Cosa deve fare il Lecce sul mercato?
Tutto ciò che serve a Gotti per ripetere l'impresa salvezza.
In pochi, se non addirittura pochissimi, potevano immaginare nell’estate del 2023 che un anno dopo ci saremmo ritrovati qui a dissertare di che cosa sarebbe servito al Lecce dal mercato per affrontare una nuova stagione in Serie A, la terza consecutiva dalla promozione ottenuta nella primavera del 2022.
E invece i salentini sono riusciti ad ottenere un’altra salvezza, forse meno tranquilla di quella arrivata sotto la gestione Baroni ma ugualmente meritata nonostante un monte ingaggi per distacco il più basso del campionato, tante cessioni importanti arrivate tra luglio e gennaio e un mercato fatto come al solito di idee e fantasia e guidato dal sempiterno Pantaleo Corvino.
L’estate 2024 è stata invece insolitamente tranquilla, almeno fino a questo momento, per i giallorossi pugliesi che hanno confermato l’intelaiatura della scorsa stagione trattenendo i vari Falcone, Dorgu, Gallo, Baschirotto, Krstovic e vendendo Marin Pongracic e Valentin Gendrey, le cui cessioni a Fiorentina (€15 milioni, terza più remunerativa della storia del club pugliese dopo quelle di Hjulmand e Vucinic, due leggende non a caso scoperti e piazzati dal mago di Vernole) e Hoffenheim hanno rimpinguato le casse societarie per l'intero esercizio..
L’inaspettata pioggia di conferme è il segno di come i salentini nutrano enorme fiducia nel livello dell’organico attualmente a disposizione e di come, volendo leggere la questione da un punto di vista più pratico, il potenziale economico della rosa sia ancora tutto da scoprire.
Sotto l’obelisco di Sant’Oronzo è arrivato l’ennesimo nugolo di giocatori con i nomi a metà tra la Master League di PES e un romanzo di Gabriel Garcia Marquez: al fianco dei più conosciuti Tete Morente e Lassana Coulibaly (due occasioni di mercato davvero imperdibili) nei ruolini leccesi figurano l’ex stella del campionato polacco Filip Marchwinski, l’angolano Kialonda Gaspar dall’Estrela Amadora e tre giocatori provenienti dalle serie francesi come Andy Pelmard, Balthazar Pierret e Gaby Jean.
Parlare del mercato di Corvino, anche solo per provare a fare ipotesi o formulare scenari sarebbe un po' come consigliare a Caravaggio una diversa tonalità di rosso o suggerire a Berlusconi una nuova barzelletta a sfondo sessuale: semplicemente non si dovrebbe fare e sarebbe meglio anzi lasciare al Maestro il tempo di portare al termine il suo lavoro, a maggior ragione se alla fine del mercato manca ancora più d’una settimana, visto che tra il tempo corviniano e quello del resto del mercato c’è lo stesso rapporto che sussiste tra il tempo sul Pianeta di Miller e quello che trascorre sulla Terra.
Ma è evidente che il Lecce soffra di una serie di mancanze che potrebbero compromettere seriamente gli esiti di una lotta salvezza che si preannuncia più complicata di quelle affrontate nelle scorse due stagioni.
Mancanze e problematiche che potrebbero rivelarsi troppo gravi e nette da poter essere maneggiate con profitto dalle mani calme e sapienti di Luca Gotti, che dopo aver salvato Pantaleo Corvino da un incendio all’inizio dell’estate è chiamato a compiere il miracolo e portare al record delle tre salvezze consecutive una squadra che, quasi per definizione, sembra sempre essere incompleta. Proviamo allora ad immergerci nel mondo del possibile e dell’improbabile.
Difensore centrale
È andato via, come detto, solo Pongracic ma solo si fa per dire. L’affermazione del croato, in ritardo di un anno per colpa degli infortuni, è stata uno dei fattori determinanti della salvezza del Lecce, come la continuità di prestazioni offerta l’anno precedente da Samuel Umtiti era stata allo stesso modo decisiva per la permanenza dell’allora squadra di Baroni. È facile intuire come le fortune dei salentini si siano rette in questi anni sulle prestazioni e sulla presenza di un centrale difensivo di esperienza e dal sicuro rendimento in grado di integrarsi in modo proficuo con le caratteristiche di Baschirotto.
Per questo è difficile immaginare che possa essere sufficiente l’alternanza Gaspar, Pelmard e Jean per assicurare quella solidità difensiva che da sempre è il primo requisito per ottenere una salvezza tranquilla nel nostro campionato. Nonostante la sua fisicità imponente, le importanti doti atletiche e lo stile che lo ha già reso un giocatore di culto, in particolar modo Gaspar sembra essere una di quelle scommesse di Corvino che, per dirla alla Mario Brega, po’ esse fero o po’ esse piuma, insomma un’alea dagli esiti potenzialmente ed estremamente diversi. Una scommessa che il Lecce potrebbe anche vincere ma il cui esito farebbe meglio ad attendere tutelandosi con un profilo più esperto. Non è detto che i salentini abbiano la disponibilità e la volontà di investire per un quinto centrale, ma un elemento capace di far includere Pelmard con più continuità nello slot di terzino destro potrebbe tornare comodo.
Cesar Montes – Almeria
Il nome ideale per blindare la difesa giallorossa potrebbe essere quello di Cesar Montes, centrale messicano di ventisette anni appena retrocesso in Liga Segunda con la maglia dell’Almeria, squadra in cui arrivava dopo un’altra retrocessione arrivata nel 2023 quella volta con la maglia dell’Espanyol.
Certo, questa serie di declassamenti non è certo invitante a primo acchito ma la realtà è che Montes ha quasi sempre offerto prestazioni individuali solide e interessanti, soprattutto nel corso dei suoi primi sei mesi a Barcellona, mentre con gli andalusi giallorossi il feeling non è mai stato dei migliori per colpa anche dei continui cambi di allenatore che hanno caratterizzato la sciagurata stagione dell’Almeria.
Punto fermo della nazionale messicana e protagonista di diversi successi in patria con la maglia del Monterrey, Montes è un difensore roccioso e bravo sia nell’anticipo ma soprattutto nel contrasto, con ottime doti da leader del reparto arretrato e soprattutto dominante dal punto di vista fisico. Specialista del gioco aereo, che gli permette di essere estremamente pericoloso anche sui calci piazzati offensivi, un suo acquisto permetterebbe al Lecce di completare una linea difensiva fatta di strapotere fisico e atletico, l’ideale per una squadra che insisterà nella ricerca del baricentro basso e della chiusura degli spazi.
Rasmus Nicolaisen – Toulouse
Corvino potrebbe anche decidere di completare il reparto arretrato con l’innesto di un centrale mancino. Tra i profili più interessanti e abbordabili in questo senso del panorama europeo spicca il nome del danese Rasmus Nicolaisen, da tre anni in forza al Tolosa e protagonista della storica vittoria degli occitani in Coppa di Francia nel 2023.
Molto bravo nell’anticipo e negli intercetti, ancora grezzo nella marcatura e nel contrasto, Nicolaisen è un altro marcantonio di un metro e novanta perfetto per la contraerea gottiana grazie alla sua abilità sulle palle alte, a cui aggiunge però un mancino educato da poter sfruttare anche in fase di costruzione e nello sviluppo delle uscite basse. Potrebbe essere un profilo più costoso di quelli su cui Corvino ci ha abituato a scommettere ma rappresenterebbe un investimento dal rendimento assicurato, un CCT da valorizzare, utilizzare per una sicura salvezza e rivendere alla Fiorentina tra un anno.
Terzino destro
La cessione di Valentin Gendrey all’Hoffeneim priva il Lecce non solo di colui che sarebbe stato il titolare indiscusso della fascia destra ma anche di un protagonista annunciato della stagione giallorossa, l’uomo forse più atteso alla definitiva affermazione nel nostro campionato. Il mercato costringe invece i giallorossi a ritornare sul mercato, alla ricerca di un profilo che possa far rimpiangere il meno possibile la corsa e la qualità del francese.
Non sarà cosa facile, ma è proprio in queste situazioni che Corvino da il meglio di sé. È difficile prevedere quale possa essere il proverbiale coniglio che l’uomo mercato salentino tirerà fuori dal cilindro questa volta e probabilmente non spetta a noi comuni mortali fare previsioni in questo senso. Dal canto nostro, però, proviamo quanto meno a ipotizzare delle opzioni forse più scontate e meno fantasiose ma comunque fattibili e funzionali per il contesto tattico a cui sta lavorando Luca Gotti.
Leonardo Sernicola – Cremonese
Riproviamoci Leo. La prima, vera, stagione di Sernicola in Serie A si era conclusa mestamente con la retrocessione della Cremonese, senza che nei mesi successivi nessuna squadra del nostro campionato si decidesse a scommettere sulle qualità e i margini di crescita di uno dei migliori giocatori della sfortunata stagione grigiorossa. Tornato in Serie B, Sernicola ha continuato ad arare la fascia destra e a sfornare cross deliziosi che hanno fatto la fortuna di Massimo Coda.
Che nessuna squadra di Serie A, nonostante una generale moria di esterni, abbia puntato ancora sul miglior terzino/quinto di centrocampo della cadetteria rimane un mistero, se non addirittura un crimine. In un Lecce che, senza Gendrey, perde spinta e qualità Sernicola potrebbe essere davvero un fattore decisivo, un’arma letale da sfruttare nelle ripartenze in verticale e nella sua precisione nei cross e nei passaggi. Una connection con Krstovic sarebbe semplicemente un lusso che nessun’altra contendente per la salvezza potrebbe permettersi.
Filippo Terracciano – Milan
È arrivato a Milano appena 7 mesi fa ma in pochi, al di fuori di Milanello, sembrano ricordarsi davvero di lui. Filippo Terracciano era stato acquistato dal Milan con l’obiettivo di costruire in casa l’erede di capitan Calabria, puntando su un terzino moderno e dal grande potenziale come quello cresciuto sulle rive dell’Adige in casa Hellas. Nel corso dei mesi, tuttavia, Terracciano ha disputato un totale di 89', il minutaggio di una normale partita ma spalmato tra 3 presenze in campionato e 2 scampoli in Europa League.
Con l’arrivo di Emerson Royal gli spazi per l’ex Hellas dovrebbero restringersi ulteriormente, un vero peccato considerando i margini di crescita di uno dei migliori prospetti sulla fascia destra del nostro campionato. Un suo trasferimento, magari anche in prestito al Lecce, permetterebbe a Terracciano di fare esperienza e riprendere la sua crescita dal punto in cui l’aveva interrotta e a Gotti di poter sostituire rapidamente Gendrey senza perdere troppo in termini di spinta e presenza fisica, forse persino guadagnando un elemento più abile e a suo agio nella gestione della palla.
Panos Katseris - Lorient
Riportiamo il soldato Katseris a casa. Vi parlavamo di quanto il terzino greco si stesse rivelando come uno dei migliori giocatori del Catanzaro di Vivarini, forse la squadra più interessante e divertente della scorsa Serie B. Poi, a gennaio 2024, la cessione al Lorient: per Katseris si apre una nuova avventura lontano dalle province italiane.
Ma nei suoi 6 mesi in Francia il greco non ha sfondato: pur non facendo male, è stato comunque troppo poco per impedire la retrocessione del Lorient in Ligue 2. Non possiamo permetterci di avere sulla coscienza la permanenza di un giocatore così interessante nelle serie minori del campionato transalpino. È arrivata l’ora per Katseris di ritornare in Italia, di rivestire il giallorosso, di travolgere la Serie A con la sua corsa e le sue proiezioni offensive e di portare a termine un percorso bellissimo e romantico che affonda le sue radici nei campi della nostra Serie D.
Ala destra
Nel corso della scorsa stagione la fascia destra del Lecce è stato un continuo work in progress. Prima l’exploit di Pontus Almqvist che però non resiste alla prova del tempo e si spegne, come un po’tutto il Lecce di D’Aversa, dopo le prime settimane di campionato, poi la rottura con l’ex capitano Strefezza che accetta di scendere in Serie B pur di andarsene dal Salento, infine una fase sperimentale con l’adattamento di Oudin o Gonzalez voluto da Gotti per cercare maggiore qualità nel possesso a discapito della verticalità.
Ma al di là degli addii e delle soluzioni d’emergenza, il tema della fascia destra rimane aperto ancora oggi nonostante l’arrivo dall’Elche di Tete Morente che, anche a causa della presenza sulla sinistra di Patrick Dorgu, è stato dirottato sull’altra corsia del campo per tutto il precampionato e in occasione delle prime partite stagionali. Dietro di lui l’unico in teoria in grado di ricoprire, naturalmente, la posizione di ala destra è Santiago Pierotti, che però Gotti sembra vedere più per il Lecce da trequartista o seconda punta piuttosto che da esterno offensivo.
L’acquisto di una nuova ala per il Lecce che si possa alternare a Morente, se non addirittura affermarsi in modo netto come titolare dei giallorossi, diventa dunque una mossa quasi dovuta. Un innesto di qualità sulla destra potrebbe significare un salto di qualità per tutta la squadra salentina, la vera differenza tra una lotta per la sopravvivenza fatta di sangue e fango e una salvezza senza particolari patemi d’animo.
Patrick Ciurria – Monza
Gli ultimi mesi di Patrick Ciurria non sono stati certamente dei più fortunati. Dopo una prima stagione da rivelazione del Monza neopromosso, il feeling con Palladino sembrava essersi bruscamente interrotto, segnato da un netto calo di rendimento prima e dalla perdita della titolarità successivamente, a cui ha fatto conclusione un infortunio al menisco che lo ha tenuto fuori dal campo a partire dalla fine di aprile. Il 2024 ci ha dunque restituito solo una pallida copia del vero giocatore che è Ciurria e dell’impatto che ha avuto e può avere un giocatore con la sua velocità, le sue qualità col pallone e la sua duttilità.
Nel 4-2-3-1 del Lecce Ciurria sarebbe un’aggiunta di tecnica ma anche di equilibrio, in grado di integrarsi perfettamente con la spinta e le sovrapposizioni di Gendrey senza rinunciare alla copertura degli spazi. Mentre l’alchimia con l’ambiente Monza sembra essersi esaurito, un trasferimento in Salento potrebbe rivalorizzare un giocatore che ha nelle gambe il talento per essere l’ago della bilancia della salvezza dei giallorossi.
Tanguy Coulibaly – Montpellier
Cresciuto tra le giovanili del Paris Saint Germain e lo Stoccarda, Tanguy Coulibaly è un profilo molto interessante e soprattutto particolarmente adatto a un contesto, come quello del Lecce, abituato a valorizzare giocatori con caratteristiche e background simili all’ala attualmente in forza al Montpellier.
Elemento dalla spiccata propensione offensiva ma che riesce a garantire una certa efficienza anche nel lavoro di copertura, Coulibaly potrebbe essere un’opzione qualora Corvino volesse dare a Gotti un giocatore in grado di assicurare maggiore verticalità sulla fascia destra, una sorta di alter ego di Banda però più preciso nella gestione del pallone. Arrivato a gennaio da svincolato dopo l’esperienza in Germania, l’ala è stata una delle armi in più a disposizione del Montpellier per ottenere una salvezza tranquilla nella scorsa stagione, non male come biglietto da visita.
Antonio Candreva – Salernitana
Quanta benzina è rimasta nel serbatoio di Antonio Candreva? L’ex Lazio e Inter nelle scorse quattro stagioni si è riscoperto come vero e proprio ago della bilancia della lotta per non retrocedere, dopo aver permesso per ben tre volte alla Sampdoria e alla Salernitana di Paulo Sousa di ottenere la salvezza grazie alle sue reti e alle sue doti da factotum della fase offensiva delle squadre in cui militava. Il miracolo di salvare ancora una volta i campani non gli è riuscito, di certo non per colpa sua, ma è stato comunque il miglior giocatore della squadra granata per qualità e continuità di rendimento.
A 37 anni Candreva è stato il miglior marcatore stagionale della Salernitana e anche uno dei giocatori più presenti, con trentaquattro presenze nel corso di un’annata maledetta e difficile ma individualmente dignitosa.
Nel Lecce Candreva si ritaglierebbe un ruolo importante da dodicesimo uomo, un elemento di esperienza e carisma nonché di qualità tecnica sopra la media da gestire in modo attento ma efficace. Non gli verrebbero chieste di nuovo le trenta presenze della scorsa stagione né lo status da ultima e unica speranza per le sorti della squadra ma per il Lecce affrontare una lotta salvezza con Antonio Candreva a dispensare controlli rapidi e deliziosi filtranti sulla trequarti potrebbe significare un vantaggio tattico non indifferente sulle dirette concorrenti.
Punta centrale
Sarà la stagione di Nikola Krstovic? È forse questa l’incognita più grande e importante che accompagna le fasi iniziali del campionato del Lecce: qualora l’attaccante montenegrino dovesse affermarsi definitivamente come un solido attaccante da doppia cifra allora la strada per la salvezza rimarrebbe in salita ma decisamente meno erta. L’estate di Krstovic è stata abbastanza contrastante in questo senso: dopo un ottimo precampionato e la rete all’esordio stagionale in Coppa Italia contro il Mantova l’attaccante ha regalato ai tifosi di casa una pessima prestazione nella pesante sconfitta contro l’Atalanta di Retegui e Brescianini.
Krstovic comunque continua a godere della fiducia di Gotti e della società, come peraltro testimoniato da un fatto non trascurabile: al momento Corvino non ha affiancato al montenegrino un’altra punta come invece è stato solito fare sia nella scorsa stagione che nel 22/23 con i tandem Krstovic/Piccoli e Ceesay/Colombo. Il Lecce crede dunque nell’esplosione del suo centravanti e ha tutti i motivi per farlo.
Ma avrebbe anche più d’un motivo per cercare di tutelarsi e di integrare il reparto offensivo con un ultimo innesto in grado di garantire gol e rendimento anche qualora Krstovic non dovesse ripagare la scommessa fatta su di lui dalla società.
Barnabas Varga – Ferencvaros
Pantaleo Corvino and a balkan striker: name a better duo, I’ll wait. Potrebbe sembrare una chiamata un po' esotica ma la verità è che, per il prezzo in questione, pochi giocatori in Europa hanno mantenuto nelle scorse stagioni una media realizzativa alta come quella avuta dal due volte capocannoniere del campionato ungherese Barnabas Varga. Certo, per il Lecce puntare su un attaccante di 29 anni con un limitatissimo curriculum da bomber di provincia tra Austria e Ungheria potrebbe sembrare folle e a tratti pericoloso, ma sarebbe proprio una di quelle scommesse a cui Corvino ci ha abituato da sempre, da ultimo proprio con lo stesso Krstovic.
A prescindere dagli aspetti cabalistici relativi al rapporto tra l’uomo mercato salentino e i centravanti provenienti dai paesi balcanici, la scelta di Varga per l'attacco del Lecce avrebbe un senso molto preciso. Il principale compito dell’attaccante di una squadra che lotta per non retrocedere è quello di buttarla dentro ogni volta che può, cercando di trasformare in oro il maggior numero possibile di palloni toccati, soprattutto quelli più scomodi e difficili e non sono molti, in questo momento in Europa, a saperlo fare come Varga, implacabile di testa e letale dentro l’area di rigore. Le incognite legate al passaggio dalla prima serie ungherese alla Serie A sarebbero certo pesanti ma l’attaccante magiaro sembra pronto al grande salto.
Robert Glatzel – Hamburger SV
Un’alternativa simile, ma forse meno sulla cresta dell’onda, è quella rappresentata dal profilo di Robert Glatzel, l’uomo più simile all’eroe tragico Sisifo che troverete dalle parti di Amburgo. In tre stagioni con i Dinosauri, il centravanti di Monaco ha collezionato 100 presenze, 18 assist ma soprattutto 63 reti e 2 finali playoff perse nel vano tentativo di riportare in Bundesliga gli anseatici, assenti dalla massima serie tedesca ormai da sette lunghissime stagioni, nonostante i gol e i tentativi di Glatzel.
Parliamo anche in questo caso di un centravanti devastante nella finalizzazione e nel gioco aereo che però riesce a rivelarsi utile anche in fase difensiva grazie all’intensità del suo pressing, facilitato com’è da un fisico da granatiere e una discreta attitudine al sacrificio. Anche Glatzel sarebbe un profilo curioso, al limite dell’esotico, interessante e dai costi sicuramente contenuti. Ci aiuterebbe a capire quale sia davvero il campionato migliore tra la 2. Bundesliga e la nostra Serie A? Quale miglior barometro del Lecce di Luca Gotti.
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