Juventus-Roma 0-0, Considerazioni Sparse
Due cantieri ancora aperti, Juventus e Roma producono poche occasioni.
In una Torino dal clima amazzonico, Juventus e Roma danno vita a un big match combattuto ed equilibrato, ma parco di grandi emozioni. Le squadre sono reduci da periodi molto differenti, la compagine di Thiago Motta ha vinto e convinto nelle due partite d’esordio e dato l’impressione di poter disporre di una rosa parecchio profonda. I giallorossi nelle ultime settimane hanno invece intervallato una serie di colpi di scena in sede di mercato, comunque raddrizzato in extremis dagli acquisti di Saelemakers, Konè (oggi già in panchina) e Mario Hermoso, con due gare sulla carta abbordabili in cui hanno raccolto un solo punto e tante polemiche. De Rossi, apparso rinvigorito nella conferenza stampa di presentazione alla partita, mette in atto la sua piccola rivoluzione. Dentro subito proprio Saelemakers, votato a dare equilibrio e ampiezza alla fascia sinistra, e soprattutto il giovane Pisilli, con Cristante spostato davanti alla difesa al posto di un Paredes fuori condizione. L’altra grande novità, anche se viene difficile parlare di sorpresa, è la panchina di Paulo Dybala, un calciatore il cui talento abbacinante in questo momento appare difficile da incastrare nei meccanismi voluti dal tecnico. Thiago Motta comprensibilmente non cambia nulla rispetto alle precedenti uscite, con Mbangula e Savona ancora titolari e Cambiaso esterno alto a destra nel 4-2-3-1 nonostante una panchina che sembra uscita da un film della Marvel.
Il primo tempo scorre con ritmi non particolarmente alti e poche occasioni da una parte e dall’altra. Locatelli e Fagioli faticano a velocizzare il gioco, mentre Mbangula e Yildiz non riescono quasi mai a trovare spunti convincenti. Dal canto suo, la Roma rispetto al recentissimo passato accetta l’uno contro uno con i difensori centrali – sia Ndicka che Mancini hanno fatto una grande partita – e schierata difensivamente con una sorta di 4-1-4-1 trova soprattutto in Saelemakers e Pellegrini un ottimo schermo per le uscite basse della Juventus. Nei primi 20’, poi, offensivamente il capitano giallorosso si rivela anche come importante sbocco per la manovra, ma dalla sua capacità di farsi trovare nel mezzo spazio nascono solo un buon calcio di punizione e un insidioso tiro dal limite deviato da Locatelli. Più avanti la Juve prende meglio le misure, ma nello sviluppo del suo gioco non riesce mai a trovare l’innesco per Yildiz nella stessa situazione, né tantomeno la profondità di Vlahovic.
All’intervallo Thiago Motta cambia inserendo Koopmeiners sulla trequarti, con Yildiz dirottato a sinistra, e Conceiçao sul lato destro. Piccola bocciatura per Cabal, spesso preso in mezzo tra Soulè e un fumoso Celik. Il centrocampista olandese invece, all’esordio con la nuova maglia, si dimostra volenteroso ma impreciso nell’ultima giocata. Quando scocca l’ora di gioco, De Rossi risponde con Zalewski e Dybala, considerato come una sorta di arma letale da utilizzare con grande cautela. La partita cambia però quando l’allenatore italo-brasiliano modifica la mediana: fuori Locatelli e Fagioli, dentro McKennie e Douglas Luiz. Una mossa che alza notevolmente il baricentro della Juventus e soffoca i tentativi di ripartenza romanisti, schiacciati in un 5-3-2 difensivo. Gli uomini di De Rossi, nonostante un pressing coordinato ma non asfissiante degli avversari, faticano a organizzarsi in maniera pulita in uscita palla, e i tentativi di combinazione rapida sulle fasce si scontrano con un’imprecisione talvolta gratuita. La Juve, comunque, di grandi occasioni non ne crea, e alla fine rimane solo il profumo di qualche sgasata offensiva fine a se stessa. L’opportunità più grande, anzi, ce l’ha la Roma, che negli ultimi 10’ recupera campo rinvigorita dai “soliti” Baldanzi e Shomurodov. Di Gregorio deve soffiare parecchio per mandare fuori una rasoiata da lontano di Angelino, l’ultimo vero squillo di una serata poco spettacolare.
L’impressione è di essersi affacciati su due cantieri ancora aperti, uno sicuramente in stato più avanzato dell’altro. Dovere di Thiago Motta sarà riuscire a integrare tutti i nuovi acquisti, alcuni davvero in ritardo di condizione, e a lungo andare anche trovare una possibile alternativa tattica a Vlahovic. Oggi al suo posto è entrato per una manciata di minuti Nico Gonzalez, che di professione fa l’esterno d’attacco anche se sa riempire l’area con un certo peso. Il centrocampo può godere di grande abbondanza, forte di calciatori di livello con caratteristiche molto differenti tra loro, ma è cruciale scegliere il modo corretto per incastrarle. Locatelli e Fagioli, due ottimi calciatori, hanno forse delle mancanze in termini di passo e di aggressione dell’area avversaria che gli permetterebbero di rendere al meglio con giocatori diversi vicino. Senza dubbio, l’ago della bilancia della squadra sarà Douglas Luiz, ancor più di un acclamatissimo Koopmeiners.
La Roma ha ritrovato alcuni automatismi interessanti, ed è bastato schierare tre calciatori complementari in mezzo al campo per dare una parvenza di senso alla squadra. Pisilli, oggi autore di una buona prova, è calciatore dotato di grandi doti di inserimento e capacità di resistere agli assalti avversari, deve sgrezzarsi con il pallone tra i piedi, ma può essere preso in considerazione nelle rotazioni. L’aggiunta di Konè, uno abile sia in conduzione che nella riaggressione senza palla, può restituire un senso maggiore sia a Cristante, bravo quando deve preoccuparsi soprattutto di interdire davanti alla difesa, che a Pellegrini, cui si chiede di occuparsi di meno cose. Proprio il numero 7, seppur lontano dalla forma migliore, nelle prime tre gare si è dimostrato, ai punti, il giocatore più pericoloso dei suoi. In questo senso, la squadra di De Rossi deve migliorare molto. A un possesso talvolta molto dilungato e la presenza di un talento offensivo evidente, infatti, ancora non corrisponde una produzione offensiva accettabile nell’ultimo terzo. Da questo passerà anche il rendimento di Dovbyk, che nonostante la sua applicazione sembra ancora fuori da certi automatismi. Il bilancio, comunque, rispetto a una settimana fa è decisamente positivo.
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