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Alisha Lehmann
, 6 Luglio 2024

Con Alisha Lehmann non si parla mai di calcio


Douglas Luiz è il suo fidanzato, ma a tutti interessa il contrario.

Alisha Lehmann è una calciatrice. Classe ’99, svizzera di Tägertschi, è uno dei rinforzi per la Juventus Women di Massimiliano Canzi. Nell'Aston Villa, da dove proviene, Lehmann era ala: può giocare su entrambe le fasce, è molto tecnica e – soprattutto – è dotata di grande forza sulle gambe, che usa come pilastri per resistere ai contrasti con le avversarie, proteggendo palla e posizione.

Inoltre, è una calciatrice adattabile in diversi contesti, più reattivi o dominanti: lavora bene sia in fase offensiva – che predilige – sia in quella difensiva: gli 0,68 tackle ogni 90' nella propria metà campo nell'ultima WSL, e gli 1,23 contrasti per 90' lo testimoniano più di ogni altra cosa.

Lehmann è destinata ad aumentare il livello del campionato italiano, in quanto reduce da annate nel migliore torneo d’Europa, la Women’s Super League. La carriera di Lehmann inizia in Svizzera, allo Young Boys (2015-18, 52 presenze e 25 gol). In questo periodo esordisce anche in nazionale maggiore, giocando le prime delle 52 partite finora disputate con la Svizzera (8 gol totali). Nell’estate del 2018 arriva in Inghilterra: prima West Ham (2018-21), poi prestito all'Everton (8 presenze complessive) e Aston Villa (58 presenze e 9 gol).

La trattativa che ha portato Lehmann in bianconero è singolare: come riportato da Mauro Munno, mai come in questo caso calciomercato dei maschi e calciomercato delle femmine sono stati così compenetrati. A quanto pare, questi sembrerebbero non essere dati rilevanti per la stampa generalista italiana, concentratasi più sulla bellezza e il fidanzamento: Alisha Lehmann è, prima di tutto, una calciatrice. Prima di avere grande seguito sui social, è una persona che gioca a calcio.

Da quello che è trapelato, la richiesta di ingaggio per Lehmann sarebbe arrivata da Douglas Luiz – suo compagno, proveniente anch'egli dall’Aston Villa – e non dalla Juventus Women: un fatto già abbastanza avvilente per una calciatrice, che si ritrova in una squadra che non l’ha chiesta perché attratta dalle qualità tecniche. D’altro canto, il club sembra giustificare questa scelta per motivi di marketing e visibilità: Lehmann è la personalità svizzera più seguita sui social (16.6 milioni di follower su Instagram).

Ma siamo davvero sicuri che questa si traduca in visibilità per il calcio femminile? E, se la risposta è sì, di che tipo di visibilità si tratterebbe?

Marialaura Scatena, durante una puntata di “Chi ce la butta ci va”, ha evidenziato un altro punto cruciale: “Mettere in una trattativa che riguarda la squadra maschile un profilo femminile crea un precedente non indifferente: […] al contrario non sarebbe mai successo”. Alla base c’è la percezione che, siccome è calcio del “gentilsesso”, allora tutto è lecito. Si potrebbe - e dovrebbe - riflettere molto sulla modalità con cui è stata portata avanti la trattativa: la totale assenza di autonomia e autodeterminazione di Lehmann - che, con il suo CV calcistico, avrebbe potuto tranquillamente trovarsi un ingaggio indipendente dal compagno - non sta provocando abbastanza rumore.

E non è finita, perché si aggiunge anche la narrazione oggettivante della stampa. Dal momento in cui si è diffusa la notizia del probabile arrivo di Douglas Luiz alla Juventus e dell’ipotetico ingaggio di Lehmann, i giornali italiani si sono distinti per pressapochismo – diciamolo meglio, incapacità – nel trattare questo genere di notizie. Tuttosport ha titolato “Douglas Luiz alla Juve: con lui c'è anche la sexy Alisha Lehmann”, articolo chiaramente accompagnato da fotogallery di Lehmann in costume - no, non lo linkeremo qui, è facilmente rintracciabile in rete. Lo stesso accade a corredo degli articoli che riguardano Douglas Luiz? Ovvio che no.

La linea seguita dai quotidiani cartacei e digitali è piuttosto chiara: la direzione intrapresa è la strumentalizzazione e ipersessualizzazione di Lehmann, il tutto corroborato da un linguaggio sessista. Citando Sky Sport: “Alisha Lehmann: la fidanzata di Douglas Luiz è la svizzera più seguita sui social”. Una pratica giornalistica utilizzata solo per parlare di donne affermate, mai per identificare uomini di successo - Anna Kalinskaya e il suo fidanzato, numero 1 dell'ATP Tour, ne sono un ulteriore esempio. “L’uso decontestualizzato del lessico parentale è una delle forme più sottili – e quindi più perniciose – del sessismo linguistico”, parola di Michela Murgia.

Questa forma di sessismo della lingua porta a credere che, mentre i risultati ottenuti da un uomo sono frutto della straordinaria preparazione, quelli di una donna vengono o dalle relazioni o dall’aspetto estetico. Alisha Lehmann, nelle notizie della trattativa, non è mai stata narrata come soggetto, ma sempre in funzione del fidanzato. Come oggetto, come corpo prima che come persona. Al centro non c’è mai la sua professione, il suo essere calciatrice: semmai i suoi follower su Instagram e, soprattutto, la sua bellezza estetica. Male gaze (‘sguardo maschile’) all’ennesima potenza.

Le conseguenze di questa narrazione disfunzionale, specialmente della stampa generalista, trapelano dalle reazioni dei social di tifose e tifosi: molti juventini o appassionati di calcio femminile si dichiarano scontenti per l’arrivo di una “influencer o tiktoker e non di una ‘vera’ giocatrice”, come se lavorare – anche – sui social possa in qualche modo delegittimare la professione principale. Come se Lehmann fosse l’unica a farlo nel mondo del calcio, sia maschile che femminile. Scelte legittime, beninteso: è altrettanto giusto che queste non abbiano ripercussioni sulla credibilità e sul valore della calciatrice.

Il problema di comunicazione è qui partorito dalla malagestione della trattativa della Juventus; la stampa, in seconda battuta, non ha avuto interesse nel ribaltare il paradigma, ma anzi ha cavalcato l’onda di una narrazione oggettivante e sessista della calciatrice. Si sottovaluta sempre quanto alcune narrazioni possano alterare la percezione della realtà, normalizzando e legittimando una comunicazione mercificante.

Nel saggio Deumanizzazione, specialmente nel capitolo Oggettivazione, Chiara Volpato afferma che “si parla di sessualizzazione quando il valore di una persona è confinato alla sua capacità di attrazione sessuale, a esclusione di altre caratteristiche. La persona è allora vista come uno strumento del piacere altrui, piuttosto che come un essere capace di agire e decidere in modo autonomo e responsabile”. Che si torni - o meglio, che si inizi - a parlare di Alisha Lehmann come nuovo acquisto della Juventus Women, su quale collocazione tattica la potrà esaltare di più e come mister Canzi la inserirà un contesto funzionale. E nient'altro.

https://www.youtube.com/shorts/FiW1mPecSr0

  • Romano, classe 1999, a tempo perso studia ingegneria e si diletta su Excel, utile difensore mancino per il calciotto

  • Nasce a Roma nel ‘99. Bilancia, laureata in lettere classiche, ora prestata agli studi di genere. Nel tempo libero ama leggere saggi transfemministi e si diletta sui tessuti aerei.

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