L'Austria è una mina vagante
La squadra di Rangnick fa ancora una volta bella figura e finisce davanti a Francia e Paesi Bassi.
A Berlino i Paesi Bassi arrivano con la qualificazione già in tasca, mentre per l'Austria è praticamente fatta: Paesi Bassi-Austria serve per raggiungere una posizione più favorevole in uscita dal girone e per trarre fiducia in vista degli ottavi di finale. Koeman decide di cambiare rispetto al match con la Francia, lasciando fuori Xavi Simons e schierando la sua squadra con un 4-3-3, dove Schouten si piazza tra Veerman e Rejinders in mezzo al campo. Torna fuori inoltre Frimpong, mentre esordisce Malen dal 1'. Rangnick resta invece fedele al suo 4-4-2/4-2-3-1, ruotando però alcuni interpreti: dentro Wimmer e Schmid, fuori Baumgartner e Laimer. Al centro dell'attacco si piazza ancora Arnautovic.
Come nella prima partita con la Francia, è l'Austria ad approcciare meglio la partita, mostrandosi subito aggressiva e rapida nel riprendere la palla una volta persa e imponendo il suo ritmo al match. Contro i francesi il gol non era arrivato e la difesa avversaria era stata brava a disinnescare le azioni della squadra di Rangnick, ma in questa occasione il punteggio è passato sull'1-0 praticamente subito grazie all'autogol di Malen. Al contrario dell'Austria, i Paesi Bassi hanno approcciato male la gara, mostrando una circolazione palla lenta e poco efficace e facendo difficoltà a trovare gli uomini di maggior talento sulla linea degli attaccanti. Non arrivano particolari pericoli dalle parti di Verbruggen, ma la gara è solidamente in mano ad Arnautovic e compagni.
Il primo punto di svolta della gara arriva al 35', quando Koeman decide di aggiustare le cose con un cambio: fuori un non brillante Veerman e dentro Xavi Simons. Il giocatore del Lipsia va ad agire praticamente da trequartista, in un undici che viene poi ridisegnato alzando anche Geertruida e cambiando la struttura della costruzione, modifica che mette in difficoltà l'Austria. E a inizio secondo tempo è proprio Simons a imbastire la ripartenza che coglie scoperta sulla destra la squadra di Rangnick e crea il gol di Gakpo. Un altro cambio sarà poi di nuovo determinante per i Paesi Bassi mezz'ora dopo, quando Weghorst fa come di consueto il suo ingresso e trova subito la sponda di testa per il gol del 2-2 di Memphis Depay. È sicuramente una freccia in più all'arco di Koeman.
A ogni colpo battuto dai Paesi Bassi, però, l'Austria ha risposto con decisione. Prima al 59' - in un momento di difficoltà e di contemporanea spinta olandese - quando l'inserimento di Grillitsch viene premiato da un pallone filtrante e Schmid si fa trovare pronto di testa a rimorchio, battendo una difesa non esattamente impeccabile. Poi di nuovo all'80', sfondando di nuovo sul centrodestra dove Sabitzer riceve tra le maglie della difesa olandese e scarica di potenza sotto la traversa. In questo secondo caso c'è grossa responsabilità di Van Dijk, che tiene la linea diversi metri più bassa di quanto avrebbe dovuto. Tra un gol e l'altro non ci sono altri tiri, dopo il 3-2 nemmeno. È un Austria cinica.
Come il risultato poi racconta, i tentativi finali dei Paesi Bassi sono stati infruttuosi. Assieme al contemporaneo pareggio della Francia sulla Polonia, questa vittoria proietta l'Austria addirittura in testa al Gruppo D, relegando la nazionale di Deschamps al secondo posto e gli olandesi addirittura al terzo. Come nelle due precedenti partite la squadra di Rangnick ha fatto un ottima figura, mostrandosi ben messa in campo e potrebbe rappresentare la variabile impazzita di questo Europeo, soprattutto ora che incontrerà una delle migliori terze agli ottavi. Si complica invece il cammino dei Paesi Bassi, con il prossimo turno che prevede una tra Spagna e presumibilmente Inghilterra come avversaria. Per batterle, quantomeno, bisognerà approcciare la partita meglio di oggi.
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