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Gosens fiorentina Monza
, 1 Settembre 2024

Fiorentina-Monza 2-2, Considerazioni Sparse


Più cuore che testa per i Viola: doppia rimonta sul Monza grazie a Kean e al neo-acquisto Gosens.

Al Franchi è il nuovo arrivato Robin Gosens a salvare la partita (e la faccia) di una Fiorentina indomita ma anche bisognosa di tanto, tanto lavoro per trovare il giusto amalgama. Il pari su incornata da corner del tedesco, giunto a Firenze l'ultimo giorno del mercato, solleva gli animi ma non nasconde le difficoltà e le incertezze di una squadra ancora tutta da delineare, colpita due volte da un buon Monza scivolato amaramente solo nei finali di tempo.

La Fiorentina, con l'inedito centrocampo Mandragora-Cataldi, parte proponendo tanti scambi di posizione dentro un possesso fluido e veloce, per manipolare la disposizione a specchio del Monza. Sembra un leitmotiv ben diverso e indicativo di maggior fiducia rispetto a queste prime uscite dei gigliati, freschi di qualificazione alla Conference League ai rigori nel surreale ritorno di preliminare contro la Puskas Akademia. Alla ricerca delle migliori soluzioni, Palladino propone un nuovo undici stravolto, mandando dentro due nuovi acquisti (Gosens e Cataldi, per l'appunto), e provando un pacchetto arretrato formato da Comuzzo-Ranieri-Biraghi davanti a Terracciano. Ne beneficeranno i meccanismi in prima costruzione, più sicuri del solito, ma al primo affondo brianzolo Djuric colpisce e mette a nudo un'ampia serie di criticità difensive della Fiorentina, di riferimenti e di automatismi. Un dominante (nel primo tempo) Maldini jr, con il gol dello 0-2 e un palo, ribadisce il concetto.

C'è un asse ideale sul quale il Monza costruisce le sue fortune, quello composto da Pablo Marì e Djuric. Il primo prende in consegna Moise Kean con il quale ingaggia un intenso e sistematico duello, il secondo è la soluzione privilegiata per la risalita del campo di un Monza con poche ambizioni di possesso ma molta voglia di far male. La marcatura scorbutica dello spagnolo sull'ex juventino, seppur in sostanza conclusa alla pari, insabbia per parte della gara la più semplice delle opzioni dei viola tanto in uscita quanto in creatività davanti, riducendo il raggio d'azione di colui che, di fatto, è l'unica certezza di casa Fiorentina. Dall'altra parte del campo, il dominio aereo del centravanti bosniaco è qualcosa di complicato da affrontare per i difensori viola: l'automatismo palla lunga-sponda-duello sulla seconda palla è consolidato per il Monza, e i viola faticheranno ad arginarlo almeno finchè Djuric rimarrà in campo.

Alla fine, il pareggio è una onesta (anche se severa per la squadra di Nesta) sintesi tra i pregi e i difetti delle due compagini: il Monza, pur non eccezionale per risorse tecniche, sta lavorando sulla continuità creata nello scorso biennio proprio da Palladino, e per questo è apparso più sereno e consapevole di cosa fare in campo rispetto alla Fiorentina. I viola di contro hanno compiuto una rivoluzione e per ora navigano a vista, e pur avendo individualità nettamente superiori (per esempio, siamo alla terza marcatura per Kean in 5 partite ufficiali) sono ben lontani da saper bene come sfruttarle. Se in tre gare di campionato i gigliati sono arrivati al gol solo sugli sviluppi di tre calci piazzati, rimediando solo tre pari di cui due contro delle neopromosse, è evidente quanto ci sia da lavorare. E il fatto stesso che Palladino abbia mandato dentro tutti gli ultimi arrivati (compresi Bove e Adli nella ripresa) fa intuire quanto squadra e allenatore debbano in fondo ancora conoscersi. Forse la pausa delle nazionali, a organico quantomeno definito, aiuterà.

Aspettando Gudmundsson. Proprio perché la Fiorentina oggi è così carente a livello di organizzazione, più che mai l'islandese può essere la soluzione per superare queste difficoltà, viste le sue caratteristiche di giocatore creativo e accentrante, in grado da solo di disegnare un sistema di riferimenti anche per i compagni. Un qualcosa che ai viola manca in generale e in quella zona di campo in particolare, che né Beltran (incoraggiante ma impreciso) né un Colpani ancora scialbo possono dare. Lato Monza, qualche appunto a Nesta forse va fatto: l'impatto di Petagna per dar fiato allo sfinito Djuric è stato tremendo in senso negativo, e per quanto il blocco basso difensivo fosse stato applicato in maniera efficace, i cambi hanno forse accentuato la tendenza della squadra a farsi schiacciare e a rinunciare a respirare. Contro una Fiorentina ancora fragile, forse si poteva aspettare qualche minuto in più prima di chiudersi in trincea.

  • Scribacchino schierato sull'ala sinistra. Fiorentina o barbarie dal 1990. Evidenzia le complessità di un gioco molto semplice.

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