La scintilla bianca nel rosso di Borgogna
Remco Evenepoel ha conquistato l'affascinante cronometro tra le viti di Gevrey-Chambertin
Qualche anno fa era tradizione del Giro organizzare le cronometro nelle zone dove si producono i vini italiani più famosi. Grazie alle sponsorizzazioni delle DOCG, abbiamo assistito alla crono dello Sforzato, del Brunello di Montalcino o del Chianti.
Il Tour de France 2024 ha avuto un’idea simile: la 7° tappa, 25,3 km di prova contro il tempo, ha attraversato la Borgogna. Non è che i suoi vitigni abbiano un gran bisogno di pubblicità: le bottiglie esportate nel 2022 superavano i 90 milioni, con un giro di affari miliardario.
Le prime viti furono portate in questa regione dai Romani nel III sec. Il vino prodotto in queste zone era il migliore di tutto l’Impero, ma gli inverni devastanti mettevano sempre a rischio le viti. Dopo la fine delle dominazioni romane, le coltivazioni della zona vennero portate avanti dai monaci benedettini e cistercensi: durante il regno di Luigi XIV, il medico personale del Re Sole gli consigliò di bere solo vino di Nuits-Saint-Georges, sede di partenza della cronometro del TdF, per migliorare la sua salute.
A pochi chilometri da Nuits-Saint-Georges c’è la sede del Domaine de la Romanée-Conti. È ampiamente considerata la cantina migliore del mondo, le cui bottiglie sono spesso battute all’asta. Il vitigno si estende solo per un ettaro e mezzo, e i filari sono talmente stretti che vengono utilizzati i cavalli bretoni per i lavori agricoli. Nel 2018 una singola bottiglia di Romanée-Conti del 1945 venne venduta al prezzo record di $558.000.
Il Tour de France ci ha accompagnato nel cuore della Borgogna, più precisamente nella Cote de Nuits, che si estende su 14 comuni. In 6 di questi si producono i Grand Cru, il fiore all’occhiello della regione: il vigneto più famoso è quello dello Chambertin Grand Cru.
I vigneti dello Chambertin si trovano quasi tutti nel comune di Gevrey-Chambertin, che con i suoi 3000 abitanti e 400 ettari di vitigni ha ospitato l’arrivo della cronometro. Gevrey-Chambertin è tra le capitali mondiali del vino, e ospita 9 dei 26 Grand Cru rossi borgognoni.
Di Gevrey-Chambertin era originario Claude Jobert, scudiero e segretario del re di Francia. Fu il primo a diffondere su larga scala il commercio del vino di Borgogna. Se le bottiglie della regione sono tra le più diffuse, famose e costose del mondo, il merito è anche il suo.
In questa terre di eccellenze vinicole si sono battuti i più eccellenti ciclisti del mondo. In questo Tour di fenomeni, in cui sono presenti i sei grandi del ciclismo odierno, il protagonista assoluto è stato Remco Evenepoel. Il campione del mondo a cronometro era il favorito, e ha soddisfatto le aspettative. Ha arato i 25 km a 52.59 km/h di media. I borgognoni presenti sul percorso hanno visto, per un attimo, una scintilla bianca passare veloce davanti ai loro occhi. Nella specialità Evenepoel è il migliore al mondo, dovrà migliorare ancora in salita ma potrà contare sulla cronometro dell’ultimo giorno in ottica generale.
Per lungo tempo, fino all’arrivo dei big, sulla hot seat che ospita il leader temporaneo sedeva Victor Campenaerts. Il fiammingo baffuto è stato già detentore del record dell’ora, e delle 12 vittorie da professionista 8 sono arrivate con prove contro il tempo. Uno dei migliori passisti del mondo, Campenaerts ha in curriculum anche una tappa del Giro 2021, vittoria arrivata dopo una lunga fuga.
Il belga della Lotto-Dstny aveva superato di 0"78 Kevin Vauquelin, normanno vincitore della seconda frazione di questo Tour. Vauquelin è un grandissimo talento, ha solo 23 anni ed è già molto completo. Per ora è soprattutto un puncheur, ma va forte anche a cronometro e ha detto che in futuro vorrà provare a lottare per la classifica generale.
Dietro Evenepoel, i dominatori dei grandi giri degli ultimi anni si trovavano a inseguire il campione belga. Dopo la debacle dello scorso anno, quando perse 1’38’’ da Vingegaard a cronometro, in questo inverno Tadej Pogacar si è allenato proprio in questa specialità. In Borgogna abbiamo visto i frutti: ha perso solo 12" da Evenepoel, meno di un 1" ogni 2 km di prova.
Per Jonas Vingegaard c’è stato un piccolo passo indietro rispetto alla scorsa stagione, quando nelle prove contro il tempo era superiore al rivale sloveno. Forse ha pagato la scarsa preparazione per il Tour: le sue condizioni possono solo che migliorare prima dell’arrivo di Nizza.
Davanti al danese ha chiuso, in 3° posizione, l'ex compagno di squadra alla Jumbo-Visma Primoz Roglic. Tra i grandi favoriti per la maglia gialla, il vincitore del Giro 2023 era stato quello che aveva deluso di più nelle prime tappe di questo Tour, mostrando qualche difficoltà nelle salite più impegnative. Per sua fortuna ci sarà da aspettare ancora 8 giorni per le tappe di alta montagna: sarà fondamentale ritrovare anche i gregari Vlasov e Hindley, insufficienti finora.
Nel secondo sabato del Tour è prevista una frazione per velocisti, ma le tante cotes presenti potrebbero favorire qualche coraggioso fuggitivo. Molto più appetitoso il percorso della domenica, con 14 settori di sterrato e 4 GPM che promettono caos.
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