Nazionale) fanno di lui il secondo miglior realizzatore, dietro a un altro prodotto del settore giovanile come Bukayo Saka.

Non serve nemmeno chiedersi che cosa sia andato storto, è storia nota: un infortunio all'inguine lo tiene fuori per tutta la prima parte della stagione successiva e, di fatto, dà il via al calvario. Mentre l'Arsenal sboccia, sotto la guida illuminata di Mikel Arteta, Smith Rowe fa sempre più fatica a riprendersi la scena: gli infortuni non smettono di tormentarlo, e i meccanismi dei Gunners sono sempre più oliati, con il tecnico basco che ha trovato in Martin Ødegaard uno dei più forti interpreti al mondo di un ruolo che è molto simile a quello che dovrebbe coprire Smith Rowe.

Nelle ultime due stagioni lo spazio è sempre più limitato, le presenze poche e quasi mai con minutaggi rilevanti. L'ultimo gol in maglia Gunners è roba preistorica (19 febbraio 2022, nel 2-1 contro il Brentford). Il suo ruolo è sempre più marginale e, paradossalmente, l'amore del suo pubblico è sempre maggiore: impressionante come l'Emirates lo acclami a ogni spezzone, ogni sporadica apparizione, seppur ormai poco incisivo e sempre più estraneo a una squadra che era la sua, ma che non lo è più.

Per la gente dell'Arsenal, Smith Rowe è sempre rimasto quel ragazzo che firmava il contratto fino al 2026, con la speranza di diventare un pilastro della squadra dei suoi sogni. Il talento fatto in casa da coccolare gelosamente, al pari di Bukayo Saka, che invece l'Arsenal se l'è preso eccome: per i tifosi sono allo stesso livello, il loro amore è per entrambi e sembra che, nonostante gli appena 700' giocati in due stagioni, loro continuino comunque ad aspettarlo.

A crederci è il Fulham di Marco Silva, che investe su di lui la bellezza di £27 milioni (ma possono diventare fino a 34, coi bonus) per mantenerlo a Londra ma farlo giocare a qualche chilometro di distanza. Dal loro ritorno in Premier League, i Cottagers hanno collezionato due solidi piazzamenti a metà classifica, calandosi perfettamente nella categoria e dimostrando ambizioni di crescita importanti: può essere il contesto più adatto a far emergere di nuovo Smith Rowe, che Silva ha subito messo al centro del suo disegno tattico, a muoversi tra le linee nel suo 4-2-3-1.

Sempre titolare nelle prime 3 di Premier, ha già messo la sua prima firma con la sua nuova maglia, ritrovando contro il Leicester a Craven Cottage quel gol in partite ufficiali che mancava da più di due anni. La condizione non è ancora quella ottimale, il numero 10 non c'è più, ma per Emile Smith Rowe il Fulham può essere davvero un nuovo inizio.

Ryan Gravenberch - Liverpool

Prima della sosta, la Premier League ci ha salutato con un grande classico. A Old Trafford, Manchester United e Liverpool si sono sfidate per la 225° volta, e come spesso è accaduto negli ultimi anni, i Reds hanno dimostrato di attraversare un periodo decisamente migliore. È finita 0-3 per la squadra di Slot: in vetrina sono finiti Luis Diaz e Momo Salah, letali nel punire le (tante) colpe della difesa avversaria. Lontano dai riflettori però gli elogi si sono mossi quasi esclusivamente verso un’altra direzione, quasi inaspettata.

Ryan Gravenberch è stato il migliore in campo della “giuria tecnica”, grazie a una prestazione dominante dal punto di vista fisico e tecnico. L’olandese negli anni scorsi è stato uno dei prospetti più interessanti e futuribili del calcio europeo: i 4 anni all’Ajax avevano fatto innamorare tante squadre, compreso il Bayern che due anni fa riuscì a vincere la concorrenza e assicurarsi i suoi servizi per soli €20 milioni per via di un contratto troppo in scadenza. A Monaco le cose non sono andate bene; nell'estate 2023 il Liverpool ha provato a concedergli un’altra opportunità, portandolo ad Anfield proprio negli ultimi giorni del mercato.

Comunque troppo poco.

Anche la prima stagione di Gravenberch ad Anfield è stata piuttosto complicata. Entrato nelle rotazioni di centrocampo come mezzala nella prima parte della stagione, anche con buoni risultati, man mano che la stagione entrava nel vivo il suo minutaggio è drasticamente calato. Klopp se lo è quasi dimenticato, proprio quando alla squadra servivano forze fresche. Emblematico il suo non utilizzo nel drammatico quarto di finale di Fa Cup perso proprio contro lo United: in un Liverpool falcidiato dagli infortuni e pieno di ragazzini, Gravenberch restò in panchina tutta la gara, compresi i 30’ supplementari.

L'arrivo di Slot sembra aver sbloccato tutte le potenzialità di un giocatore su cui pendeva un equivoco tattico importante. Nelle prime 3 partite della stagione l'oranje è stato schierato da numero 6 - come in Inghilterra ci si riferisce ai vertici bassi di centrocampo - e il suo rendimento è schizzato verso l'alto. Seppur con qualche pecca in possesso, soprattutto nel saper trattare il pallone con sicurezza in mezzo al caos, Gravenberch sembra nato per giocare lì: rapace sulle linee di passaggio, deciso nei contrasti e sui palloni alti, in grado come pochi altri di strappare col pallone tra i piedi per portare il possesso verso l'area avversaria.

Era dalla partenza di Fabinho che un giocatore del Liverpool non giocava così bene in quel ruolo. I Reds nelle ultime due sessioni di mercato estive hanno fallito nell'intento di portare ad Anfield un giocatore con caratteristiche simili a quelle del brasiliano. L'anno scorso la figuraccia con Lavia e Caicedo, entrambi finiti al Cheslea; nel 2024 il goffo approccio a Zubimendi, che nonostante un disperato corteggiamento ha rifiutato il Liverpool senza provare rimorso. La scorsa stagione Klopp aveva provato a trovare soluzioni alternative, ma nessuna di queste gli garantiva lo standard di livello richiesto. Mac Allister può giocarci, ma 20 metri più avanti è un giocatore decisamente migliore. Anche Endo ha fatto il suo, ma stiamo parlando di un onesto gregario che non potrà mai essere il titolare di una squadra con queste ambizioni. Veder giocare Gravenberch contro lo United sembra invece finalmente aver risolto la questione.

La prestazione del nativo di Amsterdam a Old Trafford è stata anche particolarmente significativa - e appagante - per evidenziare tutti i disastri della gestione ten Hag. Da quando è arrivato sulla panchina dei Red Devils, il tecnico ex Ajax ha speso più di £200 milioni per riavere alcuni dei suoi ex, da Onana a de Ligt, passando per Mazraoui e Antony. Due settimane fa però, proprio uno dei pochi giocatori non richiesti ha fatto capire a tutti per l'ennesima volta quanti soldi siano stati buttati negli ultimi due anni. E lo ha fatto anche davanti ad un'altra illustre figurina voluta dal tecnico neerlandese, quel Casemiro per il quale due anni fa il club ha speso £70 milioni e che oggi invece vorrebbe spedire il più lontano possibile. Grazie Ryan, ci hai ricordato una delle più grandi lezioni della storia recente della Premier: puoi anche dare tutti i soldi del mondo in mano allo United, ma riuscirà comunque in qualche modo a fallire.

  • Milano. Iscritto all’albo dei Match Analyst LongoMatch. Diplomato al Liceo Scientifico, nonostante l’orale della maturità sostenuto il giorno dopo la finale di Berlino. Laureato in Scienze Politiche. Malato di calcio. Al primo appuntamento ho portato la mia ragazza a vedere il derby della Mole, quello dell’eurogol di Bruno Peres. Stiamo ancora insieme.

  • Nato a Biella il 30/07/93, laureato in Matematica per motivi che non riesco a ricordare. Juventino di nascita, vivo malissimo anche guardando le partite dell’Arsenal, di Roger Federer e di qualunque squadra io scelga a Football Manager (unico sport che ho realmente praticato). Fanciullescamente infatuato di Thierry Henry, sedotto in età consapevole da Massimiliano Allegri, sempiternamente devoto a Noel Gallagher.

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