Lazio-Roma 2-2, Considerazioni Sparse
Dopo più di due anni torna in Serie A femminile Lazio-Roma, che regala subito un risultato a sorpresa.
L'apertura della stagione della Serie A femminile con gli anticipi del venerdì (ha aperto la stagione la Fiorentina, vincente in casa contro il Napoli per 1-0) regala subito in quel di Formello una gara fuori dai pronostici: nel derby capitolino, la neopromossa Lazio ferma le campionesse d'Italia della Roma, andando sotto, ribaltando il risultato e vedendo sfumare la vittoria solo nei minuti di recupero. Il punteggio finale di 2-2 potrebbe accontentare entrambe le squadre come lasciarle con l’amaro in bocca: se per la Lazio un punto contro le bi-scudettate giallorosse sa già d'impresa, la vittoria sfumata all'ultimo secondo rovina il possibile exploit biancoceleste. Di contro, il pericolo scampato per la squadra di Spugna lascia comunque il sapore di due punti persi in una gara gestita male.
La Roma si schiera con un classico 4-3-3. L’unica novità rispetto allo scorso anno è la presenza di Hanshaw a sinistra, a centrocampo giocano le solite Greggi-Kumagai-Giugliano e in attacco, ai lati di Giacinti, ci sono Haavi e Glionna – preferita a Viens non ancora al top della forma. La Lazio di contro si schiera con un 3-1-4-2, con molte nuove arrivate dal mercato estivo che hanno già dimostrato di essersi integrate perfettamente nello schema tattico di Grassadonia: Oliviero, Le Bihan, Connolly, Bellomou, D’Auria, Cetinja tra i pali e l’ultimo colpo Martina Piemonte. Nel primo tempo la Roma è messa molto bene in campo, riesce a far girare palla in maniera molto fluida, il centrocampo gira in automatico come se non si fosse mai fermato dalla scorsa stagione: il dinamismo di Greggi, la qualità negli ultimi metri di Giugliano e le letture di gioco di Kumagai sono le chiavi con cui le giallorosse conquistano il terreno di gioco nella prima frazione. Inoltre, sulle fasce, le giallorosse mettono sempre in difficoltà le terze della difesa laziale, riuscendo così a creare degli 1vs1 e a entrare sistematicamente in area di rigore. In fase di non possesso, la Roma difende dentro la metà campo della Lazio senza lasciare facili soluzioni di passaggio per le biancocelesti che spesso ricorrono al lancio su Piemonte per conquistare metri di campo.
La Lazio, però, non rinuncia a giocare la palla, assumendosi non pochi rischi, ma riuscendo a mettere in grande difficoltà le campionesse d’Italia appena saltata la prima pressione specialmente sulle fasce – in particolar modo con Oliviero. La squadra di Grassodonia non si arrocca nella propria metà campo quando la Roma inizia l’azione da Ceasar, ma va in pressione sulle giocatrici di Spugna con le due punte a schermare i passaggi delle centrali giallorosse con Castiello che diventa l’ombra di Kumagai, costringendo diverse volte al lancio su Giacinti – preziosissima per conservare palla e guadagnare metri di campo. È proprio da una situazione come questa che la Lazio va vicina al gol del vantaggio per due volte poco prima del 10’, arrivando al tiro dopo la riconquista di una seconda palla a centrocampo da parte di Goldoni e con Piemonte che sbaglia da dentro l’area. Poi, con un’azione molto simile alla precedente, la Lazio conquista un corner dal quale Goldoni colpisce la traversa. Al 12’ del primo tempo va in scena il cliché più classico del calcio: gol mangiato gol subito. La Roma con un corner calciato sul primo palo da parte di Hanshaw trova lo stacco perfetto di Giacinti, che taglia la marcatura a zona della Lazio e insacca per il vantaggio giallorosso. Il primo tempo continua con la squadra di Spugna che prova ad ammazzare la partita, andando vicina al raddoppio con l’ennesima incursione di Glionna sulla fascia destra servendo il tiro di Haavi, che però finisce sul palo interno. La Lazio resiste e, sullo scadere del primo tempo, allarga il campo su Oliviero: con un passaggio elegante e preciso scavalca Hanshaw servendo Le Bihan, che brucia Linari nei primi metri conquistando un’ottima posizione per tirare. Con la deviazione della centrale giallorossa, supera Ceasar e pareggia i conti.
Il secondo tempo vede una Lazio messa meglio in campo, non più vittima degli 1vs1 che aveva impostato la Roma nella prima frazione. Spugna passa all’azione inserendo Dragoni e Thøgersen schierando la Roma con un rombo a centrocampo in modo da aumentare la qualità in campo, rinunciando ad una giocatrice in fase difensiva e mettendosi a tre. La squadra non sembra però recepire immediatamente il cambio tattico di Spugna e infatti la Lazio, grazie al lavoro sporco di Le Bihan su Di Guglielmo e di Piemonte su Linari, spacca in due la formazione giallorossa, aprendo a destra ancora una volta per Oliviero che, con un cross, serve Castiello bravissima ad attaccare l’area giallorossa e a portare in vantaggio le biancocelesti. Da qui in poi la partita si fa più nervosa e con il passare dei minuti saltano schemi e tattiche. Spugna aggiunge fisicità in campo mettendo Troelsgaard davanti – con il solo obiettivo di raccogliere lanci lunghi – ma non funziona come soluzione. La Lazio lentamente finisce le energie fisiche e si chiude piano piano negli ultimi metri di campo trasformando l’area di difesa nel Vietnam per le giallorosse, che non sanno come creare un’occasione da gol. Per la Roma ci pensa Linari a risolvere la partita: al 92’ pesca dal mazzo il tiro buono e da quasi trenta metri infila la palla sotto al sette pareggiando la partita.
La Roma deve sicuramente rivedere delle cose, ma è presto per dire che non è la squadra della scorsa stagione. Un problema storico sembra essere rimasto: le giallorosse creano tanto ma non concretizzano. Nel derby la Roma ha tirato 25 volte – 12 in area di rigore – senza però raccogliere quanto seminato. In partite decisive la squadra di Spugna ha già pagato questa superficialità sottoporta e, se non dovesse cambiare qualcosa, continuerebbe a pagarla. Inoltre, anche a livello difensivo sembrano esserci alcuni problemi: le giallorosse, infatti, nella scorsa stagione avevano un livello di concentrazione e precisione difensiva che sfiorava la perfezione – 24 gol subiti in 26 partite di cui 11 a scudetto già vinto. La Lazio è una neopromossa solo sulla carta e non va sottovalutata, perché mettere in difficoltà questa Roma non è scontato. Le nuove arrivate sembrano essere perfette per il gioco di Grassadonia. Menzione d’onore va fatta soprattutto a Oliviero, che ha dominato la fascia destra – cosa non banale, avendo davanti Haavi – e a Piemonte, che è uscita per infortunio ma ha lasciato la pelle sul campo, andando a combattere su ogni pallone con Linari e Minami che hanno sofferto molto il gioco di sponde e di fisico della punta biancoazzurra, senza mai neutralizzarla del tutto.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.