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Pogacar Vingegaard
, 19 Luglio 2024

Pogačar vs Vingegaard è il duello


Il Tour de France 2024 sta confermando due ciclisti di un livello irraggiungibile, nonostante Remco Evenepoel

Perché hai attaccato, Tadej?” // “Non lo so neanche io”. Nella 17° tappa del Tour de France 2024, la maglia gialla Tadej Pogačar ha piazzato l’ennesimo attacco di questa Grande Boucle dal gruppo che comprendeva, tra gli altri, Jonas Vingegaard e Remco Evenepoel. Non c'era realmente bisogno: il vantaggio in generale sui primi inseguitori era già maggiore di 3' e 5', rispettivamente. Lo sloveno della UAE si è però disinteressato dei conteggi aritmetici, e sul Col du Noyer si è alzato sui pedali. I rivali poi lo hanno ripreso, con la maglia bianca Evenepoel riuscito addirittura a guadagnare a fine tappa qualche secondo sui diretti avversari.

Nell’Iliade, il duello degli eroi segue uno schema predefinito. La vestizione delle armi, con cui i combattenti indossano la corazza e le armi con cui si sfideranno in battaglia; uno scontro dialettico, con l’invocazione della propria divinità protettrice e le minacce al diretto avversario; il confronto fisico effettivo, che spesso si conclude con la morte di uno dei contendenti.

Più del risultato, ha impressionato proprio quel gesto di Pogačar. Un fuoco che arde, lo spirito dell'agonista che brucia più forte ogni giorno, sembra muoverlo nelle sue decisioni. Si è girato, ha visto Vingegaard isolato e l'inconscio ha elaborato: perché no? La maglia gialla, nella frazione che portava all’arrivo di SuperDevoluy, ha mostrato un filo di tracotanza? Sapendo di essere il più forte di questo Tour, il miglior ciclista vivente, non vuole passare neanche un giorno in bici senza dimostrarlo.

Mercoledì Pogačar non ha fatto vittime, ma nello scorso weekend aveva già ipotecato la maglia gialla finale di Nizza. Nel terzo weekend di Tour de France, con in programma due tapponi pirenaici da oltre 4500 metri di dislivello positivo, abbiamo assistito a un nuovo capitolo del duello tra i due più grandi interpreti contemporanei delle corse a tappe (e del ciclismo tutto): il Re pescatore Jonas Vingegaard e l’Imperatore di Komenda Tadej Pogačar. Una cena per due a cui quest’anno si è unito un magnifico commensale, l’ex terzino della nazionale U16 del Belgio Remco Evenepoel, oggi campione mondiale a cronometro.

La rivalità tra Vingo e Pogi era iniziata al Tour 2021: lo sloveno era un giovanissimo fenomeno delle due ruote, campione dell’edizione precedente, mentre Vingegaard partiva coi gradi di gregario di Roglic. Il capitano della Jumbo Visma, però, si era ritirato dopo una brutta caduta: il danese era diventato il principale rivale del leader della UAE. Quel Tour era andato di nuovo a Pogačar, vincitore con più di 5' sull’avversario. Vingegaard aveva però mandato segnali importanti, impensierendolo per le prime volte sule salite più lunghe dei Pirenei.

I due anni successivi ci avevano consegnato una storia diversa: Vingegaard due volte maglia gialla sul podio finale di Parigi. La Jumbo era la squadra più forte, il danese era il più forte sulle strade in salita. Gli appassionati di ciclismo si erano così abituati a ripetere: Pogačar è il più completo e può vincere su ogni terreno, ma nelle tappe di montagna e nelle corse di tre settimane, Vingegaard è il migliore.

Ci eravamo abituati a considerarla quasi una legge, un equilibrio che non poteva spezzarsi. Poi è arrivato il Tour de France 2024.

Le aspettative per i due erano diverse: Pogačar veniva da un Giro d'Italia cannibalizzato, con l’obiettivo di diventare il primo a centrare la doppietta Giro-Tour da Marco Pantani nel 1998. Vingegaard aveva invece quasi perso la vita in una discesa del Giro dei Paesi Baschi, schiantandosi sul cemento a più di 80 km/h. Il bilancio dei referti medici era stato impietoso: pneumotorace, clavicola e diverse costole rotte. Dopo 12 giorni su un letto di ospedale e una lunga riabilitazione, il danese è comunque riuscito a presentarsi in condizioni per poter competere e dare del tu a Pogi sin dalla Grand Depart di Firenze, dalla tappa di Bologna e Torino e dai primi giorni di Tour.

Per superarlo (almeno finora) ci è voluto il miglior Tadej Pogačar della sua carriera. I proclami sull’essere nella miglior condizione della vita sembravano esagerati, ma il capitano della UAE ha tenuto fede a tutte le attese. Senza perderci nei dati e nei rapporti peso-potenza, la sua scalata del Plateau de Beille di domenica 14 luglio è una delle prestazioni migliori mai registrate nella storia del ciclismo.

Il programma del Tour sembra già scritto, ma gli ultimi tre giorni non dovranno essere sottovalutati. Oggi (venerdì 19 luglio, nda) sono in programma due salite HC - hors categorie, "fuori categoria" - e l’arrivo di 1° Cat. a Isola 2000. Domani (sabato 20 luglio, nda) ci saranno 4504 metri di dislivello positivo, mentre domenica si chiude con la cronometro di 34 km con arrivo Nizza.

Jonas Vingegaard ha detto che il suo Tour non è ancora concluso, e farà di tutto per provare a ribaltare la classifica generale. Per uno che ha già vinto gli ultimi due Tour, il podio ha forse un’importanza relativa.

Nella tappa di mercoledì è sembrato invece in grande forma Remco Evenepoel, difesosi in modo impressionante in salita e che rimane per distacco il migliore nelle prove contro il tempo. Potrebbe sfruttare gli sforzi di Vingegaard per provare ad attaccarlo e conquistare il secondo posto. Tadej dovrà difendersi e pensare a quella doppietta Giro-Tour che lo proietterebbe, ancora una volta, nell’olimpo del ciclismo.

  • Nato nel 2003 a Macerata, segue con passione l'NBA, l'NFL e il calcio, ma i suoi primi amori sono il ciclismo, i giornali cartacei e ogni storia che merita di essere raccontata. Nel tempo libero studia Economia e commercio.

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