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Bologna calciomercato
, 23 Agosto 2024

Cosa deve fare il Bologna sul mercato?


O quello che serve al nuovo Bologna di Italiano per provare a rifare la storia.

Come immaginare la vita normale, la lotta di tutti i giorni, il futuro che verrà dopo l’estasi, l’apoteosi, la conclusione perfetta di una stagione perfetta? Il Bologna che ha ottenuto la qualificazione in Champions League non sembrava una macchina, ma quasi un organismo autosufficiente che a tratti pareva accontentarsi del ritorno nell’Europa che conta, forte di un campionato che aveva dimostrato sul campo come quella di Thiago Motta fosse la squadra migliore della Serie A per qualità del gioco e rendimento dei singoli, alle spalle solo dell’Inter.

In un mondo ideale, Il quinto posto finale e il piazzamento europeo sarebbero stati solo l’inizio, il trampolino di lancio di una squadra troppo speciale per fermarsi alla Champions League. In un mondo ideale Calafiori, Zirkzee e soprattutto Thiago Motta sarebbero rimasti all’ombra delle due torri e oggi staremmo qui a parlare di cosa sarebbe servito al Bologna per provare un assalto al potere che avrebbe avuto del clamoroso ma che non sarebbe stato né impossibile né impensabile.

Ma non viviamo in un mondo perfetto e le logiche capitaliste del calciomercato hanno smembrato (forse meno del previsto) la meraviglia bolognese: alla vitalità dei portici bolognesi, i tre protagonisti principali della scorsa stagione hanno preferito il grigiore climatico e il contesto meno romantico del triangolo Londra-Torino-Manchester, un trittico forse più adatto all’ambientazione di un romanzo d’età vittoriana.

A chi è rimasto, e in particolare al costruttore di mondi fantastici Giovanni Sartori, è spettato il compito di immaginare il futuro dopo la fine della storia, di pensare alla vita dopo il paradiso. È arrivato Thijs Dallinga dal Tolosa per raccogliere l’eredità del connazionale Zirkzee; oltre a lui, una serie di rinforzi interessanti che hanno sicuramente contribuito a dare all’organico rossoblù una profondità diversa e maggiore, a partire dal nuovo titolare della fascia sinistra Juan Miranda.

https://www.youtube.com/watch?v=TYUHdL12jhU&pp=ygUOdGhpanMgZGFsbGluZ2E%3D

Ma soprattutto, è arrivato in panchina un allenatore che sembra destinato a essere l’uomo delle missioni esasperanti più che impossibili. Dopo aver portato in Serie A e condotto alla salvezza una piazza come La Spezia, dopo aver risollevato le sorti di una squadra che sembrava sull'orlo di uno stato di catatonica mediocrità, portandola di nuovo in Europa e a tre finali di coppa nonostante una rosa disfunzionale, una serie di mercati senza alcuna logica e un’opinione pubblica critica se non addirittura ostile, Vincenzo Italiano travalica gli Appennini e arriva in Emilia con il compito ingrato di non far rimpiangere Thiago Motta, di provare a dare un senso all’exploit della scorsa stagione, di migliorare ciò che è stato ontologicamente perfetto.

Nonostante i dubbi e le malignità che da sempre accompagnano l’ex tecnico della Fiorentina, puntare su di lui sembra la scelta più logica in termini di continuità tecnico-tattica. Si riparte dal 4-2-3-1 e dalle idee che Motta e Italiano hanno mostrato in comune almeno nel corso delle passate stagioni, a partire dalla volontà di sviluppare un pressing intenso e di insistere sul dominio territoriale. Ma per concretizzare le idee e le premesse che Italiano porta con sé sarà necessario sfruttare gli ultimi giorni di mercato per completare l’allestimento di una rosa che sembra essere in ritardo sotto più punti di vista.

Terzino sinistro

Il ritorno a Leicester di Kristiansen, priva la Serie A e il Bologna di uno dei terzini più interessanti della stagione appena conclusa, uno dei titolari forse meno chiacchierati ma allo stesso tempo preziosissimo sia in fase offensiva che difensiva. Il vuoto lasciato dal danese è stato immediatamente colmato dall’arrivo di Juan Miranda, a parametro zero dal Real Betis Balompié; dietro di lui per ora è stato confermato uno dei mancini più educati e talentuosi del nostro campionato, Charalampos Lykogiannis. La fascia sinistra sembrerebbe quindi essere completa, almeno da un punto di vista meramente numerico.

Miranda e Lykogiannis sono però giocatori importanti ma che portano con sé altrettanti limiti e incognite. Lo spagnolo, che al momento dovrebbe essere l’indiscusso titolare, rappresenta quanto meno una scommessa dal punto di vista della continuità di prestazioni e rendimento: nei 5 anni di carriera tra Germania e Spagna, Miranda ha raccolto 134 presenze ufficiali in tutte le competizioni, di cui 107 da titolare, con l’ultima stagione in Andalusia che ha segnato il suo personale record di titolarità con 28 gettoni tra campionato e coppe. Non proprio una certezza su cui poter fare affidamento senza remore per una squadra che si appresta a disputare una stagione che la vedrà scendere in campo almeno 47 volte.

È difficile pensare, per quanto possa essere romantico e affascinante, che ad assicurare la continuità ad alti livelli per confermarsi in Italia e fare bene in Europa possa essere Lykogiannis: a 31 anni dovrebbe riscoprirsi giocatore da rotazione in una squadra che gioca in Champions League dopo una carriera non di primissimo livello. Il segreto dell’ultima stagione positiva del greco è stata la capacità di Thiago Motta di gestirlo e sfruttarlo nella maniera migliore per esaltarne le qualità di calcio: ci immaginiamo che anche sotto Italiano le cose non dovrebbero andare in modo poi così diverso.

Emerge chiaramente l’esigenza di dotare la corsia mancina di almeno un’altra opzione, un’alternativa a Miranda che sia in grado di assicurare qualità e quantità di rendimento senza necessariamente ridurre eccessivamente il minutaggio dello spagnolo, che sembra essere una delle grandi scommesse di Giovanni Sartori per il mercato di quest’anno.

Mario Rui – Napoli

Qualità in palleggio, assist, esperienza europea e magari anche low cost. Mario Rui sembra essere il profilo ideale per una squadra che cerca un profilo di complemento e che vuole dominare il gioco attraverso il controllo del possesso.

In rotta ormai da tempo col Napoli e a 33 anni compiuti, il portoghese potrebbe reinventarsi in una nuova dimensione forse meno ambiziosa di quella partenopea ma in cui la sua propensione offensiva potrebbe essere estremamente apprezzata e in cui potrebbe essere gestito in maniera più oculata e con minori pressioni, l’ideale insomma per un giocatore che sta cominciando a soffrire di qualche problema muscolare di troppo. (Dovrebbe volare in Brasile al San Paolo, ma fateci sognare ancora per un po').

Owen Wijndal - Ajax

Cresciuto nello stesso AZ che ha lanciato gente come Koopmeiners, Gudmundsson, Rejinders, Beukema e Karlsson, Wijndal sembrava destinato a diventare uno dei punti fermi della nazionale Oranje, nella quale aveva fatto il suo esordio da giovanissimo e con cui ha anche partecipato alla sfortunata spedizione europea del 2021. Dal suo trasferimento nell’estate del 2022 all’Ajax, però, la carriera ha conosciuto un periodo di stagnazione che ne ha interrotto la crescita in modo preoccupante.

Il "vero" Owen Wijndal

Nell'ultima stagione in prestito all’Anversa, è un mancino che ama gestire il pallone e accentrarsi per partecipare alla fase di costruzione ma che è anche molto utile in copertura, soprattutto in un contesto di difesa alta e pressing sostenuto, grazie alla sua difesa e ad una discreta capacità di lettura. La cura Sartori, magistrale nel recuperare ed esaltare esterni provenienti dal Benelux, potrebbe far bene ad un giocatore con tanto potenziale ma dalla carriera che sembra aver perso forza di propulsione.

Cristiano Biraghi – Fiorentina

L’idea più suggestiva ma allo stesso tempo più difficile da realizzare, non fosse altro perché si tratterebbe di convincere il capitano della Fiorentina a percorrere la Via degli Dei in direzione Bologna sulle tracce del suo ex allenatore.

Dopo tre anni di alti e qualche basso ma soprattutto di stima reciproca, un passaggio in rossoblù di Cristiano Biraghi potrebbe significare l’incontro di esigenze diverse ma convergenti: da un lato, Italiano otterrebbe un’alternativa sulla sinistra in grado fin da subito di inserirsi in un contesto tattico sofisticato, garantendo una certa affidabilità anche dalla panchina; dall’altra, Biraghi potrebbe una nuova avventura in un contesto con meno pressioni e responsabilità individuali e forse più vicino al suo livello ideale, senza la necessità di doversi adattare a un contesto a lui meno funzionale e con il bonus di poter tornare a disputare un match di Champions a quasi 5 anni dall’ultima volta.

Difensore centrale

Archiviata la breve ma intensa era Calafiori con l’inevitabile cessione all’Arsenal, Sartori si ritrova ad affrontare un tema che era già emerso parzialmente nel corso della scorsa stagione, gestito benissimo dalle rotazioni di Motta. Il Bologna ha bisogno di almeno un difensore centrale, una necessità che neanche l’acquisto funzionale di Martin Erlic dal Sassuolo può riuscire ad archiviare. Del resto, dietro a quella che dovrebbe essere la nuova coppia titolare Beukema-Lucumì (atteso alla stagione della definitiva consacrazione), oltre al croato ci sono Ilic, acquistato lo scorso gennaio, e Kevin Bonifazi, di rientro dal prestito a Frosinone.

Anche considerando un ipotetico adattamento di El Azzouzi, cosa già sperimentata dal marocchino nel corso di Parigi 2024, il reparto difensivo rimane numericamente e qualitativamente impreparato al salto di qualità che il Bologna vuole provare a compiere. Si può sempre sperare nell’esplosione dell’ex Partizan Belgrado, ma è evidente come l’acquisto di un altro difensore rimanga all’ordine del giorno.

Qui arriva il dubbio: realizzare un investimento più corposo per aggiungere un centrale meno abile tecnicamente ma più forte in marcatura e in grado di offrire un’alternativa di spessore alla coppia titolare o aggiungere profondità alla panchina limitandosi a un investimento di piccolo cabotaggio? La soluzione potrebbe arrivare dall’ennesimo coniglio dal cilindro dello scouting di Sartori e del suo staff.

Emmanuel Agbadou – Stade de Reims

È stato uno dei migliori difensori della scorsa stagione di Ligue 1, sicuramente uno dei giocatori rivelazione del Reims di Will Still, ma il mercato non l’ha finora portato via dalla città della Champagne dove venivano incoronati i sovrani francesi fino alla rivoluzione orleanista del 1825. Agbadou, nazionale ivoriano di 1.92 centimetri, potrebbe essere il profilo ideale per completare il reparto arretrato di Italiano.

Agile e veloce, nonostante il fisico imponente, l’ivoriano è molto bravo in marcatura e nell’1vs1 e può giocare sia sul centro-destra che sulla sinistra. Soprattutto, Agbadou ha già familiarità con un tipo di calcio propositivo, in particolare con riferimento alla sua abilità di difendere velocemente sulla profondità e di partecipare proattivamente alla costruzione del gioco.

https://youtu.be/xo0pvHZdlbg

Florian Grillitsch – Hoffenheim

Lo abbiamo visto in azione come centrocampista con la bella Austria di Ragnick durante Euro 2024 ma quella mostrata al grande pubblico durante la rassegna tedesca è solo una faccia del gioco poliedrico e versatile di Florian Grillitsch. L’austriaco, tornato all’Hoffenheim dopo la parentesi deludente da free agent prima e all’Ajax successivamente, ha disputato la sua ultima stagione principalmente da centrale difensivo nella difesa a 3 di Pellegrino Matarazzo, l’allenatore statunitense che ha riportato l’Hoffenheim in Europa dopo tre stagioni.

Da perno del terzetto difensivo, Grillitsch è stato messo nelle condizioni migliori per sfruttare il suo destro educato e la sua visione di gioco ma ha dimostrato di saper assolvere a compiti difensivi “puri” con dimestichezza ed efficacia, rivelandosi solido nella copertura e nel recupero della palla. Forse non adattissimo alla difesa alta di Italiano, l’austriaco potrebbe essere comunque un backup importante da utilizzare soprattutto nelle partite da aggredire con tutta la qualità possibile nel possesso palla.

Centrocampista centrale

Il centrocampo è l’unico reparto del Bologna che non ha conosciuto addii o cessioni di alcun tipo: la conferma della struttura fondamentale di una delle linee mediane migliori della scorsa stagione è legata non solo all’indubbio valore dei suoi elementi ma forse (e soprattutto) a una congiuntura che ha reso impossibile immaginare l’arrivo di offerte eque e remunerative per due giocatori che già da adesso si candidano ad essere gli uomini mercato del Bologna per la prossima stagione, ovvero Michael Aebischer e Lewis Ferguson.

Entrambi hanno dovuto affrontare infortuni importanti: per Ferguson il rientro sembra ancora lontano, Aebischer ha già riassaporato il campo nell’esordio stagionale contro l’Udinese ma per riaverlo pienamente in condizione servirà ancora tempo e lavoro. È però facile credere che al loro pieno ritorno sia lo svizzero che lo scozzese riprenderanno il loro posto in mezzo al campo ai fianchi di Remo Freuler e tornare a costituire quel mix di qualità e dinamismo che Motta e Sartori hanno forgiato così sapientemente e che Italiano col tempo potrà ereditare nelle migliori condizioni. Nel frattempo, dietro di loro si muove, primo fra tutti, Giovanni Fabbian che al momento è investito meritatamente dei galloni da titolare e che anche quando arriverà il ritorno di Ferguson rimarrà l’uomo in più di un Bologna che ha sempre energico bisogno della qualità nell’inserimento e della capacità di incidere sulle gare del centrocampista su cui peraltro a fine stagione pende l’incognita del controriscatto esercitabile dall’Inter, la squadra in cui è cresciuto.

Al di là di Fabbian, però, il livello delle seconde linee a disposizione di Italiano non sembra essere così convincente e adeguato a una squadra che, come ci è capitato di ripetere più volte, dovrà quanto meno ben figurare in tre competizioni diverse e lunghissime. Nikola Moro continua ad essere un incognita che l’opaca prestazione offerta nella prima di campionato contro l’Udinese ha reso solo più difficile da decifrare e dunque meno affidabile, mentre El Azzouzi, reduce peraltro dalla medaglia di bronzo con la spedizione marocchina alle Olimpiadi di Parigi e da un infortunio al ginocchio sembra essersi smarrito dopo l’incoraggiante inizio della scorsa stagione quando sembrava, per dinamismo e versatilità il centrocampista ideale per Thiago Motta che, però, gli ha abbastanza repentinamente revocato la fiducia inizialmente accordatagli.

El Azzouzi è il nostro (medagliato a Parigi 2024) goleador...

Gli infortuni dei titolari e le tempistiche relative al rientro (in particolare quello di Ferguson), il calendario fittissimo e le incertezze sulle seconde linee rendono dunque un rinforzo a centrocampo una priorità per Sartori e Di Vaio, anche nella prospettiva di aggiungere un surplus di qualità nella gestione della palla e di rendere ancora più completo il parco centrocampisti a disposizione di Italiano.

Azzedine Ounahi – Olympique Marseille

Dopo un Mondiale in Qatar giocato da perno insostituibile della squadra rivelazione, Azzedine Ounahi non ha trovato a Marsiglia l’humus ideale per mantenere fede alle aspettative createsi su di lui: 44 presenze, un quarto delle quali in Europa League, con appena 3 reti e 1 assist certificano tutte le difficoltà incontrate dal centrocampista marocchino nel passaggio dalla Loira alla Provenza avvenuto poco più di un mese dopo la semifinale giocata a Doha contro la Francia.

A dire la verità, è evidente come Ounahi abbia sofferto le difficoltà incontrate da una società che in 13 mesi ha cambiato 5 allenatori fino ad arrivare a Roberto De Zerbi. Il bresciano sembra intenzionato a tenere Ounahi ai margini del progetto marsigliese, tanto da non averlo mai schierato nel corso del precampionato e da non averlo neanche convocato per l’esordio in Ligue 1 in casa dello Stade Brestois.

Eppure l’esplosione di Ounahi sembrava reggere su basi solide, lontano dall’essere l’ennesima illusione mondiale. In un contesto come Bologna, il marocchino potrebbe ritrovare sé stesso e il suo gioco. La sua capacità di gestire il pallone in spazi stretti, la duttilità tattica e la quantità di corsa lo rendono il centrocampista ideale per Vincenzo Italiano, il giocatore perfetto per portare su un altro livello l’intensità del pressing nella metà campo avversaria e gestire il possesso negli spazi più stretti.

Benjamin Bourigeaud – Rennes

Rimaniamo in Francia per un nome forse più di nicchia ma che ormai da tempo è tra i centrocampisti più apprezzati in Ligue 1. Nel Rennes di Julien Stéphan che, al di là di un’ultima stagione travagliata, sta provando a confermarsi come una delle prime forze del campionato transalpino, Benjamin Bourigeaud ha giocato da mezz’ala, trequartista, mediano, persino esterno destro, confermandosi come uno dei migliori del campionato per qualità d’impostazione e regia e costanza in termini di reti e assist (solo nella scorsa stagione, 12 reti e 7 assist tra Ligue 1 e Europa League.

A 30 anni, il francese sarebbe un innesto di grandissima qualità in vista della Champions League, che Bourigeaud ha già affrontato col Rennes nel 2021. Più abile nella gestione del pallone e nel dettare i ritmi per la gestione delle fasi offensive, Bourigeaud rappresenterebbe un’importante alternativa sulla trequarti sia a Fabbian che al rientrante Ferguson, oppure sistemarsi sulla metà campo, alternandosi con Aebischer come mezzala di qualità e palleggio da affiancare a Freuler.

Kristian Thorstvedt – Sassuolo

Sono 72 i km che separano Bologna da Sassuolo: il trasferimento di Kristian Thostvedt dal neroverde al rossoblù sarebbe uno dei più fisicamente rapidi dell’intero mercato. Forse, anche uno dei più sensati e interessanti: a costi abbastanza contenuti Sartori porterebbe a Bologna un centrocampista in grado di garantire verticalità, inserimenti e reti. Un profilo ideale per completare con Fabbian la dotazione di trequartisti a disposizione d’Italiano ma anche per assicurare un’alternativa mancina di livello.

L’operazione acquisirebbe ancora più senso in considerazione della già citata recompra che incombe su Fabbian e che con tutta probabilità verrà esercitata dall’Inter a fine stagione; con Thorstvedt, il Bologna non si limiterebbe a completare la mediana ma si assicurerebbe le spalle coperte in vista dei probabili addii dei compagni di reparto. Nonostante sia una presenza in Serie A da ormai due stagioni, i 24 anni del norvegese gli consentono di essere un elemento ancora altamente futuribile e con ottime prospettive di crescita sul medio periodo.

Ala sinistra

Il reparto offensivo felsineo sembrava completato con l'arrivo di Nicolò Cambiaghi dall'Empoli: la scommessa su uno dei più impattanti talenti offensivi italiani avrebbe permesso a Italiano di avere sulla sinistra un'alternativa in più rispetto a Dan Ndoye e all'evanescente Karlsson - nonostante l'hype che aveva accompagnato il suo arrivo all'inizio della scorsa stagione, lo svedese rimane un oggetto misterioso.

Le incognite legate appunto all'utilizzo dell'ex AZ e la lesione del crociato sinistro di Cambiaghi nei giorni scorsi (almeno 6 mesi di stop, si stima) rendono necessario un nuovo intervento sul mercato, che ponga definitivamente fine alla maledizione che sembra accompagnare Italiano almeno dall'inizio della sua esperienza alla Fiorentina e che gli impedisce di poter contare in modo affidabile su ali integre e di livello.

Kerem Aktürkoğlu – Galatasaray

Vi abbiamo già parlato di lui nella nostra guida per Euro 2024, come uno dei centrocampisti da tenere d’occhio: nonostante il gol all’esordio contro la Georgia e la buona prestazione complessiva della nazionale turca, la spedizione tedesca non ha visto il giocatore del Galatasaray brillare come ci si sarebbe aspettato.

Ci riproviamo: a quasi 26 anni, Aktürkoğlu sarebbe il rinforzo ideale per l’attacco del Bologna per la sua già ampia esperienza ad alti livelli, per le ottime prospettive di crescita e per le sue doti di rifinitore che lo renderebbero un elemento preziosissimo per il gioco di Italiano sempre in cerca dell’uomo in grado di realizzare l’ultimo passaggio e mettere ordine e idee sulla trequarti. In più, la capacità di giocare anche da trequartista gli permetterebbe di calcare il prato contemporaneamente con Ndoye e Orsolini.

Mikkel Damsgaard – Brentford

Ve lo ricordate Mikkel Damsgaard? Sembra passata una vita da quando il danese terrorizzava le difese della Serie A col suo dribbling ammaliante e il suo destro preciso, che sembravano assicurargli un futuro luminoso nel gotha del calcio europeo, la Premier League. Ma l’avventura dell’ex Samp in Inghilterra non è ancora andata come previsto, anche per colpa di una serie di brutti infortuni che lo hanno colpito in particolare all’inizio della scorsa stagione. Nelle sue due stagioni con il Brentford, Damsgaard ha collezionato appena cinquanta presenze, di cui appena sedici da titolare, e soprattutto sembra aver perso il suo feeling col dribbling e con la porta.

Un suo ritorno in Italia, per merito del Bologna, sarebbe bellissimo: Italiano potrebbe contare su d’una variabile in grado di aggiungere imprevedibilità a un gioco che soffre terribilmente le difese chiuse e contratte; Damsgaard restituirebbe poi al Bologna quel pizzico di romanticismo funambolico che le cessioni estive hanno portato via a suon di milioni.

  • Classe '99, pugliese come il panzerotto, studia a Bologna e soffre per l'Inter. Ama farneticare di calcio, cinema e musica. Ha sul comodino la foto con Barbero e l'autografo di Mcdonald Mariga.

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