Dani Olmo agente del caos
In Spagna-Germania, il suo ingresso per l'infortunio di Pedri è stato decisivo
Erano passati appena 4' dal suo ingresso, e l'Agente Del Caos aveva già iniziato, indefesso, a deformare le linee di pressione della Germania: aggrediva lo spazio alle spalle di Emre Can, riceveva indisturbato e da lì accelerava la manovra della Spagna con naturalezza. E pensare che non doveva essere la partita di Dani Olmo.
Come siamo arrivati a trovarci qui, a dover celebrare la sua grande prestazione nei quarti di finale di Euro 2024? Senza il violento contrasto di linee temporali tra Pedri e Kroos, si sarebbe dovuto accontentare delle briciole: il calcio, o se preferite la vita, come pura aleatorietà.
Sulla carta Dani Olmo sostituiva Pedri come mezzala destra del 4-3-3 spagnolo. Un triangolo di centrocampo completato da Rodri e Fabián Ruiz, in perenne rovesciamento. La verve e l'abilità senza palla di Olmo lo portavano a giocare alle spalle di Morata: in questo modo la Spagna si è resa pericolosa già al 12°.
Lamine Yamal aveva intercettato una conduzione superficiale di Gündoğan e, prima di essere triplicato, era riuscito a servire il taglio esterno di Morata, sulla destra. Il capitano della Roja era seguito da Tah, mentre Rüdiger correva all'indietro fissando la posizione di Nico Williams, per paura di un suo inserimento. Eccola, l'autostrada tra i corpi dei centrali tedeschi. Una lunga carreggiata da occupare con un'accelerazione. Dani Olmo chiama il passaggio da Morata, riceve, tocca la palla con il sinistro e viene abbattuto dal centrale del Real Madrid. Difensore ammonito e punizione pericolosa dal limite.
È un cortocircuito tattico evidente. La Spagna, che negli anni si è raccontata con le parole di tutti i suoi protagonisti come la nazionale del possesso e dei centrocampisti di raziocinio, oggi vede questo trequartista verticale, che strappa il gioco appena può e allunga gli avversari, non solo come il 12° uomo, ma come potenziale titolare. Già nel pre-partita era stato de la Fuente ad ammettere questa possibilità: «Dani Olmo è fortissimo, lo conosco da molto tempo, ha possibilità di giocare dall'inizio, così come Pedri. La verità è che sono fortunato: ho 26 grandi giocatori».
Olmo era partito titolare una settimana prima, contro l'Albania, nella classica formazione sperimentale da fine girone se si è matematicamente qualificati con una giornata di anticipo. Eppure anche tra le riserve non è stato difficile accorgersi di lui e della sua intelligenza caotica, mirata a sconquassare il sistema rigido della Spagna.
Un esempio è il gol di Ferran Torres. La Spagna è in fase di costruzione, un po' farraginosa: il pallone è tra i piedi di Laporte, centrale sinistro della difesa a quattro. L'ex City aspetta prima di prendere una decisione: chi proverà a smarcarsi? il passaggio da fare sarà breve o lungo? Dani Olmo sembra rispondere coi movimenti a queste domande: fa la stessa cosa che gli vedremo fare contro la Germania. Si stacca dalla posizione di mezzala e va a occupare il corridoio intermedio, alle spalle della linea di pressione albanese.
Laporte prova a quel punto un ambizioso filtrante diagonale, per servire Olmo sui piedi...
... che riceve spalle alla porta. Il primo controllo, per orientarsi, è col sinistro; il tocco che gli serve per condurre è accennato col destro. A quel punto il passaggio filtrante, per un centrocampista della Roja, è una banalità, una piega inevitabile del reale.
Va sottolineata in questo caso la sensibilità di Dani Olmo per la ricerca dello spazio. Come ha scritto Michael Cox su The Athletic: «[in questo, ndr] Olmo è il migliore giocatore della rosa della Spagna». Non è un caso che de la Fuente non rinunci mai a metterlo in campo, anche se non dal fischio d'inizio. Olmo si trova a suo agio in questa Spagna perché, da trequartista, può coniugare i due spiriti: il posizionale e il verticale, l'apollineo e il dionisiaco.
Sotto l'ottimo Euro 2024 della Spagna c'è nascosto molto di più dello stereotipico "tiki-taka", e uno dei segreti sono i giocatori come Dani Olmo. A volte lo abbiamo visto posizionarsi addirittura nella linea d'attacco: nel finale della partita contro la Germania, dopo l'uscita di Nico Williams, ha vestito i panni dell'ala sinistra.
L'Euro 2024 di Dani Olmo recita al momento 2 gol e 2 assist: un contributo prezioso, per un panchinaro di lusso. Nei quarti la sua agitazione tra linee è stata fondamentale: Olmo ha tentato 6 dribbling – 5 riusciti – ed effettuato 3 passaggi chiave (!). Ha segnato il momentaneo 1-0 e ha messo sulla testa di Mikel Merino il pallone della vittoria, al 118', dopo supplementari agonici.
In fase di costruzione la sua oscillazione tra i due "ruoli" – a momenti alle spalle di Morata, in altri vicino a Rodri e a Fabián Ruiz – è stata preziosa perché ha permesso alla Spagna di variare registro continuamente. Unai Simón ha cercato i suoi scatti alle spalle della difesa con passaggi diretti, costringendo i difensori tedeschi a compiere una scelta. Non possiamo sapere se è stata un'intuizione di de la Fuente dalla panchina, quella di inserire Dani Olmo e assegnargli questo ruolo basculante, più verticale anche di Pedri. O è stato lui a interpretarlo a modo suo?
Di certo, intorno alla grande partita di Dani Olmo c'è una struttura collettiva che lo premia. Prendiamo il caso del gol con cui apre le marcature. È il 51' e Morata scende sulla trequarti per cucire il gioco, quando vede Lamine Yamal aprirsi a destra e lo serve in profondità. La stellina del Barça va in verticale e arrivato all'altezza dello spigolo dell'area punta Raum guardandolo negli occhi. Nel frattempo Fabián Ruiz, la mezzala sinistra, è andato a occupare lo spazio lasciato libero da Morata.
Andrich si fa attrarre dall'inserimento di Fabián e si avvicina per impedirgli di ricevere e calciare. È una scelta legittima, che non possiamo definire un vero e proprio errore. È un'ingenuità, però: si presuppone che l'altra mezzala non arrivi a riempire il vuoto lasciato da Andrich al limite dell'area.
Dani Olmo, come detto, è un fine lettore di queste situazioni. Un centrocampista che ama giocare in contesti fluidi, dove non conta tanto il ruolo ma la funzione che hai nella squadra. Qui è bravo ad arrivare in corsa e calciare di prima, sul secondo palo, dove Neuer non riesce a mettere le mani.
Nei tempi supplementari l'intelligenza negli smarcamenti di Olmo è diventata essenziale. Qualcuno ha ricordato che anche a Euro 2020, nei supplementari contro la Croazia agli ottavi, il rendimento dopo il 90' era persino aumentato. Dani Olmo nasconde la fatica con le letture: anche stavolta, spostato ala sinistra con l'ingresso di Merino, è sembrato che tutto intorno a lui rallentasse per una frazione di secondo, quando ha ricevuto largo e, dopo aver lasciato a Cucurella l'inserimento nel corridoio intermedio per guadagnare spazio ha buttato in area un cross che Merino doveva solo spingere, e che l'apertura innaturale delle gambe in salto ha reso giusto quel pizzico più reelabile.
Dani Olmo è una risorsa per la Spagna anche per la consapevolezza del suo ruolo. Dopo la vittoria con la Germania gli è stato chiesto se non volesse giocare di più. «Preferisco vincere giocando meno minuti che perdere essendo titolare».
Stasera, nella semifinale contro la Francia, la Roja dovrà fare i conti con assenze pesanti: Le Normand, Carvajal, Pedri. Se rinunciare a mezza difesa titolare è un banco di prova che la Spagna deve dimostrare di poter superare per vincere Euro 2024, non si può dire lo stesso sull'infortunio di Pedri. Tra le linee il sostituto de la Fuente l'ha già trovato: Dani Olmo non è mai stato così bene.
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