Tomáš Suslov, rapido ed elusivo
Il trequartista slovacco ha conquistato Verona.
La prima volta che ho visto Tomáš Suslov inventare per il campo è stato durante Verona-Empoli. La partita era intrigante: Djuric che ci ha messo solo 3 minuti per fare ciò che gli viene meglio, incornare il pallone in rete; Ngonge ha ampliato il vantaggio del Verona, Zurkowski aveva riaperto la partita, ma il match si è di fatto chiuso a metà secondo tempo.
Al Bentegodi c’era una nebbia fitta che rendeva difficile la fruizione della partita anche su schermo, con il pallone e alcuni giocatori che difficilmente si riuscivano a distinguere in mezzo alla foschia. A differenza di Djuric, la cui stazza era pressoché impossibile da confondere, coi giocatori brevilinei si faceva più fatica nel capire chi fosse chi. Uno dei calciatori più bassi in campo era questo Tomáš Suslov: mai sentito, raramente mi capitava di seguire il Verona da vicino.
Distinguere le sue giocate è stato per la stragrande maggioranza dei minuti un'impresa ardua, ma mi stuzzicava: col baricentro basso disegnava movimenti interessanti, eludendo il pressing dei difensori per poi far uso del suo mancino affettato per dialogare con i compagni di squadra; altre volte, raccoglieva basso il pallone e puntava l’area avversaria con rapidi giochi di gambe per disorientare la difesa dell'Empoli; nel primo tempo, per quel poco che sono riuscito a vedere, mi era sembrato un bel prospetto.
Da quel momento ho seguito il Verona più spesso, e il movente più importante in tal senso è stato proprio approfondire Tomáš Suslov. Mai scelta fu più azzeccata: ora è uno dei miei giocatori preferiti. Sia chiaro: è ancora piuttosto acerbo e ha ampi margini di miglioramento, ma è uno di quelli che con un guizzo o con un'invenzione può rapire.
Tomáš Suslov è arrivato al Verona a settembre 2023, all'inizio di una stagione molto particolare per gli scaligeri. L'Hellas ha sostanzialmente disputato due Serie A in una, con un mercato invernale piuttosto grottesco: venduti 16 giocatori (record nella storia della Serie A?), acquistati 10 per sopperire agli addii. Le partenze, inoltre, sono state tutt’altro che irrilevanti: Djuric, Hien, Doig, Ngonge e Terracciano hanno salutato.
Uno dei sopravvissuti è stato proprio Tomáš Suslov: la sua permanenza in gialloblù oltre l’1 febbraio 2024 ha contribuito a compiere l’inaspettata impresa (dato lo stravolgimento radicale che la rosa ha subito) di salvare il Verona. Al giro di boa, l'Hellas di Baroni sostava al terzultimo posto in seguito alla rocambolesca e immeritata sconfitta contro l’Inter a San Siro.
Grazie alla gestione e all'intelligenza emotiva del mister fiorentino, il Verona ha racimolato altri 24 punti nel girone di ritorno, migliorando il risultato dell'andata e raggiungendo la matematica salvezza con addirittura una giornata d’anticipo. Merito, anche, di Suslov: seppur con un impatto graduale e con una titolarità non immediata, lo slovacco ha messo a referto 3 gol e 5 assist, diventando il miglior giocatore per partecipazioni alle reti del Verona alle spalle di Noslin, che ne conta 9.
Suslov è dotato di un'ottima tecnica, di uno spiccato controllo palla ed è efficace nell’uno contro uno: per Sofascore, 1,63 dribbling a partita con una percentuale di successo del 57%. La capacità di creare vantaggio palla al piede e i suoi movimenti a disorientare l’avversario sono molto efficaci, tanto da guadagnarsi molti falli (2,41/90 minuti). La posizione all’interno del campo è sinora estremamente variabile: sa giocare come elemento tecnico di una mediana, sulla trequarti nelle vesti di regista e all’occorrenza anche largo in fascia.
Essendo gli scaligeri una squadra che in questa stagione non ha fatto della manovra il proprio focus principale (22 minuti e 47 secondi di media in possesso palla, 18° minutaggio del campionato per il tracciamento di Lega Serie A), la risalita diretta e verticale non ha conosciuto grandi trame. Suslov non ha toccato troppi palloni in senso assoluto (36,4 a partita per FBref), completando pochi passaggi per quelle che sono le qualità potenziali (17,9).
I numeri dello slovacco sono assai condizionati dallo stile del gioco del Verona: la maggior parte dei passaggi tentati sono medi e lunghi, fattore che abbassa notevolmente le percentuali di passaggio (solo 6,67 suggerimenti a partita sono sotto gli 11 metri di lunghezza). Non stiamo di certo parlando di un giocatore dotato della tecnica di Iniesta, ma un gioco più incentrato al fraseggio potrebbe far lievitare il livello notevolmente le sue prestazioni già ottime.
Non a caso, una delle giocate più significative dell’annata di Tomáš Suslov è un passaggio contro il Lecce. Dopo essersi abbassato per ricevere, gli è bastato un controllo orientato accarezzando con il piede mancino il pallone per addormentarlo, alzare la testa, analizzare il campo e servire Folorunsho tra le linee. Eluso così il pressing di Gonzalez e Ramadani, che lo avevano raddoppiato in men che non si dica.
Una giocata sottile ma molto efficace: ha liberato un compagno al tiro con un semplice ed elegante controllo orientato, che gli ha permesso di scannerizzare il campo in un batter d’occhio e scegliere con rapidità la giocata decisiva. A quel punto, Folorunsho scarica il sinistro, la palla viene deviata, nulla può Falcone.
Nonostante Tomáš Suslov sia un giocatore tecnico e di fino, non disdegna la fase di non possesso: i dati in contrasto sono più che discreti (1,81 a partita), con un notevole numero di azioni offensive da recuperi difensivi (0,13): nel gioco dello slovacco, la qualità non limita la quantità. Suslov è uno dei punti di forza del Verona in termini offensivi: è uno dei giocatori che conclude maggiormente verso la porta (2,2), ma la finalizzazione rimane un aspetto che deve sicuramente limare. Segna ancora poco per la mole di tiri che produce (0,04 è il suo valore del rapporto gol/tiro, uno dei più bassi in Serie A).
Tomáš Suslov è giocatore di qualità e di quantità, utile in più zone del campo. Sarebbe importante, per lui, giocare in un contesto tattico che lo risalti maggiormente e che gli consenta di toccare più palloni a partita, in modo tale da non rimanere estraneo al gioco e dare risalto al suo pregevole mancino: che possa esserlo il Verona di Zanetti o la prossima squadra di cui il 2002 di Spišská Nová Ves vestirà la maglia?
Tomáš Suslov è un giocatore ancora acerbo sotto più di un punto di vista, in particolare nella finalizzazione. Rappresenta però un ottimo prospetto in grado di accendere le partite tramite una sua giocata di fino e ai suoi strappi palla al piede, oltre che poter giocare quasi ovunque. Un calciatore ancora in corso di formazione ma di ottime speranze: a Euro 2024 è sinora sempre subentrato verso metà secondo tempo, ma non è detto che non possa rivelarsi la risorsa decisiva per un risultato a sorpresa della sua Slovacchia.
Proprio le prestazioni di Suslov hanno attirato l’interesse di diverse squadre: Lazio, Roma e Bologna, almeno stando alle indiscrezioni nostrane. In tutti questi contesti potrebbe ben figurare: i giallorossi, con De Rossi, hanno abbandonato la verticalità mourinhana per cercare di imporre la propria manovra; alla Lazio ritroverebbe Baroni, il quale ha già chiesto a Lotito più di un giocatore del Verona; al Bologna potrebbe coprire il ruolo del non riscattato Saelemakers, inseribile su tutto il fronte della trequarti di Italiano. A rincuorare il pubblico della Serie A sono le dichiarazioni dell'agente: Tomáš Suslov vuole rimanere ancora in Serie A. Un'esperienza italiana, per paradosso, tutt'altro che rapida ed elusiva.
Ti potrebbe interessare
Dallo stesso autore
Newsletter
Iscriviti e la riceverai ogni sabato mattina direttamente alla tua email.