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Parma mercato
, 20 Agosto 2024

Cosa deve fare il Parma sul mercato?


Tre colpi last minute per una salvezza tranquilla.

La parola d’ordine del Parma 2024/25, deve essere "serenità". Il triennio in Serie BKT ha consentito di costruire un progetto solido e futuribile ai ducali, che ora vogliono godersi una tanto meritata stagione in Serie A senza troppi patemi. Serenità in campo, quindi, ma anche sul mercato, perché il Parma ha dimostrato in più occasioni di avere una rosa già competitiva per il massimo campionato italiano. È stata sempre la Fiorentina, prima di Italiano, poi di Palladino a scontrarsi con la banda giovane e arrembante guidata da Pecchia. La sfida di Coppa Italia dello scorso inverno aveva restituito l’immagine di un Parma dominante per un’ora, che poco aveva a che fare con la categoria cadetta. L’esordio di sabato pomeriggio ha confermato ulteriormente le impressioni di qualche mese prima.

Il rischio, però, è pensare che basti così. Il Parma ha giovani forti in praticamente tutti i ruoli, ma non bisogna dimenticare che per buona parte di loro si tratta della prima stagione in Serie A. Abbiamo tutti ancora negli occhi la grande partenza del Frosinone di Di Francesco, che a poco è servita se non ha far retrocedere i ciociari fra gli applausi degli appassionati e i rimorsi dei loro tifosi. Quando i punti iniziano a pesare doppio, però, anche un talento cristallino come Soulé fatica a splendere in una Serie A che diventa più fangosa, tattica e conservativa. Il rischio è pensare che basti una squadra giovane e promettente, con un gioco divertente, a mantenere quella serenità che invece ha contraddistinto il primo anno in A di società come il Genoa o - l’anno prima - il Monza.

Quello che manca al Parma, ad oggi, è qualche innesto di esperienza nella colonna vertebrale del sistema pecchiano, un centro di gravità attorno cui far ruotare la galassia di giovani costruita in questi anni; qualcuno che porti serenità nei momenti più delicati e aiuti Pecchia nella gestione di questi ultimi; qualcuno che consenta ai giovani del Parma di crescere senza portare sulle spalle le pressioni di una conferma in Serie A che sarebbe fondamentale per la continuità del progetto e senza sentire la presenza di quello spettro, costante, che si chiama retrocessione.

Non c’è però bisogno né di fretta, né di esborsi importanti, anche perché in tre stagioni di Serie B il Parma ha speso ben sessanta milioni sul mercato, anche per costruire questa squadra, e in questa stagione ha già fatto un acquisto oneroso, il portiere Suzuki per 7,5 milioni di euro. Le occasioni arriveranno con gli ultimi giorni di mercato e la dirigenza gialloblù dovrà essere brava a coglierle.

Contemporaneamente, ci sarà da piazzare qualche esubero, almeno uno per ruolo, considerando che diversi giocatori che avevano faticato l'anno scorso, difficilmente potranno dare un contributo importante in Serie A. Inoltre, la rosa a disposizione di Pecchia, ad oggi, conta già ben trenta giocatori: decisamente troppi. Per alcuni, come Lautaro Valenti in difesa, Antoine Hainaut a centrocampo, Antony Partipilo sulla fascia e Antonio Çolak in attacco, la cessione potrebbe davvero essere la soluzione. Altri, come Drissa Camara e i due classe ’05 Anas Haj Mohamed e Mateusz Kowalski, potrebbero partire in prestito.

Ecco invece alcuni profili in entrata che potrebbero far comodo al Parma in queste ultime battute del calciomercato estivo.

Difensore centrale

A Parma si punta molto sul classe ‘03 Alessandro Circati, un po’ perché avere un parmense doc - nato a Fidenza e cresciuto tra Perth, Australia, e Fontanellato - fra i titolari è sempre una bellissima strizzata d’occhio a quel calcio romantico che tutti dicono non esserci più; e un po’ perché ha dimostrato di meritarsi il posto di titolare al centro della difesa di Pecchia, anche in Serie A. Non bisogna dimenticare, però, che stiamo parlando di un ragazzo che compirà ventuno anni a ottobre e che, prima di Parma-Fiorentina, non aveva mai messo un piede in un campo di Serie A. Fondamentale, per la sua crescita e per la serenità dei tifosi del Parma, sarà metterlo nelle condizioni di imparare da un difensore esperto, che lo guidi, lo corregga e lo protegga dalle pressioni. Insomma, servirebbe un nuovo Bruno Alves.

Joel Matip

Dopo aver vinto tutto da titolare con il Liverpool, la sua strada e quella dei Reds si sono separate alla fine di questa stagione, uno dei tanti segnali che sembrano voler ricordare che il Liverpool di Klopp non esiste più a chi non se n’è ancora rassegnato. Incredibilmente è ancora svincolato e, in Serie A, potrebbe imporsi come uno dei migliori difensori ancora per un triennio. Immaginando un triennale per lui, alla sua partenza Circati avrebbe 24 anni e sarebbe già in età di fascia da capitano leadership dello spogliatoio. Quello di Joel Matip è un profilo tanto ideale quanto poco probabile, intendiamoci, anche perché al Liverpool guadagnava oltre 5 milioni di euro e per giocare a Parma dovrebbe più che dimezzarsi lo stipendio. Probabilmente finirà in una di quelle medio-big di Liga, Ligue 1 o Bundesliga, tipo Siviglia, Lione o Eintracht. Una mossa astuta, per convincerlo a preferire Parma, potrebbe essere invitarlo a cena in una delle tante trattorie del centro.

Sergio Ramos

Ci sarebbero mille buone ragioni per cui Sergio Ramos (attualmente svincolato dopo la parentesi a Siviglia) al Parma sarebbe un’ottima idea, ma noi ve ne diciamo solo 3.

  1. Le foto di spalle della coppia Circati-Sergio Ramos: entrambi col mullet, tipo padre e figlio, con un retrogusto di “Re Leone". Sarebbero una manna dal cielo sia per i fotografi di quelle pagine di estetica e cultura calcistica tipo Copa90 che per i produttori di meme;
  2. Il ricomponimento della coppia Ramos-Varane in Parma-Como e Como-Parma: porterebbe in tribuna l’élite del calcio europeo, tra cui, Zinedine Zidane, Toni Kroos e Marcelo;
  3. Ha vinto 4 Champions League da capitano del Real Madrid.
Parma Ramos Varane

Simon Kjaer

Anche lui è svincolato e ha uno stipendio sicuramente più abbordabile dei due citati in precedenza. Conosce benissimo il nostro campionato, sta bene in Italia, è un grande leader, ha delle enormi qualità umane e ha la personalità giusta per tirare qualche scappellotto al suo compagno di reparto che, ricordiamoci sempre, deve ancora compiere ventuno anni e ricorda vagamente lo stereotipo del ragazzo di provincia che aspetta la corriera fuori dal Bocchialini (l’Istituto Tecnico Agrario di Parma). Sarebbe sicuramente il più ragionevole e a buon mercato fra i tre nomi citati.

Centrocampista centrale

Nel reparto di centrocampo della rosa del Parma sembra esserci tutto: l’esuberanza tecnica di Bernabé e quella fisica di Sohm, i guizzi di Hernani, la grinta e il posizionamento di Estévez. Poi c’è Cyprien che, dopo qualche anno di buio totale, la scorsa stagione è pian piano tornato su livelli accettabili ed ha tutto per essere un buon rimpiazzo in Serie A. L’unica cosa che manca è qualcuno che sappia gestire, che abbia l’esperienza giusta o l’intelligenza tattica per leggere le situazioni, che sia abituato a dettare i tempi e le fasi di gioco, anche in momenti delicati. Anche perché, se in alcune partite Pecchia schiererà il terzetto Bernabé-Hernani-Sohm, in altre sarà necessario giocare con Bernabé-Estévez-X, dove la X sta per uno dei tre profili qui sotto.

Daniel Boloca

Leggendo la breve introduzione di poco sopra, è quasi automatico chiedersi che fine abbia fatto Daniel Boloca. Al momento è ancora al Sassuolo, in Serie BKT, ma sarebbe veramente un insulto se nessun club decidesse di riportarlo in Serie A. Anche perché le condizioni ci sono tutte: ha un contratto ancora lungo (fino al 2028) che consentirebbe di prenderlo in prestito almeno per una stagione, fino al ritorno dei neroverdi in Serie A, una soluzione già percorsa da altre retrocesse di lusso per non dover svendere i propri giocatori migliori e ritrovarseli in rosa una volta tornati in Serie A. Le sue caratteristiche abbiamo imparato tutti a conoscerle e lo rendono il completamento ideale di un centrocampo fortissimo per una neopromossa, ma ce n’è una che a volte sfugge ed è la sua capacità di verticalizzazione. Sarebbe un’arma in più in un sistema di gioco comunque molto diretto, per quanto esteticamente appagante, come quello di Pecchia.

Soualiho Meité

Come Boloca, anche Meité ha più di un anno di contratto e potrebbe arrivare in prestito se il Benfica pagasse una parte dell’ingaggio. Rispetto all’italo-rumeno, sarebbe un profilo meno tecnico e più fisico, che con Hernani formerebbe una coppia di grande esplosività in mezzo al campo. I suoi muscoli, uniti comunque a una buona tecnica, sarebbero utilissimi per il calcio di Pecchia, sia in fase difensiva che nei recuperi alti e nelle transizioni palla al piede. Inoltre, fra Torino, Milan e Cremonese ha buona esperienza in Serie A e viene da una vittoria del campionato greco con la maglia del PAOK, piazza calda forse ancor più dell’Olympiacos. Il Tardini sarebbe una passeggiata di salute per lui.

Francis Coquelin

Anche se vi sembrerà impossibile, Francis Coquelin ha ancora trentatré anni. Nato come mediano di grande dinamismo all’Arsenal, nella sua esperienza spagnola (sei anni fra Valencia e Villarreal) è migliorato molto anche nella gestione della palla, pur senza perdere quella sua peculiarità di grandissimo ruba-palloni e rapido trasformatore di azioni da difensive in offensive. A luglio si è svincolato dal Villarreal e l’unico dei top 5 campionati in cui non ha mai giocato è la Serie A. Se il fisico lo assiste (gli infortuni sono sempre stata la sua grande incognita), in Italia può ancora fare la differenza.

Centravanti

Qui è necessario partire da un presupposto: Ange-Yoan Bonny ha tutto per fare il centravanti titolare in Serie A e per diventare un attaccante di alto livello. Però, come Circati, è un 2003 ed è alla prima esperienza in Serie A da protagonista. Charpentier e Çolak, come alternative a Bonny, sono troppo poco per una squadra che vuole fare una stagione tranquilla. Quello che serve al Parma in attacco è un centravanti affermato ed esperto, magari che conosca il nostro campionato, che possa giocare sia con Bonny che al suo posto e, soprattutto, garantisca una decina di gol a stagione, cosa che il francese non ha ancora dimostrato di saper fare (5 reti in Serie BKT, per quanto possa avere margine di crescita, è molto difficile che si moltiplichino in Serie A).

Antonio Sanabria

Partiamo dall’operazione più complicata. Anche se Tony Sanabria sembra in uscita dal Torino ad ogni sessione di mercato, alla fine rimane sempre e, con ogni allenatore, trova sempre il suo spazio, da titolare o da subentrato. L’arrivo di Vanoli in panchina, per lui è stata sicuramente una buona notizia dato che l’ex allenatore del Venezia ha sempre giocato a due punte. Se però, in questi ultimi giorni di agosto dovesse arrivare un altro attaccante dal mercato o Vanoli dovesse cominciare a preferirgli Che Adams, allora sì che Sanabria potrebbe pensare di chiedere la cessione e, a questo punto, un prestito con diritto di riscatto in una neopromossa ambiziosa come il Parma potrebbe essere la soluzione migliore.

Per caratteristiche, il paraguaiano sarebbe l’innesto perfetto per completare il reparto offensivo di Pecchia: conosce la Serie A, non è un goleador ma ha una decina di gol, anche molto pesanti, nelle gambe e fa tanto lavoro per la squadra, sia lavoro sporco che di raccordo, fondamentale per il gioco spumeggiante dei gialloblù. Inoltre non è necessariamente alternativo a Bonny: anche se a entrambi piace abbassarsi a prendere il pallone, il francese sarebbe più libero di dare profondità, avrebbe meno responsabilità in fase realizzativa e, con un compagno di reparto così, potrebbe incrementare anche il numero di assist, già alto per una prima punta, della scorsa stagione (7).

João Pedro

A giudicare dai rumors di mercato, la sua esperienza fuori dalla Serie A sembra essere già finita. Da quando se n’è andato dal Cagliari, nell’estate 2022, le cose non sono andate benissimo: cinque gol e un assist in Turchia con la maglia del Fenerbahce, tre gol e un assist in 43 partite in Brasile con il Grêmio. Ora le testate di calciomercato lo voglio vicino ad un ritorno in Italia, con tre squadre interessate: Genoa, Verona e Salernitana. Fra queste non c’è il Parma, che fino ad ora ha avuto altre priorità. Eppure l’italo-brasiliano sarebbe un ottimo affare, in prestito secco, per i gialloblù anche perché, oltre alla necessità un attaccante, il Parma non ha in rosa un vero e proprio specialista nei caci di rigore e con João Pedro anche questa piccola lacuna verrebbe colmata.

Andy Delort

Nîmes, Ajaccio, Metz, Tours, Wigan, Caen, Tigres, Tolosa, Montpellier, Nizza, Nantes, Umm-Salal. Dodici squadre in quindici anni di carriera. A 32 anni, c’è spazio ancora per almeno un’altra esperienza in un campionato di alto livello. Anche sei i tempi dei 18 gol in Ligue 1 col Nizza sembrano ormai ampiamente trascorsi (la sua ultima stagione in Europa glie ne ha visti fare solo 6) Andy Delort - svincolatosi a inizio estate dalla lega qatariota - diventerà una suggestione degli ultimi giorni di mercato per molte medio-piccole dei principali campionati europei e quindi, perché non il Parma?

In questo caso rappresenterebbe più un vice-Bonny, da mettere in campo a partita in corso in quei momenti in cui c’è bisogno di maggior grinta, malizia e capacità realizzativa di quanto può garantire il francese, magari insegnando a quest’ultimo anche qualche trucco del mestiere.


  • Un altro ragazzo col vizio dell’overthinking e la passione per i mediani intelligenti e i mezzi trequartisti inconcludenti.

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