Il Mondo di Armand Duplantis
Parigi 2024 è solo una delle tappe in cui Duplantis sta riscrivendo la storia dello sport.
Quando Armand Duplantis ha valicato l’asticella posta alla misura di 6 metri e 25 - al culmine di una calda serata estiva di inizio agosto - il pubblico dello Stade de France è ammutolito per un secondo, per poi esplodere in una delle ovazioni più forti mai tributate a un atleta nel corso dei Giochi Olimpici parigini. Un urlo collettivo che ha sancito la grandezza del gesto tecnico e lo spessore del 9° record del mondo di “Mondo”, il ragazzo arrivato da un altro pianeta per riscrivere la storia dello sport e i confini di ciò che la mente umana e le leggi della fisica ritengono possibile.
Non ce n’era bisogno, ma Parigi 2024 ha certificato una volta per tutte la grandezza sportiva del ventiquattrenne svedese e il suo trascendere le normali dimensioni del tifo a favore o contro, della simpatia o dell’antipatia per un atleta. Quando salta Mondo, tutti sono dalla sua parte: tutti vogliono vederlo stabilire nuovi primati, tutti lo spingono a traguardi sempre più ultraterreni con il calore e l’entusiasmo riservato solamente alle leggende.
In un’epoca che sta producendo grandissimi saltatori (ben 7 atleti hanno valicato i 6 metri - la soglia dell’eccellenza in questa disciplina - almeno una volta negli ultimi 5 anni) la superiorità di Duplantis è tale che spesso le competizioni a cui prende parte sembrano divise in due spezzoni distinti: la gara fra “gli altri” per la piazza d’onore, e la sfida di Mondo a migliorare sé stesso.
Non è la prima volta che il salto con l’asta vede atleti così dominanti: nel corso degli anni ’80 e ’90, il sovietico – poi ucraino – Sergey Bubka ritoccò il record mondiale per ben 35 volte fra indoor e outdoor, portandolo da 5.85m a 6.15m nel giro di nove anni. Allo stesso modo, a metà dei Duemila, la russa Yelena Isinbayeva portò in una nuova dimensione l’asta femminile: furono 28 i primati stabiliti dall’ex ginnasta di Volgograd tra il 2003 e il 2009, con un miglioramento del primato mondiale assoluto di ben 24 centimetri (da 4.82m a 5.06m) in sei anni. Sia Bubka che Isinbayeva ebbero però diverse battute d’arresto a livello internazionale, cosa che per ora non sembra toccare Duplantis – capace di creare una striscia di vittorie nei grandi appuntamenti (Olimpiadi, Mondiali ed Europei) ininterrotta e lunga ormai cinque anni.
Ma da dove viene questo Duplantis, che a soli 24 anni ha già completato l’insieme di obiettivi raggiungibili da uno sportivo in un’intera carriera, e al momento sembra vivere la sua missione di atleta professionista come una perenne spinta a cercare e raggiungere il proprio limite ultimo?
Armand Duplantis nasce a Lafayette, in Louisiana, figlio dell’americano Greg Duplantis (anch’egli saltatore con l’asta, senza partecipazioni a manifestazioni internazionali ma con un personale di 5.80m stabilito nel 1993) e della pallavolista svedese Helena Hedlund. È il padre a trasmettergli la passione per la disciplina, come aveva già fatto con i due fratelli maggiori Andreas e Antoine: il primo aveva rappresentato la Svezia a livello giovanile, classificandosi 9° agli Europei U20 del 2011 e 10° ai Mondiali U20 l’anno seguente, mentre il secondo aveva abbandonato i campi di atletica alle superiori per diventare un buon giocatore di baseball a livello collegiale.
Duplantis Sr, però, non impiega molto tempo ad accorgersi che il suo figlio più piccolo è un vero e proprio predestinato. Armand comincia a praticare il salto con l’asta nel giardino di casa, a soli tre anni, e si appassiona così tanto che a sette stabilisce il primo record del mondo non ufficiale di categoria. A 10 anni valica i 3.86m, una misura che fra le donne inizierebbe ad essere dignitosa a livello assoluto e che all’epoca vale il miglior salto mai realizzato a livello mondiale da un Under 12. È vero, si tratta di una disciplina complessa e di difficile interpretazione in un’età così verde, ma il piccolo “Mondo” ha già capito che è ciò che vuole fare e che – soprattutto – gli riesce meglio di chiunque altro.
Nel 2014, Armand comincia le scuole superiori e stabilisce subito il record americano all’aperto e al coperto per un freshman, uno studente del primo anno. Tanta è l’eco dei risultati ottenuti dal giovane astista che la notizia rimbalza anche dall’altra parte dell’oceano: Jonas Anshelm, selezionatore della nazionale svedese di atletica, decide di avvicinare la famiglia Duplantis e convincere il figlio minore a gareggiare per la nazione della madre agli imminenti Mondiali U18 di Cali, in Colombia. È una scelta inaspettatamente facile per Armand, grazie all’esempio del fratello maggiore già nazionale giovanile e (come raccontano le cronache dell’epoca) di un lavoro capillare da parte della federazione svedese capace di mantenere i rapporti col padre Greg.
A Cali, Mondo gareggia quasi due anni sotto età: è un 1999, peraltro nato a novembre, e la maggior parte dei suoi avversari ha oltre un anno e svariati centimetri di vantaggio nei suoi confronti. Eppure, il ragazzo di Lafayette riesce a conquistare il suo primo titolo mondiale di categoria stabilendo un nuovo record - 5.30m - la stessa misura saltata dall’ucraino Vladislav Malykhin con un errore in più. L’anno dopo, ai Mondiali U20 di Bydgoszcz, Polonia, la storia si ripete: gli anni di differenza con i principali avversari sono quasi tre, ma il talento innato gli basta a saltare 5.45m e assicurarsi un bronzo dietro all’americano Volz e all’australiano Marschall.
La vera esplosione, anche a livello fisico, arriva nei due anni successivi. A inizio 2017, in un meeting di atletica indoor a New York, l’astista svedese stabilisce il nuovo primato del mondo juniores a 5.75m e, nel giro di due mesi, lo eleva prima a 5.82m e poi a 5.90m, misura che gli vale il record svedese assoluto strappato all’ex argento mondiale Patrik Kristiansson. Vince sia Europei che Mondiali Under 20, distruggendo la concorrenza con vittorie ampissime e misure che in entrambi i casi gli valgono il record dei campionati. Debutta a livello assoluto con un 9° posto ai Mondiali e un 8° ai Mondiali indoor, proiettandosi con decisione verso l’appuntamento clou della stagione 2018: i Campionati Europei di Monaco di Baviera.
Nella capitale bavarese, Duplantis si esalta e imbastisce una competizione di livello stellare con l’altrettanto promettente saltatore russo Timor Morgunov. Dopo un errore a 5.80m, Mondo non sbaglia più fino al nuovo record mondiale U20 di 6.05m, salto che gli vale l’alloro europeo e gli permette di sconfiggere un Morgunov in grado – per la prima e unica volta nella sua carriera – di valicare i sei metri. Terzo e grande sconfitto è il primatista mondiale, l’esperto francese Renaud Lavillenie, che da subito non manca di indicare Mondo come il suo potenziale futuro successore.
Il secondo posto ottenuto ai Mondiali di Doha 2019, con solo un errore in più a viziare il suo tabellino di gara rispetto a quello dell’americano Sam Kendricks, cementa definitivamente Mondo come l’atleta del momento nella sua patria adottiva – sentimento che raggiunge l’apoteosi nel febbraio 2020 quando, nel giro di una settimana, stabilisce i suoi primi due record mondiali saltando 6.17m a Toruń (Polonia) e poi 6.18m a Glasgow (Regno Unito). Gli svedesi lo accolgono a braccia aperte e lui non fa nulla per non concedersi, impegnandosi durante la pandemia a migliorare la lingua (che aveva imparato in famiglia già da ragazzino, pur crescendo come madrelingua inglese) per potersi esprimere al meglio agli occhi del suo pubblico e dei media nazionali. Al termine del 2020 gli viene conferito lo Jerringpriset – tradizionale riconoscimento assegnato allo sportivo svedese più popolare dell’anno, scelto attraverso un sondaggio pubblico fra gli ascoltatori della radio sportiva nazionale – a cui fa seguito la medaglia d’oro per il miglior risultato sportivo dell’anno assegnata dal quotidiano Svenska Dagbladet.
La lenta uscita del COVID rende Mondo, se possibile, ancora più dominante: nei Giochi Olimpici “a porte chiuse” di Tokyo arriva la vittoria con 6.02m e l’ennesimo record del mondo sfiorato. Il 2022 è l’anno della chiusura del cerchio e del completamento della “tripla corona” (Mondiali, Olimpiadi ed Europei): vince il titolo mondiale indoor a Belgrado (Serbia) e quello outdoor a Eugene (USA), migliorando il primato del mondo in entrambe le occasioni. A 23 anni ancora da compiere, è già indiscutibilmente il più grande saltatore con l’asta di ogni epoca e ha conquistato ogni titolo a sua disposizione: la gara è ormai solo con sé stesso, e con ogni centimetro guadagnato alla forza di gravità che vale un sostanzioso upgrade economico alla sua già ricchissima bacheca dei trofei.
È durante i Mondiali 2023 che la nuova affermazione di Armand davanti al caldissimo pubblico del Centro nazionale di atletica leggera di Budapest (Ungheria) lo proietta in una dimensione superiore – e in un certo senso quasi “ultraterrena” – a livello mediatico. L’atletica riempie un momento di crisi di attrattività agli occhi del pubblico internazionale dopo il ritiro di Usain Bolt e gli anni bui del post-pandemico: l’astista svedese diventa il nuovo personaggio di richiamo su cui World Athletics punta per rilanciare la propria immagine, ponendolo al centro di buona parte del materiale promozionale legato ai Mondiali ungheresi.
Mondo non è un personaggio mediaticamente appariscente: è carismatico ma non naturalmente estroverso, sicuro di sé ma non guascone, bravo ragazzo ma non un modello da copertina. È fidanzato da qualche anno con una modella e influencer svedese, Desiré Inglander, che ha conosciuto a Stoccolma nell’estate 2020 ed è diventata la sua prima sostenitrice in giro per il mondo durante la stagione dell’atletica. Gli avversari che regolarmente sconfigge gli vogliono bene, lo definiscono il Lionel Messi del salto con l’asta, gli riconoscono un ruolo di ambasciatore ed esteta della disciplina che va ben al di là di quello di semplice rivale sul campo. Agli occhi di tutti è un ragazzo apparentemente normale, un Clark Kent con il superpotere di volare a oltre sei metri di altezza grazie a un’asta di fibra di vetro e carbonio.
Forse è proprio questo il segreto del filo invisibile che lega il saltatore di Lafayette al pubblico degli appassionati di atletica, sconfinando tra gli spettatori occasionali grazie alla sua seconda affermazione olimpica – con tanto di record del mondo, ritoccato per la nona volta a 6.25m – nella capitale francese. Mondo affascina non tanto per le vittorie e i titoli che accumula a ripetizione (solo a livello assoluto: 2 Olimpiadi, 2 Mondiali, 2 Mondiali indoor, 3 Europei, 1 Europeo indoor, 3 edizioni della Diamond League, 62 competizioni in carriera chiuse oltre i sei metri) ma perché ci mette di fronte a quello che crediamo sia un nostro limite – l’apparente impossibilità di un volo miracoloso al di là di un’asticella altissima, invalicabile, forse irraggiungibile - per poi distruggerlo senza alcuna pietà o rispetto per le leggi della fisica.
In assenza di avversari alla sua portata, il futuro di Armand Duplantis sarà riscrivere a suon di primati la storia della sua disciplina e consegnare ai successori una dimensione destinata a rimanere il più possibile inviolata. In soli 4 anni Mondo ha spinto l’essere umano ben nove centimetri più in alto: la tecnologia ci dice che il salto vincente di Parigi ne valeva almeno sei o sette più del record attuale. È normale chiedersi, anche solo come esercizio di stile, dove stia il limite che neanche il novello Mozart del salto con l’asta possa oltrepassare.
Lo stesso Bubka, che più volte ha riconosciuto Mondo come suo legittimo erede, sembra avere le idee chiare in proposito: è inutile porre limiti alla grande bellezza del gesto di un atleta che ha le carte in regola per ridefinire ciò che è possibile e imprimere a fuoco il suo nome fra le leggende immortali dello Sport.
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