Guida al calcio femminile a Parigi 2024
La Spagna di Putellas e Bonmatì parte favorita, ma quasi tutte puntano alla medaglia.
A un'estate dal Mondiale in Australia-Nuova Zelanda, torna un torneo internazionale per il calcio femminile. Le Olimpiadi di Parigi saranno un mini-mondiale, che ospiterà le migliori nazionali dalle varie federazioni, mettendo in luce molte tra le migliori giocatrici. Saranno 12 le squadre partecipanti, quasi tutte hanno la possibilità di arrivare in fondo. Ai quarti di finale approdano le prime 2 di ogni girone più le due migliori terze. Il torneo si giocherà negli stadi della Ligue 1 dei maschi, segno dell’importanza che la Francia sta dando a questa competizione, richiamando anche l’atmosfera del Mondiale 2019.
Le Olimpiadi di calcio femminile sono un torneo brevissimo: in appena 16 giorni – dal 25 luglio al 10 agosto – le squadre sono chiamate alla perfezione. Ogni dettaglio deve essere curato al meglio considerando le poche partite da giocare e, soprattutto, le rose molto corte – solo 18 calciatrici convocabili per squadra: tutte le protagoniste devono essere pronte al 100%.
Girone A - Francia, Canada, Colombia, Nuova Zelanda
FRANCIA - Si presenta a questa edizione con la consapevolezza di avere un gruppo forte, ma con il peso di non aver mai vinto nessun torneo internazionale di calcio femminile. Le Bleus sono una nazionale estremamente forte e coesa: 11 delle 18 giocatrici convocate per le Olimpiadi fanno parte di Lione (6) e PSG (5), e proprio in questi due forti blocchi troviamo i nomi più prestigiosi, dalla capitana Renard a Geyoro, passando per Le Sommer e Katoto. La qualità tecnica non manca: nella rosa delle Olimpiadi troviamo anche due conoscenze del campionato italiano, visto che dalla Juventus arrivano la portiera Peyraud Magnin e Cascarino.
La Francia, giocando in casa, vorrà conquistare il metallo più pregiato: ci si chiede se sarà in grado di resistere e superare le partite contro le grandi avversarie, o se cadrà. L’esperienza di giocare grandi partite alle giocatrici non manca, vedi le Champions vinte dalle giocatrici del Lione in carriera. E quindi, perché come nazionale la Francia non vince? Nel podcast “The Women’s Game” l’ex giocatrice statunitense, Sam Mewis, ha detto che “la Francia è una grande squadra, ma quando si tratta di vincere un torneo sembra che non abbiano il fattore chiave per poterlo fare”.
Aggiunge, inoltre, che anche le giocatrici USA nel Mondiale 2019 avevano la percezione di poter perdere contro le francesi – anche se poi vinsero lo stesso. Il talento c’è, la capacità di stare su grandi palcoscenici anche: sarà la volta buona per vincere, o quantomeno andare a podio?
CANADA - Campione uscente, di certo non vorrà farsi da parte. Dopo il deludente Mondiale di calcio femminile, che l'ha vista uscire uscire ai gironi, la squadra di Priestman ha perso solo 3 partite tra amichevoli, Gold Cup e SheBelives Cup – due contro gli Stati Uniti, di cui una ai rigori. Sono arrivate vittorie importanti (5-0 e 2-1 contro l’Australia - che, seppur in amichevole, ribalta, in parte, il pesante 4-0 ai mondiali; 2-0 in amichevole col Brasile e ai calci di rigore nella SheBelieves Cup).
Il Canada, nella cui rosa troviamo anche Viens e Grosso (rispettivamente Roma e ormai ex Juve), arriva in forma a questa Olimpiade: sarà interessante vedere se confermerà quanto di buono fatto a Tokyo 2020. Curiosità extracampo: la nazionale canadese è stata pizzicata a spiare la nazionale neozelandese proprio durante gli allenamenti di preparazione al match. Bene ma non benissimo.
COLOMBIA - All'esordio alle Olimpiadi, la Colombia arriva con un grande hype giustificato dalle presenze in campo di Caicedo, attaccante classe 2005 stella del Real Madrid, e di Ramirez, a gennaio arrivata al Chelsea per sostituire Kerr – per la cifra record di 450.000€ - risultando decisiva per la corsa al titolo delle Blues.
La Colombia ha buone possibilità di passare il girone, però ha un grande interrogativo tra i pali che rende la qualificazione tutt’altro che scontata: le due portiere convocate per Parigi 2024, Katherine Tapia e Catalina Pérez hanno giocato pochissimo. Katherine Tapia non è titolare al Palmeiras, nel 2024 ha giocato una sola partita - il 20 giugno, contro il Santos. Catalina Pérez gioca al Werder Brema, ma dal Mondiale 2023 in campionato ha visto il campo solo 2 volte. Non è il massimo arrivare a un torneo di calcio, a qualsiasi livello, con due portiere senza il ritmo partita.
NUOVA ZELANDA - 5° partecipazione consecutiva alle Olimpiadi di calcio per la Nuova Zelanda, squadra abituata a qualificarsi per questo tipo di tornei. Però non è mai riuscita a superare i gironi: di base non presenta un tasso tecnico formidabile, si tratta di una nazionale mediocre. La Nuova Zelanda non dovrebbe creare problemi a Francia, Canada e nemmeno all’esordiente Colombia: la storica vittoria ottenuta per 1-0 contro la Norvegia al mondiale casalingo, giustamente festeggiata come un grande risultato, dovrebbe restituire l’idea di una nazionale non invincibile.
Dal Mondiale 2023, nelle amichevoli internazionali ha vinto solo contro la Thailandia, per 4-0, e ha pareggiato contro lo Zambia per 1-1 nell’ultima partita prima del torneo. La situazione turbolenta sulla panchina, con il passo indietro dell’allenatrice Jitka Klimkova a quattro settimane dall’esordio e la squadra momentaneamente affidata al vice Micheal Mayne, non lascia presagire che ci sia il clima ideale per affrontare un torneo di tale portata.
Girone B - USA, Australia, Germania, Zambia
USA - Tra le quattro del gruppo sono la squadra da battere, ma in questa fase stanno lentamente cambiando pelle. Alle Olimpiadi di Tokyo la nazionale americana ha conquistato “solo” il bronzo, considerato un fallimento visto il gruppo a disposizione; negli scorsi Mondiali, per la prima volta sono usciti addirittura agli ottavi di finale contro la Svezia.
Emma Hayes, la nuova coach dell’USWNT - ex Chelsea e cinque volte vincitrice del campionato di calcio inglese -, ha fin da subito fatto pesare la propria personalità con scelte forti per costruire non solo un gruppo competitivo, ma anche con margini di miglioramento per il futuro. La decisione che ha fatto più discutere è stata l’esclusione di Alex Morgan: è la fine di un’era per la nazionale americana? O forse quella di Hayes è solo una scelta di campo?
I posti a disposizione per le Olimpiadi sono talmente ridotti che Hayes ha preferito giocatrici che, ad oggi, danno più certezze di Morgan, nella fase calante della carriera. Vedendo le amichevoli, il tridente d’attacco su cui punta Hayes dovrebbe essere Rodman-Swanson-Smith, con la capitana Horan a fare da raccordo tra centrocampo e attacco. La nazionale americana di calcio si presenta con la squadra più giovane da Pechino 2008 – dove vinse l’oro: 26.8 anni l'età media, 58 caps in nazionale in tutto. La vittoria alle Olimpiadi manca da Londra 2012, l’ultimo mondiale non è stato per niente soddisfacente: riuscirà Hayes a riportare l’USWNT sul gradino più alto del podio?
AUSTRALIA - Semplicemente la squadra che, nelle convocazioni, ha osato di meno. Le giocatrici che prenderanno parte alle Olimpiadi sono quelle che ci si aspettava. La domanda che aleggia intorno alla squadra di Gustavsson è sempre la stessa da mesi: riusciranno le Matildas a sopperire alla mancanza di Kerr, infortunatasi al crociato a gennaio del 2024? Un suo recupero in tempo per le Olimpiadi è sembrato fin da subito fantascienza: la sua assenza si farà sentire non solo sul piano del puro calcio – Kerr è la miglior realizzatrice della storia dell’Australia con 86 gol in 80 partite – ma anche sul piano della leadership: perdere Kerr è avere una Formula 1 senza DRS.
In generale le Matildas hanno provato a compensare Kerr senza un riferimento fisso in attacco, lasciando che più giocatrici vadano ad occupare quella zona di campo. Per l’Australia sarà fondamentale soprattutto il torneo di Foord e Fowler – entrambe ali d’attacco, rispettivamente di Arsenal e City. Dalla prima ci si aspetta che, in assenza di Kerr, si faccia carico del peso dell’attacco e che sia un approdo sicuro per la manovra offensiva australiana. Dall’ala del City, classe 2003, invece è richiesto un salto in avanti in termini di personalità e di capacità di essere decisiva in partita.
Fowler è forse il talento più brillante dell’Australia e quest’anno ha fatto un’ottima stagione al City – diventando anche titolare al posto di Kelly – producendo 4 gol e 6 assist, ma non è ancora una giocatrice definita: deve ancora trovare la sua dimensione nel grandissimo calcio. Le Matildas sono forse all’ultima chance di vincere qualcosa con questa generazione, che è stata capace di cambiare la narrazione attorno al calcio femminile australiano dopo il 4° posto a Tokyo, il fallimento della Coppa d’Asia del 2022 e il 4° posto al mondiale casalingo.
GERMANIA - Torna alle Olimpiadi dopo aver mancato la qualificazione per Tokyo 2020. La nazionale tedesca ha un’importante tradizione nei grandi tornei: nel suo palmarès olimpico vanta 3 bronzi e la vittoria a Rio 2016. Nazionale con un tasso tecnico molto elevato, che però non è stato ottimizzato negli ultimi grandi tornei. Da Parigi 2024 ci si aspetta un salto in avanti – anche se si trovano in una fase di transizione in attesa del nuovo CT Wück che prenderà servizio dopo le Olimpiadi.
L’attuale selezionatore ad interim, Hrubesch, dovrà essere capace di gestire al meglio il talento a disposizione. La Germania non parte benissimo, visto l’infortunio al crociato di Lena Oberdorf - centrocampista classe 2001, tra le più promettenti in Europa - in occasione dell’ultima giornata di qualificazioni per Euro2025 contro l’Austria a qualificazione già ottenuta. La rosa tedesca rimane comunque molto competitiva: Gwinn, terzina del Bayern Monaco, Nüsken, centrocampista del Chelsea classe 2001, o l’ala del Bayern Monaco Bühl - 5 gol nelle 6 gare di qualificazioni a Euro2025 - sono talenti che poche squadre possono vantare.
Il dubbio più grande per Hrubesch sarà capire come sfruttare al massimo le due giocatrici più forti, che giocano nello stesso ruolo: Popp e Schüller, entrambe punte centrali, rispettivamente del Wolfsburg e del Bayern Monaco. Quest’ultima sembrerebbe essere più pronta, visto il rendimento stagionale – 6 gol nelle qualificazioni agli Europei, 4 nella Nations League e 14 gol in 26 partite con il Bayern tra campionato e Champions League – e il lusso di poter usare una giocatrice come Popp come una carta da giocarsi quando c’è un imprevisto.
ZAMBIA - Un’intrusa in questo girone pieno di campionesse? In parte sì. La nazionale capitanata da Barbra Banda è alla seconda partecipazione olimpica dopo Tokyo 2020 e viene da un buon Mondiale 2023 (3° nel girone dietro Spagna e Giappone ma conquistando la prima storica vittoria per 3-1 contro la Costa Rica).
Ha rischiato di saltare l’appuntamento olimpico per via di casi di corruzione in federazione, cosa che avrebbe mandato all’aria il buon lavoro fatto dalle giocatrici, che si stanno mettendo in mostra sul palcoscenico internazionale in questi anni, senza contare le accuse di molestie a carico dell’allenatore.
All’interno di questo girone, lo Zambia potrebbe o soccombere sotto ai colpi avversarie (il 10-3 contro i Paesi Bassi alle ultime Olimpiadi o i 5-0 subiti ai mondiali contro Giappone e Spagna sono fresca testimonianza) oppure potrebbe rivelarsi una spina nel fianco non da poco.
I talenti migliori della squadra sono le due calciatrici che giocano in NWSL: Kundananji è un’ala del Bay FC, capace di creare diversi pericoli alle difese avversarie e che sa portare palla da una parte all’altra del campo con continuità. La giocatrice più importante della squadra, e sulla quale ci sono più responsabilità e più aspettative, è senza dubbio Barbra Banda: già alle scorse Olimpiadi, si è messa in mostra segnando 6 gol in 3 partite – due triplette consecutive contro Paesi Bassi e Cina. Banda in questa stagione a Orlando ha realizzato 12 gol in 12 partite, aggiungendo 5 assist.
Girone C - Spagna, Brasile, Giappone, Nigeria
SPAGNA - Considerate da quasi tutti le favorite per l’oro del calcio femminile, le Furie Rosse rosse vengono da un anno in cui hanno vinto la Nations League e il Mondiale in Australia-Nuova Zelanda. Il Mondiale vinto non è stato un percorso netto verso la coppa, ma una strada a dir poco tortuosa: le spagnole hanno affrontato i mille problemi della federazione, a partire dal conflitto interno con l’ex allenatore Vilda - 15 giocatrici hanno scioperato, rifiutando la chiamata della nazionale per dei comportamenti molesti da parte del CT – fino al noto bacio non consensuale da parte dell’ex presidente di federazione Rubiales nei confronti della giocatrice Hermoso che ha scoperchiato gli altarini in mondovisione.
Nonostante tutto, la Spagna ha conquistato il Mondiale e sorge spontanea una domanda: senza queste problematiche, quanto potrebbe essere dominante questo gruppo di giocatrici? La risposta è tanto, troppo. La Spagna ha un livello tecnico di altissimo livello: gli ultimi palloni d’oro del calcio femminile, Putellas e Bonmatí sono tra le convocate - quest’ultima che dopo aver “passeggiato” in campionato e vinto la Champions da assoluta protagonista, vorrà timbrare anche i giochi di Parigi.
A livello tattico è fondamentale il ritorno di Patri, cui spetterà riequilibrare l’enorme talento offensivo, dettando i tempi di gioco. Particolare attenzione andrà posta su Paralluelo: la stella del Barça classe 2003 viene da una stagione da 20 gol in 19 partite in campionato e 6 gol in Champions, e Parigi 2024 ha tutta l’aria di essere il torneo giusto per fare il salto a livello internazionale.
BRASILE - Altra importante indiziata per la vittoria finale, anche se – come la Francia – è squadra che, seppur dotata di grandi giocatrici, non riesce a vincere tornei di calcio femminile al di fuori della Copa America. La nazionale verdeoro ha raggiunto solo due argenti alle Olimpiadi – 2004 e 2008 – e ci si chiede se questo possa essere l’anno giusto per la conquista del metallo più pregiato.
Questo torneo per il Brasile è ancora più speciale: sarà l’ultimo giro a livello internazionale della leggenda brasiliana e icona del calcio femminile, Marta Vieira da Silva. Le parole per una giocatrice del suo calibro sono superflue: la carriera di Marta con la nazionale inizia 22 anni, in 165 partite ha segnato 113 gol, la sua classe, talento e carisma mancheranno a questo calcio. Godiamoci questa last dance della campionessa brasiliana, a cui non si può far altro che dire grazie.
GIAPPONE - Non è più la nazionale che vinse il Mondiale 2011: quel ciclo vincente è finito, di quella squadra è rimasta solo Kumagai. Con la sua leadership e la sua esperienza, la giocatrice della Roma è senza dubbio l’elemento di maggiore spicco del calcio nipponico.
Il Giappone è reduce da un Mondiale in cui è uscito ai quarti contro la Svezia, lasciando comunque un segno importante sul torneo: è stata l’unica squadra ad aver battuto la Spagna. La nazionale capitanata da Kumagai ha vinto per 4-0 contro quelle che sarebbero diventate le campionesse del mondo, dimostrando di non essere un’avversaria da sottovalutare e che può ancora dire la sua.
Il Giappone è una squadra molto organizzata, attenta alla fase difensiva – in 20 partite dopo il mondiale hanno subito 15 gol, di cui 4 nell’amichevole contro il Brasile – con un mix di giocatrici giovani, esperte e altre nel loro prime. La nazionale nipponica può vantare alcuni talenti di primo ordine nel panorama internazionale: Hamano, attaccante classe 2004, in forza al Chelsea e autrice di un gol fondamentale per il titolo di WSL nella scorsa stagione contro il Totthenham; la centrale di difesa Minami, compagna di squadra di Kumagai alla Roma, nel giro della nazionale dal 2019, che in Serie A dimostra settimanalmente tutto il suo valore; la centrocampista di qualità Hasegawa, in forza al Manchester City, pronta a ricevere e scaricare per le compagne.
NIGERIA - Ritorna alle Olimpiadi dopo un lungo periodo di assenza (Pechino 2008): sulla carta è quella che avrà maggiori difficoltà a centrare il passaggio del turno. Già nel Mondiale 2023 ha però dimostrato di essere un’avversaria molto scomoda anche per squadre molto forti – pareggio col Canada, vittoria contro l’Australia e sconfitta solo ai calci di rigore con l'Inghilterra.
Nella nazionale allenata dall’americano Waldrum troviamo tre giocatrici che spiccano per il loro talento: la portiera Nnadozie, classe 2000 (Paris FC); il neoacquisto del PSG Echegini, centrocampista classe 2001 che, arrivata a gennaio alla Juventus, in pochi mesi ha fatto le fiamme in Serie A con 10 gol in 14 partite; la stella della squadra, Oshoala, attaccante del Bay FC in NWSL, ex Barcellona e 6 volte vincitrice del premio giocatrice africana dell’anno, è la punta principale di una squadra che si appoggerà alla sua esperienza e caratura internazionale per cercare di superare un girone proibitivo.
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