Inghilterra-Slovenia: molto rumore per nulla
Al termine di una gara che non finirà di certo in un'antologia del calcio europeo, Inghilterra e Slovenia raggiungono a braccetto gli ottavi di finale.
Se c'è una squadra chiacchieratissima prima di ogni manifestazione europea, quella è di certo l'Inghilterra: la tradizione che vuole gli inglesi come gli inventori del gioco e, per auto-definizione, i primi depositari dei segreti del football quali primi maestri di questo sport, accompagna da sempre questa selezione, guardata sempre con l'occhio di riguardo che si riserva ai favoriti della vigilia. Purtroppo però gli inglesi hanno come al solito prodotto molto rumore per nulla, ricordandosi ancora una volta che spesso è l'attesa ad accrescere il desiderio, fino a rendere la stessa più eccitante dell'evento in sé, in un eterno sabato del villaggio a lasciar spazio a una deludente domenica, e a una notte dolce e chiara e priva di vento.
La lunga digressione poetica è probabilmente un esercizio di stile fine a sè stesso, eppure è l'unica traccia di qualcosa di vagamente creativo che troverete stasera se siete reduci dalla visione della terza gara del girone C, che vede impegnate l'Inghilterra e la Slovenia. Se da un lato abbiamo una selezione, quella slava, volenterosa ma costretta a fare di necessità virtù alla luce di un tasso tecnico complessivo (fatta la pace della punta del Lipsia Sesko) piuttosto modesto, dall'altro c'è una squadra che al contrario di talento ne ha da vendere, ma che non sa sfruttare. Il risultato? Una prima frazione fatta di passaggi sblilenchi, azioni offensive naufragate prima ancora che potessero seriamente vedere la luce e tantissimi sbadigli da parte degli spettatori, quando non addirittura risatine di scherno e paragoni con i secondi più brutti della storia del calcio.
Non riuscendo a finirci i calciatori, che non riescono a distinguersi nè in positivo nè in negativo, sotto i riflettori ci va il c.t. Gareth Southgate: l'ex Middlesbrough, l'uomo suo malgrado incapace di "riportare a casa" la coppa continentale prima da calciatore nel 1996 e poi da tecnico tre anni fa, a otto anni dal suo insediamento sulla panchina dei tre leoni è chiamato a centrare un trofeo che manca all'Inghilterra dal 1996, dopo esserci andato solo vicino. Per farlo, il tecnico inglese ha deciso di metterci tutto sè stesso, scommettendo su quella che è la sua visione, scendendo solo parzialmente a compromessi: bocciato Alexander-Arnold nell'insolita posizione di mediano in coppia con Rice, oggi sostituito da Gallagher prima e da Mainoo poi, il suo 4-2-3-1 continua a dare più dolori che gioie, finendo per rendere lenta e farraginosa la manovra offensiva e disinnescando da solo una batteria potenzialmente mortifera composta da Foden, Saka e Bellingham, lontani parenti di quelli che siamo abituati a vedere nel club, e costringendo Kane a un fastidiosissimo lavoro di raccordo a tutto campo che finisce per inficiare sulla sua lucidità sotto porta.
La cosa più bella vista stasera quindi è la gioia travolgente della Slovenia, che oggi agguanta un risultato storico: alla seconda partecipazione alla competizione continentale dopo l'esordio di 24 anni fa infatti, la selezione del piccolo Paese balcanico centra per la prima volta il passaggio del turno. Un risultato praticamente insperato alla vigilia, che vedeva gli uomini di Matjaz Kek come vittima sacrificale nei confronti di inglesi, danesi e serbi: una qualificazione arrivata però meritatamente, al termine di un trittico di partite che ha mostrato un 4-4-2 solido, molto concreto e difficile da affrontare e da sottomettere. Non possiamo sbilanciarci sull'effettivo proseguimento del cammino dagli ottavi in poi, ma possiamo mettere la mano sul fuoco sul fatto che la Slovenia non verrà domata facilmente da nessuno.
Una Slovenia che chiude il gruppo al secondo posto, dietro proprio agli inglesi che, con 5 punti, ottengono il risultato peggiore tra le squadre capaci di vincere il proprio gruppo. Un trend, quello che ha visto le grandissime squadre giocare al di sotto delle aspettative, che non riguarda certo solo gli inglesi. Eppure, nonostante tutto, la squadra di Southgate ha raggiunto il suo obiettivo, pur dovendo sgomitare contro la sua pigrizia e inefficienza: un risultato che in competizioni brevi e aleatorie come un europeo è di vitale importanza centrare. Archiviato questo però, i dubbi restano tutti: come si comporterà l'Inghilterra di fronte a un avversario più probante di quelli affrontati in questa prima fase? I mezzi per aver la meglio di qualunque squadra, come detto, ci sono tutti: il problema però è trasformare tutta questa potenza in atto, e tutto questo rumore in qualcosa che davvero smuove l'inerzia di un copione sempre uguale a sè stesso che ha visto troppe volte l'Inghilterra cadere sotto la sua presunta grandeur. D'ora in poi Southgate e i suoi ragazzi si giocano tutto, senza possibilità di commettere ulteriori errori o leggerezze: il talento, a questo punto, potrebbe non bastare, specialmente sè tenuto nascosto come fatto in questa prima fase di ostilità.
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