Tanto, tantissimo basket a Parigi 2024
Attese rispettate per la scorpacciata dei quarti di basket maschile: ora le semifinali, rivincite di sfide già viste nei gironi di Lille.
Tre delle quattro partite dei quarti del basket maschile a Parigi-Bercy sono state di livello altissimo, vissute tutte su partenze shock di una delle due squadre, sempre quella sulla carta sfavorita. In due casi su tre, non è bastato costruire un vantaggio massimo di 12 e addirittura 24 punti per accedere alla semifinali. Per concludere uno dei martedì più memorabili della storia del basket, nella partita più scontata, gli USA mettono subito le cose in chiaro contro un Brasile che si arrende dopo circa un quarto di gioco.
Germania-Grecia
I dubbi sulla squadra greca erano ben noti. Il compito sarebbe stato affiancare a Giannis Antetokounmpo un paio di bocche da fuoco, specialmente sul perimetro, creando un triplice effetto benefico per gli ellenici: sgravare in parte Giannis dei compiti offensivi (il lungo dei Bucks ha mostrato per tutta la partita uno sguardo boccheggiante, sintomo della gran fatica di sorreggere il proprio attacco); allargare il campo per gli 1vs1( spesso 1vs2 o 1vs3) del #34; far ritardare gli aiuti sulle penetrazioni degli altri difensori.
Purtroppo per la Grecia questo non è mai avvenuto per tutto Parigi 2024: anche nei quarti contro la Germania, gli ellenici hanno tirato poco e male (6/22, 27,3%) dall'arco e, nonostante un primo quarto di grandissimo basket difensivo (terminato sul +10), molto fisico e incentrato sul togliere la palla dalle mani di Schroeder e Franz Wagner, sulla distanza non sono riusciti a reggere al rientro tedesco.
Il confronto tra le second unit è apparso impietoso: i due compagni di club nel Bayern Monaco Isaac Bonga (all-aorund se ce n'è uno) e Weiler-Babb hanno chiuso con un +/- di rispettivamente +22 e +16, mentre la panchina greca ha messo insieme la miseria di 8 punti in tutto il match. La naturale conclusione di tutto ciò sono i soli 63 punti segnati dai greci, che invece difensivamente erano riusciti a tenere a soli 76 una Germania che nel girone viaggiava a 89,3 punti a partita.
Australia-Serbia
A 7:01 al termine del secondo quarto c'erano tutti gli elementi per lo psicodramma a tema basket in salsa slava: -24, un Patty Mills in formato NBA Finals 2014, uno Jokic e un Bogdanovic quasi disinteressati alla cosa (2/5 cumulato nel secondo quarto per il duo serbo), un coach come Pesic che non sapeva che pesci prendere, un'Australia che sembrava volare.
In quei casi una squadra balcanica tipicamente ha due strade davanti: affossarsi ancora di più nel mare magnum della confusione o risalire con gli elementi più energici del proprio roster, in attesa che i mammasantissima si degnino di pensare che sì, l'occasione è degna per mostrare sprazzi del proprio talento. Una terza via raramente si palesa: sfortunatamente per l'Australia, Avramovic e Dobric decidono che stavolta si recupera.
Piano piano la Serbia rientra in partita, stacca l'Australia con un Landale con problemi di falli (il 4° e il 5° sono però due chiari errori arbitrali) e con un Mills e Giddey che tornano sulla Terra. Il cuore pulsante basket degli Aussie però è enorme ed Exum, Reath e McVeigh tengono le squadre a contatto, in un tornado di palle perse da entrambe le parti: saranno 38 alla fine, di cui 20 Australia e 18 serbe
Il finale dei regolamentari è impreziosito da un canestro miracoloso di Mills ad impattare, a cui la Serbia non può rispondere a causa di un errore di Pesic, che chiama time-out prima dell'ultimo tentativo australiano (esattamente per fare cosa??).
Nell'Over-time l'Australia sembra sul punto di poter infliggere il colpo da KO in diverse occasioni, ma spreca con errori e con palle perse in serie. A quel punto Jokic prende il proscenio in entrambe le metacampo: 21 punti per lui, con un irreale +/- di +17. C'è una Serbia con lui e una senza di lui, come è normale che sia.
Francia-Canada
La sfida più attesa dei quarti del basket maschile parte nel modo più imprevedibile: il primo quarto termina 23-10 a favore dei padroni di casa. Nel Canada essenzialmente non funziona nulla, ma proprio nulla; perfino SGA non riesce ad incedere, Barrett si smarrisce (dicevamo di non fidarsi?), Dillon Brooks e Lu Dort appaiono mesti come due agnellini. La Francia si può riassumere in modo molto semplice: Isaia Cordinier.
Il virtussino, partito in quintetto in una Francia sconvolta nelle rotazioni, mette due triple consecutive in contropiede che fanno esplodere Parigi-Bercy e caricano Yabusele e Lessort, letteralmente dominanti. C'erano molti dubbi sulle possibilità canadesi di reggere lo scontro sotto le plance: purtroppo per i ragazzi di coach Fernandez (prossima guida dei Brooklyn Nets) erano ben posti: benché Collet scelga di utilizzare Gobert per soli 3'41", i 14 tiri liberi tentati da Lessort (solo 5 in 3 partite dei gironi) spiega molto bene la differenza fisica nei lunghi e da merito alla pazienza francese nell'attaccare la troppo insistita politica di cambio sistematico canadese sui P&R.
Il Canada dal -18 si erge fino al -5 a 4' dalla fine, ma poi due triple "fortunate" di Fournier e alcune scelte arbitrali piuttosto orientate a favore dei padroni di casa (costante dell'intera partita, arbitrata in modo complessivamente pessimo) permettono alla Francia di un Wemby molto più importante in difesa che in attacco di accedere alle semifinali e regalare un altro tardo pomeriggio di basket alla Bercy Arena.
Contro la Germania si capirà se il terremoto nelle rotazioni sarà una costante, come sembrerebbe, o figlia dell'avversario incontrato; il Canada ha ancora tempo davanti a sè, ma questa è una bruttissima sconfitta per quelle che erano le premesse, in fase di preparazione e ancor di più dopo il gironcino. Queste sconfitte sono delicate: o si utilizzano per crescere oppure rimangono li e mangiano energie e convinzioni.
Brasile-USA
Doveva essere la partita meno aperta delle 4 e cosi è stato. Gli USA partono subito forte (in particolare un ragazzino da Akron del 1984 e un altro da Akron del 1988) e mettono in chiaro immediatamente al Brasile che non è giornata da imprese epocali per il basket alle Olimpiadi.
Il punteggio finale è 122-87: è giusto chiedersi a questo punto come arrivano gli americani a queste semifinali. Le certezze si chiamano Lebron, Durant, Holiday Adebayo, Edwards e Davis. I dubbi sono Embiid (contro il Brasile segni di risveglio del lungo dei 76ers) e Tatum. Tra coloro che son sospesi un Curry per ora in tono minore e un Booker a corrente alternata.
Fino a due settimane fa aleggiavano strane nuvole su Team USA, che solo i prossimi incontri potranno naturalmente dissipare: per tutto ciò che ha preceduto questa spedizione infatti, solo l'oro nel basket maschile potrà salvarli dalla parola che ogni tanto nello sport va usata: fallimento.
Semifinali
Le quattro che si giocheranno le medaglie saranno Germania e Francia da una parte e Serbia e USA dall'altra. Due sfide già viste nei gironi del basket maschile perché, come spesso capita, chi esce dal girone della morte poi non riesce ad andare molto avanti: Australia, Grecia e Canada non hanno superato il turno.
Inevitabilmente le due partite saranno influenzate dai precedenti incontri, saranno determinanti le mosse degli staff tecnici: le due sfide dei gironi sono state quelle più significate della fase iniziale, perché avevano certificato lo status di top team della Germania e il cambio di passo degli americani.
17.30 e 20 di giovedì 8 agosto. Si torna in scena, con una medaglia del basket maschile sempre più vicina.
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